Charlie
Volevo scrivere qualcosa, ma l’articolo che riporto dice già tutto.
Riposa in pace, piccolo Charlie, ucciso dalla burocrazia e dal giudizio di personaggi aridi, piccola creatura cui è stata negata anche una minima speranza. Mi stupisco che dal Vaticano non si sia levata la voce del Papa: probabilmente per lui contano solo immigrati, e per questo c’è stato solo un comunicato di mons. Paglia, che dice tutto e niente.
Situazione disperata ma non seria
La situazione è insostenibile. Detto da Mattarella che solitamente si defila, dà il senso della gravità della situazione.
In due giorni 13500 arrivi, ed altri 1500 attesi oggi.
Gentiloni parla di “estrema preoccupazione” e fa la voce grossa con l’Europa, che però manco lo ascolta, tranne Avramopulos il quale dice che l’Italia non verrà lasciata sola: promesse fatte varie volte, però sempre disattese.
Minniti “valuta” la chiusura dei porti alle navi straniere… e mentre valuta, gli sbarchi si susseguono. Intanto l’Unione Europea ribadisce che noi SIAMO OBBLIGATI a ricevere questa gente. Senza contare Junker che ci prende letteralmente per i fondelli: “Italia eroica, sforzo notevole per gli immigrati, complimenti, molta ammirazione. Noi europei cercheremo di farvi avere un po’ di solidarietà, qualche contributo in denaro e magari un po’ di redistribuzione profughi. Continuate cosi ottimo lavoro”.
La gente è stufa di questa situazione ed il voto alle amministrative ne è la riprova: non si trattava solo di scegliere dei bravi sindaci, ma anche di eleggere qualcuno che avesse il polso per contrastare le decisioni governative, sempre meno accette dai cittadini.
Anche Renzi definisce ingestibile la situazione (se ne accorge solamente ora? E chi è responsabile di questo?), però non recede dal portare avanti lo ius soli.
Anzi, su un sito piddino ho letto la,seguente frase “ma il segretario non poteva parlare di ius soli DOPO le elezioni?”, come a dire che le cose scomode vanno dette a posteriori, prima si prendono i voti, poi si fottono gli avversari.
Oggi il Corriere della Sera pubblicava uno specchietto molto esauriente: tutti i paesi dell’Unione, con dei bollini bianchi indicanti il numero di migranti spettante a ciascuna nazione secondo gli accordi presi, mentre il bollino rosso indica il numero di migranti che NON sono stati accolti.
Gli unici paesi che accolgono (?) i migranti sono l’Italia e la Grecia. Malta, tanto per fare un esempio, quest’anno non ha accolto nessun migrante, pur beccandosi i contributi, e proprio da Malta partono le navi della ONG Moas dei coniugi Catambrone, con i finanziamenti di Soros. Altri paesi (Ungheria, Bulgaria, Slovenia, Croazia, Austria) hanno chiuso le frontiere; la Spagna per mare manda le navi della Guardia Civil che impediscono l’attracco sulle proprie coste. La Francia poi predica bene e razzola male: Macron ha elogiato l’Italia per come gestisce la situazione, Gentiloni gongolava tutto soddisfatto per le belle parole, ma quando degli immigrati a Ventimiglia hanno cercato di varcare la frontiera (con l’aiuto di attivisti TEDESCHI), ce li ha rispediti di ritorno senza tante storie.
Noi avremmo in mano un’arma per convincere l’Europa a prendere la parte dei migranti: i soldi.
Minacciamo di non accogliere più nessuno. L’Europa ci dà le sanzioni? Basta non pagarle, e smettere anche di versare le quote di nostra spettanza. Poiché il saldo entrate-uscite è sempre a nostro sfavore (paghiamo molto di più di quanto riceviamo), praticamente ci guadagneremmo.
Solo che per attuare un simile provvedimento ci vorrebbero governanti con gli attributi, ed attualmente non ne vedo, perché sembrano più interessati a salvare il loro bacino di voti piuttosto di pensare al benessere degli italiani.
Ricordando Paolo Limiti
Ha scritto i bellissimi testi di molte canzoni…questa è una delle mie preferite, nell’interpretazione di Mina
Network
Ieri mi sono imposta una pausa sul mio diario facebook. Ho letto, commentato, messo like su altri siti, ma niente altro. Ero semplicemente stufa, ogni mattina, di leggere la solita frase “Loredana, hai condiviso per tot giorni di seguito”. I tuoi amici hanno commentato tot volte, hanno apposto tot like, etc etc …
E allora? Arrivata a mille giornate di condivisione avrei vinto qualcosa?
