Poco mi serve
Poco, mi serve.
Una crosta di pane,
un ditale di latte,
e questo cielo
e queste nuvole.
Velimir Chlebnikov
Profumi perduti
Dalla finestra della mia camera da letto e dal balcone vedo il cortile della casa dove sono nata e dove ho abitato fino a quando mi sono sposata. Case dell’edilizia popolare dell’epoca mussoliniana, costruite verso la fine della guerra o terminate nell’immediato dopoguerra, piuttosto anonime come conformazione.
Un cortile a forma di U, tre caseggiati di altezza digradante appoggiati l’uno all’altro, sei scale, una sessantina di appartamenti di varie grandezze. Da decenni il cortile, un rettangolo grande poco meno di un campo di calcio, è diventato un parcheggio per le auto degli inquilini.
Quando ero bambina non era asfaltato, ma c’era un fondo ghiaioso sul quale mi sono sbucciata più volte le ginocchia giocando o girando con la bicicletta di mia madre.
Il verde però non mancava: innanzitutto i vigneti che si trovavano appena attraversata la strada o dove adesso sorge il mio condominio, ma il preferito era il cortile appena dietro al mio. Era un cortile, pur delle case popolari, molto più bello: innanzitutto per i tre enormi tigli che si protendevano sulla stradina di accesso ai cortili, alberi che ancora oggi in maggio impregnano la zona con il loro aroma, poi qualche platano e degli arbusti di lillà, belli e profumatissimi.
Così, approfittando che in questi giorni in piazza Walther a Bolzano c’è la festa dei fiori (ed è una bellezza vedere i banchi pieni di petunie, fucsie ma soprattutto gerani di varie specie e colori) ho voluto comperare qualche tralcio di lillà da mettere in vaso.
Il profumo però non è più lo stesso: forse è il fatto che certe piante (l’ho notato anche con il biancospino) vengono ibridate per migliorarne l’aspetto ma perdono il profumo che le caratterizza.
Ma forse è solo questione dell’età, e quella purtroppo non si cambia.
Memoria
La tua memoria è un mostro: affiora senza la tua volontà.
Credi di avere un ricordo, ma il ricordo ha te.
John Irving
Un prestito “al volo”
Quattrocento milioni di euro trovati subito subito dal governo, grazie al via libera dato dalla Commissione europea, e probabilmente non basteranno neppure quelli.
Adesso ci vorrà l’approvazione da parte della Camera, con un emendamento che farà parte della MANOVRINA (urca quanto odio questi diminutivi) che, tanto per cambiare, farà uscire i soldi dalle nostre tasche.
E menomale che, dicono, è escluso un salvataggio di stato perché Alitalia è un’azienda privata.
Ah…lo era pure MPS? Qualcosa non mi torna…
Fossero stati così celeri a trovare i fondi per i terremotati…
Vita
Alla fine non ci rimane che questa vita stupida, appesa a un filo, sorniona, che si prende gioco delle nostre insicurezze e dei timori che ci pervadono. L’unico atto che possiamo compiere è di amarla di un amore smisurato.
Charles Bukovski
Tango
Dove saranno? Chiede l’elegia
di quelli che oramai non sono più,
come esistesse un luogo dove l’Ieri
possa esser l’Oggi, l’esser Ancora, il Sempre.
Dove sarà (ripeto) la teppaglia
che in polverosi vicoli sterrati
o in perduti villaggi istituì
la setta del coltello e del coraggio?
Dove saranno quelli che passarono
lasciando all’epopea un episodio,
una favola al tempo, e si affrontarono
al coltello, senz’odio o ardore o lucro?
Nella leggenda li cerco, nell’ultima
brace che serba, come vaga rosa,
qualcosa dell’intrepida canaglia
che stava a Balvanera o ai Corrales.
Quale deserto, quali oscuri vicoli
dell’altro mondo abiterà la dura
ombra di chi era già un’ombra oscura,
di Muraña, coltello di Palermo?
E quel fatale Iberra (i santi ne abbiano
pietà) che su di un ponte uccise il Ñato,
suo fratello, che morti ne doveva
più di lui, e così furono pari?
Una mitologia di pugnali
lentamente si annulla nell’oblio;
una canzon di gesta è andata persa
in sordide notizie poliziesche.
C’è un’altra brace, un’altra ardente rosa
di quella cenere che li conserva;
lì sta la gente altera del coltello,
lì il peso della daga silenziosa.
