La coppia
Spengono la luce ma la sua bianca campana di vetro
Riluce ancora un istante prima di svanire del tutto
Come una pastiglia in un bicchiere di oscurità. Poi si alza.
E le pareti dell’albergo si slanciano nel buio del cielo.
I movimenti dell’amore si esauriscono e loro dormono
Ma i pensieri più segreti si incontrano
Come quando due colori si fondono
Sulla carta umida del disegno di un bimbo.
Buio e silenzio. Ma la città stanotte si è avvicinata.
Con le finestre spente. Sono giunte le case.
Stanno molto vicine nell’attesa affollata,
Di gente dal volto inespressivo.
Tomas Tranströmer
Il mediatore
Mediatore culturale
Dovrebbe essere una persona con ampia conoscenza delle due culture che bisogna mettere in contatto.
Ciò presuppone equilibrio, psicologia, saper spiegare a chi arriva nel nostro paese tradizioni, usi, costumi e leggi della nostra nazione per aiutare l’immigrato a conseguire una vera integrazione.
Invece questo becero individuo, certo Abid Jee, scelto non so con quali criteri, si è permesso di dire una frase altamente offensiva nei confronti delle donne, non solo italiane, forse richiamandosi ai costumi del paese dal quale proviene.
Sembra quindi chiaro che l’unica qualità posseduta dal tizio in questione sia solo la padronanza delle due lingue, italiano ed arabo.
Per ora il suo profilo Facebook è stato oscurato e lui sollevato in via temporanea dall’incarico ricoperto dalla Coop presso la quale lavora.
Quel che preoccupa è che il tizio passi questo messaggio ad altri uomini a lui affini per estrazione “culturale” (?) e che quindi costoro si sentano autorizzati ad agire di conseguenza. Se poi penso che il “mediatore” molto probabilmente è pagato con soldi pubblici, cioè nostri, la situazione è davvero tragica.
Fotografie
Ci sono fotografie che hanno la bellezza di certi quadri classici, sia nella plasticità delle forme, che nella costruzione dell’immagine. Sono due fotografie di avvenimenti recenti, una di queste diventata anche famosa sui media, la carezza di un poliziotto, la visiera alzata, ad una donna etiope che deve sgombrare dal palazzo di piazza Indipendenza.
L’altra, altrettanto efficace dal punto di vista visivo e che è relativa al salvataggio del piccolo Pasquale ad Ischia, richiama addirittura delle immagini di Caravaggio, sarà per lo sfondo scuro o per la luce che illumina frontalmente i soggetti.
Pur non essendo fotografie artistiche nel vero senso della parola, ma scatti relativi ad avvenimenti nello stile del reportage, trasmettono comunque delle emozioni.
Per questo ho voluto riportarle qui.

Un poliziotto in tenuta antisommossa e una donna eritrea di nome Genet in piazza Indipendenza a Roma, durante lo sgombero di ieri (ANSA/ANGELO CARCONI)
Tempo di pulizie
Sto cercando di fare un po’ di pulizia sui miei tre pc, uno alla volta s’intende, e sui tre hard disk esterni… Immagini scaricate che al momento mi erano piaciute, testi salvati ormai non più attuali. Una marea di spazzatura che non serve a nulla accumulate nell’arco di una quindicina di anni, molte cose doppie se non addirittura triple. Un lavoro bestiale.
Intanto inizierò dalle fotografie, che dovrò provvedere anche a classificare, poi seguirà il resto.
Boh, almeno ci provo 🙂
Ciao Nanni
Gli ero molto legata…sarà che era di Porta Venezia, la “mia” zona, dove abitava in una casa di ringhiera; sarà che ha soggiornato pure come sfollato a Porto Valtravaglia, paese che anche è nel mio cuore; sarà che cantava spesso in dialetto milanese; sarà che in questa lingua aveva tradotto anche le canzoni di George Brassens; sarà che era anche un jazzista di valore…ecco, sarà per tutte queste cose che lo amavo.
Ed oggi mi trovo a dire addio a Nanni Svampa, lo storico fondatore dei Gufi, il gruppo cabarettistico formato da lui, Lino Patruno, Roberto Brivio e Fiorenzo Magni, ma soprattutto cantastorie di una Milano che non c’è più.