Sono stufa dell’ingerenza di alcuni network: ecco gli amici che potresti conoscere, fai questo, fai quello, fai sapere ai tuoi amici cosa stai facendo.
Grazie, posso farlo da sola, senza i vostri
suggerimenti.
Google non è da meno: mi avvisa della temperatura o del traffico nella zona in cui mi trovo, mi segnala bar, ristoranti e fermate dei mezzi pubblici: indicazioni senza dubbio utili, ma preferirei che mi venissero date solamente dietro mia richiesta…
PER FAVORE, FINITELA DI ROMPERE!
Telegiornale
Terminologie errate
Telegiornale Ski
Ventimiglia
Emergenza migranti
Più di cento fermati e rimpatriati in Italia.
RIMPATRIATI?
Da quando sono diventati italiani?
Dite piuttosto “restituiti” all’Italia.
Nuova svolta verso destra
Non c’è da stupirsi dello scarso risultato ottenuto dal PD in queste amministrative.
È ovvio che questa tornata elettorale nulla ha a che vedere con le elezioni politiche, però molto ha contato la politica governativa che ha deluso molto gli italiani.
In concreto, cosa vuole la maggioranza della popolazione?
Sicurezza, lavoro, decoro: cose che rendono tranquilla e serena l’esistenza.
Invece ci stanno propinando:
– un’immigrazione selvaggia che comporta degrado urbano, aumento della delinquenza e problemi di ordine pubblico;
– una tassazione iniqua ed una burocrazia insostenibile con conseguente chiusura di posti di lavoro, disoccupazione, aumento dell’evasione fiscale;
– una giustizia che viaggia a ritmi tragicamente lenti e con sentenze che sono state spesso giudicate “incomprensibili” (per mantenermi nei limiti dell’educazione);
– lo Ius soli, che viene avversato da gran parte della popolazione, ma che sembra esser diventato una delle priorità, quando invece un immigrato REGOLARE può tranquillamente diventare cittadino italiano seguendo l’iter prescritto;
– La questione della legge elettorale, in cui ogni forza politica vuole avere il proprio tornaconto, a spese della governabilità;
– il debito pubblico che continua ad aumentare, mentre invece causa, oltre all’impoverimento generale, un declassamento dell’Italia a livello internazionale;
Mettiamo nel calderone anche la questione delle banche venete e del MPS, e si capisce così il malcontento dell’elettorato di sinistra, che sta pagando anche le divisioni interne. Ne esce male snche ol M5S, per la scarsa prova che hanno dimostrato i due sindaci di Roma e Torino nell’amministrare le rispettive città, mentre il transfuga Pizzarotti è stato rieletto, ed il quadro è completo.
Ora c’è solo da augurarsi che si possano rimediare al più presto i guai causati dalle precedenti amministrazioni.
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Inviato dal Veloce promemoria
Persone
Ci sono giorni nei quali ogni persona che incontro e, ancor di più, le persone abituali della mia convivenza obbligata e quotidiana, assumono aspetti di simboli e, isolati o fra loro connessi, formano un alfabeto profetico od occulto che descrive in ombre la mia vita.
L’ufficio diventa per me una pagina con parole fatte di gente; la strada è un libro; le parole scambiate con i conoscenti o gli sconosciuti che incontro sono espressioni per le quali viene meno il dizionario ma non completamente la comprensione.
Parlano, si esprimono; eppure non parlano di se stesse e non esprimono se stesse; sono parole, ho detto, e non indicano, lasciano solo intendere.
Ma, nella mia visione crepuscolare, distinguo solo vagamente quanto queste vetrate, che si rivelano sulla superficie delle cose, lasciano trasparire dalla loro interiorità che custodiscono e rivelano.
Intendo senza arrivare alla coscienza, come un cieco al quale si parli di colori.
A volte, passando per la strada, colgo brani di conversazioni intime, e si tratta quasi sempre di conversazioni sull’altra donna, sull’altro uomo, sul ragazzo di uno o sull’amante dell’altro …
Per il solo fatto di sentire queste ombre di discorso umano, che poi in fondo è tutto ciò di cui si occupa la maggioranza delle vite coscienti, porto dentro di me un tedio disgustato, l’angoscia di un esilio tra ragni e l’immediata consapevolezza della mia umiliazione fra gente reale; la condanna, nei confronti del proprietario e del luogo, di essere simile agli altri inquilini dell’agglomerato; di stare a spiare con disgusto, fra le sbarre del retrobottega, l’immondizia altrui che si ammucchia sotto la pioggia in quel cortile interno che è la mia vita.
