La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

Archivio per 18 febbraio 2019

Il giorno del giudizio

Oggi è il giorno in cui, tramite consultazione online, i simpatizzanti del M5S decideranno se approvare o meno l’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini per la faccenda Diciotti.

C’è una cosa che mi sconcerta del Movimento: quell’essere sempre e comunque dalla parte della magistratura.

Orbene, la legge è una cosa, la magistratura è un’altra, e sopra a queste due c’è la GIUSTIZIA, ossia il concetto del riconoscimento e del rispetto dei diritti delle persone.

LEGGE, in senso lato, è il complesso delle norme che regolano l’ordine della società civile, mentre la MAGISTRATURA è composta da uomini, e gli uomini a volte, consciamente o meno, sono fallaci.

Ed è assodato che la magistratura in Italia ormai sia di fatto un potere politico che spesso utilizza la propria autorità per abbattere un governo a lei stessa inviso (e i grillini si ricordino che di questo governo sono parte pure loro); i magistrati, quando c’è un dubbio giuridico interpretano le leggi in modo “orientato” politicamente.

Sembra ormai disatteso il principio della separazione tra i tre poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, con quest’ultimo che spesso prevarica i due precedenti. Indipendenza della Magistratura non significa solo non dover subire interferenze da parte del Parlamento e/o dal Governo: è valido anche il contrario.

Matteo Salvini non ha fatto altro che tutelare la sicurezza nazionale, tutto il resto è “fuffa”, pertanto la magistratura non ha titolo per giudicare un atto di governo (azione presa collegialmente) compiuto per il supremo interesse nazionale. Azione praticamente identica a quella effettuata dal Governo Prodi nel 1997, con il blocco effettuato nei confronti delle navi provenienti dall’Albania, con Napolitano al Ministero dell’Interno. Vogliamo processare pure loro?