Benché la daga ostile o l’altra daga,
il tempo, li dissolsero nel fango,
oggi, al di là del tempo e dell’infausta
morte, quei morti vivono nel tango.
Vivono nelle corde e nella musica
della tenace chitarra operosa
che concerta in milonghe fortunate
la festa e l’innocenza del coraggio.
Gira la gialla ruota della giostra
di cavalli e leoni e mi raggiunge
l’eco dei tanghi di Greco e di Arolas
che vidi un tempo danzare per strada,
in un istante che affiora isolato,
senza prima né poi, contro l’oblio,
e ha il sapore di quel che abbiamo perso,
che abbiamo perso e a un tratto ritrovato.
Vi sono cose antiche in quegli accordi,
la pergola intravista, l’altro patio.
(Dietro, i suoi muri sospettosi il sud
ha in serbo una chitarra e un pugnale).
Quest’incantesimo, questa ventata,
il tango, sfida gli anni affaccendati;
di polvere e di tempo, l’uomo dura
meno della leggera melodia,
che è solo tempo. Il tango crea un torbido
passato ch’è irreale e in parte vero,
un assurdo ricordo d’esser morto
in duello, a un cantone del sobborgo.
Jorge Luis Borges
Alle prese con una verde milonga il musicista si diverte e si estenua… E mi avrai, verde milonga, che sei stata scritta per me, per la mia sensibilità, per le mie scarpe lucidate, per il mio tempo, per il mio gusto, per tutta la mia stanchezza e la mia guittezza. Mi avrai, verde milonga inquieta, che mi strappi un sorrisodi tregua ad ogni accordo, mentre fai dannare le mie dita… Io sono qui: sono venuto a suonare, sono venuto ad amare e di nascosto a danzare… E ammesso che la milonga fosse una canzone, ebbene io, io l’ho svegliata e l’ho guidata a un ritmo più lento così la milonga rivelava di sé molto, molto più di quanto apparisse: la sua origine d’Africa, la sua eleganza di zebra, il suo essere di frontiera,una verde frontiera … una verde frontiera tra il suonare e l’amare, verde spettacolo in corsa, da inseguire… da inseguire sempre, da inseguire ancora, fino ai laghi bianchi del silenzio… finché Athaualpa,o qualche altro Dio, non ti dica: “descansate niño,che continuo io”… ah …io sono qui,sono venuto a suonare, sono venuto ad amare,e di nascosto a danzare …
Clandestini
Quando era ancora Ministro dell’Interno, in uno dei suoi rari momenti di obiettività Alfano annunciò che in Africa c’erano centinaia di milioni di persone pronte ad imbarcarsi dalla Libia per arrivare in Europa e che c’era da aspettarsi un flusso di immigrati pari ad oltre centomila persone all’anno, previsione purtroppo non solo avverata, ma anche superata.
Tra gli immigrati che entrano clandestinamente nel nostro paese ci sono anche i cinesi. In quale modo entrino non lo so. Nessuno li va a prendere, nessuna nave li va a recuperare, nessuna ONG si muove per loro.
Perché?
Mi sorge un dubbio.
Forse perché i cinesi LAVORANO?
Tra di loro ci sono certamente casi di sfruttamento, però una volta pagato il loro debito li vedi subito aprire una piccola attività e lavorare indefessamente senza giorni di riposo.
Quindi, a parte all’inizio e tra connazionali, non gravano su nessuno e nessuno lucra su di loro.
Adesso poi non li si vede neppur più vendere cianfrusaglie per strada come accadeva anni fa, men che meno li si vede elemosinare.
Nessuno di loro è ospitato nei centri di accoglienza e quindi non sono a carico della nostra collettività.
Si potrebbe obiettare che la loro microeconomia manda in malora molti nostri esercizi ma resta sempre il fatto che non pesano sul nostro bilancio e molti italiani frequentano i loro bar, ristoranti, negozi di PC, parrucchieri, grandi magazzini, sartorie : tutto a prezzo ultraconcorrenziale, in quelle attività nelle quali si sono gettati a capofitto e lasciate libere da noi italiani. Mantengono le loro tradizioni, ma non cercano di imporcele.

