A mio padre
Se mi tornassi questa sera accanto
lungo la via dove scende l’ombra
azzurra già che sembra primavera,
per dirti quanto è buio il mondo e come
ai nostri sogni in libertà s’accenda
di speranze di poveri di cielo,
io troverei un pianto da bambino
e gli occhi aperti di sorriso, neri
neri come le rondini del mare.
Mi basterebbe che tu fossi vivo,
un uomo vivo col tuo cuore è un sogno.
Ora alla terra è un’ombra la memoria
della tua voce che diceva ai figli:
“Com’è bella la notte e com’è buona
ad amarci così con l’aria in piena
fin dentro al sonno”. Tu vedevi il mondo
nel novilunio sporgere a quel cielo,
gli uomini incamminati verso l’alba.
Alfonso Gatto
(al mio babbo, che dopo tanti anni mi manca ancora)
Il gatto e la luna
Il gatto andava qua e là e la luna
girava in tondo come una trottola
e il più prossimo parente della luna,
il gatto strisciante, guardò su.
Il nero Minnaloushe fissava la luna,
ché, nel suo gemere e vagare,
la pura luce fredda su nel cielo
agitava il suo sangue d’animale.
Minnaloushe corre nell’erba
levando le zampe delicate.
Danzi, Minnaloushe, danzi?
Quando due parenti stretti s’incontrano,
cosa c’è di meglio che ballare?
Forse la luna può imparare,
stanca di quelle maniere regali,
un nuovo giro di danza.
Minnaloushe striscia nell’erba
da un luogo all’altro al chiaro di luna,
il sacro astro lassù
è entrato in una nuova fase.
Lo sa Minnaloushe che le sue pupille
andranno di mutamento in mutamento,
passando dal plenilunio alla falce,
dalla falce al plenilunio?
Minnaloushe striscia nell’erba
solo, compreso e guardingo,
e alza alla mutevole luna
i suoi occhi mutevoli.
W. B. Yeats
Essere
Io sono sempre stata come sono
anche quando non ero come sono
e non saprà nessuno come sono
perché non sono solo come sono.
Patrizia Valduga
Senza titolo
Sera di febbraio
Spunta la luna. Nel viale è ancora
giorno, una sera che rapida cala.
Indifferente gioventù s’allaccia;
sbanda a povere mete.
Ed è il pensiero
della morte che, infine, aiuta a vivere.
Umberto Saba
ciao, Stanley
Sono sempre stana un’amante dei musical, quindi la morte di Stanley Donen mi ha veramente addolorato.
Ho parecchi dvd dei suoi film:
Un giorno a New York
Sua altezza si sposa
Cantando sotto la pioggia
Sette spose per sette fratelli
E’ sempre bel tempo
Cenerentola a Parigi
Il gioco del pigiama
oltre, naturalmente, ai film non musicali, tra i quali Sciarada, L’erba del vicino è sempre più verde, Arabesque, In tre sul Lucky Lady, Due per la strada.
Un grande del cinema, che voglio ricordare con uno dei balletti migliori di Fred Astaire in “Sua Altezza si sposa”
Nuda è la terra, e l’anima
Nuda è la terra, e l’anima
ulula contro il pallido orizzonte
come lupa famelica. Che cerchi,
poeta, nel tramonto?
Amaro camminare, perché pesa
il cammino sul cuore. Il vento freddo,
e la notte che giunge, e l’amarezza
della distanza. Sul cammino bianco,
alberi che nereggiano stecchiti;
sopra i monti lontani sangue ed oro.
Morto è il sole. Che cerchi,
poeta, nel tramonto?
Antonio Machado
(dis)informazione
Bene bene…non so se ridere oppure piangere.