Al mercaa de Porta Romana
Per ‘na stòria de quatter scigoll
Tucc i dònn, saran staa ona vintenna,
S’eren miss adree a fà question.
A pè, in bicicletta, de corsa
Riven i ghisa e on quaj pollee
Poeu on quajvun el se scalda e’l vosa
Per fermaj e per faj tasè.
Mì me par che anca i pussee stupid
Quand se tratta de ciappaj su
Ben o mal, tanto ormai l’è inutil,
Van via tucc e ne parlen pú.
Lilinscì inveci de moccala
S’inn scaldaa tucc anmò pussee
E han taccaa a dà via bòtt devvera
Contra i ghisa e adòss ai pollee.
Quand hoo vist i donnett per terra
Ch’eren ‘dree a ciappaj su de bon
M’è vegnuu come ona gran voeuja
De saltà giò a dagh ona man.
Del sest pian dove che gh’hoo la stanza
Ghe vosavi giò ‘mè on strascee :
« Daj ch’hinn còtt, che gh’han troòpa panscia !
Forza dònn, degh adòss, alé !! »
A ‘n bell moment voeuna la se tacca
Ai calzon d’on vecc maresciall
Che’l caiss el se sbatt el vosa :
« Abass le legg e cchi le ffa ! »
‘N’altra la salta sú ‘me ona bissa
e la streng fort in mezz ai ciapp
El crapon del sergent di ghisa
Che’l se mett a crià ‘mè on matt.
La pussee grassa de la banda
La sbottònna el sò reggipett
E a tucc quej che ghe gira intorna
La ghe mòlla cazzòtt coi tett.
Che casòtt : i pollee che vosen
E i donnett che ghe van adòss.
Se sa minga indove l’è che picchen
Fatto sta che se sent i òss.
Quand han vist ch’han vinciuu la guerra
Che faseva pú nient nissun
I donnett s’hinn sbassaa per terra
A cattà su ancamò i scigoll.
Gh’è restaa però ona gran voeuja
De ‘ndà indree a streppagh via i marron.
Meno mal gh’i aveven minga,
Se de nò gh’el faseven de bon !
Saprai che non t’amo e che t’amo
Saprai che non t’amo e che t’amo
perché la vita è in due maniere,
la parola è un’ala del silenzio,
il fuoco ha una metà di freddo.
Io t’amo per cominciare ad amarti,
per ricominciare l’infinito,
per non cessare d’amarti mai:
per questo non t’amo ancora.
T’amo e non t’amo come se avessi
nelle mie mani le chiavi della gioia
e un incerto destino sventurato.
Il mio amore ha due vite per amarti.
Per questo t’amo quando non t’amo
e per questo t’amo quando t’amo.
(Pablo Neruda)
Carità pelosa
Si scoprono tante porcherie, tanti illeciti, tante realtà vergognose dietro lo sgombero di piazza Indipendenza.
L’ennesimo sfruttamento degli immigrati che erano costretti a pagare una sorta di affitto ad associazioni a delinquere che indirizzavano alla rivolta i profughi (pochi) ed i clandestini (la maggioranza). 10 euro a persona per ogni pernottamento, uno schifo; e dato che il palazzo ospitava dalle 800 alle 1000 persone al giorno, fate voi i conti.
Ovvio che per non perdere questi introiti certi sedicenti movimenti “umanitari” abbiano spinto alla ribellione gli occupanti, costringendoli a rifiutare le soluzioni alternative.
Sarebbe ora di finirla con questo”buonismo d’accatto” gestito da varie mafiette sulla pelle di poveracci, in questo caso anche di donne e bambini.
E, guarda caso, nella maggior parte delle volte, si parla di associazioni tipiche del radicalismo di sinistra.
Disordini
Disordini.
Analizzando, di chi è la colpa?
Andiamo per ordine.
Innanzitutto della politica di accoglienza indiscriminata.
