La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

Archivio per gennaio, 2018

Brutto tempo?

Quelle giornate in cui sembra voglia diluviare, ed invece c’è solo quell’umidità appiccicosa che si attacca al viso ed ai vestiti senza che cada una goccia di pioggia…

Quelle giornate da 50 sfumature di grigio, dove i cristalli dei palazzi si confondono con il cielo plumbeo ed in lontananza sembrano svanire nella foschia…

Sarebbe bello girare, ma il tempo davvero non invoglia, i mezzi pubblici sono stracolmi di gente, ed allora l’unica cosa è rifugiarsi alla Feltrinelli alla ricerca di un libro.

E qui accade quello che non ci si aspetta.

Già, perché da giorni la cervicale mi tormentava, ed invece il movimento del collo (destra, sinistra, ancora destra e via dicendo) per leggere i vari titoli mi ha letteralmente guarito 😀

Non sono mai riuscita a capire perché le case editrici e quelle che producono i DVD non si mettano d’accordo per stampare i titoli in un’unica direzione, senza costringere gli acquirenti a vari contorcimenti, però questo esercizio mi ha fatto parecchio bene e l’importante, come si dice, è il risultato.


Forza e debolezza

Tu sarai amato il giorno in cui potrai mostrare la tua debolezza senza che l’altro se ne serva per affermare la sua forza.

Cesare Pavese


è un amore impossibile

E’ un amore impossibile” – mi dici.
“E’ un amore impossibile” – ti dico.
Ma scopri che sorridi se mi guardi,
e scopro che sorrido se ti vedo.
“Di notte” – tu confessi – “io ti penso…

Ti penso giorno e notte,

e mi domando se stai pensando a me,

mentre ti penso.

La società, le regole, i doveri… ma tremi quando stringo le tue mani.”
“Meglio felici o meglio allineati?”
Ti chiedo. E il tuo sorriso accende il giorno,

cambiando veste ad ogni mio pensiero.
“Questo amore è possibile” – ti dico.
“Questo amore è possibile” – mi dici.

(Sesto Aurelio Properzio)


Gatto che giochi per via

Gatto che giochi per via

come se fosse il tuo letto

invidio la sorte che è tua

ché neppur sorte si chiama.

Buon servo di leggi fatali

che reggono i sassi e le genti,

senti solo quello che senti;

sei felice perché sei come sei,

il tuo nulla è tutto tuo.

Io mi vedo e non mi ho,

mi conosco e non son io.

Fernando Pessoa

 


La faccia della feccia

Quando si dice “metterci la faccia”.

Ah, quella coperta dal bollo rosso  non è la faccia?


Isacco

Scrivevo dei cambiamenti di Milano e, tra i tanti, le chiusure di vari negozi dove comperavamo CD e DVD. Uno dei pochi rimasti “quasi” al suo posto sono le Librerie Paoline di piazza Duomo. Nemmeno loro sono più nella sede storica, che adesso ospita uno store ODS (quegli enormi negozi di dolciumi dove vendono di tutto e di più…l’ultima frontiera dei megagalattici punti vendita, dopo quelli di vestiti, scarpe, occhiali, cosmetica, cellulari), ma si sono trasferiti a poche decine di metri in una sede più piccola ma meglio attrezzata.

Ci rechiamo spesso in quel negozio per acquistare vecchi film reperibili solo su Amazon ma spesso neppure là, anche perché è un piacere scambiare un paio di parole con la signora Nicoletta, molto cortese e competente. Qualche giorno fa siamo andati appunto per cercare un DVD che però al momento non era disponibile, ma poteva tranquillamente essere ordinato con l’assicurazione che sarebbe arrivato in un paio di giorni. All’uscita siamo stati salutati da un uomo di colore, uno dei tanti che vendono libri sull’Africa, sui neri, sul razzismo. Abbiamo gentilmente rifiutato l’offerta di comperare qualcosa poi, non so nemmeno dire come, ci siamo trovati a parlare con lui…non molte parole a dire il vero, ma ci è sembrato davvero una brava persona, di una certa istruzione per come esponeva i suoi pensieri. Non abbiamo acquistato nulla, però mio marito gli ha comunque donato qualcosa “per un caffè” (anche qualcosa di più 🙂 ) che lui inizialmente non voleva accettare. Pensavamo l’incontro fortuito di una volta, invece oggi, ritornando a ritirare il DVD ordinato,lo abbiamo trovato ancora.

