Ritorno a casa.
Mi sembra di essere Pasquale Ametrano, il personaggio interpretato da Carlo Verdone: al confine italo-sloveno avrei voluto scendere dall’auto e baciare il sacro suolo: non il nostro, ma il loro.
Davvero credo che noi italiani dovremmo abbassare un po’ la cresta e prendere ad esempio chi è meglio di noi. Ci riempiamo la bocca delle glorie passate – immense, non c’è che dire – e minimizziamo le magagne attuali, immense pure loro, e non facciamo nulla per eliminarle.
Lubiana ha fatto del turismo un business mentre noi non valorizziamo abbastanza le nostre bellezze naturali ed artistiche, e solo da poco puniamo chi le deturpa.
A Lubiana mi è sembrato di tornare indietro di una quindicina d’anni: una città pulita, ordinata, dove, girando, si avverte il senso della sicurezza. Come avevo già scritto, in giro non si vede nessun mendicante, nessun extracomunitario che rompe le scatole mentre si passeggia, piagnucolando di avere fame (?).
E paradossalmente il senso di sicurezza lo si avverte proprio per la mancanza di forze dell’ordine. Da noi è pieno sia di pattuglie che di elementi indesiderati: ovvio che senza questi ultimi non siano necessari nemmeno i primi.
Quello che mi ha colpito poi è il gran numero di bambini e di mamme che passeggiavano con loro, spettacolo sempre meno usuale da noi.
Una città salottiera, molti locali all’aperto, tantissimo verde, una vastissima zona pedonale, si avverte dappertutto un senso di gioia di vivere, sia tra i turisti che tra i residenti.
Grande educazione, grande civiltà.
E noi, che SECOLI addietro della civiltà siamo stati il faro, ora arranchiamo penosamente e fatichiamo a tenere il passo.
Due donne
Lui ha due donne:
una che dorme nel suo letto
e una che dorme nel letto dei suoi sogni.
Lui ha due donne che lo amano:
una che invecchia al suo fianco
e una che gli offrì la giovinezza
per poi occultarsi.
Lui ha due donne:
una nel cuore della sua casa
e una nella casa del suo cuore.
Maram al-Masri
Cosa ne pensate?