Tanti auguri
Oggi qualcuno compie 70 anni…
Beh, a dire il vero costui è nato già adulto, e quindi anagraficamente l’età sarebbe molto, molto più avanzata, anche perché le sue avventure si svolgono nell’America del tardo 1800.
Parlo di uno dei miei personaggi di fumetti preferiti, Tex Willer, che “vedeva la luce” proprio il 30 novembre 1948.
La sua prima avventura si intitolava “Il totem misterioso”: non c’erano ancora gli album, ma solo quei giornaletti a strisce, comodissimi da portare in tasca di nascosto dai genitori che non vedevano di buon occhio certe trame, allora ritenute violente, e che uscivano con cadenza settimanale. Solo dal 1952, in occasione della prima ristampa delle avventure, le strisce vennero sovrapposte, nel formato Albo, che sussiste ancora oggi, anche se con misure leggermente differenti: cm.16×21 per un totale di 112 pagine, formato caratteristico della casa editrice, chiamato quindi “bonelliano”, mentre la cadenza di uscita diventò mensile.
I “creatori” di sono ormai noti a tutti gli appassionati: Aurelio Galleppini (Galep), l’illustratore che disegnò le prime tavole e tutte le copertine fino al 1994, poi sostituito da Claudio Villa, realizzando circa 2000 copertine del fumetto; l’ideatore delle avventure invece era Giovanni Luigi (Gianluigi) Bonelli, proprietario anche della casa editrice, che si dedicò a tale compito fino al 1991.
Per me, amante del cinema western di John Ford e degli altri grandi registi americani del periodo intorno al 1950/60, Tex Willer ha rappresentato l’eroe tipico di quel periodo: un giustiziere quasi sempre solitario, a volte accompagnato dai suoi pards (Kit Carson, Tiger Jack ed il figlio Kit Willer) che riporta ordine e legalità dove ce n’è bisogno, rispettoso degli indiani, dei quali ammira la cultura, il coraggio e la lealtà, avendo sposato Lilith, figlia di un capo Navajo, al quale succederà proprio Tex, con il nome di Aquila della Notte.
Lunga vita Tex: per ora hai raggiunto un’età rispettabile e sei tuttora il fumetto più letto e venduto in Italia, ma sei conosciuto anche in altri paesi europei e, in minor parte, anche extraeuropei. Tanto amato che, nel padovano, a Montegrotto, verrà costruito un parco tematico che ricalcherà le tue avventure.
Parere personale
Personalmente sono contraria al reddito di cittadinanza, l’ho sempre detto.
Innanzitutto perché in giro ci sono troppi furbetti e poi perché non ho nessuna fiducia nei controlli.
Basti vedere quanti, anche con redditi elevati, si siano avvalsi delle agevolazioni rivolte ai meno abbienti, magari in base ad una semplice autocertificazione, usufruendo di: mense scolastiche gratuite per i figli; riduzione delle tasse universitarie; accesso all’edilizia popolare, ecc ecc.
Oppure di quanti, pur in cassa integrazione, percepivano la relativa indennità ma lavoravano poi in nero.
Per non parlare delle pensioni dei falsi invalidi – zoppi che vincono gare di ballo e ciechi che guidano l’automobile – e di dipendenti che si mettono in malattia ma poi postano le foto delle vacanze ai Caraibi.
Consideriamo inoltre i requisiti per ottenere il RdC: come trovare ai disoccupati ed inoccupati un posto di lavoro, proponendo loro fino a 3 impieghi ciascuno, compatibili per territorio e profilo? Semplicemente assurdo con la carenza di lavoro che c’è.
Premesso questo, mi chiedo cosa abbiano da pontificare quanti abbiano sostenuto i precedenti governi, da Monti a Gentiloni.
Tasse, tasse e ancora tasse.
Soldi “fregati” agli italiani, ma con il contestuale aumento del debito pubblico, quindi solo sacrifici e nessun beneficio.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti, con la chiusura di moltissimi negozi e PMI che non hanno retto all’aumento stratosferico della tassazione.
Ed i soldi hanno preso altre strade: “salvataggio” di banche, regalie varie per ottenere consenso elettorale, nessun incentivo per incrementare l’occupazione, aumento a dismisura della burocrazia con i conseguenti costi.