È venuto istintivo salutarlo (lui non ci aveva riconosciuto, spiegherò tra poco perché), ed è seguita quindi un’altra chiacchierata. Questa volta abbiamo acquistato anche un libro: lui veramente ce lo voleva regalare, ma questo per noi era inaccettabile. Non voleva dirci quanto, ad offerta libera, come si dice, quindi l’importo è stato piuttosto generoso. Abbiamo così saputo che si chiama Isacco, con una moglie, due bambini di 5 e 8 anni, e che purtroppo ha una malattia genetica agli occhi: uno lo ha già perso, ed anche con l’altro ha una visione limitata, il che gli ha fatto perdere il lavoro che aveva da quando è arrivato dal Senegal (nel 2002), perciò campa vendendo libri; anche la moglie che faceva la badante attualmente è senza occupazione. Un bravo ragazzo (non so dire l’età, credo tra i 35 ed i 40 anni), pelle scurissima che sembra di velluto, un italiano forbito e corretto. Ogni tanto, parlando, si interrompeva per cercare il termine più adatto…ma la cosa che più ci ha fatto piacere è quando ci ha detto che parlare con qualcuno è stato più gratificante che ricevere dei soldi. Una persona positiva, nonostante tutte le difficoltà che ha attraversato e che sta ancora attraversando.

Spero che abbia più fortuna.

(Immagine da internet)


Per non dimenticare

Da domani sarò triste, da domani.
Ma oggi sarò contento.
A che serve essere tristi, a che serve?
Perché soffia un vento cattivo?
Perché dovrei dolermi oggi del domani?
Forse il domani è buono
Forse il domani è chiaro.
Forse domani splenderà ancora il sole
E non vi sarà motivo di tristezza.
Da domani sarò triste, da domani.
Ma oggi, oggi sarò contento.
A e ogni amaro giorno dirò:
“Da domani sarò triste. Oggi no”

Scritto nel 1941 da un ragazzo rimastro anonimo sul muro del ghetto di Varsavia


Una disgrazia

La tragedia del deragliamento del treno a Pioltello mi ha colpita particolarmente.

Varie volte infatti, quando siamo qui a Milano usiamo i convogli della TreNord per recarci a trovare dei parenti. Sinceramente mi sono sempre trovata bene: dipenderà forse dalla tratta, oppure dall’orario (infatti saliamo o verso le 18 o verso le 18.30): abbiamo sempre trovato posto a sedere ed il nostro treno non ha mai accusato gravi ritardi, forse uno o due minuti alla partenza e cinque all’arrivo.

Solo una volta ci siamo trovati male, in mezzo ad una bolgia di gente e con un ritardo pazzesco.

L’unica rimostranza è che a volte i display e gli audio che annunciano le fermate non funzionano, ed è un problema vedere a quale fermata scendere, in quanto anche i cartelli che indicano le stazioni non sono leggibili.

È il primo grave incidente che accade in Lombardia, e tutto sembra dovuto più che alla fatalità, all’incuria per mancata manutenzione. Dico SEMBRA perché gli accertamenti sono ancora in corso e RFI ha pure annunciato che i controlli erano stati fatti pochi giorni prima, l’11 gennaio scorso, e che i binario in questione avrebbe dovuto essere sostituito da lì a poco. In questo caso però, a mio parere, sarebbe stato opportuno sospendere il passaggio dei treni in quel tratto, o perlomeno chiedere ai macchinisti di limitare fortemente la velocità. Ora c’è il rimpallo delle responsabilità tra la lombarda TreNord proprietaria dei convogli, e RFI che invece possiede i binari e cura la manutenzione degli stessi.

Resta il fatto che tre povere signore hanno perso la vita in questo disastro, ma le vittime avrebbero anche potuto essere più numerose.


Capodanno

 

No, non parlo del nostro, che è già trascorso, ma di quello cinese che si sta avvicinando.

Ed allora anche a Milano, nel quartiere orientale, in via Paolo Sarpi, ci si sta già preparando per l’anno del Cane, che inizierà nella notte tra il 15 ed il 16 febbraio.

Quindi, tolte le luminarie natalizie, ecco comparire le tradizionali lanterne rosse che rallegrano tutta la via.


È larga e gialla la luce serale

È larga e gialla la luce serale,
mite il fresco d’aprile.
Hai tardato molti anni,
ma sono lieta di te.

Siedi più a me vicino,
guardami con gli occhi allegri:
Ecco il quaderno azzurro
dei miei versi infantili.

Perdona se son vissuta affliggendomi,
e il sole poco m’ha allietata.
Perdona, perdona se molti
ho scambiato per te.