Fernando Pessoa, Il libro dell’inquietudine
Sempre più caldo
Afa, non se ne può più.
Questa mattina, ancora prima delle otto, il termometro segnava 31 gradi, e quel che è peggio, è che non c’era nemmeno un filo d’aria. Alla stessa ora l’applicazione meteo per Bolzano segnava invece 26 gradi, anche se ieri le previsioni la indicavano come la città più calda d’Italia.
Ovvio che con questo caldo gli spostamenti a piedi siano ridotti al minimo: ci si sposta con il tram (il vetusto Carrelli non è condizionato, quindi gira con tutti i finestrini aperti, con grande danno per la cervicale), mentre il Sirietto a volte sembra addirittura un frigorifero, tanto bassa viene tenuta la temperatura. L’unico posto dove si sta bene è il pub dove pranziamo: temperatura perfetta, birra fresca, insalatone a volontà tra le quali scegliere e, per finire, gelato affogato nel caffè. Quando si esce, la calura ci abbatte come un maglio; anche i milanesi, solitamente attivissimi, ne risentono e si muovono lentamente, con quello che io chiamo “effetto bradipo”. Non appena si accelerano i movimenti, si suda e si perdono energie, nonostante gli integratori di magnesio e potassio. Poi i cani che, poverini, arrancano con due palmi di lingua fuori.
Allora che fare? O si fa un altro giro su un tram o si visitano i grandi magazzini o vari negozi. Optiamo per la seconda soluzione, e troviamo una chicca che cercavamo da tempo, un B movie che, fino a poco tempo fa era disponibile solamente in blu ray.
Quando si avvicina l’ora del rientro, recandoci alla fermata del tram, una sosta obbligata: ci sono solo due canzoni per le quali ci fermiamo senza dubbio; la prima è “The sound of silence”, la seconda (come in questo caso, è “Country man”.
Il ragazzo la suona e canta abbastanza bene, anche se l’abbigliamento non è per nulla consono al brano che sta eseguendo 🙂 e lo sfondo non è certo dei migliori, in quanto stanno restaurando il Broletto di piazza dei Mercanti.
Saliti sul tram e giunti a Repubblica qualcosa non quadra… Il tram invece di svoltare a destra, gira a sinistra e ci avvisano che fermerà alla stazione anziché proseguire per Greco. Scendiamo, e ci “accoglie” un fracasso infernale che si sente fin da lontano…Gay pride…ed ho detto tutto. Come ho sempre detto, se gli omosessuali si fanno i cavolacci loro, non mi interessa minimamente, rientra nella loro sfera personale, però le carnevalate proprio non mi vanno, specie se, come abbiamo intravisto, girava un camion pieno di gente seminuda (beh, faceva anche caldo 😀 ). In effetti la cosa che più mi ha infastidito è stato il cambiamento di mezzo: ci siamo sorbiti un altro bel pezzo di strada con il caldo che faceva, per arrivare alla fermata della metro.
Una sosta in gelateria, e poi finalmente a casa, dove ci attendevano le nostre belle stanzette calde 🙂 .
Una bella doccia, acqua a volontà…erano le uniche cose che sognavo.
Metropolitana su Marte
Il nostro mezzo di locomozione preferito a Milano è il tram, però a volte, per la fretta o perché dobbiamo recarci in posti diversi ed assai distanti tra loro, usiamo la metropolitana.
Stazione di piazzale Loreto.
Posto di transito, dove molti salgono o scendono perché è un punto di interscambio tra la linea 1 (la “Rossa”) e la due (la “Verde”).
La ragazza che è appena salita è minuta, con lunghi capelli castani raccolti in una treccia fermata da un nastro colorato.
A tracolla porta un registratore ed in mano ha un microfono.
Si sistema proprio di fronte ad una delle porte del vagone ed inizia a cantare.
Intona una canzone che mi piace tantissimo “Life on Mars”, di David Bowie,anche se il testo è piuttosto ostico, se non addirittura astruso.
