Notte di san Giovanni
Notte tra il 23 ed il 24 giugno, la notte di san Giovanni, patrono di Firenze, che lo solennizza con i “fochi”; la notte in cui il Sole si ferma per sposare la Luna. Una notte ricca di magia, che molti celebrano in vari modi.
Qui in Alto Adige ad esempio è dedicata al Sacro Cuore, cui è affidato il Tirolo sin dal 1796, poco prima della battaglia del monte Isel, e si festeggia accendendo sulle montagne degli enormi falò. Sembra che quella dei falò, usanza tipica di tutta l’Europa, sia una tradizione derivata dai Fenici che accendevano i fuochi in onore del dio Moloch. Unitamente al fuoco, vengono celebrate anche le virtù dell’acqua purificatrice, cui si aggiungono le proprietà delle erbe che devono essere raccolte umide di rugiada ed immerse nell’acqua al chiaro di luna.
La più importante, non per altro chiamata anche “erba di San Giovanni”, è l’iperico, utile per le sue proprietà cicatrizzanti, ma anche perché assicurerebbe dei sonni sereni; l’artemisia, cui vengono attribuite proprietà anticancro e che protegge dal malocchio e dai fulmini; la ruta che ha la caratteristica di allontanare demoni e streghe e protegge contro lo stress e l’ansia, è tonificante per le arterie e vasi capillari e riduce l’infiammazione dell’artrite; il rosmarino che contrasta la calvizie e difende anche lui dalle streghe; la verbena che cura varie malattie assicurando pace e prosperità; la salvia, che salvaguardia dalle creature malvagie e cura i dolori di pancia; la menta, contro l’influenza; la vinca usata per i talismani e la mandragora per i filtri d’amore; il ribes, antinfiammatorio; la lavanda, contro il mal di testa, la tosse, l’insonnia e per tenere lontani gli insetti; l’erba carlina, cicatrizzante e diuretica, anch’essa tiene lontane le streghe. Il più potente di tutti però è l’aglio, dalle numerosissime proprietà.
Tutte queste erbe, o gran parte di esse, dovranno essere adagiate in una bacinella colma di acqua e lasciate a bagno tutta la notte al chiaro di luna: il mattino seguente ci si dovrà lavare con l’acqua di san Giovanni e di diventerà più belli 🙂 .
C’è poi la leggenda della felce: se si riesce a raccogliere un fiore di felce nato in quella notte – e che dura solo un attimo – dopo aver lottato contro il demonio, si acquisirà saggezza, forza e la capacità di poter leggere il passato e prevedere il futuro.
Legato alla notte di san Giovanni è anche la preparazione del nocino: sempre durante questa notte bisognerà raccogliere 19 noci ancora verdi, o altro numero, basta che sia dispari, senza curarsi del vento che le streghe provocheranno per evitare che i frutti vengano raccolti, poi giunti a casa si taglieranno le noci in quattro parti, provvedendo poi alla preparazione del liquore che dovrà essere pronto solo per la notte di Natale.
Tra storia, leggenda, magia e cucina…tante piccole curiosità.
(dipinto di John William Waterhouse)
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