Anna Achmatova


Pensierino

Frau Angela ha appena ricostituito la Grosse Koalition unitamente a Schulz. La stessa Frau Angela si è recata dal baby Macron per rafforzare l’asse Parigi – Berlino, noto come “trattato dell’Eliseo”, firmando con grande sfoggio di pubblicità la convenzione bilaterale, per ribadire di fronte a tutte le nazioni della UE che la guida europea resta saldamente nelle mani francotedesche. Tutti gli altri zitti ad obbedire ai loro diktat, quasi in un rapporto di sudditanza. .
Vedere quindi Berlusconi recarsi in pellegrinaggio a Bruxelles, mi è sembrato che stia cercando non tanto un appoggio perché Strasburgo si pronunci in fretta per la sua candidatura – il che sarebbe anche comprensibile – quanto una genuflessione nei confronti dell’establishment delle alte sfere europee.
Ricordo quando Berlusconi, che pure non ho mai votato, era critico verso l’Unione Europea, specie contro quegli aspetti che non funzionano, e forse per questa sua posizione fu costretto alle dimissioni con la scusante dello spread – fatto poi confermato anche da parte di vari esponenti politici europei, come ad esempio Zapatero – ed ora è andato a parlare (?) proprio con coloro che furono gli artefici del “colpo di stato” che portò poi alle sue dimissioni.
Mi sembra inoltre che con tutta questa accondiscendenza si voglia assoggettare al dominio francotedesco la sovranità italiana, di modo che quelle due nazioni, a guida “sinistra” possano gestire la nostra economia ed anche la nostra stessa esistenza.
Un atteggiamento non dissimile da quello attuato dai governi Monti – Letta – Renzi – Gentiloni, per i quali eravamo solamente quelli che “dovevano fare i compiti a casa” affinché Germania e Francia potessero primeggiare.
E questo mi sembra molto pericoloso.


Razzismo

La frase della Bonino sugli immigrati è semplicemente stupida e denuncia anche un fondo di razzismo. Perché gli immigrati dovrebbero solo raccogliere pomodori? Posso capire che una scemenza simile l’abbia detta tempo fa Alessandro Gassman, ma una donna politica, per giunta progressista!
Non si è chiesta chi raccogliesse i pomodori prima dell’arrivo dei migranti? Naturalmente i nostri italiani, sfruttati dal caporalato, soppiantato da altri poveracci che si accontentavano di molto meno. E poi, per dirla papale papale, ormai in tante zone la raccolta viene fatta con appositi macchinari.
Se per la Bonino il migrante è buono solo per la raccolta dei pomodori… chi è razzista? Lei, che relega i migranti a bassissime mansioni, o il povero Fontana, bistrattato solo per aver usato la parola “razza” in un contesto in cui denunciava solo la paura di scomparsa della popolazione autoctona a causa dell’immigrazione senza controllo ?


Soldi soldi soldi…

Eh no, non ci siamo.

Basta promettere soldi a pioggia a tutti, senza che ci sia davvero una copertura.

Quelli che vogliono il reddito di cittadinanza, adesso si inventano anche la pensione di cittadinanza, per contrastare quasi certamente l’aumento delle pensioni a 1000 euro promesso da Berlusconi, i quali 1000 euro andrebbero anche “alle nostre mamme che non hanno mai versato i contributi”…

Ah le mamme, già mi si inumidisce il ciglio a pensarci!

E allora mettetevi nei panni di una donna che magari ha sgobbato 40 anni in fabbrica, per poi trovarsi con una pensione di 8/900 euro arrotondata a 1000, la stessa somma che andrebbe a percepire una casalinga che se ne è rimasta a casa ad accudire i figli, magari casalinga per sfizio perché moglie di un affermato professionista che poteva permettersi di mantenerla.

Poi ci sono i rinnovi contrattuali degli statali: per anni fermi, ed ora che le elezioni si avvicinano, ecco che i soldi, arretrati inclusi, saltano fuori come un coniglio dal cappello del prestigiatore.

Soldi certo, ma non per tutti, perché dagli aumenti sostanziosi (se non addirittura scandalosi come quelli dei dipendenti delle due camere), restano esclusi i militari e le forze dell’ordine, gratificati con un pugno di centesimi.

Addirittura dopo otto anni senza adeguamento economico, le richieste sono state perfino ribassate. Basti pensare che per le missioni in mare, superato l’orario di lavoro, lo straordinario viene forfettizzato a meno di 3 euro lordi orari!