Ospitiamo tutti senza distinzioni: arrivano qui in tanti, belli, pasciuti e prepotenti, vengono da paesi in cui non c’è nessunissima guerra e diamo loro casa, vitto, vestiario, argent de poche, e non sono affatto poveri profughi.
Poi ci sono quelli dell’altro giorno a Roma, in maggioranza sicuramente profughi, in quanto originari di Eritrea, Etipopia, Somalia. Paesi davvero in guerra, paesi davvero in cui si soffre la fame.
Certo, alloggiavano abusivamente in un caseggiato da 4 anni, lo sgombero era stato programmato, anche perché si erano verificate gravi carenze igieniche, offrendo agli occupanti un’altra soluzione alternativa (alcune famiglie alloggiate in villette in quel di Rieti, ed altri con posti letto in due zone di Roma), alcuni hanno accettato, la maggioranza invece no, anche perché ci si sono messi di mezzo i soliti centri sociali del “Movimento di Lotta per la casa”.
Già, perché la proprietà privata in Italia non è garantita a nessuno. Se ti occupano la casa abusivamente, devi aspettare anni, se non addirittura decenni perché venga liberata. Nel frattempo però devi continuare a pagarci su tasse e bollette: ai loro soldi Stato e Comune non rinunciano di certo.
Dicono che la maggior parte di quelli che hanno rifiutato il trasferimento fossero clandestini che alloggiavano assieme ai profughi, e che facessero il bello ed il cattivo tempo nei giardinetti antistanti l’edificio: riferisco solo cose lette da chi asserisce di abitare in zona, quindi non le prendo per oro colato.
Resta il fatto che una buona parte delle persone ha preferito restare nell’edificio in centro di Roma., senza dubbio assai più comodo della periferia o addirittura delle zone provinciali.
Per sgomberarli cosa dovevano fare le forze dell’ordine? Offrire cappuccino e cornetti? The e biscottini? Se non te ne vai con le buone, ci vogliono altri sistemi.
Magari dovevano anche restare fermi mentre i “dimostranti” gettavano loro addosso bottiglie e bombole del gas. Qualche cervello bacato ha avuto anche il cattivo gusto di esternare che le bombole erano vuote, come se facesse differenza! Tale e quale l’estintore di tal Carlo Giuliani, era vuoto pure quello, ma provate a riceverlo in piena faccia!
Hanno criticato l’uso degli idranti…forse era meglio sparare? Gli idranti poi si sono resi necessari per evitare che avvenissero esplosioni per via delle bombole e delle bottiglie che poitevano contenere materiale incendiario. Hanno fermato 13 dimostranti, però hanno indagato anche il maresciallo che ha detto una frase, forse infelice, ma alla quale non sono seguiti i fatti. Però, come ha scritto un colonnello dei CC “Se avessero dovuto inquisirmi tutte le volte che prima di un’irruzione in un covo di malviventi ho detto <<Andiamo e spacchiamogli il culo>> mi avrebbero congedato mille volte.
In certe situazioni censurare qualcuno per una frase “colorita” è davvero assurdo.
Quindi la responsabilità primaria ricade sempre e comunque sul governo.
Inutile accogliere persone che ne hanno diritto se poi non puoi ospitarle decentemente ed offrire loro condizioni adeguate di vita. Non parlo poi di lavoro, perché manca perfino ai nostri connazionali.
A certe situazioni bisogna pensarci per tempo, prima che degenerino negli scontri.
La nuova scuola
Qualcosa non mi torna.
L’innalzamento dell’obbligo scolastico a 16 anni mal si concilia con la prevista riduzione del ciclo di studio delle superiori da 5 a 4 anni, la sperimentazione del quale inizierà dall’anno scolastico 2018/2019.
Inoltre il ministro Valeria Fedeli asserisce che l’innalzamento dell’età servirebbe a diminuire la disoccupazione giovanile.
Forse non sa che ci sono tantissimi giovani disoccupati anche tra chi ha concluso anche i corsi di laurea, quindi ben oltre i 18 anni.
Saremmo quindi tra i pochi paesi Europei ad innalzare l’obbligo dell’istruzione a 18 anni, come si evince dal prospetto sotto riportato.