C’è chi lo interpreta come la storia di una ragazza cacciata di casa dal padre e che si sente rifiutata dalla società e si chiede se sia possibile lasciarsi dietro tutte le brutture del mondo e se su Marte ci sia vita per trovare un’esistenza migliore di quella che stia vivendo; c’è chi invece lo interpreta in chiave politica.
Lei canta bene, con una voce intonata.
Peccato che sia la musica che il canto vengano sovrastati da altri rumori: lo sferragliare dei vagoni sulle rotaie, il trillo dei cellulari, la voce chioccia di due signore anziane che parlano di non so quale programma televisivo, un gruppo di studenti che ha appena terminato la prova scritta della maturità iniziata proprio stamane e commenta la traccia che ha scelto.
Mi piacerebbe restare ad ascoltarla, ma la stazione di Rovereto è proprio a poca distanza: scendendo, le allungo qualche moneta e lei ringrazia con un sorriso, continuando la sua esibizione.
La disperazione di Penelope
Non è che non lo riconobbe alla luce del focolare;
non erano
gli stracci da mendicante, il travestimento – no;
segni evidenti:
la cicatrice sul ginocchio, il vigore, l’astuzia nello
sguardo. Spaventata,
la schiena appoggiata alla parete, cercava una scusa,
un rinvio, ancora un po’ di tempo, per non rispondere,
per non tradirsi. Per lui, dunque, aveva speso vent’anni,
vent’anni di attesa e di sogni, per questo miserabile
lordo di sangue e dalla barba bianca? Si accasciò muta
su una sedia,
guardò lentamente i pretendenti uccisi al suolo, come
se guardasse
morti i suoi stessi desideri. E “Benvenuto” disse,
sentendo estranea, lontana la propria voce. Nell’angolo
il suo telaio
proiettava ombre di sbarre sul soffitto; e tutti gli uccelli
che aveva tessuto
con fili vermigli tra il fogliame verde, a un tratto,
in quella notte del ritorno, diventarono grigi e neri
e volarono bassi sul cielo piatto della sua ultima rassegnazione.
Ghiannis Ritsos
Una Penelope molto diversa da quella che la mitologia ci rimanda, che si aspetta di ritrovare Ulisse tale e quale a quando la lasciò, ma dopo venti anni di attesa se lo ritrova davanti enormemente cambiato, però accetta quello che il destino le ha riservato.
Elena
Ah, sì, quante battaglie, eroismi, ambizioni, superbie
senza senso,
sacrifici e sconfitte e sconfitte, e altre battaglie, per cose
che erano state già decise da altri in nostra assenza. E
gli uomini, innocenti,
a infilarsi le forcine negli occhi a sbattere la testa
contro il muro altissimo, ben sapendo che il muro non
cede
né men si fende, per consentirgli di vedere almeno da
una fessura
un po’ di azzurro non offuscato dalla loro ombra e dal
tempo. Eppure – chissà –
là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che
inizia
la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza
dell’uomo
tra ferri arrugginiti e ossi di tori e di cavalli,
tra antichissimi tripodi su cui arde ancora un po’
d’alloro
e il fumo sale nel tramonto sfilacciandosi come un vello
d’oro.
Ghiannis Ritsos
Un albero
Quell’albero era cresciuto nella parte superiore del
giardino,
alto, solitario, slanciato – la sua altezza
tradiva forse un’idea segreta d’intrusione. Non diede mai
fiori né frutti, solo un’ombra lunga che divideva in due
il giardino
e una misura inapplicabile agli altri alberi, carichi e curvi.
Ogni sera, quando il tramonto glorioso si spegneva,
uno strano uccello arancione si appollaiava silenzioso
tra le sue fronde
come il suo unico frutto – una piccola campana d’oro
su un altissimo campanile verde. Quando tagliarono
l’albero
l’uccello vi volteggiava sopra con piccoli gridi feroci
disegnando cerchi nell’aria, disegnando nel tramonto
la forma inesauribile dell’albero; e quella piccola
campana
sonava invisibile lassù, più alta dell’altezza dell’albero.
Ghiannis Ritsos
Responsabilità
Ammettiamo che a Roma un grande edificio vada a fuoco e che venga interamente distrutto e che l’incendio provochi un considerevole numero di vittime: forse gli italiani protesterebbero contro il premier Gentiloni?
Non credo proprio, in quanto le responsabilità non ricadrebbero certamente su di lui.
Invece in Inghilterra sta succedendo proprio questo.
Le responsabilità sono invece di tutti, tranne di Theresa May.
