La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

Archivio per aprile, 2019

La tua vita

La tua vita è la tua vita.
Non lasciare che le batoste la sbattano

nella cantina dell’arrendevolezza.
Stai in guardia.
Ci sono delle uscite.
Da qualche parte c’è luce.
Forse non sarà una gran luce,

ma la vince sulle tenebre.
Stai in guardia.
Gli dei ti offriranno delle occasioni.
Riconoscile, afferrale.
Non puoi sconfiggere la morte

ma puoi sconfiggere la morte in vita, qualche volta.
E più impari a farlo di frequente, più luce ci sarà.
La tua vita è la tua vita.
Sappilo finché ce l’hai.
Tu sei meraviglioso,

gli dei aspettano di compiacersi in te.

Charles Bukowski

 


Epigrafe

Chiunque tu sia che vieni qui: ciò che a te sembra orrido a me è gradevole; se ti piace, rimani, se ti disturba allontanati, l’una e l’altra cosa mi è gradita

“Quisquis huc accedis: quod tibi horridum videtur mihi amoenum est; si placet, maneas, si taedet abeas, utrumque gratum”

(epigrafe di Villa Farnesina)


Cronache spicciole

Banda di 14 ragazzi aggredisce, deruba, picchia un anziano fino a provocarne la morte e mette i filmati delle sevizie su whats App;

Maestre di scuola elementare o dell’infanzia che colpiscono bambini;

Infermieri che percuotono anziani nelle case di riposo;

Albanesi che compiono decine di furti nella zona di Pordenone;

8 nordafricani che aggrediscono una coppia di fidanzati (ed hanno la peggio perché lei è campionessa di arti marziali);

Incendi in vari impianti di smaltimento e nelle discariche di rifiuti (anche abusive).

Reati di ogni tipo, apparentemente non collegati tra di loro, ma a ben vedere un filo li unisce.

Casi di cronaca che arricchiscono (?) la stampa italiana, ma quasi tutti hanno un denominatore comune: la cognizione da parte di chi delinque che molto raramente ad un reato corrisponderà un’adeguata pena, anzi, spesso sarà invece punito chi reagisce all’aggressione.

E noi, persone comuni, ci aggiriamo tra le strade delle nostre città oppure rinchiusi nelle nostre abitazioni sempre più blindate, consapevoli che quanto si legge sui mass media potrebbe capitare un giorno anche a noi, sempre speranzosi che questo andazzo di cose prima o poi cambi. Ci sono maggiori tutele per i criminali che per le persone perbene, gli stessi delinquenti non temono le conseguenze, ben sapendo che queste non ci saranno, o verranno applicate in maniera assai blanda.


La luna è lontana dal mare

La Luna è lontana dal Mare –

Eppure, con Mani d’Ambra –

Lo conduce – docile come un Fanciullo –

Lungo Sabbie designate –

Egli non sbaglia mai un Grado –

Obbediente agli occhi di Lei

Avanza quel tanto che basta – verso la Città –

Quel tanto che basta – se ne va –

Oh, Signore, Tua, la Mano d’Ambra –

Ed io – il Mare lontano –

Obbediente al minimo comando

Che il Tuo sguardo m’impone –

Emily Dickinson


Fuoco e fiamme.

Da bambina in casa cucinavamo e riscaldavamo gli ambienti con la stufa, e chi si incaricava di accenderla era mio padre.
Era la vecchia, classica cucina economica, quella con i cerchi in ghisa e il recipiente dove c’era sempre l’acqua calda, che veniva utilizzato anche per lavarmi ogni mattina, specie nelle fredde giornate invernali.
Ricordo bene il rito mattutino: uno strato di giornali vecchi accartocciati, un altro di legno dolce (quello delle cassette della frutta era il più utilizzato) ed infine la legna stagionata. Solo dopo che i sottostanti strati ardevano bene l’ultimo prendeva fuoco. Ed ora vorrebbero farci credere che Notre Dame si è incendiata per colpa di qualche mozzicone di sigaretta?


25 aprile

Come ogni anno ritornano le polemiche sul 25 aprile.

Premesso che ormai i VERI partigiani se non sono morti poco ci manca, l’ultima sparata dell’ANPI è quella per cui pure i musulmani parteciparono alla lotta di liberazione.

