La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

Archivio per marzo, 2020

Vedere il mare

Ho bisogno

di prendere un treno

salire su un aereo

viaggiare nella notte

aspettare l’alba.

Vedere il mare,

Ho bisogno

di scrivere un racconto

leggere un romanzo

placare la fantasia

colorare un sogno.

Vedere te.

Paul Irondie


Contrordine, compagni

Non giustifico, però per certi versi comprendo l’atteggiamento della gente comune: alla base c’è sempre il comportamento contraddittorio di chi è preposto a governarci.
Ricordate all’inizio del contagio quali messaggi venivano veicolati?


1 – È poco più di un’influenza e col coronavirus mi farò un ciondolo (Maria Rita Gismondo, e meno male che è virologa)
2 – Mangiamo cinese
3 – Abbracciamo un cinese
4 – Un bacio contro il razzismo (Michele Cordaro, Le iene)
5 – La quarantena è un atto fascioleghista. (Enrico Rossi, governatore della Toscana)
6 – Il vero untore è Salvini che diffonde il morbo della paura (Massimo Giannini, direttore di Radiocapital)
7 – Revocare Schengen è una misura draconiana (Giuseppi Conte)
8 – L’unica mascherina utile è quella della cultura (le Sardine)
9 – Niente panico (un po’ tutti)
10 – Milanononsiferma (Giuseppe Sala, in t-shirt)


E i nostri politici si facevano fotografare sorridenti all’aperivirus (?) mentre brindavano in compagnia dei loro sostenitori, ignorando le voci allarmistiche di illustri clinici quali il dott. Massimo Gallo, primario infettivologo del Sacco di Milano, del dott. Massimo Zangrillo, primario terapia intensiva al San Raffaele, io dott. Roberto Burioni ed altri medici in prima linea in questa lotta.
Ora tutti hanno dovuto fare retromarcia, tutta l’Italia è zona rossa e l’imperativo dominante, diventato pure un hastag, è “restate a casa”. 

E si è raggiunto il massimo della faccia tosta chiedendo il ritorno di Guido Bertolaso, dopo averlo incriminato, sputtanato ed aver smantellato l’ottima organizzazione della Protezione civile che aveva istituito. E Bertolaso sembra abbia declinato l’invito, preferendo restare in Africa a fare il medico. In effetti gli avrebbero dato un incarico marginale – responsabile agli approvvigionamenti – e non pieni poteri come richiederebbe l’emergenza del momento. In breve: sopra di sé avrebbe avuto l’ennesimo politico incapace di gestire la situazione, che però si sarebbe avocato il merito se tutto si fosse risolto per il meglio, ma non avrebbe esitato a scaricare sull’ex commissario straordinario le colpe se le cose fossero andate male.

E lui, già denigrato da questa gente, avrebbe dovuto togliere le castagne dal fuoco a questi imbecilli?


L’ultimo suono del tuo addio

L’ultimo suono del tuo addio,
mi disse che non sapevo nulla
e che era giunto
il tempo necessario
di imparare i perché della materia.

Così, tra pietra e pietra
seppi che sommare è unire
e che sottrarre ci lascia
soli e vuoti.

Che i colori riflettono
l’ingenua volontà dell’occhio.

Che i solfeggi e i sol
implorano la fame dell’udito.

Che le strade e la polvere
sono la ragione dei passi.

Che la strada più breve
fra due punti
è il cerchio che li unisce
in un abbraccio sorpreso.

Che due più due
può essere un brano di Vivaldi.

Che i geni amabili
abitano le bottiglie del buon vino.

Con tutto questo già appreso
tornai a disfare l’eco del tuo addio
e al suo posto palpitante a scrivere
La Più Bella Storia d’Amore
ma, come dice l’adagio
non si finisce mai
di imparare e di dubitare.

E così, ancora una volta
tanto facilmente come nasce una rosa
o si morde la coda una stella fugace,
seppi che la mia opera era stata scritta
perché La Più Bella Storia d’Amore
è possibile solo
nella serena e inquietante
calligrafia dei tuoi occhi…

Luis Sepulveda

illustrazione di Richard Tuschman


Confusione.

Ho sempre sostenuto che l’italiano “medio”, senza alcuna distinzione tra Nord, Sud, Centro ed Isole, sia potenzialmente anarchico. L’anarchia anzi è insita nel suo DNA, la propensione a fottere le leggi, le imposizioni, quasi a dire “Visto? Io sono il più furbo, a me la legge non fa un baffo”. Quindi vengono violate anche le più semplici regole dettate dalla prudenza, quali quelle di mettere il casco in moto o allacciare le cinture di sicurezza. Eh no, caro italiano medio: tu non sei furbo, sei solo un emerito cretino (il termine adatto sarebbe un altro, quello che si riferisce ad un attributo dell’apparato riproduttore maschile). L’italiano medio a volte obbedisce solo quando sa di rischiare che vengano messe le mani nel suo portafoglio.