Innanzitutto degli ambientalisti che hanno imposto demenziali norme di tutela ambientale.
Della proprietà della Torre (gestita da un’azienda COMUNALE) e delle ditte che hanno eseguito i lavori utilizzando quei materiali per la coibentazione che le sopraddette norme imponevano loro.
Del sindaco il quale, pur avendo ricevuto ben 19 segnalazioni per problemi all’impianto elettrico, non ha provveduto a rivedere gli ordini esecutivi dei lavori, emanando le necessarie delibere, ed è responsabile della struttura.
Infine delle inconcepibili regole di evacuazione che consigliavano di NON abbandonare l’edificio.
Così le vittime sono state uccise più volte:
Con l’ambientalismo, perché il materiale coibentante era altamente infiammabile, però non disperdeva calore e non generava CO2; e con la normativa assurda che stabiliva che il posto migliore per attendere i soccorsi fosse chiudersi negli appartamenti. A ciò, aggiungiamo il ritardo nei soccorsi stessi.
Però gettare la croce sulla May per pure ragioni politiche, nelle quali è evidente lo zampino di Corbyn, è la via più facile.
Sempre caldo
Troppo caldo per camminare, sono pure anzianotto e soffro di cuore ❤
Caldo.
Da domenica siamo a Milano, praticamente da quando è arrivata la grande ondata di caldo dall’Africa: si esce quindi alla mattina di buon’ora per rientrare poco dopo aver mangiato. Ci eravamo ripromessi di uscire nuovamente dopo le 18, ma quando a quest’ora il termometro segna ancora 34 gradi, capiamo che non è certo il caso di mettere il naso fuori di casa.
Qui dentro almeno, pur essendo caldo, non c’è quell’afa oppressiva che c’è all’esterno, il sole non batte già dalle 10 di mattina e
il ventilatore gira a manetta.
Anche di mattina però non si scherza, e chi mi fa maggior pena sono proprio i bimbi.
Li vedi dormire sfiniti nei loro passeggini, le teste riparate dalle capottine, con le boccucce semiaperte, le braccine abbandonate lungo i fianchi, le palpebre chiuse lievemente ombreggiate di azzurro. Altri invece, incapaci di dormire, piagnucolano nervosamente, con i capelli incollati dal sudore sulla fronte o sulla nuca e le gambette arrossate per le irritazioni.
Caldo, ed allora anche l’appetito diminuisce: è il momento di insalate gigantesche, rigorosamente senza sale o aceto, solo un filo d’olio. Per accompagnarle, una Guinnes scura, la meno alcolica di tutte, freschissima ma non gelata…e acqua a volontà.
Caldo, aggravato dal fatto che c’è lo sciopero dei mezzi pubblici, ma la metro funziona regolarmente e pure una buona parte dei tram; bisogna solo avere pazienza ed aspettare un pochino, ma tranne in un caso, siamo stati fortunati
Tanto caldo da non aver nemmeno voglia di accendere il PC. Quello che mi interessa posso leggerlo e/o scriverlo anche dallo smartphone, per il resto ho i quotidiani, il Kobo con una buona scorta di titoli e vari schemi di sudoku da completare.
Caldo, con un occhio alle previsioni: dovrebbe arrivare una perturbazione.
Dicono, chissà…
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Inviato dal Veloce promemoria
Periferia
Lampi di brace nella sera:
e stridono
due sigarette spente in una pozza.
Fra lame d’acqua buia
non ha echi
il tuo ridere rosso:
apre misteri
di primitiva umanità.
Fra poco
urlerà la sirena della fabbrica:
curvi profili in corsa
schiuderanno
laceri varchi nella nebbia.
Oscure
masse di travi: e il peso
del silenzio tra case non finite
grava con noi
sulla fanghiglia,
ai piedi
dell’ultimo fanale.
19 gennaio 1936
(Antonia Pozzi – Poesia che mi guardi)
Astensione
In pratica i vincitori delle elezioni sono stati gli astensionisti, che raccolgono oltre il 40%.
Ho molti contatti tra quanti si sono astenuti dal voto: non capisco le loro motivazioni, specie in questo periodo di grande incertezza politica, ma soprattutto non comprendo il loro lamentarsi per come vadano le cose.