Certo, come no…domandatelo alle donne oggetto delle “marocchinate”: stuprate, sodomizzate, contagiate da varie malattie veneree, molte addirittura morte per le sevizie subite. Non solo donne, pure uomini e ragazzi che avevano cercato di difendere le loro mogli e madri, e perfino bimbi furono violentati. Moltissimi i casi di suicidio tra queste vittime, moltissimi i casi di aborto ed infanticidio per le gravidanze conseguenti alle violenze.

«Tutte le donne di PatricaPofiIsolettaSupino, e Morolo sono state violentate… A Lenola il 21 maggio hanno stuprato cinquanta donne, e siccome non ce n’erano abbastanza per tutti hanno violentato anche i bambini e i vecchi. I marocchini di solito aggrediscono le donne in due – uno ha un rapporto normale, mentre l’altro la sodomizza.» (Da Wikipedia, alla voce “marocchinate”)

Questi, i famigerati “goumiers”, sarebbero stati i “Liberatori”, dei quali avremmo volentieri fatto a meno. Gli americani cercarono di fermare queste violenze, ma vennero bloccati dal comandante francese che aveva dato libero sfogo per la durata di 50 ore ai suoi “soldati”.

«Soldati! Questa volta non è solo la libertà delle vostre terre che vi offro se vincerete questa battaglia. Alle spalle del nemico vi sono donne, case, c’è un vino tra i migliori del mondo, c’è dell’oro. Tutto ciò sarà vostro se vincerete. Dovrete uccidere i tedeschi fino all’ultimo uomo e passare ad ogni costo. Quello che vi ho detto e promesso mantengo. Per cinquanta ore sarete i padroni assoluti di ciò che troverete al di là del nemico. Nessuno vi punirà per ciò che farete, nessuno vi chiederà conto di ciò che prenderete» (Stessa fonte, ma non verificata)

«Dalle numerose documentazioni raccolte oggi possiamo affermare che ci furono un minimo di 20.000 casi accertati di violenze, numero che comunque non rispecchia la verità; diversi referti medici dell’epoca riferirono che un terzo delle donne violentate, sia per vergogna o pudore, preferì non denunciare. Facendo una valutazione complessiva delle violenze commesse dal “Corpo di Spedizione Francese”, che iniziò le proprie attività in Sicilia e le terminò alle porte di Firenze, possiamo affermare con certezza che ci fu un minimo di 60.000 donne stuprate, e ben 18.000 violenze carnali. I soldati magrebini mediamente stupravano in gruppi da 2 (due) o 3 (tre), ma abbiamo raccolto testimonianze di donne violentate anche da 100, 200 e 300 magrebini»

Una tragica vicenda narrata anche nel film “La ciociara”, tratto dall’omonimo racconto di Alberto Moravia.

Per me i veri liberatori sono stati gli angloamericani e la brigata Ebraica; goumiers e partigiani preferisco dimenticarli, per non dire di peggio. E le nefandezze compiute da molti partigiani a guerra conclusa non sono da meno di quelle fatte dai marocchini.

Poi c’è la questione del “fascismo”.

Ora basta poco per essere etichettati quali fascisti.

Come mi ritengo anticomunista, così mi ritengo pure antifascista, aborrendo qualsiasi regime totalitario e liberticida, però ultimamente mi sono sentita etichettare fascista per il solo fatto di non “comprendere” (!) le ragioni del terrorismo islamico; oppure di ritenere che l’immigrazione venga seriamente regolamentata; o anche perché considero abominevole la pratica dell’utero in affitto; o perché non condivido le idee pseudoambientaliste di Greta.

Se questo significa essere fascisti, allora dite pure che lo sono, ma chi mi etichetta come tale prima si faccia un serio esame di coscienza. Concludendo, questo giorno per me è una ricorrenza, non certo una festa.


