Senza titolo
Era una di quelle giornate in cui tra un minuto nevica. E c’è elettricità nell’aria. Puoi quasi sentirla… mi segui? E questa busta era lì; danzava, con me. Come una bambina che mi supplicasse di giocare. Per quindici minuti. È stato il giorno in cui ho capito che c’era tutta un’intera vita, dietro a ogni cosa. E un’incredibile forza benevola che voleva sapessi che non c’era motivo di avere paura. Mai. Vederla sul video è povera cosa, lo so; ma mi aiuta a ricordare. Ho bisogno di ricordare. A volte c’è così tanta bellezza nel mondo, che non riesco ad accettarla… Il mio cuore sta per franare.
(American Beauty -Ricky Fitts)
Paralleli
Ieri non avevo voglia di polemizzare sulla Giornata della Memoria: c’era già tanta gente che lo aveva fatto, chi deplorando che non si commemorassero anche le vittime del comunismo, chi i genocidi degli armeni e dei nativi americani, esprimendo il concetto che non sia giusto che gli ebrei abbiano il “monopolio del dolore” (?!).
Mi sono limitata quindi a postare solo una poesia.
I peggiori però sono stati coloro che ne hanno approfittato per paragonare la deportazione degli ebrei a quella dei cosiddetti “migranti” (quanto odio questo termine).
E qui divento sarcastica:
Infatti gli ebrei venivano trasportati su pullman con tanto di aria condizionata, verso le varie destinazioni, dove li attendevano ostelli in cui venivano vestiti, nutriti, veniva dato loro un argent-de-poche, li si dotava di wi-fi, letti puliti, venivano visitati da medici e curati.
Mi dite che non è vero?
Che gli ebrei venivano tradotti su carri bestiame piombati verso i campi di concentramento?
Che le uniche visite mediche erano quelle per verificare che fossero idonei al lavoro (e che lavoro!), mentre gli altri non ritenuti idonei venivano subito avviati ai forni per essere gasati e cremati?
Che il cibo era talmente scarso che, se non morivano prima di fame e stenti, si riducevano a larve umane? Che giornalmente erano sottoposti a sevizie?
Già, il parallelo con i “poveri migranti” proprio non regge,: quei “poveri migranti” cui nei lager libici tolgono tutto, anche le scarpe tranne (strano) gli smartphone.
Certuni dovrebbero avere la decenza di tenere la bocca chiusa.
Scarpette rosse
C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede
ancora la marca di fabbrica
“Schulze Monaco”.
C’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio
di scarpette infantili
a Buchenwald.
Più in là c’è un mucchio di riccioli biondi
di ciocche nere e castane
a Buchenwald.
Servivano a far coperte per i soldati.
Non si sprecava nulla
e i bimbi li spogliavano e li radevano
prima di spingerli nelle camere a gas.
C’è un paio di scarpette rosse
di scarpette rosse per la domenica
a Buchenwald.
Erano di un bimbo di tre anni,
forse di tre anni e mezzo.
Chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni,
ma il suo pianto
lo possiamo immaginare,
si sa come piangono i bambini.
Anche i suoi piedini
li possiamo immaginare.
Scarpa numero ventiquattro
per l’eternità
perché i piedini dei bambini morti
non crescono.
C’è un paio di scarpette rosse
a Buchenwald,
quasi nuove,
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole…
Joyce Lussu
Quante strade
Amore quante strade per giungere a un bacio,
che solitudine errante fino alla tua compagnia!
I treni continuano a rotolare soli con la pioggia.
A Taltal ancora non albeggia la primavera.
Ma tu ed io, amore mio, siamo uniti,
uniti dai vestiti alle radici,
uniti d’autunno, d’acqua, di fianchi,
fino ad essere solo tu, sol io uniti.
Pensare che costò tante pietre che
trascinava il fiume,
la foce dell’acqua del Boroa,
pensare che separati da treni e da nazioni
tu ed io dovevamo semplicemente amarci,
confusi con tutti, con uomini e con donne,
con la terra che pianta ed educa i garofani.