E mi fa specie perfino che queste persone trovino da parlare sulla ricostruzione del ponte quando per i terremotati di Lazio e Marche non hanno fatto praticamente nulla.
Una canson de fémena
Una canson de fémena se stende
comò caressa colda sul paese;
el gran silensio fa le maravegie
per quela vose drío de bianche tende.
El vespro setenbrin el gera casto:
fra le case incantàe da la so luse
se sentiva ‘na machina de cûse
sbusinâ a mosca drento el sielo vasto.
Inprovisa quel’onda l’ha somerso
duto ‘l paese ne la nostalgia:
la vose colda i cuori porta via
nel sielo setenbrin, cristalo terso.
Biagio Marin, da Minudagia, 1951
Una canzone di donna si stende/ come carezza calda sul paese; /il gran silenzio fa le meraviglie/ per quella voce dietro bianche tende. // Il vespro settembrino era casto:/ fra le case incantate della sua luce/ si sentiva una macchina da cucire/ ronzare a mosca entro il cielo vasto. // Improvvisa quell’onda ha sommerso/ tutto il paese nella nostalgia:/ la voce calda i cuori porta via/ nel cielo settembrino, cristallo terso.
Amare prima se stessi…
«Ma tu mi ami?» chiese Alice. «No, non ti amo.» rispose il Bianconiglio.
Alice corrugò la fronte e iniziò a sfregarsi nervosamente le mani, come faceva sempre quando si sentiva ferita.
«Ecco, vedi? – disse il Bianconiglio – Ora ti starai chiedendo quale sia la tua colpa, perché non riesci a volerti almeno un po’ di bene, cosa ti renda così imperfetta, frammentata. Proprio per questo non posso amarti. Perché ci saranno dei giorni nei quali sarò stanco, adirato, con la testa tra le nuvole e ti ferirò.
Ogni giorno accade di calpestare i sentimenti per noia, sbadataggine, incomprensione.
Ma se non ti ami almeno un po’, se non crei una corazza di pura gioia intorno al tuo cuore, i miei deboli dardi si faranno letali e ti distruggeranno.
La prima volta che ti ho incontrata ho fatto un patto con me stesso: mi sarei impedito di amarti fino a che non avessi imparato tu per prima a sentirti preziosa per te stessa. Perciò, Alice no, non ti amo. Non posso farlo.»
Lewis Carroll – Alice nel paese delle meraviglie
Il denaro
Il denaro è il mezzo per sopravvivere. Il verdetto che pronunciamo di fronte al guadagno è un verdetto che pronunciamo sulla nostra vita. Se la fonte è corrotta, avremo dannato tutta la nostra esistenza.
Abbiamo ottenuto il denaro con una frode?
Sfruttando i vizi o la stupidità degli uomini?
Imbrogliando gli sciocchi in modo da ottenere di più di quanto la nostra abilità meriti?
Scendendo a compromessi con i nostri princìpi?
Facendo un lavoro che disprezziamo per gente che non stimiamo?
Allora il denaro non ci darà un attimo né un centesimo di gioia.
Allora le cose che acquisteremo diverranno non un tributo a noi, ma un rimprovero. Non una conquista, ma il ricordo di una vergogna.
Allora grideremo che il denaro è un male.
Un male, solo perché non ci aiuterà a trovare il rispetto di noi stessi?
Un male perché non ci permetterà di goderci la nostra depravazione?
È questa la radice del tuo vero odio per il denaro?
In denaro rimarrà sempre un effetto e si rifiuterà di divenire una causa. Il denaro è il prodotto della virtù, ma non ci darà virtù né redimerà i nostri vizi. Il denaro non ci procurerà quello che non abbiamo guadagnato, né in materia né in spirito.
È questa la radice del tuo odio per il denaro?
Oppure hai detto che è l’amore per il denaro è la radice di tutti i mali? Amare una cosa vuol dire conoscerne ed amarne la natura. Amare il denaro vuol dire conoscere ed amare il fatto che il denaro è la creazione di quanto di meglio c’è negli uomini. La prima a proclamare il suo odio per il denaro è proprio la persona disposta a vendere la sua anima per un centesimo…e ha tutte le ragioni per odiarlo. Quelli che amano il denaro sono disposti a lavorare per procurarselo. Sanno di meritarselo.