Perché escludono proprio loro? Ovvio, perché loro NON POSSONO SCIOPERARE.

Ecco, queste manovre proprio mi fanno incavolare, e di brutto.


dai Dialoghi con Leucò


Dunque, lo sai, e mi puoi credere. Io dormivo una sera sul Latmo – era notte – mi ero attardato nel vagabondare, e seduto dormivo, contro un tronco. Mi risvegliai sotto la luna – nel sogno ebbi un brivido al pensiero ch’ero là, nella radura – e la vidi.
La vidi che mi guardava, con quegli occhi un poco obliqui, occhi fermi, trasparenti, grandi dentro. Io non lo seppi allora, non lo sapevo l’indomani, ma ero già cosa sua, preso nel cerchio dei suoi occhi, dello spazio che occupava, della radura, del monte.

Mi salutò con un sorriso chiuso; io le dissi: «Signora»; e aggrottava le ciglia, come ragazza un po’ selvatica, come avesse capito che mi stupivo, e quasi dentro sbigottivo, a chiamarla signora. Sempre rimase poi fra noi quello sgomento.
O straniero, lei mi disse il mio nome e mi venne vicino – la tunica non le dava al ginocchio – e stendendo la mano mi toccò sui capelli. Mi toccò quasi esitando, e le venne un sorriso, un sorriso incredibile, mortale. Io fui per cadere prosternato – pensai tutti i suoi nomi – ma lei mi trattenne come si trattiene un bimbo, la mano sotto il mento. Sono grande e robusto, mi vedi, lei era fiera e non aveva che quegli occhi – una magra ragazza selvatica – ma fui come un bimbo. «Tu non dovrai svegliarti mai», mi disse. «Non dovrai fare un gesto. Verrò ancora a trovarti». E se ne andò per la radura.
Percorsi il Latmo quella notte, fino all’alba. Seguii la luna in tutte le forre, nelle macchie, sulle vette. Tesi l’orecchio che ancora avevo pieno, come d’acqua marina, di quella voce un poco rauca, fredda, materna. Ogni brusio e ogni ombra mi arrestava. Delle creature selvagge intravvidi soltanto le fughe. Quando venne la luce – una luce un po’ livida, coperta – guardai dall’alto la pianura, questa strada che facciamo, straniero, e capii che mai più sarei vissuto tra gli uomini. Non ero più uno di loro. Attendevo la notte.

Cesare Pavese, Dialoghi con Leucò


Un bel tacer….

Oggi a Bolzano c’era la Boldrini, e mi è dispiaciuto molto non poter presenziare al suo intervento in quanto mi trovo ancora a Milano (per fortuna)😂😂😂.
Leggo quindi sulla versione on line del quotidiano locale che lei si è complimentata molto in quanto in questa provincia si è realizzata una vera integrazione, senza muri e barriere. E qui casca l’asino, anzi l’asina (non è un’offesa, ma un modo di dire vòlto boldrinescamente al femminile), perché è palese che la terza carica dello stato forse non è al corrente che qui i muri esistono eccome, in quanto fin dalle scuole dell’infanzia e fino alle superiori bimbi, scolari e studenti vengono divisi tra italiani e tedeschi.
Se non sono muri questi!!!
In questo modo l’integrazione avviene solamente per opera personale dei cittadini, non certamente delle istituzioni.
Perciò, cara presidenta, è meglio che.non parli di cose e situazioni delle quali non è a conoscenza.


I panda

(Foto da Il populista)

Il mio parere sulle parlamentarie dei pentastellati?
Una farsa.
In pratica sembra un concorso statale dove, per un centinaio di posti, si presentano in migliaia. Solo che vengono scelti apposta candidati senza competenza alcuna per poterli manovrare a piacimento (i famosi utili idioti),  ma per un buon compenso possono fare questo ed altro.
E Grillo guarda amorevolmente questi suoi “figli” (guardate quanto sono belli!), o meglio questo gregge di pecore disposto a seguirlo, anzi panda, cui il buon Di Maio voleva far mangiare carne, ma che è stato riportato dal suo guru sulla retta via dei germogli di bambù perché, diciamolo:

Gigi propone,
ma chi dispone
è sempre Beppone.

Ed a detta di quest’ultimo, il MoVimento adesso è passato ad una fase adulta, ossia dall’infantilismo direttamente alla fase arteriosclerotica.