CAPODANNO CINESE A MILANO IN VIA PAOLO SARPI (MATT CORNER, MILANO – 2013-02-10) p.s. la foto e’ utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e’ stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate – CAPODANNO CINESE A MILANO IN VIA PAOLO SARPI (MATT CORNER, MILANO – 2013-02-10) p.s. la foto e’ utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e’ stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate -> SAVOIA CATTANEO FARAVELLI
Certo dispiace ad esempio vedere l’AUMAi in piazzale Loreto al posto dell’UPIM, o piccole attività che prendono il posto di negozietti locali che erano là da una vita, però credo che pure gli italiani abbiano avuto la loro bella convenienza.
Per gli africani invece è esattamente l’opposto: le ONG ci guadagnano e c’è la corsa ad accaparrarsi una così lucrosa fonte di denaro.
I clandestini allora non sono tutti uguali.
Africani e nordafricani andiamo a prelevarli quasi fin sulle coste libiche.
Arrivano qui, non fanno un tubo, ci costano bei soldoni per ospitarli, vestirli, nutrirli, curarli, dotandoli di “mediatori culturali” e di servizi giuridici e, spesso, si lamentano ed inscenano proteste per cibo ed alloggio non confacenti alle loro pretese (nb: pretese, non “richieste”). Non contenti, stanchi di bighellonare per strada, tampinano la gente chiedendo lamentosamente soldi “per mangiare”, quando sanno benissimo che ci sono un sacco di associazioni umanitarie istituite allo scopo.
E non voglio menzionare i casi di violenze e stupri oltre al pericolo di radicalizzazione islamica.
C’è quindi molta differenza tra queste due categorie.
I cinesi magari evaderanno l’IVA, però molti si integrano bene e si danno da fare per rendersi autonomi. Tanto per dire, lo scorso anno a Bolzano scolastico i voti più alti all’esame di maturità li hanno presi studenti cinesi.
Gli uni che vogliono solo essere assistiti (a spese nostre, ovviamente), gli altri invece che si danno da fare attivamente.
Che c’entrino le ONG?
A pensar male spesso ci si azzecca.
eccellenze
Una delle tante eccellenze che avevamo e che sono state costrette ad emigrare per avere il giusto riconoscimento.
Si chiama Katia Bertoldi, è trentina e, non ancora quarantenne, insegna ingegneria e meccanica applicata ad Harvard. Studia figure tridimensionali complesse che servono a costruire composti biologici o manipolare onde magnetiche , processi fondamentali per apparecchi medici o telefoni cellulari. Sua un’importante invenzione, un’elica anomala, ribattezzata emi-elica, che cambia continuamente la propria curvatura e che servirà per le nanotecnologie. Per un’altra sua importante invenzione, si è ispirata ad un giocattolo, il Twist_O, ideando così una minisfera di silicone che, sotto pressione, riduce le proprie dimensioni.
Grazie a quest’ultima scoperta, ha ricevuto nel 2012 un finanziamento di 400mila dollari e che le è valso pure nel 2014 il Thomas J.R.Young Investigator Award, un riconoscimento riservato agli scienziati sotto i 40 anni. Dopo essersi laureata a Trento in Ingegneria strutturale, ha frequentato un master in Svezia e, sempre a Trento, ha conseguito il dottorato in Meccanica dei materiali e delle strutture. Poi, dopo una tappa in Olanda, ha ottenuto il prestigioso incarico ad Harvard. Oltre ad avere completa libertà, è stata messa a capo di un gruppo di ricerca composto dai migliori studenti dell’università.
Cosa impensabile in Italia, dove per anni sarebbe stata costretta a fare l’assistente di un “barone” dell’ateneo. Per questo motivo la nostra brillante scienziata non prende neppure in considerazione l’ipotesi di tornare nel paese natale.
E fa specie vedere che qui da noi si fa troppo poco, se non addirittura nulla, per trattenere i migliori cervelli. Con la stessa cifra che elargiamo alle ONG per mantenere gli immigrati, si potrebbe incrementare la ricerca, creare nuove strutture, quindi incrementare anche l’occupazione. Invece si preferisce demotivare i nostri ragazzi (non tutti sono choosy) che afferrano al volo le possibilità che sono loro offerte all’estero e che l’Italia non concederà mai in quanto la meritocrazia qui da noi è cosa sconosciuta.
Fascismo e antifascismo
“Mi chiedo, caro Alberto, se questo antifascismo rabbioso che viene sfogato nelle piazze oggi a fascismo finito, non sia in fondo un’arma di distrazione che la classe dominante usa su studenti e lavoratori per vincolare il dissenso. Spingere le masse a combattere un nemico inesistente mentre il consumismo moderno striscia, si insinua e logora la società già moribonda”.