Lasciate che vi dia un consiglio che vi aiuterà a capire il carattere degli uomini: l’uomo che detesta il denaro è quello che l’ha ottenuto in modo poco onorevole. L’uomo che lo rispetta se l’è guadagnato.
Fuggite gli uomini che vi dicono che il denaro è un male. Questa frase è un campanello d’allarme, vi avvisa che c’è un pescecane in arrivo. Finché gli uomini vivranno insieme sulla terra e avranno bisogno di qualcosa per commerciare gli uni con gli altri…l’unico surrogato, se scartano il denaro, è il calcio di un fucile.
Ayn Rand, La rivolta di Atlante.
Vòltess, sensa dagh pés, cume se fa
Vòltess, sensa dagh pés, cume se fa
quand ch’i penser ne l’aria slisen via,
vòltess per abitüden lenta, sensa sâ,
cume quj donn che per la strada i gira
la testa per un òmm, in câ, o sü la porta,
vòltess per simpatia d’un rümur luntan,
o d’una runden sü nel ciel stravolta,
vòltess sensa savè, per vuluntâ
d’un quaj penser bislacch, o per busia,
vòltess per returnà, che smentegâ
sun mì che dré di spall te rubaria
quel nient del camenà, quel tò ‘ndà via.
Franco Loi
Vòltati, senza dar peso, come si fa
quando i pensieri nell’aria scivolano via,
voltati per abitudine, lenta, senza senso
come quelle donne che per strada girano
la testa per un uomo, in casa, o sulla porta,
voltati per simpatia d’un rumore lontano,
o d’una rondine su nel cielo stravolta,
voltati senza sapere, per volontà
d’un qualche pensiero bizzarro, o per bugia,
voltati per ritornare, che dimenticato
ci son io dietro le spalle per rubarti
quel niente del camminare, quel tuo andare via.
Non posso essere sola
Non posso essere sola,
mi viene a visitare
una schiera di ospiti,
non sono registrati,
non usano la chiave,
non han né vesti, né nomi,
né climi, né almanacchi,
ma dimore comuni,
proprio come gli gnomi,
messaggeri interiori
ne annunciano l’arrivo,
invece la partenza
non è annunciata, infatti
non sono mai partiti.
Emily Dickinson
Se tu dovessi…
Se tu dovessi venire in autunno
mi leverei di torno l’estate
con un gesto stizzito ed un sorrisetto,
come fa la massaia con la mosca.
Se entro un anno potessi rivederti,
avvolgerei in gomitoli i mesi,
per poi metterli in cassetti separati –
per paura che i numeri si mescolino.
Se mancassero ancora alcuni secoli,
li conterei ad uno ad uno sulla mano –
sottraendo, finché non mi cadessero
le dita nella terra della Tasmania.
Se fossi certa che, finita questa vita,
io e te vivremo ancora –
come una buccia la butterei lontano –
e accetterei l’eternità all’istante.
Ma ora, incerta della dimensione
di questa che sta in mezzo,
la soffro come l’ape-spiritello
che non preannuncia quando pungerà.
Emily Dickinson
L’irreparabile
Possiamo soffocare l’estenuante Rimorso
che pulsa e s’agita e poi si contorce
e si nutre di noi, come il verme del morto,
come il bruco del cuore della quercia?
Possiamo soffocare l’estenuante Rimorso?
In quale filtro o vino, o in quale tisana
affogheremo l’antico nemico,
distruttivo e vorace come una cortigiana,
e paziente come una formica?
In quale filtro o vino, o in quale tisana?
Dillo, se sai, dillo, tu, strega seducente,
al mio spirito che l’angoscia serra,
e somiglia a chi gli altri feriti addosso sente
e uno zoccolo di cavallo atterra,
dillo, se sai, dillo, tu, strega avvenente,
al morente che il lupo fiuta già, a distanza,
e che dall’alto il corvo ormai già spia,
dillo al fante in brandelli, se può avere speranza
che una croce o una tomba gli si dia;
o morente che il lupo fiuta già, a distanza!
Ma come illuminare un cielo cupo e nero?
Come poter dissipare le tenebre
più dense della pece,senza mattino e sera,
senza neppure stelle o lampi funebri?