Pablo Neruda
Canto funebre vichingo
“Ecco, là vedo mio padre,
ecco, là vedo mia madre,
i miei fratelli e le mie sorelle,
ecco, là vedo tutti i miei antenati,
dal principio alla fine,
ecco, ora chiamano me
e mi invitano a prendere posto,
nella sala della Valhalla,
dove l’impavido
potrà vivere per sempre”
(da “il 13^ guerriero”)
Predatori
Tutto sommato, Di Maio aveva torto nel parlare del franco CFA, del colonialismo e che tutto ciò è la causa delle massicce migrazioni….ma non del tutto.
L’unica cosa certa è che le migrazioni avvengono in minima parte dalle ex colonie francesi.
Per quel che concerne la valuta invece…
Innanzitutto il CFA è chiamato anche Franco coloniale…qualcosa vorrà ben dire!
Certamente nessuno ha obbligato gli stati africani ad adottare questa valuta, e dicono che le ex colonie ne traggono vantaggio e possono uscirne in qualsiasi momento.
Possono?
Per poter utilizzare il CFA, il tesoro francese richiede in garanzia il 65% delle riserve auree del paese, e se ne ne esce, l’inflazione sale talmente che le esportazioni diventano pressoché impossibili, in quanto il CFA è una valuta forte che penalizza paesi con settori agricoli ed industriali ancora in fase embrionale.
Il CFA non rappresenta altro che un forte legame ombelicale (in realtà di vera sudditanza) tra la Francia e le sue ex colonie, che fa di tutto per tenere sotto il suo controllo fin dal 1945, anche militarmente, in quanto è presente in 10 paesi con missioni militari per un totale di circa 5mila uomini.
Che il CFA tarpi l’economia delle ex colonie è stato espresso anche da Koko Nubupko, ex ministro del Togo, in una intervista rilasciata a Le Monde. Il deposito del 65% delle riserve valutarie dovrebbe fungere da camera di compensazione, ma in effetti vincola la capacità di investimento e fissa le transazioni relative alle materie prime. Come riportato ad esempio da una recente inchiesta di Deutschlandfunk (una radio germanica) “la repubblica del Gabon si impegna a garantire risorse naturali per gli armamenti dell’esercito francese, mentre l’export di determinate materie prime verso altre nazioni è vietato”. Lo stesso sta accadendo in Niger, nazione poverissima, dove la Francia si sta accaparrando tutte le riserve di uranio, corrispondendo alla ex colonia un prezzo di circa un terzo del valore di mercato. Ora però si sta facendo avanti la Cina, che offre in più infrastrutture ed aiuti diretti, come ha già fatto in Congo. Ma anche questo non consentirà alle nazioni africane di decollare.
Poi ci sono alcune stranissime “coincidenze”.
1963 Sylvanus Olympio, primo presidente del Toogo, si rifiutò di sottoscrivere la convenzione monetaria ed iniziò a stampare una moneta nazionale il 10 gennaio 1963. Tre giorni dopo ci fu un colpo di stato condotto da ex militari dell’esercito coloniale francese, venne deposto e poi assassinato.
1968 Modiba Keita, primo presidente del Mali, voleva uscire dal CFA, ritenendolo un onere troppo gravoso per il proprio paese; pure lui fu vittima di un golpe capitanato da un ex legionario francese.
1973 Thomas Sankara, primo presidente del Burkina Faso, riconosciuto come eroe panafricanista, subì la stessa sorte dei precedenti due. Anche lui voleva liberarsi dal giogo del CFA, e pure qui il colpo di stato fu appoggiato dalla Francia.
2011 Laurent Gbagbo, presidente della Costa d’Avorio, voleva abbandonare il CFA per usare il MIR (Moneta Ivoriana di Resistenza). La solita Francia bombardò il palazzo presidenziale e Gbagbo fu fatto prigioniero.
Molte perplessità ci sono anche sulla morte di Gheddafi, che voleva istituire una valuta panafricana legata al dinaro, garantita dalle riserve auree libiche: è storia recente il bombardamento della Libia ed il successivo assassinio di Gheddafi.
Non dimentichiamo che i flussi di denaro derivanti dall’uso forzato del CFA alimentano la corruzione, imperante in quei paesi, ingrossano (ed ingrassano) le casse delle banche occidentali, depauperando l’economia reale locale. Ed a proposito di corruzione…se ne parlava anche ai tempi dell’elezione di Sarcozy, con ingenti finanziamenti per la sua campagna elettorale.
