La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

Archivio per 20 agosto 2017

Paura

In alto loco continuano a parlare di non erigere muri, però blindano le città con i new jersey.

A Barcellona, come in altri luoghi colpiti dal terrorismo, la gente si riunisce per urlare

Io non ho paura”.


Invece bisogna averne, io ce l’ho.
Non quella paura che sconfina nella vigliaccheria e che fa restare inerti o rintanare in attesa che il peggio passi, ma quella vigile che ti fa stare all’erta contro i pericoli e che fa reagire, magari con la forza della disperazione.
La paura non si può arginare con gessetti, fiori, palloncini, canzoni, peluches o gattini.

Solo eliminando il nemico si elimina la paura.
La paura si affronta guardando in faccia la realtà e combattendo chi ci fa del male.

La paura si combatte smascherando quei mass-media ipocriti che censurano le foto delle vittime.

Ci si oppone alla paura confutando la doppia morale per cui l’immagine di un piccolo curdo morto annegato può essere pubblicata, anzi, va usata per amplificare i sensi di colpa di noi occidentali per costringerci ad un’accoglienza indiscriminata, altrimenti siamo passabili di razzismo, insensibilità, crudeltà, mentre i bimbi morti sulla Promenade o sulla Rambla, i giovani morti al Bataclan o a concerto di Manchester o al mercatino di Berlino dovrebbero essere semplicemente numeri senza identità da riportare sulle statistiche e da dimenticare al più presto.

Eh no, questo doppiopesismo non mi sta bene, perché si parla di PERSONE, e non fa differenza se siano morti in tragici incidenti o vittime di attentati. Solo che i media speculano sopra a queste situazioni, non certamente con l’intento di sminuire la paura, ma con lo scopo di cancellare i fatti dalla nostra memoria, di creare una sorta di assuefazione per cui, svanita l’emozione del momento, tutto torna come prima, fino all’attentato successivo. L’opinione pubblica viene così instradata secondo il volere delle autorità, cui i media sono ormai asserviti, per cui dobbiamo confermare di essere noi i migliori e dobbiamo dimostrarlo continuando ad accogliere immigrati che, quando giunge il momento, non esitano a massacrare gente inerme, ed il cui grido Allah Akbar ricorda tanto il “Gott mit uns” dei nazisti.

Ci ripetono che dobbiamo ABITUARCI a questo tributo di sangue, quasi fosse una cosa normale e si parli di statistiche degli incidenti stradali.

Solo che lassù, in alto loco, non si rendono conto che in questo modo fomentano ribellioni sotterranee e che ci stiamo semplicemente preparando al suicidio della società come noi l’intendiamo.