Nausicaa
Ti ascolto e tremo
cullata, inebriata al vento
delle tue parole, sei
l’albero del mio giardino,
l’accordo di cetra, l’insolente
voglia della tua tenerezza:
sei l’uomo, la moltitudine
dei prati e dei mari, e poi
l’approdo che è un momentaneo
abbaglio, per me che fremo
poggiata alla colonna e sfioro
il mio fianco come a pensarlo tuo;
e subito il rimorso
di averti pensato come una donna
io che sono bambina.
Passerò i giorni a ripetermi
l’estasi delle tue parole
come infiniti ritorni
di un’onda e della spuma che non mi può bagnare
di un ingenuo impossibile amore.
(Roberto Vecchioni)
Cosa ne pensate?