Quindi se si può parlare di libera adesione al CFA, vediamo che non è poi così semplice uscirne…
Questo odore marino
Questo odore marino
che mi rammenta tanto
i tuoi capelli, al primo
chiareggiato mattino.
Negli occhi ho il sole fresco
del primo mattino. Il sale
del mare….
Insieme,
come fumo d’un vino,
ci inebriava, questo
odore marino.
Sul petto ho ancora il sale
d’ostrica del primo mattino.
Giorgio Caproni
Macroniadi
La nostra ambasciatrice a Parigi è stata convocata per le frasi dette da Luigi Di Maio relativamente al Franco CFA ed alla colonizzazione francese.
Qualcuno ricorda se l’ambasciatore francese fu convocato quando Macron definì vomitevole il governo italiano per la questione dell’Aquarius, ci paragonò alla lebbra e chiamò i nostri governanti “piccolo Mussolini” ?
senza titolo
Apparisti
nella mia vita
come una cosa che era alla porta.
Sparisti.
Più tardi seppi del tuo eclissarti.
Tuttavia, tuttavia,
riuscisti
a prendermi un po’ il cuore.
È un cuore triste
e non
si intende con tutto
né ha modi
per farsi amare
o per immaginarlo.
Salvo quando
il tuo sguardo
ostinatamente dolce
mi faceva saltare
il cuore in petto.
Fernando Pessoa
Il candidato
Berlusconi allora si ricandida alle europee, ufficialmente per “senso di responsabilità CONTRO i populisti”.
Ciò fa pensare allora che si candida PER l’Europa della Merkel, di Junker e di Macron, PER Bruxelles e Strasburgo, PER la banca europea con sede a Francoforte.
Si dichiara a favore di un’Europa che sta disfacendosi, sotto le spinte della Brexit e delle rivolte dei Gilets gialli, un’Europa dell’austerità, che perfino Junker ha recentemente disconosciuto.
Pur non avendolo mai votato, gli riconoscevo comunque una valenza politica, incrinata poi non tanto dalle vicende personali, quanto dalla scelta di persone assolutamente non idonee a ricoprire i ruoli cui erano stati designati, persone che non si sono fatte scrupolo di voltargli le spalle.
Una persona incapace di “preparare” politicamente un proprio successore, ritenendosi unico ed ineguagliabile, tanto da provocare la disfatta del partito da lui creato.
Però, ritornando al personaggio, se inizialmente la sua era una linea dichiaratamente anti PD (“scendo in campo per salvare l’Italia dai comunisti”), ora lo vediamo fianco a fianco a Renzi e compagnia bella.
Colui che era per un reddito minimo per tutti di 1000 euro, adesso aborre il reddito di cittadinanza.
Se inizialmente era contro questa Europa, ora è diventato europeista convinto, se non addirittura fanatico. tanto da chiedersi quale dei due sia il vero Berlusconi: quello di allora o quello di oggi? Quanto incide sulla sua decisione di ricandidarsi l’interesse personale, e quanto invece l’età, con il suo inevitabile declino, fisico e mentale?
Non si rende conto di essersi avviato, tristemente, sul viale del tramonto, e che i fasti e la notorietà di un tempo non li potrà più raggiungere?
O forse se ne rende conto, e riversa tutto l’astio e il rancore verso quello che sta diventando il nuovo punto di riferimento in Italia,
Coltivatrice diretta
Allora, secondo quanto rivelato a “La Verità”, l’ex ministro si sarebbe ritirata in campagna a coltivare rape.
Le cipolle le aveva usate tutte per piangere.

dav
Sovranista
“La differenza non è più tra destra e sinistra ma tra chi pensa agli elettori e chi alle élite e alla finanza”, ha dichiarato Cuccarini al settimanale, “ci ritroviamo intrappolati nel pensiero unico, che ha un disegno dietro.”
Lorella Cuccarini.
Accipicchia, ora ci si mette pure Heather Parisi a pontificare.
Non sapevo che ci fossero anche le ballerine “sovraniste”, come M.me “Cicale” ha definito Lorella Cuccarini, che si era espressa a favore del blocco dell’immigrazione selvaggia, ritenendola una soluzione di buon senso.