LA MAPPA DELL’ISTRUZIONE OBBLIGATORIA IN UE (2016-2017)
Tratta da “Il Sole 24 Ore”
Dite
Dite:
è faticoso frequentare i bambini.
Avete ragione.
Poi aggiungete:
perché bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, curvarsi, farsi piccoli.
Ora avete torto.
Non è questo che più stanca.
È piuttosto il fatto di essere obbligati ad innalzarsi fino all’altezza dei loro sentimenti.
Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi.
Per non ferirli.
JANUSZ KORCZAC
Bisogna crederci
I giochi di questi bambini curiosi che sono i nostri
Giochi semplici che incantano i loro occhi
Pieni di una febbre che li avvicina e li allontana
Dal mondo in cui sogniamo di far posto agli altri
I giochi di nuvole e d’azzurro
Di cortesie e di scorribande alla stregua di un cuore
futuro
Che non avrà mai colpe
Gli occhi di questi fanciulli che sono i nostri occhi
di un tempo
Avremmo incanti quanti mai ne ebbero le fate.
PAUL ÉLUARD
Jerry 😢
No, Picchiatello, questo non ce lo dovevi fare. Dicci che è uno dei tuoi scherzi e che farai nuovamente capolino con il tuo sorriso, le tue mosse dinoccolate, la tua voglia di vivere.
Ma se così non fosse, grazie per le belle serate trascorse in tua compagnia.
Paura
In alto loco continuano a parlare di non erigere muri, però blindano le città con i new jersey.
A Barcellona, come in altri luoghi colpiti dal terrorismo, la gente si riunisce per urlare
“Io non ho paura”.
Invece bisogna averne, io ce l’ho.
Non quella paura che sconfina nella vigliaccheria e che fa restare inerti o rintanare in attesa che il peggio passi, ma quella vigile che ti fa stare all’erta contro i pericoli e che fa reagire, magari con la forza della disperazione.
La paura non si può arginare con gessetti, fiori, palloncini, canzoni, peluches o gattini.
Solo eliminando il nemico si elimina la paura.
La paura si affronta guardando in faccia la realtà e combattendo chi ci fa del male.
La paura si combatte smascherando quei mass-media ipocriti che censurano le foto delle vittime.
Ci si oppone alla paura confutando la doppia morale per cui l’immagine di un piccolo curdo morto annegato può essere pubblicata, anzi, va usata per amplificare i sensi di colpa di noi occidentali per costringerci ad un’accoglienza indiscriminata, altrimenti siamo passabili di razzismo, insensibilità, crudeltà, mentre i bimbi morti sulla Promenade o sulla Rambla, i giovani morti al Bataclan o a concerto di Manchester o al mercatino di Berlino dovrebbero essere semplicemente numeri senza identità da riportare sulle statistiche e da dimenticare al più presto.
Eh no, questo doppiopesismo non mi sta bene, perché si parla di PERSONE, e non fa differenza se siano morti in tragici incidenti o vittime di attentati. Solo che i media speculano sopra a queste situazioni, non certamente con l’intento di sminuire la paura, ma con lo scopo di cancellare i fatti dalla nostra memoria, di creare una sorta di assuefazione per cui, svanita l’emozione del momento, tutto torna come prima, fino all’attentato successivo. L’opinione pubblica viene così instradata secondo il volere delle autorità, cui i media sono ormai asserviti, per cui dobbiamo confermare di essere noi i migliori e dobbiamo dimostrarlo continuando ad accogliere immigrati che, quando giunge il momento, non esitano a massacrare gente inerme, ed il cui grido Allah Akbar ricorda tanto il “Gott mit uns” dei nazisti.
Ci ripetono che dobbiamo ABITUARCI a questo tributo di sangue, quasi fosse una cosa normale e si parli di statistiche degli incidenti stradali.
Solo che lassù, in alto loco, non si rendono conto che in questo modo fomentano ribellioni sotterranee e che ci stiamo semplicemente preparando al suicidio della società come noi l’intendiamo.
A Federico Garcia Lorca (19 agosto 1936)
Il delitto
Fu visto, camminando tra fucili,
in una lunga strada,
uscire ai freddi campi,
ancora con le stelle del mattino.