Ma come illuminare un cielo cupo e nero?
La Speranza che brilla ai vetri del Rifugio
è spenta ormai, non ha soffio di vita.
Senza raggio di luna dove trovan rifugio
i martiri di così aspra salita?
il Diavolo il lume ha spento ai vetri del Rifugio.
Adorabile strega,conosci tu i dannati,
conosci l’irredimibile errore?
Conosci tu il Rimorso,dai dardi avvelenati
che hanno come bersaglio il nostro cuore?
Adorabile strega, conosci tu i dannati?
Rode l’Irreparabile col dente maledetto
la nostra anima, triste monumento,
e spesso attacca, come le termiti, di netto
l’edificio fin dalle fondamenta.
Rode l’Irreparabile col dente maledetto.
Ho visto a volte in fondo a un teatrino banale,
che vibrava per l’orchestra sonora,
una fata di colpo in un cielo infernale
accendere una strepitosa aurora.
Ho visto a volte in fondo a un teatrino banale,
un Essere intessuto di luce e oro e velo
atterrar Satana lo strapossente.
Ma il mio cuore-mai l’estasi può sciogliere il suo gelo-
è quel teatro dove sempre s’attende,
e sempre invano, l’Essere che ha le ali di velo.
Charles Baudelaire
Bellezza
La bellezza, specie quella femminile, è un concetto relativo.
I suoi canoni sono molto cambiati nel tempo, passando dalle forme opulente ritratte da Rubens a quelle quasi androgine di certe indossatrici.
Intanto NON voglio parlare del concorso di miss Italia cui ha partecipato anche Chiara Bordi, la concorrente divenuta celebre perché protesizzata. Non ne voglio parlare semplicemente perché, come avevo scritto già tempo addietro, non ho mai approvato i concorsi di questo genere.
Ritengo però ignobili le persone che le hanno rivolto insulti per la sua disabilità.
No, tutto nasce invece dalla frase del medico Roberto Burioni, attaccato da molti solo perché ha detto che moltissime donne “brutte” potrebbero migliorare molto il loro aspetto semplicemente curando di più il proprio aspetto, con un trucco adeguato, un taglio di capelli diverso, un abbigliamento idoneo al loro fisico.
Non posso che dargli ragione: vedo tantissime donne di ogni età, dalle adolescenti alle anziane, che sono davvero trascurate e sciatte. Capelli in disordine, unti e bisunti, che necessiterebbero innanzitutto di una bella lavata per renderli lucenti e vaporosi, vestiti troppo aderenti e troppo corti che mettono in mostra posteriori enormi con cosce cellulitiche, oppure gambe scheletriche che fanno risaltare delle ginocchia ossute: i vestiti, se non si hanno delle proporzioni non dico perfette ma abbastanza buone dovrebbero almeno mascherare i difetti e non metterli in risalto. E poi, un briciolo di fondotinta per uniformare l’incarnato, un velo di cipria, un leggero tocco di fard ed un poco di mascara fanno miracoli. Non occorre truccarsi pesantemente (spesso si raggiunge l’effetto opposto), ma qualche accorgimento lo si può prendere tranquillamente.
Credo che ciascuna di noi voglia apparire al meglio, non tanto per piacere agli altri, ma principalmente per piacere a se stesse.
Ah, naturalmente ciò è valido anche per il sesso opposto: ovviamente niente trucco 😀 , ma un viso pulito o con una barba curata sono tutt’altra cosa da una faccia con i peli ispidi come un porcospino.
Poi la porta si spalancò. Ed entrò quella donna. Tutto quello che posso dirvi è che ci sono miliardi di donne, sulla terra, giusto? Certune sono passabili. La maggior parte sono abbastanza belline, ma ogni tanto la natura fa uno scherzo, mette insieme una donna speciale, incredibile. Cioè, guardi e non ci puoi credere. Tutto è un movimento ondulatorio perfetto, come l’argento vivo, come un serpente, vedi una caviglia, un gomito, un seno, un ginocchio, e tutto si fonde in un insieme gigantesco, provocante, con magnifici occhi sorridenti, bocca leggermente piegata in giù, labbra atteggiate in modo che sembrano scoppiare in una risata alla tua sensazione di impotenza. E sanno vestirsi, e i loro lunghi capelli incendiano l’aria. Troppo di tutto, accidenti.