Ma essere sovranisti è davvero una così brutta parola?
È deleterio amare il proprio paese, le proprie tradizioni, il proprio retaggio culturale, la propria storia, la propria identità?
È disdicevole ritenere sacri i propri confini?
È su queste basi che ogni popolo dovrebbe costruire il proprio futuro, ma ricordando anche il proprio passato, non rinnegando le proprie radici.
Invece con questa Europa abbiamo ceduto la nostra sovranità ad una entità sovranazionale che si basa esclusivamente su criteri economici, mentre inizialmente avrebbe dovuto essere una Europa dei popoli, che avrebbe dovuto riunire ceppi che erano stati suddivisi tra varie nazioni.
La ballerinetta americana Heather che disprezza tanto l’Italia da essersi trasferita ad Hong Kong (voci malevoli dicono che sia per questioni finanziarie del marito), farebbe meglio a tacere.
Comunque quello che più dà fastidio è la solita doppia morale dei soliti mass media, per cui Lorella Cuccarini farebbe bene a tacere, mentre la Parisi e con lei altri – Baglioni, Finocchiaro, Celentano, Bisio e compagnia cantante – possono sparare a zero senza contraddittorio.
Sciacalli ed austerità
Adesso pure Junker ammette che l’austerità imposta alla Grecia fu alquanto pesante.
Non dice però che questa misura fu dettata dal fatto che le banche tedesche erano colme di derivati greci tossici, bond dal valore praticamente nullo.
Non dice che la Grecia fu costretta dalla UE ad ad emettere obbligazioni e che queste furono acquistate dai tedeschi.
Non dice che i patti prevedevano che,una volta rispettati gli obblighi sulle riforme, gli interessi avrebbero dovuti essere restituiti interamente alla Grecia. La Grecia ha rispettato tutti gli adempimenti, ma fino ad ora le sono stati restituiti nemmeno 900 milioni, mentre la Germania se ne è intascati circa 3 miliardi.
Non dice che sanzionare uno stato già pesantemente indebitato significa affossarlo definitivamente.
Ora Junker piange lacrime di coccodrillo (come da lui stesso affermato), ma chi ripagherà i greci della mazzata subita?
MORTE PER CAPITALISMO ALLO STADIO TERMINALE
Morte per capitalismo allo stadio terminale
(dedicata a Moritz Erhardt *)
Monica Maria Seksich, Torino
Mi sono venduto la vita a 21 anni
perché volevo quella facile morto nella doccia
una morte ad alta prestazione
21 ore al giorno per 3 giorni
schiavo ben pagato
di un pensiero stupido
e il solito girotondo
di caffè, coca e paura.
La morte mi ha portato via di qua
prima che io diventassi
carnefice di altri
forse per un secondo ho capito
che sarei vissuto sempre così
per soldi
che non avrebbero significato più niente
per un Maligno che ci paga bene
e ride della nostra ottusità
110 ore di lavoro per settimana
prostituta del tabulato
toy boy della Bank of America
la mia anima è fuggita via da me
morta di capitalismo allo stadio terminale.
Monica Seksich
Cesare Battisti
Avevo sempre apprezzato Sansonetti, però il suo intervento relativo all’arresto di Cesare Battisti mi ha sorpreso molto.
Davvero crede che molti non si ricordino perché è stato condannato, seppure in contumacia, l’attivista-terrorista dei PAC?
Forse i più giovani, ma chi ha superato la cinquantina, rammenta di sicuro tutte le sue malefatte.
Tanto per inquadrare bene il personaggio, riporto anche i reati comuni.
Nel 1972 viene arrestato a Frascati per il furto di 31 macchine per scrivere.
Nel 1974 è denunciato per sottrazione di minore ed atti di libidine violenta su di una ragazzina appena tredicenne.
Lo stesso anno viene arrestato per rapina aggravata e sequestro di un dentista romano. Condotto in carcere, (1977) viene convinto ad entrare nei PAC da Arrigo Cavallina.
Uscito dal carcere, assalta un ufficio postale e si rifugia a Verona in casa del Cavallina. Inizia così il suo percorso di delinquente a scopo politico (?).
6 giugno 1978, uccide personalmente ad Udine il maresciallo Antonio Santoro.