L’esempio lampante è quello di un certo Domenico Impagliatelli, in arte Costantino Strapmen* di professione spogliarellista che, per sua stessa ammissione, di politica ne capisce poco e che, come curriculum, ha mandato solo nome, cognome, età e lavoro svolto, ma che è stato preferito a persone laureate e con professioni di prestigio (medici, avvocati etc). Non che.le professioni significhino qualcosa, basti vedere i flop della Raggi e dell’Appendino…

* per meglio conoscere il personaggio, ho visitato il sito facebook del candidato, tutto serate in discoteca dove lavora, e tanto padre Pio. Mah.


Il modo tuo d’amare

Il modo tuo d’amare
è lasciare che io t’ami.
Il sì con cui ti abbandoni
è il silenzio. I tuoi baci
sono offrirmi le labbra
perché io le baci.
Mai parole e abbracci
mi diranno che esistevi
e mi hai amato: mai.
Me lo dicono fogli bianchi,
mappe, telefoni, presagi;
tu, no.
E sto abbracciato a te
senza chiederti nulla, per timore
che non sia vero
che tu vivi e mi ami.
E sto abbracciato a te
senza guardare e senza toccarti.
Non debba mai scoprire
con domande, con carezze
quella solitudine immensa
d’amarti solo io.

(Pedro Salinas, da La voce a te dovuta)


Cambiamenti

Le persone cambiano.

Le città pure.

Così negli anni ho perso molti punti di riferimento.

Penso a Milano…quante cose sparite, anche se nell’arco di soli 25 anni, cioè da quanto ho iniziato a frequentarla regolarmente.

In piazza Duomo non c’è più Galtrucco con le sue stoffe da sogno e le sue vetrine eleganti, sostituita da Benetton; in via Meravigli ha chiuso anche il negozio di dolciumi dove comperavamo dei favolosi Cuneesi; lo storico ferramenta Collini, per il quale avevo anche partecipato alla raccolta firme per evitarne la chiusura, si è trasferito: è sempre in Corso Buones Aires, ma non più nella sede storica che occupava da più di un secolo. Le cose che più ci mancano sono però i negozi che frequentavamo abitualmente.

Le Messaggerie Musicali, in corso Vittorio Emanuele, ad esempio, poi cedute alla Mondadori ed infine da questa vendute alla catena di vestiario Mango. Oppure la FNAC di via Torino – che già aveva sostituito una storica Standa – acquisita poi da Trony e che ora ha le serrande mestamente abbassate, in quanto a breve arriverà l’ennesimo negozio di H&M. Per non parlare poi delle UPIM, molte delle quali sostituite dalla catena Oviesse.

Anche sotto casa i negozi hanno avuto una vera e propria rivoluzione.

Dove prima c’era la Vodafone, ora c’è un servizio di decorazione unghie gestite da cinesi. Le vecchie botteghe quali la merceria, la pasticceria artigianale, il calzolaio, la panetteria, la pizzeria al taglio…scomparse: al loro posto una gelateria “etnica”, un negozio di accessori per telefonia e pc (sempre gestito da cinesi), un barbiere, un ristorante, naturalmente cinese….

E come cambiano le botteghe, cambiano pure gli avventori, anche se la natura del negozio è sempre la stessa: il bar dove spesso facevamo colazione, assieme a parecchie anziane sciure milanesi, ora è gestito da cinesi e le vecchie sciure non ci vanno più, perché il loro posto è stato preso da vari extracomunitari. Il fruttivendolo già da tempo ritiratosi in pensione, ha ceduto il negozio ad un pachistano. Resiste ancora l’alimentarista all’angolo, che vende di tutto: carne, formaggi, salumi, pane, acqua minerale, biscotti vari, ed è sempre un piacere ritrovarlo ogni volta che torniamo…ma fino a quando?


Personaggi squallidi


Non seguo la TV, e mi rendo conto sempre più di far bene visto che personaggi beceri e viscidi come Floris e Gnocchi si permettono delle battute infami e volgari su Claretta Petacci. Personaggi dal cranio palesemente vuoto, che si credono spiritosi nel dire battute di merda e nel riderci su, mentre sono solo dei poveri cretini. Fossi in Cairo invece di pagarli li caccerei a pedate nel sedere oggi stesso.
Naturalmente le nostre care femministe insorgeranno compatte…o taceranno come sono solite fare?