Con questo si spiega la massiccia imbecillità di quanti ieri, sovvertendo ogni elementare norma di prudenza, si sono precipitati IN MASSA sui treni per tornarsene a casa al sud, oppure degli incoscienti che a Milano, sui Navigli o alle Colonne di san Lorenzo, si assembravano per passare la serata bevendo in compagnia.

E le raccomandazioni di non stringersi la mano, di rispettare una distanza minima di un metro tra una persona e l’altra? Carta straccia…”Cosa vuoi, che capiti proprio a me?”.

Gli appelli di Burioni, di Zangrillo, dei medici dell’ospedale di Bergamo, che spiegano dettagliatamente quanto sta succedendo nei nosocomi, in particolare nelle unità di Terapia Intensiva, vengono ignorati. I bollettini che ogni sera alle 18 vengono diramati dalla Protezione Civile riportano ormai dati drammatici che aumentano in misura esponenziale.

Le uniche assenze che si percepiscono sono quelle dei turisti che ormai si guardano bene dal venire in Italia, col risultato di mandare a rotoli la nostra economia.

Vero è che le disposizioni date da questo governicchio di incapaci sono assurde e di dubbia interpretazione. La quarantena, che doveva essere ordinata IMMEDIATAMENTE dopo i primi casi, è stata disposta tardivamente, quando il bubbone era ormai scoppiato. Le indiscrezioni sull’ultimo DPCM hanno fatto il resto, causando il caos. I governatori Fontana e Bonaccini, su fronti opposti politicamente, sono però concordi nel dire che il decreto è un guazzabuglio, non si capisce bene cosa sia vietato e cosa permesso in determinate occasioni. Forse anche questo comportamento contraddittorio ha causato nella gente, dopo tanto allarmismo, anche il menefreghismo per quanto sta succedendo.

Mi aspettavo una ferma presa di posizione di Mattarella, ma lui non ha saputo che dire le solite ovvietà (Nessuno sarà lasciato solo…Vicinanza ai malati ed al personale sanitario…ecc ecc). Quello che dice Conte neppure lo considero, perché se dovessi dire sinceramente quello che penso, sarebbe davvero da querela. Non essendo pratico di epidemie ( e come lui il ministro Speranza), avrebbe dovuto appoggiarsi alle decisioni di esperti in materia. Però  alla salute degli italiani è stata preposta  l’ideologia con i pessimi risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Ribadisco il mio pensiero: presuntuoso ed arrogante, sta dimostrando tutta la sua pochezza…e tra pochezza e pochette c’è pochissima differenza.


Brindisi pericoloso.

Sono passati solo nove giorni dalla fotografia e il buon Nicola, che tanto sottostimava la gravità della situazione, si è scoperto contagiato dal CoVid-19. Come si evince all’immagine, il buon Nicola un po’ se l’è cercata, girando impunemente la città senza rispettare i consigli prudenziali che già allora circolavano.
Gli auguro sinceramente che tutto si risolva positivamente. In caso contrario, credo che maledirà il giorno in cui ha ridotto nel suo Lazio il numero di posti letto.

Quindi per almeno una quindicina di giorni verremo privati della sua augusta presenza e del suo simpatico sorriso, sempre che non si presenti in video per gli aggiornamenti.
A proposito: il ministero della Sanità ha dato disposizioni per effettuare il tampone orofaringeo solo ai soggetti che presentino sintomi. Il buon Nicola, parole sue, dice di sentirsi benissimo. Allora perché  sottoporlo al tampone?
Forse perché qualcuno è più uguale degli altri?


L’uomo, l’amore

Cos’è che rende un uomo grande, ammirato dal creato, gradevole agli occhi di Dio? Cos’è che rende un uomo forte, più  forte del mondo intero; cos’è che lo rende debole, più debole di un bambino? Cos’è che rende un uomo saldo, più saldo della roccia; …

È l’amore! Cos’è che è più vecchio di tutto? È l’amore. Cos’è che sopravvive a tutto? È l’amore. (…)

Cos’è che non muta mai, anche se tutto muta? È l’amore, e amore è solo quello che  mai si muta in qualcos’altro.

Soren Kierkegaard

L’uompo Vitruviano Leonardo da Vinci


Il tumulto del cuore

Il tumulto del cuore
insiste a far domande.
Poi smette e si accinge a rispondere
nello stesso tono di voce.
Nessuno noterà la differenza…
E poi non c’è più scelta
e poi non c’è più senso
finché un nome
e tutto quel che implica coincidono.

