Gli uomini o la loro maschera
Gli uomini o la loro maschera
quando per un segnale incomprensibile
lì nella brulicante commedia
l’azione s’interrompe
e ristà, a un tratto, il gioco delle parti…
Eccoli
che impietosamente
sorpresi da quel vuoto
ed in esso da un fulmineo coagulo
ciascuno dalla sua malcerta verità risaltano
ancora più goffi,
spiccano ancora più fatui
in quella neutra desolata lacca, tutti,
coloro che si appisolano
nella loro grandezza presunta o finta
e gli altri che vociferano
e pestano concitate nullità, tutti,
tutti ugualmente…
ma non è
questo il tralucere
improvviso dell’inferno,
non è la morte, questa, è la semina,
solo così rigermogliano
e sono riconquistati al movimento,
al fuoco dell’eterna metamorfosi.
MARIO LUZI
Sanremo
Come ho scritto spesso, non lo seguo da anni, certe trasmissioni mi annoiano, poi come al solito la buttano in politica.
Così è stato, in effetti, perché il vincitore è stato un certo Alessandro Mahmoud (spero di averlo scritto giusto), italiano di origini egiziane.
Qui si è scatenato il putiferio.
È nato in Italia, si chiama Alessandro, non parla arabo, anzi, neppure lo conosce, eppure tutti contestano che abbia vinto un certo “Maometto”.
Allora che dicono quanti amano il calcio che nella nazionale italiana giochi un certo Stephan El Shaarawy, che, nato qui in Italia, senza dubbio parla italiano meglio di un altro calciatore, Éder Citadin Martins, brasiliano naturalizzato italiano solo perché ha lontani parenti emigrati in Sud America?
E poi piantiamola: bisognerebbe giudicare le canzoni, la loro musica, i loro testi, e quindi mi astengo dal giudicare per la ragione suesposta.
Probabilmente sarà anche vero che una certa corrente di pensiero ha influito sulla vittoria di Mahmoud e,se così fosse, non va certo a favore della musica italiana.
Cosa ne pensate?