(Pierpaolo Pasolini ad Alberto Moravia, 1973).
Pasolini sempre lacerante nelle sue riflessioni…
(Dal web )
Chitarra
Un poco di Spagna… due poesie, la prima di Antonio Machado, il più noto, e l’altra di suo fratello Manuel, meno conosciuto. Naturalmente con accompagnamento di musica,musicista e compositore spagnoli. ❤
Il suono della chitarra
Chitarra di locanda che oggi suoni
jota e domani suoni petenera,
a seconda polverate corde,
chitarra di locanda delle strade,
giammai tu fosti Ii è sarai poeta.
Anima sei che all’anime viandanti
dice la solitaria sua armonia…
E ascoltandoti sogna il pellegrino
d’udire un’aria del natio paese.
Antonio Machado
Dice la chitarra
Parlo, singhiozzo, deliro,
e so del riso e del pianto.
Con le bocche rosse, canto.
Con gli occhi neri, miro.
Con gli innamorati, sospiro,
e rido coi buontemponi.
Le note son goccioloni
di cui il roseto si bagna…
E tutto il sale di Spagna
è vivo nei miei lacrimoni.
Manuel Machado
O partigiano
Questa doveva essere la risposta a LauraLuna al mio precedente scritto sul 25 aprile, ma essendo piuttosto lunga ho ritenuto meglio tramutarla in un post.
Se esiste una persona che avrebbe dovuto aborrire il fascio, quella avrebbe dovuto essere il mio nonno materno.
Trentino di nascita, classe 1874, era un alto funzionario delle Ferrovie austroungariche (una delle sorelle di mia madre infatti era nata Vienna). Socialista “storico “, all’avvento del fascismo si rifiutò di prestare giuramento e perse così il posto. Solo in virtù di essere vedovo (per 2 volte aveva perso la moglie) con 3 bambine ancora piccole a carico (mia madre era nata da poco e sua madre morì di parto) ottenne un impiego quale bidello in una scuola.
Però peggiore fu il suo astio verso i partigiani quando il suo più caro amico (residente in Veneto) fu pestato selvaggiamente da costoro – tanto da procurargli un’invalidità permanente – solo perché fascista (la vera amicizia trascende dalle ideologie politiche o religiose o altro ). Non collaborazionista o altro: fascista e basta, un qualsiasi impiegato pubblico, niente di più.
Non voglio ricordare qui tutti gli eccidi commessi anche dai partigiani; i nomi di Armida Speranzon, Giuseppina Ghersi (tredicenne stuprata ed uccisa per un tema in classe!), la famiglia Ugazio, il quattordicenne seminarista Rolando Rivi (“domani un prete di meno” il commento degli aguzzini), i 200 marò della San Marco, i sette fratelli Govoni e i morti di Argelato, i 12 carabinieri del presidio alla centrale elettrica di Bretto, l’ assassinio di Giovanni Gentile ed innumerevoli altri casi purtroppo non isolati, dato l’alto numero delle vittime. Il brutto è che molte uccisioni continuarono anche dopo la fine della guerra, specie nel “triangolo della morte” e che molti assassini, come il “Giacca”, responsabile di Malga Porzûs, furono perfino decorati. Ecco, questo mi fa schifo. Tralascio volutamente le connivenze tra i nostri partigiani e gli infoibatori iugoslavi.
E per terminare, ritengo i partigiani responsabili anche dell’eccidio di via Rasella, dove furono così vigliacchi da non presentarsi, causando la strage per rappresaglia (ammessa dalle leggi di guerra) delle Fosse Ardeatine.
Qualcuno fu eroico, certo, forse tra i più idealisti, ma molti furono efferati assassini purtroppo glorificati in nome di una resistenza molto di nome e poco di fatto perché, se non fosse stato per le forze alleate, i partigiani certo non sarebbero riusciti a liberarci. Ed a quegli idealisti va il mio ringraziamento, non certo a quanti volevano sostituire una dittatura con un’altra ancora più brutale e violenta. Questi ultimi non li ritengo eroi e tanto meno meritevoli di ricordo e glorificazione.