Vita

La tua vita è la tua vita.
Non lasciare che le batoste la sbattano
nella cantina dell’arrendevolezza.
Stai in guardia.
Ci sono delle uscite.
Da qualche parte c’è luce.
Forse non sarà una gran luce ma
la vince sulle tenebre.
Stai in guardia.
Gli Dei ti offriranno delle occasioni.
Riconoscile, afferrale.
Non puoi sconfiggere la morte ma
puoi sconfiggere la morte
in vita,
qualche volta.
E più impari a farlo
di frequente,
più luce ci
sarà.
La tua vita è la tua vita.
Sappilo finché
ce l’hai.
Tu sei meraviglioso
gli Dei aspettano di compiacersi in te.

Charles Bukovski


Punti di vista

Attilio Fontana parla di difendere la razza bianca a rischio di estinzione a causa dell’immigrazione e viene ovviamente considerato razzista in quanto appartiene alla Lega.

Però se Stefania Prestipino parla di sostegno economico alle mamme per difendere la nostra razza, va tutto bene.

Già, ma LEI, è del PD.


il 5 marzo…

Probabilmente molti l’avranno già letta, ma era troppo carina per non condividerla

VOLETE SAPERE COME SARA’ LA NOSTRA VITA DOPO LE VOTAZIONI? Se tutto andrà come deve andare, sarà una pacchia. E io per prepararmi, ho già programmato la mia giornata tipo.

Dopo il 4 marzo, e una volta che le promesse di tutti i candidati premier saranno com’è prevedibile mantenute, io mi alzerò tardi. Che è già un ottimo inizio. Non avendo impegni incombenti, per la verità non avendone proprio, passerò la mattina guardando la Tv (senza pagare il canone, me l’ha promesso Renzi).

Al pomeriggio prenderò la mia auto (senza pagare il bollo, me l’ha giurato Silvio) e mi dirigerò con calma all’Università per seguire qualche lezione (senza pagare le tasse, me l’ha detto Piero Grasso). Sono ancora indeciso tra Paleontologia e Ingegneria spaziale. Magari entrambe, tanto lo farò unicamente per passione personale.

Perché al lavoro, quasi sicuramente, non ci andrò. Avrò un reddito minimo garantito da 780 euro al mese, mi ha assicurato Luigi Di Maio. Se poi avrò una moglie e un marmocchio in casa, addirittura 1.250, mi ha confermato Berlusconi. Non avrò fretta.

Se poi per noia o per curiosità mi farò assumere da qualcuno (perché il lavoro non mancherà, mi hanno detto tutti), sappiate che malissimo che vada sarò pagato 10 euro l’ora (parola di Renzi). Non verrò certo licenziato (che tanto il Jobs act, promessa, verrà abolito) e i soldi che guadagnerò, tutti ma proprio tutti, saranno tassati al 15% (me l’ha giurato Salvini). Se non l’avrò fatto prima, lascerò il lavoro a circa 60 anni, mica più a 67 (come mi ha assicurato Berlusconi). E lo farò con una pensione minima di mille euro (sempre il Berlusca, in gran forma).

Tanto mi basterà per viaggiare il mondo intero e organizzare una grigliata a settimana con gli amici. Alla fine di una vita tranquilla e bellissima, non so ancora se il mio funerale sarà pagato dal mio marmocchio (che spero a sua volta percepisca già il reddito minimo e si alzi tardi al mattino) o mi verrà gentilmente offerto dallo Stato. E anzi, approfitterei di questo contesto per invitare i candidati a formulare una proposta su tale problematica rimasta irrisolta. Gli economisti dicono che il mio stile di vita, e quello di tutti gli italiani, costerà 200 miliardi l’anno in più allo Stato. Cioè circa 50 mila euro l’anno per ogni singolo contribuente italiano. Cioè più dei soldi che guadagnerò col reddito minimo e quelli che risparmierò non pagando praticamente niente. A parte la casa. E la birra. E il cibo per le grigliate.

Ma quelli sono i tecnici, pignoli, saputelli e pure un po’ invidiosi. In realtà andrà tutto come deve andare e vedrete che sarà una pacchia. Me l’hanno promesso tutti.

(dal web)


Memoria a breve termine

A Bologna chi c’è in lista?
Non ditemelo!
CASINI 😀 😀 😀 


senza titolo

Questo rotolare verso l’abisso dell’al di là e mai, sentire il decollo del passato,
atterrare in un corpo d’adulto, sostenere il peso di tanti gesti, ma nel bunker cardiaco conservare il bambino,  come un’ostia vivente, come un diamante degno, come una lucidità senza pareti, porte e finestre aperte da cui attraversa il vento, solo il vento,  niente più che il vento.”

Alejandro Jodorowsky