La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

Giovedì appena passato

Vento.

Quel vento non violento, ma dolce, tepido, primaverile però ugualmente irritante per chi, come me, soffre di emicrania.

Avevamo scelto quel pomeriggio per recarci al cimitero Maggiore (il Musocco).

Un posto che mi mette un’angoscia infinita, specie se si entra nella”Piramide”, dove sono alloggiati ossari e colombari.

Il profumo intenso dei fiori si mescolava a quello delle piante in disfacimento, un odore greve e dolciastro che dava la nausea ed accentuava la natura lugubre di quel luogo.

Ci siamo intrattenuti il meno possibile, per poi uscire finalmente all’aperto: ora che molti campi sono stati svuotati e l’erba è ricresciuta, ci si rende conto della grandezza smisurata di questo luogo, dove lo sguardo spazia a vista d’occhio; tanto grande da essere servito internamente da una linea di autobus. Veniva spontaneo chiedersi se quelle distese non fosse meglio destinarle a verde pubblico, tanto erano vaste: del resto i vivi abbisognano di maggior spazio che non i defunti.

Purtroppo dovevamo visitare un altro colombario, più antico, sito lungo il perimetro del camposanto, e quello in marmo grigio era ancora più tetro, con quei lumini accesi che ricordavano tanto un film horror.

Tra una cosa e l’altra, l’applicazione del cellulare ha segnalato che, solo all’interno, avevamo camminato per circa sei chilometri impiegando, tra una cosa e l’altra, un paio di ore!

Ogni tanto penso all’assurdità dei cimiteri, e naturalmente esprimo una mia personale opinione: io i miei cari preferisco ricordarli com’erano, con una fotografia, una cartolina, uno scritto, qualcosa che è appartenuto a loro: quello che resta di loro non sono LORO, ma solo un pugno di polvere. La polvere, la cenere, non hanno memoria…

 

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