Il supplente di Foligno, che ha schernito lo scolaretto nigeriano e la sua sorellina, dicendo che lui era brutto e lei una scimmia, voleva fare solo un esperimento antirazzista. Tutti i media, strillando al razzismo, si sono scagliati contro questo maestro a dir poco sconsiderato, anche se lui si definisce progressista, dando naturalmente la colpa al clima di intolleranza e di odio instauratosi per colpa…indovinate di chi?…ovvio, di Matteo Salvini, il cattivaccio, diventato ormai il capro espiatorio di tutte queste vicende.
Poi si viene a sapere che l’insegnante, tal Mauro Bocci, è un militante del PD iscritto ad un sindacato di sinistra, e viene subito alla mente la vicenda dell’uovo scagliato contro l’atleta di colore.
Quindi per i mass media di regime ogni episodio di intolleranza, guarda caso, riconduce sempre e comunque alla Lega, salvo poi essere smentito successivamente a denti stretti e di malavoglia.
Risarcimento
Mi sorge il dubbio che in Italia per avere dei risarcimenti per un danno subito sia necessario essere al di fuori della legge, se non proprio dei delinquenti.
Ricordo il povero Ermes Mattielli, poi deceduto di crepacuore, condannato ad un risarcimento di 135mila euro per aver ferito due ladri nomadi che stavano rubando nel suo deposito. Uno dei due ladri poi non venne nemmeno condannato, in quanto il reato cadde in prescrizione.
Altro caso quello di Francesco Sicignano: anche lui si trovò di fronte, in piena notte, un rapinatore albanese, Gjergi Gjoni, e fece fuoco, uccidendolo. La famiglia dell’ucciso, in base al codice d’onore (?) del suo paese, chiede un risarcimento oppure Sicignano dovrà pagare con la vita.
Un altro albanese, Klodjan Hysa, venne ucciso da un carabiniere, mentre cercava di investire quest’ultimo ed i suoi colleghi. Il proiettile era rimbalzato sul montante dell’auto del delinquente, conficcandosi poi nel suo cranio. Il “reato” (?) è stato archiviato, ma i familiari pretendono di essere risarciti.
Altro episodio che vede sempre i carabinieri e ladri albanesi: questa volta un appuntato spara alle gomme, ma un proiettile rimbalza sull’asfalto e colpisce Korab Xheta, che muore qualche giorno dopo: il risarcimento richiesto è di 2,5 milioni di euro! (rende così tanto fare il ladro?).
Adesso ci sono i “profughi” della Diciotti, 41 dei quali richiedono dai 40 ai 70 mila euro per sequestro! E 16 di loro sarebbero i minorenni nati tutti il 1° gennaio 2002!
Innanzitutto li abbiamo fatti comunque sbarcare. 20 li ha presi l’Albania, altri 20 l’Irlanda, dei rimanenti se ne è fatta carico la Chiesa Cattolica che li ha ospitati a Rocca di Papa, ma già pochi giorni dopo erano fuggiti tutti.
Allora, se legge deve essere, che legge sia: risarcimento? Per cosa?
Innanzitutto presentate i documenti (e basta con la storiella che ve li hanno sequestrati: gli smartphone i libici ve li hanno lasciati!), quindi a tutti gli effetti siete dei CLANDESTINI. Poi pagate il conto per l’utilizzo della nostra nave: non vi abbiamo chiamati noi. Inoltre, sia ben chiaro, le spese dell’ufficio legale che si incarica della pratica del risarcimento sono a vostro esclusivo carico.
E se proprio di risarcimenti dobbiamo parlare, ecco chi veramente ne ha diritto: i familiari degli assassinati da Mada Kabobo a colpi di piccone, le vittime violentate da Guerlin Butungo ed i suoi complici, le mamme di Desiree Mariottini (uccisa da spacciatori nigeriani) e Pamela Mastropietro (orrendamente sezionata da Innocent Oseghale), i figli dei coniugi Solano uccisi da Mamadou Kamara, tutti i nostri connazionali vittime di stupri, rapine, vessazioni a causa di una invasione promossa dalla sinistra.
