A Franco Basaglia
Il vento, la bora, le navi che vanno via
il sogno di questa notte
e tu
eterno soccorritore
che da dietro le piante onnivore
guardavi in età giovanile
i nostri baci assurdi
alle vecchie cortecce della vita.
Come eravamo innamorati, noi,
laggiù nei manicomi
quando speravamo un giorno
di tornare a fiorire
ma la cosa più inaudita, credi,
è stato quando abbiamo scoperto
che non eravamo mai stati malati.
Alda Merini
Continuo a vedere un scarto abissale tra ciò che veicoli in Post…e le ca**ate che dici sulla politica oggi… Bah! 😦
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25 luglio 2018 alle 20:20
Ognuno ha le proprie idee. Sicuro che le tue siano quelle giuste?
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25 luglio 2018 alle 20:33
io ho le idee completamente fuori di sesto in materia di governo, politica etc… ma non riesco a capire l’accostamento tra l’ode meriniana a Basaglia (libertà, tolleranza, anarchia della bellezza creativa etc) e l’ode loredaniana al cugliùn sovranista… leggo una contraddizione… non impongo le mie idee…po confliggiamo pure che è una bella cosa…troppo torpore nei commenti quà 😀
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25 luglio 2018 alle 20:36
Più che un’ode a Basaglia, del quale condivido solo in parte le idee, era un omaggio alla Merini
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25 luglio 2018 alle 20:37
io l’ho vissuto quel tempo… ero parte di una comunità terapeutica basagliana…si c’erano limiti…ma il sogno era puro e potente
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25 luglio 2018 alle 20:53