Uccisero Federico
quando la luce spuntava.
Il plotone dei carnefici
non osò guardargli la faccia;
Tutti chiusero gli occhi; mormoravano:
neppure Dio ti salva!
Cadde morto Federico
sangue alla fronte e piombo alle viscere
…Sappiate che fu a Granada il delitto
povera Granada! -, nella sua Granada…
.
Il
Il Poeta e la Morte
Fu visto camminare con Lei solo,
non temendo la falce.
Fu visto camminare…
Di pietra e sogno, amici, fabbricate
un tumulo al poeta nell’Alhambra,
sopra una fonte dove l’acqua pianga
e dica eternamente: nella sua
Granada fu il delitto, lì in Granada!
(Antonio Machado)
Il suono della chitarra
Chitarra di locanda che oggi suoni
jota e domani suoni petenera,
a seconda polverate corde,
chitarra di locanda delle strade,
giammai tu fosti Ii è sarai poeta.
Anima sei che all’anime viandanti
dice la solitaria sua armonia…
E ascoltandoti sogna il pellegrino
d’udire un’aria del natio paese.
(Antonio Machado)
Critiche ed offese
Un conto è criticare, altro è offendere.
Arrogante, saccente, indisponente, irritante, iniziando dalla voce che è più fastidiosa dello stridío del gesso sulla lavagna. Io mi limito a dire questo: non sono insulti ma critiche derivanti da semplici dati di fatto.
Certo, molte offese che sono state rivolte alla Boldrini sono davvero pesanti e qualificano maggiormente chi li fa, piuttosto della parlamentare cui sono rivolti.
Però la presidente della Camera non deve meravigliarsi se viene trattata così.
Aborrita da tanti, sia per aver bistrattato il nostro povero idioma, (e molto ci sarebbe anche da scrivere sui media che si sono servilmente adeguati al suo diktat) sia per la difesa ad oltranza del genere femminile che rasenta la paranoia (difesa osteggiata anche da molte donne), infine per il continuo ripetere che abbiamo bisogno degli immigrati e che dobbiamo accogliere tutti indiscriminatamente.
Quel suo tono supponente col quale tratta quanti non la pensano come lei, ritenendoli minus habentes da rieducare secondo i suoi dettami.
Comodo girare tutto il giorno protetta dalla scorta, cosa che i comuni cittadini non hanno. Mi domando se legga i giornali, le cronache cittadine intendo, non le “veline politiche” che la osannano, e si renda conto di cosa sono diventate le nostre città grazie alle “risorse” che lei stima tanto.
Comodo anche criticare l’architettura mussoliniana che “offende” i suoi amici partigiani, recandosi però con disinvoltura a trascorrere le ferie – naturalmente con la scorta – in Versilia nella tenuta presidenziale proprio nel casotto dove il Duce riceveva le sue amanti 😀 .
Inoltre è percepita come un’usurpatrice del posto che occupa solo in virtù di alleanze politiche in quanto il partito cui apparteneva (uso il passato perché SEL non esiste più) pur avendo una percentuale bassissima era comunque necessario per assicurare una maggioranza al governo.
È il simbolo personificato dell’arroganza della casta, e l’astio che gli italiani le riservano non è altro che la risposta del livore che lei riversa su quelle persone ed istituzioni non conformi al suo pensiero.
Come si suole dire…chi semina vento, raccoglie tempesta.
Quindi niente offese, perciò le dedico una canzone 😀
Elvis
Sono quarant’anni che ci manca…
Sono cresciuta con le sue canzoni, vedendo i suoi film. Alcuni davvero belli e significativi, altri più di cassetta, girati più che altro per lanciare le sue canzoni. Qui lo voglio ricordare con brani tratti da uno dei suoi primi film, La via del male (King Creole), considerato uno in cui ha espresso una delle sue migliori interpretazioni. Il ruolo era stato studiato per James Dean che nel frattempi era deceduto, poi a Ben Gazzara, che aveva rifiutato. La scelta di Elvis si rivelò davvero indovinata e non sfigurò davvero accanto ad un mostro sacro come Walter Matthau.