Poi non lamentatevi se Matteo Salvini cresce nei consensi.
Luna
La luna venne alla fucina
col suo sellino di nardi.
Il bambino la guarda, guarda.
Il bambino la sta guardando.
Nell’aria commossa
la luna muove le sue braccia
e mostra, lubrica e pura,
i suoi seni di stagno duro.
Fuggi luna, luna, luna.
Se venissero i gitani
farebbero col tuo cuore
collane e bianchi anelli.
Bambino, lasciami ballare.
Quando verranno i gitani,
ti troveranno nell’incudine
con gli occhietti chiusi.
Fuggi, luna, luna, luna
che già sento i loro cavalli.
Bambino lasciami, non calpestare
il mio biancore inamidato.
Il cavaliere s’avvicina
suonando il tamburo del piano.
nella fucina il bambino
ha gli occhi chiusi.
Per l’uliveto venivano,
bronzo e sogno, i gitani.
le teste alzate
e gli occhi socchiusi.
Come canta il gufo,
ah, come canta sull’albero!
Nel cielo va luna
con un bimbo per mano.
Nella fucina piangono,
gridano, i gitani.
Il vento la veglia, veglia.
Il vento la sta vegliando.
Federico Garcìa Lorca
(dedicata a M. perché per le mamme i figli sono sempre bambini )
L’attesa
“C’è una casa di tronchi
con il tetto di tavole, a sinistra.
Non è quella che cerchi. E’ quella
appresso, subito dopo
una salita. La casa
dove gli alberi sono carichi
di frutta. Dove flox, forsizia e calendula
crescono rigogliose. E’ quella
la casa dove, in piedi sulla soglia,
c’è una donna
con il sole nei capelli. Quella
che è rimasta in attesa
fino ad ora.
La donna che ti ama.
L’unica che può dirti:
“Come mai ci hai messo tanto?”
Raymond Carver
Donne appassionate
Le ragazze al crepuscolo scendendo in acqua,
quando il mare svanisce, disteso. Nel bosco
ogni foglia trasale, mentre emergono caute
sulla sabbia e si siedono a riva. La schiuma
fa i suoi giochi inquieti, lungo l’acqua remota.
Le ragazze han paura delle alghe sepolte
sotto le onde, che afferrano le gambe e le spalle:
quant’è nudo, del corpo. Rimontano rapide a riva
e si chiamano a nome, guardandosi intorno.
Anche le ombre sul fondo del mare, nel buio,
sono enormi e si vedono muovere incerte,
come attratte dai corpi che passano. Il bosco
è un rifugio tranquillo, nel sole calante,
più che il greto, ma piace alle scure ragazze
star sedute all’aperto, nel lenzuolo raccolto.
Stanno tutte accosciate, serrando il lenzuolo
alle gambe, e contemplando il mare disteso
come un prato al crepuscolo. Oserebbe qualcuna
ora stendersi nuda in un prato? Dal Mare
balzerebbero le alghe, che sfiorano i piedi,
a ghermire e ravvolgere il corpo tremante.
Ci son occhi nel mare, che traspaiono a volte.
Quell’ignota straniera, che nuotava di notte
sola e nuda, nel buio quando la luna,
è scomparsa una notte e non torna mai più.
Era grande e doveva esser bianca abbagliante
perché gli occhi, dal fondo del mare, giungessero a lei.
Cesare Pavese
(Immagine di Munch)
Il giorno del giudizio
Oggi è il giorno in cui, tramite consultazione online, i simpatizzanti del M5S decideranno se approvare o meno l’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini per la faccenda Diciotti.
C’è una cosa che mi sconcerta del Movimento: quell’essere sempre e comunque dalla parte della magistratura.
Orbene, la legge è una cosa, la magistratura è un’altra, e sopra a queste due c’è la GIUSTIZIA, ossia il concetto del riconoscimento e del rispetto dei diritti delle persone.
