I “naufraghi”
Medici senza Frontiere, contrariamente al MOAS e Save the Children, non ha firmato il codice di condotta che consente alle navi delle ONG di attraccare nei porti italiani. La spagnola Proactiva Open Arms per ora non ha ancora firmato, però ha lasciato intendere di volerlo fare… vedremo se lo farà.
I punti controversi sono praticamente TUTTI quelli che il nostro governo ha prospettato: la presenza a bordo di ufficiali armati lederebbe l’immagine di imparzialità di MSF, che opera in zone a rischio in cui l’assenza di armi costituisce una garanzia di sicurezza; il divieto di trasbordo che metterebbe in difficoltà i natanti più piccoli che non potrebbero operare a lungo raggio; l’obbligo di raggiungere il porto più vicino, che sarebbe la Libia, ma che MSF non considera sicuro e che quindi va in contrasto con il loro scopo che è il “salvataggio”.
Molte ONG sono anche restie a svelare le proprie fonti di finanziamento, quindi qualcosa di poco chiaro c’è senza dubbio.
Solo che le navi ONG non effettuano “salvataggi”.
Il salvataggio si configura quando una nave che naviga tranquillamente verso la propria destinazione intercetta un SOS e, deviando dalla propria rotta, si reca sul posto per recuperare i naufraghi; in questo caso le ONG piazzano le proprie navi proprio lungo le rotte dei clandestini, al limite (a volte anche all’interno) delle acque territoriali libiche, imbarcando i migranti e trasportandoli in Italia. “Salvataggio” a 20 miglia dalla costa libica, per trasportarli a una distanza di ben 400 miglia.
Sembra più un favoreggiamento dell’immigrazione clandestina che un soccorso di naufraghi.
Se consideriamo quanto detto poco tempo fa dal procuratore Carmelo Zuccaro, che ha ipotizzato una connivenza tra navi ONG e scafisti, e le varie interferenze di Soros in questi affari, è facile ipotizzare il perché alcune organizzazioni non intendano firmare il protocollo.
Per ora a nostro favore c’è solo un parere positivo della Commissione Europea, caso abbastanza strano in quanto ormai tutti ci dettano legge (incluso Haftar che ci minaccia dalla Libia), e questo dà la misura del discredito del quale “godiamo” in campo internazionale.
Cosa ne pensate?