(Charles Bukowski)
E’ rimasta laggiù
E’ rimasta laggiù, calda, la vita,
l’aria colore dei miei occhi, il tempo
che bruciavano in fondo ad ogni vento
mani vive, cercandomi…
Rimasta è la carezza che non trovo
più se non tra due sonni, l’infinita
mia sapienza in frantumi. E tu parola
che tramutavi il sangue in lacrime.
Nemmeno porto un viso
con me, già trapassato in altro viso
come spera nel vino e consumato
negli accesi silenzi…
Torno sola…
tra due sonni laggiù, vedo l’ulivo
roseo sugli orci colmi d’acqua e luna
del lungo inverno. Torno a te che geli
nella mia lieve tunica di fuoco.
Cristina Campo
Notte
So poco della notte,
ma la notte sembra sapere di me,
e in più, mi cura come se mi amasse,
mi copre la coscienza con le sue stelle.
Forse la notte è la vita e il sole la morte.
Forse la notte è niente,
e le congetture sopra di lei niente,
e gli esseri che la vivono niente.
Alejandra Pizarnik
Pioggia
La pioggia ha un vago segreto di tenerezza
una sonnolenza rassegnata e amabile,
una musica umile si sveglia con lei
e fa vibrare l’anima addormentata del paesaggio.
È un bacio azzurro che riceve la Terra,
il mito primitivo che si rinnova.
Il freddo contatto di cielo e terra vecchi
con una pace da lunghe sere.
È l’aurora del frutto. Quella che ci porta i fiori
e ci unge con lo spirito santo dei mari.
Quella che sparge la vita sui seminati
e nell’anima tristezza di ciò che non sappiamo.
La nostalgia terribile di una vita perduta,
il fatale sentimento di esser nati tardi,
o l’illusione inquieta di un domani impossibile
con l’inquietudine vicina del color della carne.
L’amore si sveglia nel grigio del suo ritmo,
il nostro cielo interiore ha un trionfo di sangue,
ma il nostro ottimismo si muta in tristezza
nel contemplare le gocce morte sui vetri.
E son le gocce: occhi d’infinito che guardano
il bianco infinito che le generò.
Ogni goccia di pioggia trema sul vetro sporco
e vi lascia divine ferite di diamante.
Sono poeti dell’acqua che hanno visto e meditano
ciò che la folla dei fiumi ignora.
O pioggia silenziosa; senza burrasca, senza vento,
pioggia tranquilla e serena di campani e di dolce luce,
pioggia buona e pacifica, vera pioggia,
quando amorosa e triste cadi sopra le cose!
O pioggia francescana che porti in ogni goccia
anime di fonti chiare e di umili sorgenti!
Quando scendi sui campi lentamente
le rose del mio petto apri con i tuoi suoni.
Il canto primitivo che dici al silenzio
e la storia sonora che racconti ai rami
il mio cuore deserto li commenta
in un nero e profondo pentagramma senza chiave.
La mia anima ha la tristezza della pioggia serena,
tristezza rassegnata di cosa irrealizzabile,
ho all’orizzonte una stella accesa
e il cuore mi impedisce di contemplarla.
O pioggia silenziosa che gli alberi amano
e sei al piano dolcezza emozionante:
da’ all’anima le stesse nebbie e risonanze
che lasci nell’anima addormentata del paesaggio!
Federico Garcìa Lorca
Pensiero
Avere due lunghe ali
d’ombra
e piegarle su questo tuo male;
essere ombra, pace
serale
intorno al tuo spento
sorriso.
maggio 1934
Antonia Pozzi,
COSÌ COM’ERA TUTTA SOLA NEL CHIARORE LUNARE
Così com’era tutta sola
nel chiarore lunare,
ritta tra la roccia e il cielo,
che sembrava quasi non toccare la terra,
i riccioli neri e gli indumenti sciolti agitati dal vento,
appariva come uno spirito gigantesco dei tempi più antichi
si preparasse ad ascendere nella poderosa nuvola
che sola pendeva da questo povero cielo
così quando mi giacque accanto
la città del sonno la circondò
e fanciulli meravigliati premettero contro le alte finestre
della stanza dove eravamo stati
così quando mi giacque accanto
una voce, ricordo di una antica abitudine:
“Di che cosa parlano?