LEGGE, in senso lato, è il complesso delle norme che regolano l’ordine della società civile, mentre la MAGISTRATURA è composta da uomini, e gli uomini a volte, consciamente o meno, sono fallaci.
Ed è assodato che la magistratura in Italia ormai sia di fatto un potere politico che spesso utilizza la propria autorità per abbattere un governo a lei stessa inviso (e i grillini si ricordino che di questo governo sono parte pure loro); i magistrati, quando c’è un dubbio giuridico interpretano le leggi in modo “orientato” politicamente.
Sembra ormai disatteso il principio della separazione tra i tre poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, con quest’ultimo che spesso prevarica i due precedenti. Indipendenza della Magistratura non significa solo non dover subire interferenze da parte del Parlamento e/o dal Governo: è valido anche il contrario.
Matteo Salvini non ha fatto altro che tutelare la sicurezza nazionale, tutto il resto è “fuffa”, pertanto la magistratura non ha titolo per giudicare un atto di governo (azione presa collegialmente) compiuto per il supremo interesse nazionale. Azione praticamente identica a quella effettuata dal Governo Prodi nel 1997, con il blocco effettuato nei confronti delle navi provenienti dall’Albania, con Napolitano al Ministero dell’Interno. Vogliamo processare pure loro?
Dilemma
Il Movimento 5 Stelle si affida alla votazione online sulla piattaforma Rousseau (quattro gatti, in effetti) per valutare se gli iscritti ritengono sia giusto processare o meno Matteo Salvini.
Prima però mettono le mani avanti, avvisando che sul caso Diciotti la decisione fu presa collegialmente, quindi con il benestare di Conte, Di Maio e Toninelli.
Gli iscritti avranno allora il dilemma se votare salvaguardando i valori (?) in cui credono, oppure salvare il Governo, tradendo le proprie convinzioni.
Ah, poi c’è lo strano caso in cui ci si affida alla democrazia popolare (diretta) per stabilire se il potere legislativo (Parlamento) possa permettere al potere giudiziario (Magistratura) di procedere contro il potere esecutivo (Governo).
Buffo, vero?
Venezia
Ti è mai accaduto di vedere una città che assomigli a questa? – chiedeva Kublai a Marco Polo sporgendo la mano inanellata fuori dal baldacchino di seta del bucintoro imperiale, a indicare i ponti che s’incurvano sui canali, i palazzi principeschi le cui soglie di marmo s’immergono nell’acqua, l’andirivieni di battelli leggeri che volteggiano a zigzag spinti da lunghi remi, le chiatte che scaricano ceste di ortaggi sulle piazze, dei mercati, i balconi, le altane, le cupole, i campanili, i giardini delle isole che verdeggiano nel grigio della laguna.
L’imperatore, accompagnato dal suo dignitario forestiero, visitava Quinsai, antica capitale di spodestate dinastie, ultima perla incastonata nella corona de Gran Kan.
– No, sire, – rispose Marco, – mai avrei immaginato che potesse esistere una città simile a questa. L’imperatore cercò di scrutarlo negli occhi. Lo straniero abbassò lo sguardo. Kublai restò silenzioso per tutto il giorno.
Dopo il tramonto, sulle terrazze della reggia, Marco Polo esponeva al sovrano le risultanze delle sue ambascerie. D’abitudine il Gran Kan terminava le sue sere assaporando a occhi socchiusi questi racconti finché il suo primo sbadiglio non dava il segnale al corteo dei paggi d’accendere le fiaccole per guidare il sovrano al Padiglione dell’Augusto Sonno. Ma stavolta Kublai non sembrava disposto a cedere alla stanchezza. – Dimmi ancora un’altra città, – insisteva.