A seguire, alcuni link.
http://stragipartigiane.blogspot.it/
http://www.qelsi.it/2012/non-chiamateli-eroi-lelenco-delle-ausiliarie-uccise-dai-partigiani-dopo-che-si-erano-arrese-2/
https://dietrolequintee.wordpress.com/2013/08/21/storie-di-ordinaria-follia-partigiana/amp/
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Eccidio_di_Argelato
https://ricordare.wordpress.com/perche-ricordare/041-ancora-violenze-partigiane/
Mass media…
…ma sarebbe meglio denominarli mass mediocri.
Tutti che spettegolano su Macron e sulla moglie molto più anziana di lui (fosse stato l’inverso nessuno avrebbe avuto nulla da ridire, vedi ad esempio Trump). Altri che affermano che il matrimonio sarebbe solo una copertura in quanto il politico sarebbe gay (E con questo? Sono affari suoi. Personalmente non mi dà fastidio. L’unica cosa che disapprovo, e l’ho sempre detto, sono le manifestazioni tipo gay pride, per il resto agiscano come meglio credono).
Invece dovrebbero preoccuparsi di cosa Emmanuel Macron rappresenta: un’emanazione dei poteri forti, dei potentati bancari, della banca ROTSCHILD, della quale è stato dirigente per vari anni percependo retribuzioni a dir poco galattiche. E nonostante ciò, si aggregò al carro socialista di Hollande, diventandone il ministro dell’Economia.
Questo è l’aspetto che maggiormente mi preoccupa di Emmanuel Macron, e non con chi divida il letto.
25 aprile
Per ragioni prettamente anagrafiche, l’ANPI non dovrebbe più esistere o, se qualche partigiano dovesse ancora essere vivo, dovrebbe essere molto, molto anziano, dato che la guerra è terminata 72 anni orsono.
Ritengo quindi che sia assurdo far monopolizzare la ricorrenza del 25 aprile da questa associazione, anche in virtù del fatto che ogni anno rispuntano le solite questioni sulla partecipazione della brigata Ebraica e delle comunità israelitiche.
È semplicemente assurdo proibire la partecipazione al corteo a coloro che dei nazifascisti sono state le principali vittime, promuovendo invece la presenza di gruppi filopalestinesi trasformando così questa data in una manifestazione antiisraeliana. Tralasciamo il fatto che si tratti in maggior parte di gruppi di facinorosi che sfilano al grido di “Israele fascista” e “Propaganda sionista” , ma la Brigata Ebraica, che sfila ovviamente con la bandiera con la Stella di David, ha effettivamente contribuito alla liberazione dell’Italia, lasciando sul terreno un buon numero di vittime. L’intervento di Gad Lerner (mi risulta difficile considerarlo ebreo) su Radio Radicale, mentre spiega che è perfettamente legittima la partecipazione di associazioni filopalestinesi – equiparandole alle associazioni filoamericane, filosovietiche, filoisraeliane etc -, è quantomeno inopportuno: forse dimentica che l’intervento angloamericano è stato determinante nella Liberazione; ci furono certamente anche i defunti partigiani, anche se in misura assai minore. Avrei voluto vederli combattere, da soli, contro le Panzerdivisionen.
Ritorniamo alle associazioni filopalestinesi: che la loro partecipazione sia inopportuna è provato dalloe carte. È noto che Hitler si alleò con il Gran Muftì di Gerusalemme Amin al-Ḥusaynī,, ed è stato recentemente ritrovato il telegramma a firma di Himmler che lo prova, in cui il leader nazista esprime il suo sostegno alla lotta degli Arabi, specialmente quelli in Palestina, contro gli Ebrei e contro la “criminale” Dichiarazione Balfour che riconosceva agli ebrei il diritto di avere una patria.
Il Gran Muftì reclutò nel 1943 dei musulmani bosniaci (oltre 20mila), che furono inquadrati a tutti gli effetti tra le famigerate SS, e che furono direttamente responsabili dell’uccisione del 90% della popolazione ebrea residente in Bosnia, oltre che della distruzione di chiese e villaggi serbi.
La Brigata ebraica, inquadrata tra le forze inglesi, operò in Italia tra il 1944 ed il 1945 principalmente sulla linea Gotica e sul fronte adriatico, lasciando sul terreno una trentina di morti e numerosi feriti.
Quindi mentre la Brigata Ebraica contribuì ATTIVAMENTE alla liberazione dell’Italia, non altrettanto possiamo dire delle associazioni palestinesi che altro non sono che la naturale prosecuzione di quei gruppi islamici da sempre nemici degli ebrei.
