La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

Archivio per 23 Maggio 2018

Qualche conticino

Quelle cose che mi fanno incavolare di brutto.

L’assurdo attacco del PD contro Borghi, accusato di aver fatto “crollare” il titolo di MPS.

CROLLARE, capito?

Ed ecco allora qui sotto, la cronistoria delle azioni MPS.

Nel 2014, in febbraio, all’inizio del governo di Matteo Renzi, con Pier Carlo Padoan ministro, un’azione valeva € 270.

Sempre nello stesso anno, la banca deve essere ricapitalizzata per 3 miliardi di euro, in quanto non supera lo stress-test.

Nel giugno 2015, lo stato diventa azionista di MPS, ed in settembre, con l’approvazione del bail-in, il titolo vale € 180.

1° Gennaio 2016: entra in vigore il bail-in e un’azione MPS scende a € 120.

22 gennaio 2016, Matteo Renzi annuncia trionfante che MPS è “risanata” ed è un affare! Però il titolo scende a € 70 (bell’affare!).

12 Dicembre 2016, inizia il governo Gentiloni, Padoan viene riconfermato quale ministro dell’Economia e Finanze. Quanto vale un’azione MPS? Ben € 20! Ma il 23 dello stesso mese il titolo viene sospeso in borsa.

Luglio 2017, l’Unione Europea approva aiuti di stato per 5,4 miliardi di euro, cosicché nel settembre il titolo viene nuovamente quotato in borsa.

Il 17 maggio Borghi dice che bisogna ripensare MPS. Il titolo “crolla” (?) da € 3,1 a € 2,92.

Padoan si sente in dovere di riprendere Borghi per aver messo a repentaglio un investimento effettuato con risorse pubbliche. Chi ha fatto deprezzare le azioni MPS da 270 a 3 euro circa (-98,88%), se non il PD, del quale il MPS era la banca di riferimento, senza contare quanto ci è costato di ricapitalizzazioni pagate con le nostre tasse, con contributi abbondantemente “evaporati” non si sa come?

Oppure Borghi, che ha fatto “crollare” il titolo di ben 18 centesimi?

Beh? Chi è responsabile del crollo?
Adesso potrei anche capire un rimprovero da qualsiasi altro partito politico, ma non certamente dal PD, responsabile della ROVINA del più vecchio istotuto bancario del mondo.,

Piuttosto, mi chiedo perché nessuno critichi gli aiuti di stato ad Alitalia che vengono continuamente prorogati a spese nostre: siamo stufi di pagare per quel carrozzone disastroso che doveva essere fatto fallire ancora anni ed anni fa. Senza contare che alcuni piloti percepivano una sostanziosa Cassa Integrazione che andava dai 6 ad oltre 10mila euro mensili pur lavorando presso altre compagnie private estere, questo perché i controlli sono pressoché nulli.