Altri tempi

Abbiamo bisogno di contadini, di poeti, di gente che sa fare il pane, di gente che ama gli alberi e riconosce il vento.
Bisognerebbe stare all’aria aperta almeno due ore al giorno. Ascoltare gli anziani, lasciare che parlino della loro vita. Costruirsi delle piccole preghiere personali e usarle. Esprimere almeno una volta al giorno ammirazione per qualcuno. Dare attenzione a chi cade e aiutarlo a rialzarsi, chiunque sia. Leggere poesie ad alta voce. Far cantare chi ama cantare.
In questo modo non saremo tanto soli come adesso, impareremo di nuovo a sentire la terra su cui poggiamo i piedi e a provare una sincera simpatia per tutte le creature del creato.
Franco Arminio – PAESOLOGO


Io ti converto in fame

Io ti converto in fame

mio silenzio accattone,

in bocconi di pane sul davanzale

per rotte spezzate,

in pronto soccorso

per frantumi di voli

sopra i banchi delle elementari.

Ti converto in altro silenzio

– sovrano silenzio –

mio urlo sognato

in faccia ad una faccia,

mio demone cattivo del bene,

passione scuoiata,

mani ed occhi

che si toccano e non si valicano

come passanti di città diverse,

no, si stringono per non

lasciarsi per non

smettere di tenersi.

Ti tengo, nello sguardo dell’anima

come la fiaba il lupo,

come un mezzogiorno piovoso

la casa vuota

il cibo sul fuoco,

allora amore

sei un bambino

che spegne la candela

fffù, in un soffio,

solo.

Chandra Livia Candiani

(da “La bambina pugile)


Paura (estratto da “Il fischio”)

Il guardiacaccia caccia

od è cacciato. Questa è una norma sicura.

Al diavolo perciò la paura,

giacché non serve. Tanto,

in tutti noi non resta

– sola – che la certezza

già da tempo in me sorta:

chi fabbrica una fortezza

intorno a sé, s’illude

quanto, ogni notte, chi chiude

a doppia mandata la porta.

Giorgio Caproni


Pasqua amara.

Accogliamo, mi raccomando.
Accogliamo tutti indistintamente: qui arrivano i soliti palestrati forniti di smartphone, ogni tanto sui gommoni ci mettono pure qualche donna o qualche bambino (eventualmente sacrificabili per smuovere le coscienze e suscitare complessi di colpa) mentre in Africa restano i veri morti di fame bisognosi di cure ed assistenza, sempre che non caschino tra le braccia di qualche pedofilo immondo presidente di ONLUS.
Nelle altre parti del mondo invece continuano le stragi di cristiani, specialmente in prossimità delle feste religiose, come oggi nello Sri Lanka.
E tu, Papa, hai sempre in mente i migranti, del tuo gregge non te ne può importare di meno: qualche parola di circostanza per i morti e nulla più.
Poi ricomincerai con la solita tiritera dei ponti, dei porti aperti, dell’accoglienza, del “volemose bene”.
Fortunatamente qualcuno i porti li vuole ben chiusi, non per altro è odiato dai cani cui hanno sottratto l’osso.


Auguri

Auguro a tutti una serena Pasqua.

Loredana


Pasqua 1938

Snow covered cherry blossom in spring

Oggi, domenica di Pasqua, presto
Un’improvvisa tempesta di neve
si e’ abbattuta sull’isola.
Tra i cespugli verdeggianti c’era neve.

Il mio ragazzo
mi ha portato verso un piccolo albicocco attaccato alla casa
strappandomi ad un verso in cui puntavo il dito contro coloro
che stanno preparando una guerra che
può cancellare
il continente, quest’isola, il mio popolo,
la mia famiglia e me stesso. In silenzio
abbiamo messo un sacco
sopra all’albero tremante di freddo.

Bertolt Brecht


Greta

Per esprimere concetti scientifici, bisogna aver studiato molto e a lungo, consultato testi, svolto attività di ricerca, analizzato infinità di dati.

Moltissimi di questi elementi inoltre evidenziano delle “probabilità”, non certamente delle certezze, in quanto la scienza è in perenne evoluzione.

Ora, quali competenze può avere una ragazzina sedicenne, per quanto dotata, che per giunta salta spesso la scuola per tenere le sue bizzarre conferenze per tutta l’Europa, affermando che tra dieci anni – anzi Greta è stata ancora più precisa, dicendo anni, mesi, giorni e persino le ore – la situazione sulla Terra sarà praticamente irreversibile e saremo condannati all’estinzione?