Il 16 febbraio 1979 organizza l’assalto alla gioielleria di Pierluigi Torregiani: il negoziante muore, mentre il figlio,allora quindicenne, resta paralizzato. Battisti questa volta non partecipa, perché nel frattempo è a Mestre, dove nel corso di una rapina viene ucciso un altro negoziante, Lino Sabbadin.
Il 19 aprile 1979, uccide personalmente l’agente della DIGOS Andrea Campagna, di soli 24 anni e padre di un bimbo…
Allora a Sansonetti il figlioletto di Battisti fa compassione, mentre il bimbo di Campagna che non ha mai conosciuto suo padre no, e nemmeno Alberto Torregiani che si è battuto per anni perché il terrorista venisse estradato.
Quindi Battisti merita ampiamente l’ergastolo, confermato in tutti e tre i gradi di giudizio.
Quello che però mi spaventa è il sistema giudiziario italiano.
Mi ricordo ad esempio il caso di Francesca Mambro, che con 9 (nove) ergastoli, ha scontato effettivamente 16 anni. Nel 2003 fruì della libertà con la condizionale, e 5 anni dopo la pena è stata dichiarata estinta. Non commento oltre perché diverrei molto volgare.
Poi i media si scandalizzano perché Salvini è andato ad assistere all’arrivo di Battisti, dicendo che era una cosa non opportuna.
Beh, spulciando, mi sono ricordata di Silvia Baraldini, terrorista anch’essa, condannata negli USA a 43 anni di carcere, per il trasferimento della quale in Italia si erano mobilitati in tanti. Chi andò a riceverla? Il ministro Diliberto, con tanto di mazzo di rose rosse, e quando si trattò di trasferirla a Rebibbia, fu accompagnata in pompa magna, quasi a festeggiarla, da una nutrita compagine di parlamentari e non, tra i quali Lucio Manisco, Sandro Curzi, Giovanni Russo Spena, Marco Rizzo, Armando Cossutta e Leoluca Orlando. A proposito, nonostante le promesse fatte agli americani che la Baraldini avrebbe scontato INTERAMENTE la pena in Italia, la stessa fu liberata nel 2006, dopo aver scontato complessivamente 23 anni di galera (dei quali solo 7 in Italia) al posto dei 43 comminati…
La città che cambia
Manco da Milano da nemmeno 2 mesi, e già ci sono molti cambiamenti in viale Monza.
L’ultima trattoria milanese ha ceduto il posto all’ennesimo ristorante cinese. Sempre cinese un altro grande emporio (Supermercato? Grande magazzino? Devo ancora verificare). Poco distante, forse un 20 metri, c’è invece un PAM, e quello potrebbe tornarmi utile per la spesa. Di fronte ha aperto un ristorante coreano, mentre la Gelateria Etnica è stata sostituita da un ristorante, credo filippino.
Come rimpiango il vecchio viale Monza con le sue bottegucce dove ci si fermava a chiacchierare con il proprietario.
Per ora tengono duro le farmacie, una cartoleria, un negozio di giocattoli, anche se l’insegna è ormai a pezzi e pochi altri esercizi, ma l’ondata extracomunitaria avanza sempre di più: bar, ristoranti, ortofrutta, sartorie, parrucchieri, fast food, accessori per computer e cellulari… Tutto in mano a loro.
Anche una grande concessionaria di auto sta chiudendo ed ha già tolto l’insegna: vedremo chi verrà al suo posto.
Leggo che la zona in cui risiedo ha il pomposo nome di No.Lo. e che sarebbe anche ben valutata.
No.Lo. è l’acronimo di “Nord di Loreto” , e precisamente quella zona compresa tra Turro e Rovereto, (due fermate della M1, “la rossa”).
Beh, io sto a Rovereto, ma non mi sembra proprio che ci siano stati grandi miglioramenti: qualcosa è stato fatto in piazza Morbegno e da qualche altra parte, ma nulla di più.
E la zona sembra peggiorare di giorno in giorno.
Senza titolo
Potrei anche dire che l’amore è come l’alcool.
Lo provi una volta, ti fa girare la testa, ne vuoi ancora e ancora.
Ti fa sentire male, tanto male che dirai di non voler provare mai più.