– … Di là l’uomo si parte e cavalca tre giornate tra greco e levante… – riprendeva a dire Marco, e a enumerare nomi e costumi e commerci d’un gran numero di terre. Il suo repertorio poteva dirsi inesauribile, ma ora toccò a lui d’arrendersi. Era l’alba quando disse: -Sire, ormai ti ho parlato di tutte le città che conosco. – Ne resta una di cui non parli mai.
Marco Polo chinò il capo. – Venezia, – disse il Kan.
Marco sorrise. – E di che altro credevi che ti parlassi?
L’imperatore non batté ciglio. – Eppure non ti ho mai sentito fare il suo nome.
E Polo: – Ogni volta che descrivo una città dico qualcosa di Venezia.
– Quando ti chiedo d’altre città, voglio sentirti dire di quelle. E di Venezia, quando ti chiedo di Venezia. – Per distinguere le qualità delle altre, devo partire da una prima città che resta implicita. Per me è Venezia.
– Dovresti allora cominciare ogni racconto dei tuoi viaggi dalla partenza, descrivendo Venezia così com’è, tutta quanta, senza omettere nulla di ciò che ricordi di lei.
L’acqua del lago era appena increspata; il riflesso di rame dell’antica reggia dei Sung si frantumava in riverberi scintillanti come foglie che galleggiano.
– Le immagini della memoria, una volta fissate con le parole, si cancellano, – disse Polo. – Forse Venezia ho paura di perderla tutta in una volta, se ne parlo. O forse, parlando d’altre città, l’ho già perduta a poco a poco.
Italo Calvino, Le città invisibili
Dipinto del Canaletto
san Valentino
“Lo so che ti sembra smielato, ma l’amore è passione, ossessione, qualcuno senza cui non vivi. Io ti dico: buttati a capofitto, trova qualcuno da amare alla follia e che ti ami alla stessa maniera. Come trovarlo? Beh, dimentica il cervello e ascolta il cuore. Io non sento il tuo cuore. Perché la verità, tesoro, è che non ha senso vivere se manca questo. Fare il viaggio e non innamorarsi profondamente… beh, equivale a non vivere. Ma devi tentare perché se non hai tentato, non mai hai vissuto”.
(Vi presento J0e Black)
Botta e risposta
Bravo il nostro Presidente del Consiglio, per aver risposto con signorilità all’arrogante belga Verhorfstadt.
“Forse i burattini sono coloro che rispondono a lobby e comitati d’affari”. “Io burattino non lo sono. Interpreto e sono orgoglioso di rappresentare un intero popolo e di interpretare la voglia di cambiamento del popolo italiano e di sintetizzare una linea politica di un governo che non risponde alle lobby”.
“Non basta saper parlare in italiano per essere amici del popolo italiano. L’intervento al Parlamento europeo di Guy Verhofstadt è stato offensivo e privo di contenuti. Non accettiamo nessuna lezione da chi, come dimostra uno studio commissionato da tre ong europee Friends of the earth Europe, Corporate Europe Observatory e LobbyControl, è a libro paga di multinazionali e comitati d’affari. Verhofstadt stesso ha dichiarato di far parte di sette fra Comitati e consigli di amministrazione. Chi è allora il burattino?”.
Anelli di cenere
(a Cristina Campo)
Sono le mie voci che cantano
affinché non cantino loro,
gli imbavagliati grigi nell’alba,
i vestiti di un uccello devastato nella pioggia.
C’è, nell’attesa,
un rumore di lillà che si rompe.
E c’è, quando arriva il giorno,
una partizione del sole in piccoli soli neri.
E quando è notte, sempre,
una tribù di parole mutilate
cerca asilo nella mia gola,
perché non cantino loro,
i funesti, i padroni del silenzio.
Alejandra Pizarnik
Basta offese
Ducetti, lebbre, un governo che gli italiani non si meritano, freno dell’economia europea, razzisti, adesso pure il Presidente del Consiglio burattino dei due Vicepresidenti.
Con questo, Verhofstadt ha passato il segno.
