La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

Archivio per agosto, 2018

Le isole fortunate

Che voce viene col suono delle onde

che non è la voce del mare?

E’ la voce di qualcuno che ci parla,

ma che, se ascoltiamo, tace.,

per aver voluto ascoltare.

E solo se, ancora dormendo

senza sapere di udire udiamo,

che essa ci dice delle speranze

a cui, come un bambino

dormiente, dormendo sorridiamo.

Sono isole fortunate

sono terre senza aver luogo,

dove il Re dimora aspettando.

Ma se andiamo svegliandoci,

tace la voce e c’è solo il mare.

Fernando Pessoa                                               (immagine Silvano  Braido)


Amo in te

Amo in te
l’avventura della nave che va verso il polo
amo in te
l’audacia dei giocatori delle grandi scoperte
amo in te le cose lontane
amo in te l’impossibile
entro nei tuoi occhi come in un bosco
pieno di sole
e sudato affamato infuriato
ho la passione del cacciatore
per mordere nella tua carne.
amo in te l’impossibile
ma non la disperazione.

 

Nazim Hikmet

 


Scetticismo

Sono scettica.
Dopo aver visto l’incompetenza degli “esperti” internazionali che hanno assodato l’uso di armi chimiche in Siria solo annusando uno zainetto, dopo aver visto i Caschi bianchi operare in zone infestate da tali sostanze senza le opportune protezioni ed esserne usciti indenni, dopo aver visto come bimbi ed adulti venissero truccati per sembrare morti e feriti, ora dovrei credere alle immagini fatte vedere a Bergoglio?
Sono stufa di questo buonismo senza prove concrete, sono stufa di manipolazioni. 
Chi mi dice che queste foto non siano state fatte ad hoc? 
Basta un briciolo di competenza cinematografica o fotografica per impiantare tutta una serie di immagini dal sapore horror.
Così ho fatto delle ricerche su internet, scoprendo che le fotografie fatte vedere al papa e che pure alcuni telegiornali hanno trasmesso, pur non essendo false si riferiscono a fatti assai differenti dalle torture libiche. 
Perciò i poveri migranti appesi per i piedi, altro non sono che dei comuni criminali nigeriani  

https://www.tori.ng/news/78012/photo-hoodlums-tied-upside-down-to-iron-bar-and-de.html

 

mentre il ragazzo legato e ferito (che un giornale titolava “chissà se il poveretto è ancora in vita”), è una vittima sì, ma non dei torturatori libici, ma di persecuzioni religiose ad opera di musulmani, sempre in Nigeria.

 

http://247ureports.com/protests-condemnation-trails-fulani-herdsmen-killing-in-enugu/

Quando sul corpo di buona parte dei migranti arrivati in Italia vedrò le cicatrici delle torture (che permangono per anni), allora FORSE potrò anche crederci.


T’amo

T’amo per tutte le donne che non ho conosciuto
T’amo per tutte le stagioni che non ho vissuto
Per l’odore d’altomare e l’odore del pane fresco
Per la neve che si scioglie per i primi fiori
Per gli animali puri che l’uomo non spaventa
T’amo per amare
T’amo per tutte le donne che non amo

Sei tu stessa a riflettermi io mi vedo cosí poco
Senza di te non vedo che un deserto
Tra il passato e il presente
Ci sono state tutte queste morti superate senza far rumore
Non ho potuto rompere il muro del mio specchio
Ho dovuto imparare parola per parola la vita
Come si dimentica

T’amo per la tua saggezza che non è la mia
Per la salute
T’amo contro tutto quello che ci illude
Per questo cuore immortale che io non posseggo
Tu credi di essere il dubbio e non sei che ragione
Tu sei il sole forte che mi inebria
Quando sono sicuro di me.

Paul Eluard


Tempesta

Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo.

Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero.

Ma su un punto non c’è dubbio…

Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato.”