Per Al Gore, altro grande  “esperto”, avrebbero dovuto esserci conseguenze catastrofiche a causa del riscaldamento globale ancora anni addietro, mentre invece siamo ancora qui e moltissime zone evidenziano addirittura un aumento dei ghiacciai. E il pericolo “riscaldamento globale”, non verificatosi, ha solo cambiato nome, tramutandosi in “cambiamento climatico”.

Nessuno degli scienziati che spieghi a Greta ed ai suoi seguaci che i cambiamenti climatici sono nella norma e che l’effetto umano è praticamente irrilevante: cambiamenti climatici sono stati rilevati perfino su Marte e lassù l’uomo non è ancora arrivato.

Nessuno che le ricordi che il nome Groenlandia significa Terra Verde, mentre ora è in buona parte ricoperta di ghiaccio. Nessuno che le spieghi che se Annibale varcò le Alpi con gli elefanti è perché il clima allora era molto più mite. Nessuno che la informi che sulle Dolomiti è assai comune reperire fossili marini…

No, tutti pendono dalle labbra di questa ragazzina treccioluta, frutto di un esperimento mediatico, senza alcuna competenza scientifica, che ripete a macchinetta le sue solite profezie catastrofiche.


Il genio

Per te
sarò un ebreo del ghetto
e ballerò
e indosserò calze bianche
sulle mie gambe storte
e fiumi di veleno
attraverseranno la città
Per te
sarò un giudeo apostata
e dirò al prete spagnolo
del voto di sangue
nel Talmud
e dove sono nascoste
le ossa dei bambini
Per te
sarò un ebreo bancario
e porterò alla rovina
un vecchio orgoglioso re cacciatore
e terminerò la sua stirpe
Per te
sarò un ebreo di Broadway
e piangerò nei teatri
per mia madre
e venderò oggetti da mercato
sottobanco
Per te
sarò un medico ebreo
e cercherò prepuzi
nei bidoni della spazzatura
per ricucirli di nuovo
Per te
sarò un ebreo Dachau
e giacerò sul cemento
con gambe storte
gonfio di dolore
e nessuno capirà.

Leonard Cohen

(Illustrazione: Il violinista, Marc Chagall)


Crin d’oro crespo

Crin d’oro crespo e d’ambra tersa e pura,
ch’a l’aura su la neve ondeggi e vole,
occhi soavi e più chiari che ‘l sole,
da far giorno seren la notte oscura,

riso, ch’acqueta ogni aspra pena e dura,
rubini e perle, ond’escono parole
sì dolci, ch’altro ben l’alma non vòle,
man d’avorio, che i cor distringe e fura,

cantar, che sembra d’armonia divina,
senno maturo a la più verde etade,
leggiadria non veduta unqua fra noi,

giunta a somma beltà somma onestade,
fur l’esca del mio foco, e sono in voi
grazie, ch’a poche il ciel largo destina.

 

Pietro Bembo

(Particolare dalla Vergine delle rocce, Leonardo da Vinci)


Una grave ferita

Mi auguro che il rogo che ha devastato la cattedrale di Nôtre Dame sia davvero incidentale, anche se permangono molti dubbi. Innanzitutto per gli incendi che, sempre in Francia, hanno devastato varie chiese, e la cattedrale parigina sarebbe la quinta solo in questo anno. Poi perché le autorità si sono affrettate con evidente tempestività a dichiarare che non si è trattato di un episodio di terrorismo, mentre ancora divampavano le fiamme e non erano ancora stati fatti i necessari accertamenti.

L’unica cosa certa è la soddisfazione dimostrata da molti estremisti su vari siti islamici, iniziando da Al Jazira, il che mi ha fatto ritornare in mente la distruzione dei Budda di Bamyan e la distruzione di Palmira ad opera dei fondamentalisti dell’ISIS, che costò la vita allo studioso Khaled al Asaal, orrendamente decapitato per aver salvato molti reperti archeologici.

Voglio solo ricordare che Nôtre Dame è un “prodotto” del Medioevo, quel periodo oggi ritenuto oscurantista ma che invece ci ha lasciato moltissime pregevoli opere.