I motivi sono i più disparati: c’è chi si disinteressa totalmente, chi, essendo anarchico, rifiuta qualsiasi imposizione, chi invece è “rivoluzionario” e ammette solo i cambiamenti attuati con la rivolta popolare, chi non si riconosce in nessun candidato che i partiti propongono…
Quelli che io conosco sono tutti “libertari” talmente contrari all’idea di “Stato” da sconfinare nell’anarchia, tutto il contrario dell’idea liberale pura, nella quale mi riconosco, che ritiene necessaria una seppur minima ingerenza dello stato anche nei rapporti tra le persone, determinandone i confini con le leggi.
Ed il loro rifiuto, che in parte comprendo, è motivato appunto dall’enorme massa di leggi, norme, regolamenti che costellano la nostra vita ed i nostri rapporti e ci affossano con la burocrazia, ma da qui a volerle abolire tutte, chiamando perfino parassiti TUTTI i dipendenti pubblici, ce ne corre.
Quindi…
Non andate alle urne?
Non cercate minimamente di cambiare quanto sta succedendo?
Non vi soddisfano gli attuali schieramenti politici?
Visto che siete un gruppo abbastanza nutrito, con idee simili, datevi da fare e fondatene uno.
Se i vostri concetti sono chiari e condivisibili, adoperatevi per convincere la gente della loro validità e della loro efficacia, invece di stare a piangervi addosso e lamentarvi dell’esosità del fisco, dell’invasione in essere, per le mancate liberalizzazioni, per il cattivo funzionamento di scuola e sanità e quant’altro. Certo è che per differenziarsi bisogna proporre cose nuove, se davvero si vuole cambiare qualcosa.
Grazie alla vostra ignavia, chi ora è stato eletto potrà manovrare una consistente massa di denaro pubblico e, disponendo del potere se è onesto avvantaggerà la comunità, se non lo è favorirà i soliti “amici” e “amici degli amici” che lo hanno collocato in quella sede.
L’astensionista, qualunque sia la motivazione per la quale non si reca al voto, è un rinunciatario in partenza che preferisce attendere piuttosto di rischiare di schierarsi con la fazione perdente.
Certo, al giorno d’oggi si è spesso costretti a scegliere il meno peggio, e ricordo Indro
Montanelli ed il suo “Turatevi il naso”.
Bisogna stabilire quali siano le nostre priorità e scegliere chi maggiormente ci si avvicini.
Personalmente le prime cose che metterei in lista delle urgenze sarebbero l’immigrazione, il lavoro e la sicurezza… Per il resto si può procedere con maggior calma.
Sembra invece che tutto ruoti attorno alla legge elettorale, importante certamente, ma sarà difficile trovare un accordo in quanto ciascuno schieramento cerca di promuovere degli emendamenti a lui più favorevoli.
Magari a suo tempo aveva ragione Mark Twain, per il quale il voto non conta nulla, ma le sue erano frasi satiriche, degli aforismi taglienti atti a sbeffeggiare, non certamente delle regole da seguire.
La “fede”
Bene, dopo l’ultima tornata amministrativa il M5S è stato ridimensionato, ed era abbastanza prevedibile dopo i disastri a Roma della Raggi e la figuraccia dell’Appendino a Torino. Aggiungiamoci le doppie “comunarie” di Genova, dove la prima candidata è stata sconfessata da Grillo che ha poi fatto scegliere un altro candidato, l’allontanamento a suo tempo di personaggi validi come Pizzarotti – che si è preso la sua rivincita -, ed il quadro è fatto. Per non parlare delle posizioni ambigue in altri campi, come le vaccinazioni e l’immigrazione, che hanno sconcertato non poco le persone che avevano votato precedentemente per il movimento.
Quello che non capisco è la tenuta del PD.
Dissidi e scissioni interne, scandalo MPS, ritardi nella gestione del terremoto dello scorso anno, truffe delle cooperative non hanno scalfito la granitica ideologia del suo elettorato che ancora una volta, pur masticando amaro, lo ha ancora premiato.
Già, perché “essere di sinistra” rappresenta una “fede” che non può essere in alcun modo essere messa in discussione.
Incontro di due mani
Incontro di due mani
in cerca di stelle,
nella notte!
Con che pressione immensa
si sentono le purezze immortali!
Dolci, quelle che dimenticano
la loro ricerca senza sosta,
e incontrano, un istante,
nel loro circolo chiuso,
quel che cercavano da sole.
Rassegnazione d’amore,
tanto infinita come l’impossibile!