 

Haruki Murakami


Fai silenzio

Fai silenzio,
perché se non te lo dico ora
potrei non avere più
il coraggio per dirti che sensazioni mi dai ora,
te lo dico adesso, nella durata di un lungo respiro,
che copre il battito agitato del mio cuore,
accade ogni volta che ti sfioro le tue mani,
Ogni volta che il vento spinge il profumo
dei tuoi capelli verso di me,
quel lungo respiro
che copre il battito del mio cuore,
ogni qual volta che mi sorridi,
ogni volta che ti sento parlare
e ti vedo sorridere,
te lo dico ora,
te lo dico adesso,
smetti di essere così meravigliosa
o mi farai saltare il cuore.

Ejay Ivan Lac


La razzista


La verità

La poesia postata ieri capita proprio a fagiolo: a chi credere?

Al parlamentare Riccardo Magi, di LeU, che fa un quadro piuttosto tragico della situazione sulla nave Diciotti e ad altri personaggi – tra parlamentari cone Laura Boldrini, giornalisti, operatori umanitari – saliti a bordo della nave o che hanno assistito allo sbarco dei bambini (alcuni peraltro piuttosto cresciutelli) definiti scheletrini, oppure alle parole del comandante Massimo Kothmeir che invece prospetta una situazione del tutto diversa?

L’intervista è stata pure registrata, quindi sulle parole non ci sono davvero dubbi.

Il comandante dice:

– Mi hanno descritto in maniera differente dal quale sono, solo per via di una immagine che ho impostato come copertina di Facebook. L’immagine mi è stata regalata e non ne conosco l’autore.

– Sulla nave ci sono dei casi di scabbia, ma a bordo ci sono rappresentanti di Intersos, che fa capo all’Unicef, e del Cisom, che forniscono un adeguato supporto sanitario.

– A bordo non c’erano “bambini”: gli unici tre (per giunta accompagnati) erano già stati trasbordati a Lampedusa subito dopo averli imbarcati. Dalla nave sono discesi quindi solamente 27 adolescenti tra i 14 ed i 18 anni (anche se a me alcuni sono sembrati di un’età più avanzata).

– Tra i migranti non ci sono “scheletrini” come scritto da un’operatrice di Terres des Hommes : sono per la maggior parte eritrei, un’etnia notevolmente più alta e magra delle altre.

– Non mi esprimerei mai sul “sequestro di persona”.

Ed è interessante, a tale proposito leggere il parere del magistrato Carlo Nordio.

 


Istruzioni per i lettori di giornali

I

Verificate ogni parola
verificate ogni riga
             non dimenticate mai
             con una tesi
             è possibile
             esprimere anche l’antitesi

II

Diffidate dei titoli
scritti in grassetto
            nascondono le cose piú importanti
diffidate degli articoli di fondo
             delle inserzioni
             delle quotazioni
             delle lettere al direttore
e delle interviste di fine settimana
anche i sondaggi di opinione
            sono manipolati
            le notizie varie escogitate
            da redattori furbetti
diffidate della terza pagina
           delle critiche teatrali i libri
           per lo piú sono migliori dei loro recensori
leggete quello che loro hanno sottaciuto
diffidate anche dei poeti
              in loro tutto suona
              piú bello anche piú atemporale
             ma non è piú vero né piú giusto

III

Non prelevate niente senza averlo verificato
né le parole né le cose
né il conto e neppure la bicicletta
           né il latte e neppure l’aragosta
           né l’uva e neppure la neve
afferratelo, assaggiatelo, rigiratelo da tutte le parti
mettetevelo tra i denti come una moneta
resiste? ne siete contenti?

IV

Il fuoco è ancora fuoco e il fogliame ancora fogliame
l’aereo è aereo e la rivolta rivolta
una rosa è ancora una rosa?

