UOMO DEL MIO TEMPO
Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
– t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
quando il fratello disse all’altro fratello:
“Andiamo ai campi”. E quell’eco fredda, tenace,
e’ giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.
Salvatore Quasimodo
Quasimodo 😍😍
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7 aprile 2017 alle 23:28
Poesia quanto mai attuale
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7 aprile 2017 alle 23:29
assolutamente…purtroppo…
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7 aprile 2017 alle 23:38
Potente condivisione…alto il canto del poeta…grazie
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8 aprile 2017 alle 00:03
Grazie a te 🙂
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8 aprile 2017 alle 00:04
era un po’ che leggevo i tuoi post nel tag “poesia”…ho deciso di seguirti… ciao nuova amica…
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8 aprile 2017 alle 00:06
Buona serata 😊
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8 aprile 2017 alle 00:21
anche a t felice notte, nuova amica… 🙂
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8 aprile 2017 alle 00:23