J.R.Jimenez
Madri – Ieri ed oggi
Dal web
“Qualcuno sostiene che certi tristi fenomeni cui stiamo assistendo, e che coinvolgono anche madri, dipendono dagli “stress” cui è esposta la donna d’oggi. Cerchiamo d’immaginare la vita di una madre contadina dell’anteguerra: miseria, prole numerosa, preoccupazioni e dispiaceri continui (c’era una mortalità infantile che arrivava al 50%), una casa cui badare, necessità di dare il suo contributo ai lavori nei campi. Tutto questo comportava meno “stress” di quelli odierni? Io dico che non sono aumentati gli stress, ma è diminuita la capacità di affrontarli; questo in gran parte per la maggiore fragilità interiore delle persone, non più sostenute da valori credibili. “
Trovo questa affermazione (anche se fatta da persona competente che stimo molto) assai fuorviante, anzi mi meraviglio che con i titoli che ha non sappia che c’è l’amnesia dissociativa.
Non si può paragonare la vita di allora con quella odierna. In quel tempo le “madri contadine” avevano una famiglia allargata, case e masserie in cui coabitavano vari nuclei familiari, genitori, suoceri, fratelli, sorelle, cognati, zii e zie, le classiche famiglie patriarcali. C’era più collaborazione, quindi più appoggio, e le tragedie avvenivano comunque. Di altro tipo, certamente, ma avvenivano e componevano parte di quel 50% della mortalità infantile: bimbi ustionati dall’acqua bollente o dalla polenta del paiolo, caduti nei pozzi, calpestati o calciati dalle bestie nelle stalle, infilzati dai forconi nei fienili, solo che non c’erano i mass media a bombardarci di notizie, e questi avvenimenti venivano percepiti come “naturali” quindi accettati, non certo causati da disattenzione o da poco amore per i figli (in proposito, tra i tanti commenti che ritengo “osceni” ho letto che la madre in questione nel subconscio avrebbe voluto abortire e che quindi c’era un nascosto “rifiuto del figlio”…praticamente chi ha espresso questo concetto ha scritto una bestialità).
Oggi c’è lo stress, e ne sono soggette in particolar modo proprio le donne: non coadiuvate dai servizi pubblici, con nonni che non le possono aiutare perché l’età lavorativa si allunga sempre di più, molte volte non supportate nemmeno dal coniuge, si sbattono tra figli, casa, lavoro e spesso più fanno, più viene loro richiesto. Poi ci sono le “perfezioniste” che mirano a fare tutto e bene e quelle con incarichi di responsabilità e sono quelle più soggette allo stress se qualcosa non va per il verso giusto. E che lo stress sia una conseguenza di ciò è un dato di fatto, in quanto le donne DEVONO lavorare per contribuire al bilancio familiare anche perché le esigenze attuali sono aumentate: non si vive più solo di pane, polenta ed abiti rivoltati, e pure allevare uno o più figli è un esborso considerevole.
Idealizzare il periodo di anteguerra quasi fosse un paradiso perduto non credo sia corretto: ogni epoca ha i suoi pregi ed i suoi difetti, forse però allora c’era più umanità quando succedevano queste tragedie. E la mancanza di umanità di talune persone rappresenta appunto la mancanza di “valori credibili”.
Wanted
Quando mi scadono due documenti, ho giusto 5 euro di moneta da inserire nella macchinetta e questa mi sputa fuori delle immagini che sembrano foto segnaletiche… e me le devo tenere per 10 anni!
Ricercata, viva o morta
Parabola
Spesso per essere capiti bisogna fare esempi semplici, terra terra.
Quello che segue non è farina del mio sacco, ma l’ho trovato sul web e rispecchia esattamente la situazione qui in Italia.
C’era una volta un contadino, che faticava duramente per coltivare la propria terra; questo contadino aveva una famiglia,e come in tutte le famiglie si facevano programmi per il futuro dei figli, discussioni sul bilancio familiare, progetti per il futuro di tutti i componenti, matrimoni, miglioramenti vari sul podere ecc ecc. Un giorno il contadino, mentre era in compagnia di tutta la famiglia a discutere del problema del giorno,si accorse che all’orizzonte si addensavano nubi minacciose, via via sempre più spesse e scure,fino a dare origine ad un tifone!
Domanda: secondo voi,il contadino restò a discutere del più e del meno,continuò a fare programmi e progetti, pur molto importanti, o si precipitò fuori a cercare di mettere al sicuro il bestiame, a proteggere il raccolto come meglio poteva?
