La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

Archivio per 23 luglio 2020

Tempi bui.

Ho trascorso le ultime ore cercando di capire qualcosa di più sui Recovery Fund, e sono arrivata ad alcune conclusioni.

L’Italia per anni è stata per molti anni il quarto contributore netto al bilancio UE, e ne è diventato il terzo dopo l’uscita di UK dall’Unione.

Se Conte invece di andare in Europa con i calzoni calati – qualcuno più educato di me ha scritto “con il cappello in mano”, ma io in questi casi non mi sento affatto una signora- fosse andato con maggior determinazione, magari prospettando un’Italexit, senza dubbio avrebbe potuto ottenere molto di più. Una dichiarazione simile avrebbe fatto rizzare le orecchie a Frau Angela, perché gran parte dell’indotto della sua industria automobilistica proviene dalla nostra nazione e perché molta della forza della UE si regge sui contributi che fino ad ora abbiamo versato. Quindi la considerazione in cui veniamo tenuti al tavolo europeo è palese nel trattamento che ci è stato riservato. E già il nostro premier non ha fatto una buona figura presentandosi con il “badante” (o suggeritore?) Casalino.

Le cose certe sono queste:

– i soldi destinati ai paesi percettori sono diminuiti, anche se all’Italia spetta la maggior fetta;

– il nostro contributo al bilancio settennale europeo, visti gli sconti ottenuti dai paesi virtuosi (o frugali che dir si voglia) aumenta di 11 miliardi, (1,7 miliardi in più all’anno da versare);

– la consapevolezza che il veto di alcuni paesi europei potrà sempre bloccare i finanziamenti, e questo è un dato davvero umiliante: non è la troika, ma ne è l’anticamera;

– l’impossibile impegno di diminuire, se non a prezzo di lacrime e sangue, il debito pubblico al 140% del PIL entro il 2027, oggettivamente un traguardo impossibile;

– il declassamento da paesi “beneficiari netti”, ossia tra quelli che ricevono più di quanto pagano, alle economie “povere” che, per un governo che di vantava di aver abolito la povertà, non è certamente un buon traguardo;

– infine che questi soldi arriveranno purtroppo con grande ritardo, spalmati su 4 esercizi e solo se si presenterà un piano apposito di spesa.

Per ottemperare a queste condizioni, l’Italia dovrà giocoforza aumentare la tassazione, che è già altissima, dando il colpo finale alla nostra economia che non naviga certo in buone acque, grazie ai provvedimenti presi dal governicchio durante il lockdown, bloccando di fatto quasi tutte le attività produttive e facendo sprofondare il nostro PIL. Quindi scordiamoci una diminuzione delle tasse, che avrebbe potuto consentirci una boccata d’aria per riprenderci, anzi stiamo attenti ai nostri risparmi, perché tutti sono pronti ad attingere ai nostri conti, alle retribuzioni, alle pensioni ed a tassare anche le prime case, ma obbligandoci comunque ad accogliere quanti provengono dal Terzo Mondo e guai a sgarrare con i pagamenti delle rate, altrimenti sono sanzioni salate: in pratica la UE è un usuraio che toglie anche il poco ossigeno rimasto, anche se la maggior parte delle colpe ricade sul nostro esecutivo che sperpera risorse per monopattini, banchi scolastici con le rotelle ed altre amenità o bloccando i licenziamenti

Il grande statista che aveva promesso la potenza di fuoco è andato quindi alla UE a pietire le briciole come un mendicante qualsiasi e venendo trattato come tale, ma è tornato a casa fingendo di aver ottenuto una grande vittoria

C’è poi un’altra incognita: quali e quanti ostacoli ci opporranno i paesi UE pur di non fare andare al governo, in caso di elezioni, i partiti di Meloni e Salvini? A pensare male si fa peccato ma ci si azzecca, diceva un nostro grande politico. Per concludere, per meglio dimostrare l’incapacità di governare di Conte e compagni, verrà istituita una nuova task force per gestire i Recovery Fund, e già si fa il nome di Arcuri che non ha certo brillato nella gestione del Corona virus.

In autunno ci sarà davvero da piangere.


Farei di te

Se il tempo del distacco fosse già trascorso…
farei di te i semi del giardino,

ed io;
terra arida e spoglia,

germoglierei per te,
come al sole di primavera.

 

 

Sonia Demurtas