E spero anche che il dispiacere che molti italiani provano nel vedere un simile scempio serva anche a far capire a certi media francesi che sfottere le calamità che hanno colpito la nostra nazione (terremoto, ponte Morandi, Rigopiano… e certe ferite ancora fanno male) alla lunga non paga, perché le disgrazie non si sa mai quando e dove possono arrivare e non è bello gioire per le altrui avversità.


Notre Dame

«Tutti gli occhi si erano alzati verso il sommo della chiesa, ciò che vedevano era straordinario. In cima alla galleria più elevata, più in alto del rosone centrale, c’era una grande fiamma che montava tra i due campanili, con turbini di scintille, una grande fiamma disordinata e furiosa di cui il vento a tratti portava via un limbo nel fumo».
Victor Hugo nel suo romanzo «Notre Dame de Paris» (1831)


Quando contemplo

Quando contemplo il tuo corpo disteso
come un fiume che non cessa mai di passare,
come un limpido specchio dove cantano uccelli
e dà gioia sentire come il giorno albeggia.
Quando guardo i tuoi occhi, profonda morte o vita che mi chiama…
Contemplare il tuo corpo alla tua sola luce,
con la vicina musica che concerta gli uccelli,
le acque, il bosco, il palpito in catene
di questo mondo pieno che sento sulle labbra.

 

Vicente Aleixandre 


Allo specchio

Chi guarda in uno specchio d’acqua, inizialmente vede la propria immagine. Chi guarda se stesso, rischia di incontrare se stesso. Lo specchio non lusinga, mostra diligentemente ciò che riflette, cioè quella faccia che non mostriamo mai al mondo perché la nascondiamo dietro il personaggio, la maschera dell’attore. Questa è la prima prova di coraggio nel percorso interiore. Una prova che basta a spaventare la maggior parte delle persone, perché l’incontro con se stessi appartiene a quelle cose spiacevoli che si evitano fino a quando si può proiettare il negativo sull’ambiente.

Carl Gustav Jung 


Vorrei che i suoi occhi si riempissero di meraviglia

Vorrei che i suoi occhi si riempissero di meraviglia
vorrei che le sue labbra solo un poco si aprissero
vorrei che al mio tocco il suo seno tremasse
e Oh le direi che l’ho amata
Direi che il mondo iniziava e finiva là dove era lei
Oh giurerei che il Bello abbia pianto per vedere la sua
nuda grazia.
Vorrei che le sue braccia mettessero uccelli tra le mie dita
vorrei che il suo ventre fosse come un gattino addormentato
vorrei che il suo sorriso il mio incontrasse come un bacio
di fiamme in foreste di sogno.
e Oh le direi che l’ ho amata..
Direi che tutte le più nobili cose della terra e del cielo
sono rese più nobili solo perché lei vive
e Oh saprei che gli angeli più leggiadri si inginocchiavano
mentre dormivo io tra le sue braccia.

Kenneth Patchen


Vegana

Sono vegetariana, con stretta tendenza al vegano, nel senso che se qualche volta spolvero gli spaghetti con un po’ di parmigiano o mi mangio un gelato non mi sento minimamente in colpa. Del resto, a causa della mia tiroide, gli alimenti a base di soia mi sono preclusi, e qualche sfizio me lo dovrò ben prendere  😀

Fatta questa premessa, non ho mai letto un simile cumulo di sciocchezze come quelle scritte in merito ai vegani dalla dottoressa Silvana De Mari sul suo sito, specialmente tra le risposte a commento dello stesso.

Se Gesù sia stato o meno carnivoro non me ne può importare di meno, anche perché sono agnostica.

Se Hitler era vegetariano, idem.

Io parlo per me e basta, e per questo non mi sento minimamente superiore a nessuno, ma nemmeno inferiore.

Non sono esaltata, come dà ad intendere la signora nei confronti dei vegani: come me ci sono migliaia di persone che seguono tranquillamente questo regime alimentare senza scassare le scatole a nessuno. Ci sono certamente alcune persone (una minoranza) che esagerano, come ci sono molti sostenitori del cibarsi di carne che rompono a loro volta i cosiddetti.

Che ciascuno mangi ciò che vuole e lasci vivere in pace gli altri; se poi si riesce a “convincere” (non “costringere”) qualcuno, senza troppo insistere, a non mangiare carne, tanto meglio, ma deve essere una scelta personale.