Non smettete mai
            di diffidare dei vostri giornali
            anche quando cambiano i redattori
            o i governi

Horst Bienek

 

 


Spopolata

Dopo di te
sono spopolata,
una nuvola senza popolo delle nuvole,
un’anima senza angoli,
spazzata da vento impetuoso.
Un nòcciolo senza frutto.
Respiro forte
sotto cielo duro.
sovraesposta
e schiusa,
mi aggiro appena nata
per la città fragorosa
e tocco muri con dita vegetali,
li conto,
come prove numeriche
di essere al mondo,
lo stesso mondo.

 

Chandra Livia Candiani


Abisso

Tra me e la mia coscienza
c’ è un abisso
nel cui fondo invisibile scorre
il rumore di un fiume lontano dai soli,
il cui suono reale è cupo e freddo –
Ah, in qualche punto del pensare della nostra anima,
freddo e scuro e incredibilmente vecchio,
in se stesso e non nella sua dichiarata apparenza.

Il mio ascoltare è diventato il mio vedere
quel sommerso fiume senza luogo.
Il suo rumore silenzioso libera sempre
il mio pensiero dal potere del mio pensiero di sognare.
Una temibile realtà appartiene
a quel fiume di mute, astratte canzoni
che parlano della non realtà
del suo andare verso nessun mare.
Ecco! Con gli occhi del mio sognato sentire
io sento il non visto fiume trasportare
verso dove non va tutte le cose
di cui è fatto il mio pensiero – il Pensiero
in Sé, e il Mondo, e Dio, che
fluttuano in quell’ impossibile fiume.

Ah, le idee di Dio, del Mondo,
di Me stesso e del Mistero,
come da uno sconosciuto bastione colpito,
scorrono con quel fiume verso quel mare
che non ha raggiunto né raggiungerà mai
e apparterrà al suo moto legato alla notte.
Oh, ancora verso quel sole su quella spiaggia
di quell’ inattingibile oceano!

Fernando Pessoa


Senza titolo

Ti cercherò sempre

sperando di non trovarti mai

mi hai detto all’ultimo congedo

Non ti cercherò mai

sperando sempre di trovarti

ti ho risposto

Al momento l’arguzia speculare

fu sublime

ma ogni giorno che passa

si rinsalda in me

un unico commento

ed il commento dice due imbecilli

 

(Michele Mari, Cento poesie d’amore a Ladyhawke, Einaudi)


Gioco

Sapendo che ti amo,
e quanto sono difficili le cose dell’amore,
preparo in silenzio il tavolo
da gioco, colloco i pezzi
sulla scacchiera, dispongo i posti
necessari perché tutto
cominci: le sedie
una di fronte all’altra, sebbene sappia
che le mani non possono toccarsi,
e che al di là delle difficoltà,
esitazioni, arretramenti
o avanzamenti possibili, solo gli occhi
trasportano, forse, un’ipotesi
d’intendimento. È allora che arrivi,
è come se un vento di nord
entrasse da una finestra aperta,
tutto il gioco vola per aria,
il freddo ti riempie gli occhi di lacrime,
e mi spingi dentro, dove
il fuoco consuma quel che resta
del nostro rompicapo. 

Nuno Júdice


da “Foglie d’erba”

Se tardi a trovarmi, insisti.
Se non ci sono in nessun posto,
cerca in un altro, perchè io sono
seduto da qualche parte,
ad aspettare te…
e se non mi trovi piú, in fondo ai tuoi occhi,
allora vuol dire che sono dentro di te.

Walt Whitman


Senza titolo

M’infiamma il desiderio
e brillano i miei occhi.
Sistemo la morale nel primo cassetto che trovo,
mi muto in demonio,
e bendo gli occhi dei miei angeli
per
un bacio.

Maram al_masri


Siamo tutti competenti

Gli italiani sono dei grandi improvvisatori.

Inizia il campionato di calcio, e si sentono tutti commissari tecnici.

C’è una manovra finanziaria, e diventano tutti ministri dell’economia.