Era impressionante sentire come la sua voce si adattasse perfettamente sia al blues che al rock o al melodico.
Davvero un grande che, purtroppo, ci ha lasciato troppo presto.
Notte d’estate
E’ una bella notte d’estate.
Tengono le alte case
aperti i balconi
del vecchio paese sulla vasta piazza.
Nell’ampio rettangolo deserto,
panchine di pietra, evonimi ed acacie
simmetrici disegnano
le nere ombre sulla bianca arena.
Allo zenit la luna, e sulla torre
la sfera dell’orologio illuminata.
Io in questo vecchio paese vo passeggiando
solo, come un fantasma.
(Antonio Machado)
KJ2, un’uccisione annunciata
Premetto che amo gli animali e che riconosco che pure loro hanno dei diritti, però se l’uomo fosse stato ucciso staremmo qui tutti a ragionare in un altro modo.
Secondo l’ENPA l’uomo sarebbe un cacciatore…anche fosse vero, gli è stato trovato accanto o addosso un qualche fucile? Non risulta. Poi, fosse stato veramente un cacciatore i casi sono due: o avrebbe sparato, se in possesso di un’arma, oppure se la sarebbe squagliata, perché un vero cacciatore, se si sente in pericolo ed è disarmato, di certo non provoca la preda.
Suppongo, ma è un mio pensiero, che l’orsa sia stata infastidita dal cane, si sia sentita minacciata e che, per proteggere il suo animale, l’uomo abbia cercato di difenderlo usando un bastone. Ma per certe persone, magari avrebbe fatto meglio a soccombere.
Aggiungo che l’ENPA non è il depositario delle verità…ci vogliono quelle che si chiamano PROVE.
In Trentino non ci sono parchi strutturati come in Canada o negli USA…ci sono boschi, ed in un bosco libero il pericolo rappresentato dall’orso è forse il minor male che possa capitare, dato l’esiguo numero di essi: ci sono burroni nei quali si può scivolare, ci sono zecche che possono causare meningite, è facile imbattersi in vipere…queste ultime allora si possono impunemente ammazzare a bastonate? Siamo noi che dobbiamo prestare attenzione, siamo noi che dobbiamo rispettare il bosco.
Però il vero male viene dal progetto Ursus.
Per fruire dei fondi europei (sempre questione di soldi) tra il 1999 ed il 2002 sono stati reintrodotti una decina di orsi di orsi dalla Slovenia, tre maschi e sette femmine. A fine 2015, la popolazione era aumentata a 48 soggetti, 23 adulti, 14 giovani ed 11 cuccioli.
Nel corso degli anni, alcuni sono morti, come Irma, una delle prime importate, finita sotto una slavina, M13, “emigrato in svizzera e travolto da un’auto, JJ1 (Bruno), transitato dal Trentino all’Austria e quindi in Baviera dove è stato abbattuto per aver sbranato troppe pecore, Daniza morta per overdose di anestetico mentre cercavano di catturarla, ed infine quest’ultima, KJ2 .
L’assurdità però sta nell’aver reintrodotto l’orso sulle nostre montagne senza considerare che in ALCUNI casi avrebbe potuto diventare pericoloso, ossia ripopolano i boschi di orsi per poi lamentarsi che ci siano…
Ci son o poche semplici regole che bisognerebbe seguire quando ci si addentra in un bosco: la prima, ovviamente, è seguire i sentieri, senza addentrarsi troppo; camminare con passo cadenzato, perché il rumore intimorisce l’orso che tende a nascondersi; se lo si avvista, non avvicinarsi MAI, specie se c’è una cucciolata, ma indietreggiare sui propri passi; non urlare, perché l’orso lo interpreterebbe come un segnale aggressivo; ultimo, se si ha un cane, tenerlo al guinzaglio, ed è questo che lo sfortunato pensionato non ha fatto.
Quello che però mi sconcerta di più, è il boicottaggio promosso da certi animalisti nei confronti del Trentino per aver ucciso un animale.
Boicottare certe zone dove giornalmente vengono assassinate persone invece?
In poche parole si privilegia la vita di un animale, che volendo poteva anche essere salvata, a quella degli umani, e questo lo giudico semplicemente irragionevole.