di pianeti e di tortore?
del boscaiolo e dell’ape?”
ma eravamo troppo orgogliosi per rispondere, troppo
stanchi per curarci di disegni “di tende e libri e spade e uccelli”
così il cerchio si chiude su se stesso
e tutti gli angeli vagabondi ci spingono dentro
finché io riesco a raggiungerla in quella morbida città
dove le campane
spaccano le mele sulle loro lingue
e spingono il sonno in basso come l’ombra d’un pesce.
Kenneth Patchen
Figli e migranti
“Ho sentito da qualche collega dire che c’è bisogno di immigrazione perché la popolazione europea invecchia, io ho una prospettiva completamente diversa, io penso di essere al governo per aiutare i nostri giovani a tornare a fare quei figli che facevano qualche anno fa e non per espiantare il meglio dei giovani africani per rimpiazzare i giovani europei che per motivi economici oggi non fanno più figli. Magari in Lussemburgo c’è questa esigenza, in Italia invece abbiamo l’esigenza di aiutare i nostri figli a fare degli altri figli e non ad avere nuovi schiavi per soppiantare i figli che non facciamo più. Siamo assolutamente disponibili a dialogare con tutti”. (Matteo Salvini)
La risposta con imprecazione del ministro lussemburghese riportata dai mezzi di informazione italiani è questa: “Occupatevi dei vostri soldi per aiutare a dare da mangiare ai vostri figli”. In realtà la traduzione postata dai media italiani non è precisamente quella del video, che è invece la seguente.
“Ale ale ale” e “bla bla bla”, inizia Asselborn “In Lussemburgo avevamo migliaia di italiani che sono venuti a lavorare da noi, erano migranti che guadagnavano i soldi affinché ne poteste avere per i vostri figli”. “merde alors”
Al che Salvini ha così replicato, dopo aver chiesto di non essere interrotto.
“Rispondo pacatamente al suo punto di vista che non è il mio. Se in Lussemburgo avete bisogno di nuova immigrazione, in Italia preferisco aiutare gli italiani a tornare a fare figli”.
Bene bene…il caro ministro lussemburghese Asselborn in tema di immigrazione prima ci bacchetta dicendo che il Lussemburgo ha accolto migliaia di italiani, dimenticando di aggiungere che è stato il Lussemburgo a richiederli, e che i nostri connazionali – povera gente, ovvio, ma non certo delinquenti – arrivavano là per lavorare con tanto di documenti e di contratto di lavoro in tasca e che, finito il periodo di impiego, venivano rispediti in Italia senza tanti complimenti. Poi ha concluso con l’espressione su riportata, davvero molto elegante.
Come tanti italiani, dovrei ritenermi offesa da quel ministro spocchioso, che paragona i nostri emigranti (con la E davanti) non sono certo equiparabili ai migranti (senza la E) che arrivano sulle nostre coste e che, non possedendo alcuna qualifica, restano parcheggiati nelle strade e molto spesso – per necessità o per indole – finiscono per delinquere.
Consideriamo inoltre che i nostri emigranti (sempre con la E davanti) erano trattati come bestie, e che l’accusa ci viene dal ministro di un “paradiso fiscale” mai sanzionato per questo dall’UE per questo motivo, dove trovano rifugio numerosi evasori fiscali…
Certo è che nell’Unione Europea si sta respirando un’altra aria: erano abituati ad un’Italia che subiva tutto ed accettava supinamente ogni sopruso, ed ora FINALMENTE c’è qualcuno che sta facendo riscoprire l’orgoglio nazionale, il che non è poco.
La notte
La notte non è mai completa
C’è sempre perché lo dico
Perché l’affermo io
In fondo al dolore una finestra aperta
Una finestra illuminata
C’è sempre un sogno che veglia
Desiderio da appagare fame da soddisfare
Un cuore generoso
Una mano stesa una mano aperta
Dagli occhi attenti
Una vita da dividersi
PAUL ÉLUARD
Nuda è la terra
Nuda è la terra, e l’anima
Nuda è la terra, e l’anima
ulula contro il pallido orizzonte
come lupa famelica. Che cerchi,
poeta, nel tramonto?