Fossi stato Conte, mi sarei alzato e me ne sarei andato.
Siamo stufi di offese, all’Italia, agli italiani ed ai loro rappresentanti.
Sarebbe ora di pensare seriamente ad una Italexit, tanto più che siamo contributori netti e che lacci e lacciuoli stanno tarpando la nostra economia.
Si potrebbero stipulare accordi economici (come sta facendo ora l’Inghilterra) con stati con i quali ci è stato negato farne, tipo la Russia, mercato davvero interessante.
E fanculo alla UE.
Amore e follia
Che abbiamo in comune col bocciolo di rosa
che trema perché sul suo corpo si è posata una goccia di rugiada?
È vero: amiamo la vita non perché siamo abituati alla vita,
ma perché siamo abituati ad amare.
C’è sempre un po’ di follia nell’amore.
Ma c’è sempre un po’ di ragione nella follia.
Friedrich Nietzsche
Longevità
Non c’è motivo di credere che uno sia vissuto a lungo perché ha i capelli bianchi o le rughe: non è vissuto a lungo, ma è stato al mondo a lungo.
Come credere che ha molto navigato chi la tempesta ha sorpreso all’uscita dal porto menandolo qua e là in un turbine di venti opposti e facendolo girare in tondo entro lo stesso spazio.
Non ha navigato molto, ma è stato sballottato molto.
Lucio Annneo Seneca, De brevitate vitae (La brevità della vita)]
Cambio di rotta
Abruzzo
Vanno a letto alla sera che sono tutti geni ed emuli dei conterraneo Gabriele d’Annunzio e Benedetto Croce, poi si svegliano alla mattina che sono diventati analfabeti funzionali ignoranti come capre.
Eh, cosa vuol dire non votare come i sinistri pretendono.
Ah, ma Croce e d’Annunzio erano di sinistra? 😂
Gli uomini o la loro maschera
Gli uomini o la loro maschera
quando per un segnale incomprensibile
lì nella brulicante commedia
l’azione s’interrompe
e ristà, a un tratto, il gioco delle parti…
Eccoli
che impietosamente
sorpresi da quel vuoto
ed in esso da un fulmineo coagulo
ciascuno dalla sua malcerta verità risaltano
ancora più goffi,
spiccano ancora più fatui
in quella neutra desolata lacca, tutti,
coloro che si appisolano
nella loro grandezza presunta o finta
e gli altri che vociferano
e pestano concitate nullità, tutti,
tutti ugualmente…
ma non è
questo il tralucere
improvviso dell’inferno,
non è la morte, questa, è la semina,
solo così rigermogliano
e sono riconquistati al movimento,
al fuoco dell’eterna metamorfosi.
MARIO LUZI
Sanremo
Come ho scritto spesso, non lo seguo da anni, certe trasmissioni mi annoiano, poi come al solito la buttano in politica.
Così è stato, in effetti, perché il vincitore è stato un certo Alessandro Mahmoud (spero di averlo scritto giusto), italiano di origini egiziane.
Qui si è scatenato il putiferio.
È nato in Italia, si chiama Alessandro, non parla arabo, anzi, neppure lo conosce, eppure tutti contestano che abbia vinto un certo “Maometto”.
Allora che dicono quanti amano il calcio che nella nazionale italiana giochi un certo Stephan El Shaarawy, che, nato qui in Italia, senza dubbio parla italiano meglio di un altro calciatore, Éder Citadin Martins, brasiliano naturalizzato italiano solo perché ha lontani parenti emigrati in Sud America?
E poi piantiamola: bisognerebbe giudicare le canzoni, la loro musica, i loro testi, e quindi mi astengo dal giudicare per la ragione suesposta.
Probabilmente sarà anche vero che una certa corrente di pensiero ha influito sulla vittoria di Mahmoud e,se così fosse, non va certo a favore della musica italiana.
Cosa ne pensate?