Ma poi, al prossimo bicchiere ci ricascherai.
E non dirai di no. –
Charles Bukowski.
Domani si parte.

dav
Valigia pronta…
Naturalmente si ritorna a Milano.
L’unica cosa è scegliere quali libri portare dietro: ho voglia di rileggere qualche vecchio libro, uno tra i miei preferiti che non sfoglio da tempo…ne porterò tre, ma quale scegliere tra questi? L’unico certo per ora è “La recita di Bolzano”.
Quali però lasciare a casa?
Inverno
Il giorno schietto
d’inverno inasprisce le carraie,
aguzza il taglio della pietra, sopra i poggi pelati
brucia i pochi fili d’erba.
Chi affastella legna, chi sciorina
panni s’affretta; sgretola la crosta
con le scarpe chiodate, con gli zoccoli,
spranga l’uscio di casa.
È un tempo che fa bruschi i conciliaboli,
ruvide le parole ed i commiati.
…Antenne
e nervature d’alberi, di rovi
graffiano i venti del tramonto…
Mario Luzi
(Immagine Albert Sisley)
da “Fatti vivo”
“Hai detto:
il migliore degli uomini
è il samurai,
il migliore degli alberi
il ciliegio.
E ora sto sul crinale,
indecisa,
a chi assomigliare,
quale dei due splendori:
sobri vegliare e vegliare,
ebbri gettarsi
in una nuova fioritura,
incendiare”.
Chandra Livia Candiani
Pianura
Lago.
Il lago.
Le sponde sprofondate.
La gru sotto la nube. Bianca,
rischiara
millenni
di popoli pastori. Con il vento
son salito sul monte
e qui vivrò. Fui cacciatore
ma solo l’erba
mi avrà.
Insegnami a parlare, erba,
insegnami a esser morto e sentire
a lungo, e a parlare, pietra,
insegnami a sostare, acqua,
non domandare di me, e del vento.
Johannes Bobrowski
Compra, consuma sempre
Compra, compra più che puoi
consuma, consuma. Chiavatene
di qualsiasi rapporto.
Schiaccia tutto e tutti
compra sempre, porta tutto a casa
più che puoi.
Riempiti, riempiti con avidità.
Non guardare in faccia
nessuno.
Circondati di alte mura
che non ti raggiunga l’erba
o voce umana
affonda, affonda nella merda
più che puoi.
Sta bene in guardia
compra, porta a casa
consuma sempre.
Guarda in giro, sta attento
che non ti derubino
schiaccia
qualsiasi fiore
qualsiasi pianta.
Compra compra sempre
porta a casa
più che puoi
consuma consuma
affonda, affonda nella merda
merda merda merda.
Ottiero Ottieri
Senza titolo
E solo una volta ho sognato
la strada lavata dalle piogge
e i solchi all’ora del tramonto
miseramente nella polvere
e l’onda profonda della segale
e il silenzio sui campi…
Solo una volta. Quanto allora balenò
mi è uscito di mente.
E ce n’erano di cose, eccome:
da far impazzire i miei compagni di viaggio.
Loro nelle soffitte, negli scantinati,
nei boschi tedeschi, nelle sale del Louvre
sono pieni di sterile nostalgia.
A me non è accaduto.
Nina Berberova
Epifania…tutte le feste porta via.
E così anche queste feste sono terminate.
Basta con le abbuffate di pandoro e panettone, basta sgranocchiare torrone, basta caffè corretto con l’anice – una tradizione tramandatami da mio padre – basta con i film di Natale.
Nell’ordine, abbiamo visto, per l’ennesima volta, Miracolo nella 34^ strada (l’originale del 1947), La vita è meravigliosa, Bianco Natale, National Lampoon’s Christmas Vacation, Bufera in Paradiso, Natale in affitto, Polar Express, L’appartamento (questo è dedicato alla fine dell’anno per via della scena finale) SOS fantasmi, Canto di Natale di Topolino, La più bella storia di Dickens, Fuga dal Natale, Babbo bastardo e, questa sera, c’è in programma La banda dei babbi Natale.
Poi ritorneremo a guardare i “soliti” film (abbiamo una sfilza di horror per smaltire il miele 🙂 )
Cosa ne pensate?