Finestra nella notte
La notte non è mai completa
C’è sempre perché lo dico
Perché l’affermo io
In fondo al dolore una finestra aperta
Una finestra illuminata
C’è sempre un sogno che veglia
Desiderio da appagare fame da soddisfare
Un cuore generoso
Una mano stesa una mano aperta
Dagli occhi attenti
Una vita da dividersi
Paul Éluard
Parere personale
Bugie
Evviva…la disoccupazione è diminuita ben dello 0,2% ed anche la disoccupazione giovanile è in calo.
Però bisogna analizzare bene i dati.
Innanzitutto c’è un aumento degli impieghi TEMPORANEi, perché ogni anno in estate si verificano assunzioni a periodo determinato di lavoratori che, finita la stagione turistica, vengono rimandati a casa: camerieri, addetti alle cucine, operatori dei parchi divertimento e simili. Inutile che i media strombazzino tanto che è una vittoria del governo e della politica del Job Act (e molto ci sarebbe da dire sull’asservimento di giornali e TV al potere politico). La disoccupazione resta comunque alta, il Job -Act si concretizza in pratica nella precarietà del posto di lavoro che costringe il dipendente ad accettare condizioni a volte vessatorie pur di assicurarsi una sia pur esigua entrata economica di breve durata.
Non si considerano poi i lavoratori autonomi che invece cessano l’attività, massacrati da tasse, e coloro che rinunciano a cercare lavoro, stanchi di vedersi chiudere le porte in faccia. Per i disoccupati giovani infine, molti non sono più in lista in quanto emigrati all’estero. Questo non è un successo del governo, semmai l’esatto opposto.
Immigrazione
Improvvisamente molti alti papaveri hanno cambiato rotta sul tema immigrazione.
Il governo e finanche il papa non si pronunciano più, anzi vengono sventolati come vittorie i cali degli sbarchi, mentre non ricordo quale vescovo ha detto che accoglienza certo, ma per prima cosa bisogna rispettare la legge.
Perfino il M5S che tempo addietro aveva votato sia per l’abolizione del reato di clandestinità che per il rifinanziamento delle ONG adesso ha cambiato rotta.
Ma questo tipo di politica contro l’accoglienza indiscriminata, non era prerogativa di quel razzista di Salvini?
E così da un giorno all’altro, le stesse televisioni che per almeno quattro anni ci hanno propinato le prediche boldriniane sull’accoglienza e si soffermavano lacrimevolmente sulle (rare) donne che sbarcavano, hanno cambiato registro.
I poveri “disperati che fuggono da terre martoriate dalle guerre” o dalla miseria e dalla fame (ed a vederli, proprio non si direbbe), i futuri “pagatori delle nostre pensioni” dei quali abbiamo tanto bisogno, sono diventati tutto ad un tratto dei clandestini che non possiamo accogliere.
Tutto questo perché?
Semplice, le votazioni si avvicinano e si cerca di far dimenticare una situazione potenzialmente dannosa per l’esito elettorale.
Quindi mi chiedo perché per ben quattro anni ci hanno fatto subire questa invasione senza muovere un dito; perché continuavano a raccontarci la favoletta che nulla si poteva fare per arginare la marea umana che ci stava sommergendo, mentre adesso in quattro e quattr’otto ci stanno riuscendo (come del resto avevano fatto a maggio in occasione del G7 a Taormina); chi sta orchestrando tutta questa manovra e per quale motivo; che credibilità può avere una sinistra che, pur di mantenere il potere, cambia repentinamente indirizzo politico.
Ci prendono e trattano da imbecilli, cui si può raccontare che quello che ieri era nero oggi invece è di un bianco immacolato, nella logica tanto irrisa da Guareschi del “Contrordine, compagni”.
Sono sicura solo di una cosa: che questa gente conta solo sulla memoria corta degli italiani: bastano pochi mesi andando controcorrente e, a elezioni vinte (anche grazie alle assunzioni ed ai rinnovi contrattuali fermi che stanno facendo da anni ed ora prossimi allo sblocco), riprendere tutto come prima.
Cosa ne pensate?