Adesso, dopo il crollo del ponte Morandi, leggo che ci sono un sacco di ingegneri, “laureati” su Facebook.

Personalmente non sono in grado di stabilire le cause del disastro, suppongo sia principalmente a causa della insufficiente manutenzione, anche perché Autostrade per l’Italia aveva preventivato degli interventi per il suddetto ponte subito dopo le ferie, bandendo un maxi appalto per 20 milioni di euro.

Però leggo delle constatazioni interessanti fatte da gente che senza dubbio è piùinformata di me ed ha gli strumenti per accedere a determinate informazioni, sia tecniche che finanziarie.

Solitamente non leggo Libero, però l’articolo di Franco Bechis mi è sembrato piuttosto interessante. Devo sintetizzare, in quanto l’esposizione è piuttosto lunga.

Il ponte inaugurato nel 1967 fu considerato a rischio dalla società Autostrade ancora nel 1994, quindi il governo Berlusconi bandì una gara per la costruzione della cosiddetta “Gronda”, ossia il Passante di Genova. Il governo però cadde, e subentrò Prodi, con Burlando ai Lavori Pubblici. Questi si oppose da subito alla Gronda invisa a Rifondazione Comunista (il M5S non era ancora nato), partito necessario alla continuazione del Governo. Cade Prodi, ritorna Berlusconi che rimette la Gronda tra le opere necessarie, ma vari enti locali, in primis la Provincia di Genova retta da Marta Vincenzi del PD, presentano numerose opposizioni ai ben 5 progetti presentati dalla Società Autostrade, seguita poi dal Comune di Genova, guidato da Doria, sempre del PD.

Ad un certo punto Burlando cambia rotta e si schiera a favore della Gronda, anche se il provvedimento incontra ancora la solita resistenza.

Nel 2012 Alessandro Repetto della Margherita, profeticamente annuncia che prima o poi il ponte sarebbe crollato, e quanti avevano ostacolato la Gronda avrebbero avuto dei morti sulla coscienza. Tra i tanti oppositori si annovera anche Finmeccanica, nella sua branca di Ansaldo Energia, che paventava la perdita di 2800 posti di lavoro per lo spostamento delle unità produttive.

Gli ultimi ad opporsi, nel 2017, sono stati proprio i pentastellati, anche se la loro opposizione contava praticamente una cippa, visto che l’Unione Europea nel frattempo aveva dato l’OK ai lavori, il cui inizio era previsto per l’anno prossimo, con termine nel 2028.

E i termini della responsabilità su chi ricadono?

Premettendo che i vari governi e ministri Prodi, Amato, Di Pietro, D’Alema, Letta, Renzi, Gentiloni, Del Rio hanno svenduto Autostrade all’Atlantia, in parte proprietà dei Benetton, c’è da considerare che sembra che Autostrade controlli se stessa, ispezionando i tronchi autostradali e autocertificando i lavori svolti da personale proprio o esterno, però sempre retribuiti da Autostrade, senza fornire un piano di manutenzione, necessario solamente per chi gestisce strutture costruite dopo il 1999.

E questo, purtroppo, è stato il risultato.


Una piccola preghiera per te, Aretha


Litania – Genova blues

 

 


Cronaca di una morte annunciata

https://video.corriere.it/ecco-prossimo-cavalcavia-che-cadra-agrigento-l-allarme-ponte-morandi/9747a3e8-063c-11e7-8fe9-ed973c8b5d6a

Per certe tragedie, è solo questione di tempo.

Quando la manutenzione è inadeguata o del tutto assente, è sufficiente aspettare.

Penso a quante vite terminate così tragicamente, alla vigilia di un giorno di festa, per colpa non della fatalità, ma della negligenza e dell’incuria di chi non ha a cuore il bene pubblico, di chi magari ci ha pure lucrato sopra, dell’avidità e della disonestà. E questo si verifica in ogni campo, non solo nella manutenzione dei viadotti autostradali, costruiti per un traffico che andava bene 50 anni fa, come si evince dallo scritto di Milena Gabanelli.

