Vasco
Quante questioni sul concerto di Vasco Rossi del 1° luglio scorso.
Premetto, a me Blasco piace, canticchio regolarmente le sue canzoni, ma non mi sarei mai sognata di andare in un concerto all’aperto in mezzo ad una calca di persone. Una manifestazione live ha certamente il suo fascino, però non mi si confà, anche se era presente gente più anziana di me.
De resto, pur piacendomi il cantautore di Zocca, preferisco altri cantanti: Battisti, De Andrè, Vecchioni e soprattutto Guccini, il mio preferito in assoluto.
Però stare a litigare sul numero di persone che sono intervenute, citando altre rock star, naturalmente straniere, confrontandole con quelle di quest’ultimo evento, mi pare sciocco, come pure scrivere che i fans sono pronti a mobilitarsi per ascoltare Vasco, ma non per sfilare per cose più serie.
(E, visivamente, il numero di persone che Vasco è riuscito a radunare è molto superiore a quello di quanti sono intervenuti alle adunanze oceaniche di partiti e sindacati)
Beh, non si vive di sola politica, si vive anche di musica e di sogni, e Vasco ha dato questo ai suoi fans: un po’ di evasione.
Ciao, collega
Il ragioniere Ugo ci ha lasciati.
“Vadi in pace, Fantocci”.
Sono sincera, dei film di Fantozzi mi sono piaciuti molto i primi due, mentre gli altri (parere mio personale), erano più che altro rivisitazioni del tema e ripetizioni di gag già viste.
Del resto non ritengo neppure che Fantozzi rappresenti l’italiano medio come molti hanno scritto. Le situazioni che rappresentava erano solamente aspetti COMICI che non si trovano nella realtà, come succede ad esempio con Rowan Atkinson con il suo mister Bean: personaggi caricaturali che non hanno corrispondenza nella vita reale.
Ciò non toglie che Paolo Villaggio sia stato un grande del cinema, che abbia creato quello stereotipo dell’impiegato succube, timoroso, un po’ vigliacco e leccapiedi dei superiori pur di mantenere il posto, senza alcuna ambizione per migliorare la propria posizione. Altri personaggi furono Giandomenico Fracchia e il Professor Kranz “tetesco di Cermania”, quest’ultimo uno dei miei preferiti. Non dimentichiamo che scrisse anche libri ed i testi di alcune canzoni, tra le quali la celebre “Carlo Martello ” di De Andrè.
Però per tutti resta il ragioniere per antonomasia.
Ciao, “collega”, riposa in pace al di sopra della nuvoletta che ti perseguitava quando eri in vita.
Cosa ne pensate?