Egnazio
Visto ch’Egnazio ha denti bianchi suole
ridere d’ogni cosa. In faccia al banco
dell’imputato, quando l’oratore
suscita il pianto, Egnazio se la ride.
Al lutto di un pio figlio, mentre piange
la madre orbata dell’unico conforto,
Egnazio se la ride. Sempre, ovunque,
qualunque cosa accada, se la ride.
Catullo, carme 39 (parziale)
A Taliarco
Guarda la neve che imbianca tutto il Soratte e gli alberi che gemono al suo peso, i fiumi rappresi nella morsa del gelo.
Sciogli questo freddo, Taliarco, e legna, legna aggiungi al focolare; poi senza calcolo versa vino vecchio da un’anfora sabina.
Lascia il resto agli dèi: quando placano sul mare in burrasca la furia dei venti, non trema più nemmeno un cipresso, un frassino cadente.
Smettila di chiederti cosa sarà domani, e qualunque giorno la fortuna ti conceda segnalo tra gli utili.
Se ancora lontana è la vecchiaia fastidiosa dalla tua verde età, non disprezzare ragazzo, gli amori teneri e le danze.
Ora ti chiamano l’arena, le piazze e i sussurri lievi di un convegno alla sera, il riso soffocato che ti rivela l’angolo segreto dove si nasconde il tuo amore, il pegno strappato da un braccio o da un dito che resiste appena.
Quinto Orazio Flacco,
Traduzione Mario Ramous
Cosa ne pensate?