2666, La parte dei critici
Gli piaceva rientrare di notte e camminare per strade e strade senza incontrare nessuno. Gli piaceva il colore dei lampioni e la luce che inondava le facciate delle case. Le ombre che si spostavano man mano che lui si spostava. L’alba color cenere e fuliggine. La gente di poche parole che si ritrovava a pub, di cui divenne cliente abituale. Il dolore, o il ricordo del dolore, in quel quartiere era letteralmente risucchiato da qualcosa senza nome che si trasformava, dopo tale processo, in vuoto. La consapevolezza che questa equazione era possibile: dolore che alla fine si fa vuoto. La consapevolezza che questa equazione era applicabile a tutto o quasi.
Roberto Bolaño
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