 

https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/boom-trasporti-pesanti-ha-indebolito-ponti-chi-se-ne-occupa/1e95b2ac-1e08-11e8-af9a-2daa4c2d1bbb-va.shtml

Ed ora sono in attesa della prossima tragedia, consapevole che come al solito daranno la responsabilità alla “fatalità”.

https://video.corriere.it/genova-autostrada-a10-momento-crollo-ponte/a5b861ae-9fad-11e8-9437-bcf7bbd7366b

 

https://video.corriere.it/crolla-ponte-morandi-genova-tutto-quello-che-sappiamo-viadotto-infografica/23b3a9a6-9fd6-11e8-9437-bcf7bbd7366b

 

 

 


Le donne come me

Le donne come me
non sanno parlare;
la parola le rimane
di traverso in gola
come una lisca
che preferiscono inghiottire.
Le donne come me
sanno soltanto piangere
a lacrime restie
che improvvisamente
rompono e sgorgano
come una vena tagliata.
Le donne come me
sopportano gli schiaffi,
senza osare renderli.
Tremano di rabbia
e la reprimono.
Come leoni in gabbia,
le donne come me
sognano
di libertà…

Maram al-Masri


Senza titolo

Foto animadaC’era tanto di tutto, musica ce n’era tanta,
biglietti per il cinema ce n’erano quasi sempre.
Un tizio ombroso e un teppista su un tram
rosso viaggiavano diretti al niente.

La musica si fece poca,
la gente pure: il tram si dirigeva al deposito.
E anche noi eccoci usciti dalla sala in bocca
all’autunno per imboccare poi

il lungo viale della vita. L’argomento
del film era l’estate, la felicità, non certo i guai.
Nell’ultima fila c’erano birra e sigarette.
In prima fila non mi siederò mai.

Esco dal cinema che già la neve posa,
sta lì un tale barbuto con una vanga di compensato,
nell’aria sfreccia un tram di color rosa –
il quattordici, no, il nove, il ventiquattro.

Il mondo intero, tuttavia, è mutato d’un tratto,
io invece – sempre quello, non so dove sbatter la testa,
farò tutti i numeri delle mie amiche da capo,
pigliando insulti degli estranei che ci convivono da un pezzo.

La colpa è tutta della neve, che i fiori ha coperto.
Farò sferragliare le chiavi, giunto a casa vagolante,
e passerò per le stanze fredde e deserte.
Andrò in cucina e – toh: bevono il tè due angeli.

Boris Ryzhij Barisovich

 


Dopo che hai scrollato da me

Dopo che hai scrollato da me

l’amore e la gioia

la tristezza e la speranza

e sono apparsa come un albero spoglio

di foglie di frutti

e di uccelli,

ho strappato i miei bottoni dai tuoi occhielli

e ho deciso di dimenticarti.

 

(Maram al-Masri)


Luna blu – Perth 2001

No, non dirò: Attimo fermati !
solo rallenta un poco
rallenta un poco i battiti.

Enorme, blu,
non capita due volte nella vita
di vederla sospesa in mezzo al cielo;
di vederla e non crederla un miraggio.

No, non dirò stanotte come Faust:
Attimo, oh! Sei troppo bello,  fermati!
ma prenderò ad occhi aperti un Dilatrend
per rallentare questa notte i battiti.

Corrado Calabrò


Senza titolo

La busta della tua lettera

con i due francobolli gialli e rossi

l’ho piantata

nel vaso dei fiori

La voglio

innaffiare ogni giorno

allora mi cresceranno

le tue lettere

Lettere belle e tristi

e lettere che odorano di te

Avrei dovuto farlo prima

e non solo

così tardi nell’anno.

 Erich Fried