Amaro camminare, perché pesa
il cammino sul cuore. Il vento freddo,
e la notte che giunge, e l’amarezza
della distanza…Sul cammino bianco,
alberi che nereggiano stecchiti;
sopra i monti lontani sangue ed oro…
Morto è il sole…Che cerchi,
poeta, nel tramonto?
Antonio Machado
Democrazia?
Mi chiedo per quale motivo della commissione per i diritti umani facciano parte, oltre l’Arabia saudita, anche paesi come l’Afghanistan, il Congo, l’Iraq, il Ruanda, il Burundi, la Cina, Cuba, il Venezuela, l’Angola,la Tunisia.
Nazioni che brillano per lo spirito democratico e veri esempi di libertà.
Non so dove vado
Non so dove vado, ma so con chi vado
Non so dove sono, ma so che sono in me.
Non so che cosa sia Dio, ma Dio sa che cosa sono.
Non so che cosa sia il mondo, ma so che è mio.
Non so quanto valgo, ma so non fare paragoni.
Non so che cosa sia l’amore, ma so che godo della sua presenza
Non posso evitare i colpi, ma so come sopportarli.
Non posso negare la violenza, ma posso negare la crudeltà.
Non posso cambiare il mondo, ma posso cambiare me stesso,
Non so che cosa faccio, ma so che sono fatto da ciò che faccio.
Non so chi sono, ma so che sono colui che non sa.
Alejandro Jodorowsky
(“La danza della realtà” Ed. Feltrinelli)
Il carrozzone
Mi chiedo da cosa sia motivata la decisione dell’ONU di inviare una propria delegazione in Italia per indagare sul razzismo e violenza.
Ci sono paesi dove le donne accusate di adulterio vengono interrate in una buca che impedisce loro ogni movimento e lapidate, dove i gay vengono impiccati o gettati giù dalle torri, altri dove bambine vengono sottoposte a tremende mutilazioni genitali, e dove avvengono ancora persecuzioni religiose. C’è il Venezuela dove, per l’estrema miseria causata dalla dittatura di Maduro, si sta verificando un esodo senza precedenti.
Altri paesi dove si verificano genocidi, come lo Yemen… e l’ONU viene ad indagare su di noi?
Forse non sono informati delle rapine, delle violenze, degli stupri SUBITI dagli italiani.
Poi mi viene in mente che questa inutile organizzazione ha inserito l’Arabia Saudita nella commissione per i diritti umani e la difesa della parità tra i sessi e che durante varie missioni “umanitarie” i Caschi blu si sono resi colpevoli di varie violenze sessuali su donne e minori, e tutto allora mi diventa chiaro.
Quindi basta con le ipocrite dichiarazioni moralistiche da parte di questo ente e basta finanziare questo carrozzone che non solo è dispendioso, ma pure dannoso.
2666, La parte dei critici
Gli piaceva rientrare di notte e camminare per strade e strade senza incontrare nessuno. Gli piaceva il colore dei lampioni e la luce che inondava le facciate delle case. Le ombre che si spostavano man mano che lui si spostava. L’alba color cenere e fuliggine. La gente di poche parole che si ritrovava a pub, di cui divenne cliente abituale. Il dolore, o il ricordo del dolore, in quel quartiere era letteralmente risucchiato da qualcosa senza nome che si trasformava, dopo tale processo, in vuoto. La consapevolezza che questa equazione era possibile: dolore che alla fine si fa vuoto. La consapevolezza che questa equazione era applicabile a tutto o quasi.
Roberto Bolaño
Rimorso
Ti porto in me come il mare
un tesoro affondato.
Sei il lievito, il segreto
d’ogni mio male, o amore a cui non credo.
Amore che mi segui
oltre ogni limite, ovunque,
come un cane fedele
segue un padrone ingrato.
Ti fuggo invano.
Poi che meno ti penso più mi opprimi,
rimorso, celato affanno.
Tu certo un giorno mi raggiungerai
nella morte.
Là, riposato e cheto, il tuo buon Genio
mi assisterà.
Voglio dormire all’ombra
del suo tremendo sorriso.
Vincenzo Cardarelli
Cosa ne pensate?