 


Elizabeth Bishop


Er saluto romano

Quela de da’ la mano a chissesia
nun è certo un’usanza troppo bella:
te po succede ch’hai da strigne quella
d’un ladro, d’un ruffiano o d’una spia.

Deppiù la mano, asciutta o sudarella,
quanno ha toccato quarche porcheria,
contiè er bacillo d’una malatia
che t’entra in bocca e va nelle budella.

Invece, a salutà romanamente,
ce se guadagna un tanto co’ l’iggene
eppoi nun c’è pericolo de gnente.

Perché la mossa te viè a dì in sostanza:
– Semo amiconi… se volemo bene…
ma restamo a una debbita distanza.

Trilussa

 

(molto confacente a questo periodo)


Casa, dolce casa.

Dopo tanto tempo, abbiamo trascorso tutto il mese di febbraio a Milano.

Non è stato un periodo bello.

Prima la certezza della scomparsa della mia amica Marina, poi il mio “mitico” Giuseppe, dal quale avevo acquistato molti libri, costretto ormai a stare rinchiuso nel suo appartamento causa l’età avanzata e una grave broncopatia, e con il timore di prendersi il contagio da coronavirus. Infine appunto questo nuovo flagello.

Se il primo periodo è trascorso abbastanza serenamente, tanto che abbiamo pranzato in un paio di ristoranti cinesi ed in uno coreano, l’ultimo è stato surreale: tram semivuoti, metropolitana senza il solito assembramento anche nelle ore di punta, pochi turisti dall’aspetto spaesato, tutti gli esercizi gestiti dai cinesi con le serrande abbassate ed un cartello che avvisava che, stante la situazione, sarebbero rimasti chiusi sino a che non fosse ritornata la normalità. Non parlo solo dei ristoranti, ma anche di bar, tabaccherie, cartolerie ed altre attività commerciali. A questo si sono aggiunte le disposizioni comunali con divieti per mio conto assurdi in quanto contrastanti: bar e pub chiusi alle 18, ma i ristoranti aperti. Chiusi i musei, ma non le sale cinematografiche, chiuse le chiese, ma non le scuole…come se il virus potesse scegliere i luoghi e gli orari nei quali scatenarsi. Poi qualcosa è cambiato, come le restrizioni ai bar che potevano servire i clienti purché fossero seduti ai tavoli e non al banco…mah. Noi comunque abbiamo preferito continuare a pranzare al nostro solito ristorantino, anche questo però con la clientela più che dimezzata. In compenso per strada si vedevano moltissimi rider che consegnavano i pasti nei vari uffici, segno che le persone preferivano uscire il meno possibile. Non parliamo delle farmacie, che esponevano i cartelli : “Amuchina e mascherine esaurite”, così sulla metro mi è capitato di vedere una persona che sul naso, sfoggiava una di quelle mascherine che servono a proteggere gli occhi dalla luce. L’importante però era stabilire se giocare le partite di calcio a porte aperte, chiuse o addirittura rimandarle!

L’unica nota buona, è stata la giornata trascorsa al lago Maggiore dalla nostra amica.

Questa volta non vedevo veramente l’ora di tornare. Spero solo che il virus non causi anche qui la psicosi notata a Milano.


Sii gentile

Ci viene sempre chiesto
di comprendere l’altrui
punto di vista,
non importa quanto sia
antiquato
stupido o
disgustoso.
Uno dovrebbe
guardare
agli errori degli altri
e alle loro vite sprecate
con
gentilezza,
specialmente se si tratta di
anziani.
Ma l’età è la somma
delle nostre azioni.
Sono invecchiati
malamente
perché hanno
vissuto
senza mettere mai a fuoco,
hanno rifiutato di
vedere.
Non è colpa loro?
Di chi è la colpa?
Mia?
A me si chiede di mascherare
il mio punto di vista
agli altri
per paura della loro
paura.
L’età non è un crimine
ma l’infamia
di un’esistenza
deliberatamente
sprecata
in mezzo a tante
esistenze
deliberatamente
sprecate lo è.

Charles Bukowski


Tutto

Tutto

una parola sfrontata e gonfia di boria.
Andrebbe scritta fra virgolette.
Finge di non tralasciare nulla,
di concentrare, includere, contenere e avere.
E invece è soltanto
un brandello di bufera.

 Wislawa Szymborska

 


Marzo ’79

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Stanco di tutto ciò che viene dalle parole, parole non linguaggio,
Mi recai sull’isola innevata.
Non ha parole la natura selvaggia.
Le sue pagine non scritte si estendono in ogni direzione.
Mi imbatto nelle orme di un cerbiatto.
Linguaggio non parole.

Tomas Tranströmer