La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

Archivio per 1 luglio 2019

I simulacri e le cose

Non ci aspettavamo che accadesse di nuovo

eppure è di nuovo nero come la pece il cielo,

partorisce mostri di oscurità la notte,

spauracchi del sonno e della veglia

ostruiscono il passaggio, minacciano, chiedono riscatti.

Non temere Lestrigoni e Ciclopi…

non temere, diceva il poeta,

ma io temo i loro odierni simulacri

e soprattutto quelli che li muovono.

 

Temo quanti si arruolano per salvarci

da un inferno che aspetta solo noi,

quanti predicano una vita corretta e salutare

con l’alimentazione forzata del pentimento,

quanti ci liberano dall’ansia della morte

con prestiti a vita di anima e corpo,

quanti ci rinvigoriscono con stimolanti antropovori

con elisir di giovinezza geneticamente modificata.

 

Come una goccia di vetriolo brucia l’occhio

così una fialetta di malvagità

può avvelenare innumerevoli vite,

“inesauribili le forze del male nell’uomo”

predicano da mille parti gli oratori,

solo che i detentori della verità assoluta

scoprono sempre negli altri il male.

“Ma la poesia cosa fa, che cosa fanno i poeti”

gridano quelli che cercano il consenso

su ciò che hanno pensato e deciso,

e vogliono che ancora oggi i poeti

siano giullari, profeti o cortigiani.

 

Ma i poeti, nonostante la loro boria

o il loro sottomettersi ai potenti,

il narcisismo o l’adorazione di molti,

nonostante il loro stile ellittico o verboso,

a un certo punto scelgono, denunciano, sperano,

chiedono, come nell’istante cruciale

chiese l’altro poeta: più luce.

E la poesia non riadatta al presente

la stessa opera rappresentata da anni,

non salmeggia istruzioni sull’uso del bene,

non risuscita i cani morti della metafisica.

Passando in rassegna le cose già accadute

la poesia cerca risposte

a domande non ancora fatte.

Titos Patrikios

Da La resistenza dei fatti (Crocetti, 2007)

Traduzione di Nicola Crocetti