Sera di Gavinana
Ecco la sera e spiove
- sul toscano Appennino.
- Con lo scender che fa le nubi a valle,
- prese a lembi qua e là
- come ragne fra gli alberi intricate,
- si colorano i monti di viola.
- Dolce vagare allora
- per chi s’affanna il giorno
- ed in se stesso, incredulo, si torce.
- Viene dai borghi, qui sotto, in faccende,
- un vociar lieto e folto in cui si sente
- il giorno che declina
- e il riposo imminente.
- Vi si mischia il pulsare, il batter secco
- ed alto del camion sullo stradone
- bianco che varca i monti.
- E tutto quanto a sera,
- grilli, campane, fonti,
- fa concerto e preghiera,
- trema nell’aria sgombra.
- Ma come più rifulge,
- nell’ora che non ha un’altra luce,
- il manto dei tuoi fianchi ampi, Appennino.
- Sui tuoi prati che salgono a gironi,
- questo liquido verde, che rispunta
- fra gl’inganni del sole ad ogni acquata,
- al vento trascolora, e mi rapisce,
- per l’inquieto cammino,
- sì che teneramente fa star muta
- l’anima vagabonda.
- Vincenzo Cardarelli
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La voce è stata pubblicata il 9 giugno 2018 da loredana. Archiviata in antologia, poesia, Senza categoria con tag Sera di Gavinana, Vincenzo Cardarelli.
Beh, questa la conosco bene!
Ottima scelta.
Buon fine settimana.
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9 giugno 2018 alle 23:23