Scrivere che amare gli animali significhi odiare l’uomo è una colossale corbelleria.

Cibarsi, anche di carne, è un gesto sacro, in quanto si sacrifica una vita, come scrive la dottoressa? Sarà…del resto nell’ultima cena Cristo spezzò il pane, non certamente una costoletta di agnello.

La signora è una fautrice degli allevamenti non intensivi, e ritiene giusto battersi perché le mucche tornino a brucare l’erba e le galline a becchettare (mi sovviene tanto il ragazzo della via Gluck) cosa praticamente impossibile, dato l’alto numero di persone che si nutrono di carne, uova, formaggi.

Tra i commenti ne ho letti poi alcuni che mi hanno davvero fatto sorridere, ma di compatimento, perché la ritengo una colossale scempiaggine.

Uno in particolare, per cui i vegani muoiono prima. Porto la mia personale esperienza.

Sono più anziana della dottoressa, però in tanti mi dicono che dimostro assai meno della mia età anagrafica; le analisi che eseguo regolarmente sono sempre perfette…Che dovrei volere di più dalla vita? (ah, tra parentesi, amo la vita, la mia e pure quella degli animali, perciò sono cosciente che prima o poi avrà termine e con filosofia accetto anche questo: per questo motivo cerco di godermela più che posso).

Quindi se a Pasqua vorrete mangiare l’agnello, mi dispiace per voi e per l’agnello ancora di più: quasi sicuramente lo mangiate perché ve lo trovate già bello scuoiato e tagliato: non credo che avreste il coraggio di ammazzarlo, trovandovelo davanti.

 


Paradiso Perduto

Dolce il respiro del mattino, dolce

il suo risveglio col canto degli uccelli appena desti;

e piacevole il sole quando diffonde i suoi raggi orientali

su questa terra ricca di delizie, sull’erba, sugli alberi,

sulla frutta e sui fiori stillanti di rugiada, fragrante

questa fertile terra dopo ogni tenero scroscio di pioggia;

dolce e mite la sera quand’essa sopravviene

piena di grazie, e poi la notte che avanza silenziosa

con i suoi uccelli solenni e questa bella luna, e queste

gemme del cielo, il suo corteo di stelle: e tuttavia

non il respiro del mattino, che ascende

col canto degli uccelli appena desti, né il sole che sorge

su questa terra ricca di delizie, non l’erba,

né la frutta, né i fiori stillanti di rugiada, o la fragranza

dopo gli scrosci di pioggia, o la sera che giunge

mite e piena di grazie, non la notte che avanza silenziosa

con i suoi uccelli solenni, nessuna passeggiata

sotto la luna,sotto la scintillante luce delle stelle, nulla

di tutto questo è dolce senza te.

 

(John Milton – “Paradiso perduto” – libro IV – 641/656)


Sapienza

Il primo livello
di sapienza
è saper tacere,
il secondo
è saper esprimere
molte idee
con poche parole,
il terzo
è saper parlare
senza dire troppo e male…
Si deve parlare
solo quando
si ha qualcosa da dire,
che valga veramente la pena,
o, perlomeno,
che valga più del silenzio”.


(Hernàn Huarache Mamani, La donna della luce)


Lettera a Marianne, che non c’è più

Le persone cambiano, così come i loro corpi, ma c’è una cosa che non cambia mai riguardo l’amore. Marianne, la donna di “So long, Marianne”, quando sento la sua voce al telefono, so che tutto è rimasto come è, nonostante le nostre vite si siano divise. Sento che l’amore non muore mai e che quando c’è una emozione talmente forte da far scrivere una canzone su di essa, allora c’è qualcosa riguardo quell’emozione che è indistruttibile. E allora, Marianne, è arrivato questo tempo in cui siamo entrambi molto vecchi e i nostri corpi cadono a pezzi. Penso che ti seguirò molto presto.  Sai che ti sono così vicino che se allungassi la mano, potresti toccare la mia. E sai che ti ho sempre amata per la tua bellezza e la tua saggezza. Ma non c’è bisogno che ti dica più nulla di tutto questo perché sai già tutto”.

Ascoltare la canzone, leggere la lettera mi emozionano sempre. Grande Leonard.