Secondo voi, esiste una scala d’importanza nei problemi che possono capitare ad un essere umano, per cui un determinato problema,se non affrontato e risolto,vanifica tutto il resto, vanifica ed annulla qualsiasi sacrificio, vanifica tutta la tua vita e rende indispensabile concentrare tutta l’attenzione e le forze nella sua risoluzione,mettendo da parte tutti gli altri?
Sembra che tra poco andremo a votare, e già si incomincia con le discussioni,con i programmi, con gli accordi,con la spartizione delle poltrone!
Ma il contadino Italia sembra non badare al tifone immigrazione che sta travolgendo tutto e tutti, e continua, mentre la casa viene spazzata via,a discutere sul raccolto prossimo venturo!
È molto strano,non trovate?
È molto strano che il tifone venga completamente ignorato,che non ci si preoccupi di una cosa che,se non risolta,renderà ogni discussione inutile,ogni programma superfluo perché tutto sarà spazzato via nel podere Italia! Sanità, sicurezza, civiltà, identità, tutto spazzato via! Quando andrete a votare date la preferenza a chi cerca di affrontare il tifone,dategli forza, aiutatelo a proteggere la casa Italia prima che venga spazzata via, perché l’oceano in un secchio non ci sta! E questa è una certezza! Probabilmente le prossime elezioni saranno l’ultima possibilità per salvare la nostra Italia!
Dopo sei anni di sinistra è ridotta allo stremo, senza legge,senza sicurezza,senza confini,alla mercé di qualunque delinquente,terra di conquista! Fallita economicamente, con milioni di poveri abbandonati a loro stessi! È l’ultima possibilità! Attenzione! Il Venezuela, comunista, è dietro l’angolo! Che Dio ci protegga tutti e ci faccia rinsavire!
Futuro e Passato
Tutti hanno, come me, un cuore solitario e triste.
Li conosco bene: alcuni sono commessi, altri sono impiegati di concetto, altri sono commercianti di piccoli negozi …
Ma tutti, poveretti, sono poeti, e portano davanti ai miei occhi, come io porto davanti ai loro, la stessa miseria della nostra comune incongruenza.
Hanno tutti, come me, il futuro nel passato.
Fernando Pessoa – Il Libro dell’Inquietudine
Cattiveria umana
Mi sono rotta le palle.
Sono stufa innanzitutto delle generalizzazioni.
Poi sono stufa di un mondo con poca umanità, pronta a gettare la croce su una povera donna che ha lasciato il bimbo nell’auto al sole.
Ne ho sentite e lette di tutti i colori su facebook: delinquente, malata di mente, non a posto con la testa, ma cosa ha messo il figlio al mondo a fare…e poi l’accusa più stupida: era un’impiegata comunale…come poteva essere stressata con un lavoro del genere.
Certo, ci sono quegli impiegati infami che timbrano e poi si fanno i cavolacci loro, ma tanti compiono onestamente il loro lavoro. Che poi alcuni lo considerino un lavoro non indispensabile è un altro conto, resta il fatto che lo fanno.
E come ci sono pessimi impiegati comunali, posso anche dirvi che ci sono pessimi commercianti, avvocati, medici, commercialisti, che magari staranno tutto il giorno incollati alla sedia o al bancone, ma tirano a fregare il cliente.
Parlo per me, ex dipendente parastatale che, quando ho iniziato a lavorare, nel mio ufficio eravamo in quattro ed alla fine, tra pensionamenti e trasferimenti ero rimasta solamente io, con responsabilità non indifferenti, quindi sapevo l’ora in cui sarei entrata ma non sapevo quando sarei uscita, e vi assicuro che non erano le canoniche sei ore giornaliere… talvolta tiravo dalle 8 di mattina alle undici di sera con una mezz’oretta di intervallo, giusto per mangiare un pacchetto di cracker ed una mela. Ore ed ore di straordinario NON retribuito, solo PARZIALMENTE compensate da giorni di riposo compensativo. Quindi so cos’è il lavoro e so cos’è lo stress, e posso capire benissimo quella mamma.
Cosa parlate a fare, linguacce malefiche, invece di provare un briciolo di compassione su una mamma che porterà questa croce per tutta la vita?
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8 giugno 2017 | Categorie: così la penso io, Notizie e politica | Tags: bimbo morto in auto, cattiveria, commenti stupidi, generalizzazioni | 13 commenti