Consideriamo infine che l’Italia è uscita sconfitta dal conflitto: certo, in extremis ha abbandonato l’Asse per passare armi e bagagli con i futuri vincitori, quindi non c’è stata “Liberazione”, ma solo occupazione da parte degli Angloamericani che, bontà loro, con noi non sono stati troppo cattivi.
Sarebbe meglio iniziare a metabolizzare questa sconfitta, facendo così cessare anche tutte le polemiche che accompagnano questa data, magari iniziando proprio dallo scioglimento dell’ANPI.
La primavera sorrideva
…Un giorno mi sorprese la primavera
che in tutti i campi intorno sorrideva.
Verdi foglie in germoglio
gialle rigonfie gemme delle fronde,
fiori gialli, bianchi e rossi davano
varietà di toni al paesaggio.
E il sole
sulle fronde tenere
era una pioggia
di raggi d’oro;
nel sonoro scorrere
del fiume ampio
si specchiavano
argentei e sottili i pioppi.
Antonio Machado
Abitudine
In Francia qualcuno (il candidato Macron) ha detto che i francesi dovranno abituarsi a convivere con il terrorismo.
Abitudine?
No, rassegnazione.
Ormai l’immigrazione ha raggiunto livelli difficilmente controllabili; l’integrazione si sta rivelando un’utopia; la radicalizzazione è ormai un dato di fatto.
Eppure gli esponenti di sinistra continuano a sostenere questa folle politica e sembrano più preoccupati che le elezioni vengano vinte da Marine Lepen che del terrorismo.
Abitudine, come se dovessimo abituarci a convivere con i femminicidi o con i mafiosi piuttosto di preoccuparci del primo “ammalato psichico” che in preda ad un attacco di depressione investe persone con un TIR, o imbraccia un kalashnikov o brandisce un machete.
E così si fa pure strada che gli attentati favoriscano la candidata di estrema destra (magari è stata lei ad ordinare le stragi?), che Marine cavalchi l’onda di malcontento. In poche parole, ogni francese potrebbe essere ammazzato dal primo che passa e questo non dovrebbe aver alcun peso sulle scelte politiche.
Vaccini
Non capisco tutte queste prese di posizioni contro i vaccini.
È assai semplice da capire: i vaccini fino ad oggi hanno protetto milioni di bambini da malattie pericolose se non addirittura mortali. A scuola una mia compagna aveva la sorella maggiore claudicante per via della poliomielite, ed era stata anche fortunata, in quanto moltissimi bambini hanno dovuto trascorrere la loro vita nel polmone d’acciaio.
La sorella di un’altra mia compagna di giochi era morta per la difterite. Non ci vuole molto a capire che se oggi il rischio di contrarre le malattie da parte di bambini non vaccinati è inferiore è solamente perché i loro compagni sono stati già immunizzati.
A maggior ragione al giorno d’oggi bisogna ricorrere ai vaccini in quanto molte malattie si sono ripresentate grazie all’immigrazione da paesi dove questi morbi sono endemici.
Non parlo poi di quanti cianciano dei complotti delle case farmaceutiche responsabili, a loro avviso, di spingere per l’uso dei vaccini al solo scopo di fare profitti. È semplicemente vergognoso. Adesso a parlare ci si mette pure Povia, che non porta uno straccio di prova sulla pericolosità dei vaccini…Mglio che si limiti a cantare, così farà meno danni.
Licantropia
In qualche luogo i sogni diventeranno realtà.
C’è un lago solitario
illuminato dalla luna per me e per te
come nessuno per noi soli.
Lì la scura bianca vela spiegata
in un vago vento non sentito
guiderà la nostra vita-sonno
laddove le acque si fondono
in un lido di neri alberi,
dove i boschi sconosciuti vanno incontro
al desiderio del lago di essere di più
e rendono il sogno completo.
Là ci nasconderemo e svaniremo,
tutti vanamente al confine della luna,
sentendo che ciò di cui siamo fatti
è stato qualche volta musicale.
Fernando Pessoa
Fiori di ciliegio
Se solo potessimo cadere
come i fiori di ciliegio in primavera,
così puri, così luminosi
Okabe, pilota kamikaze pattuglia Shinpu
Che tempo fa
Dopo un marzo ed un inizio aprile con un caldo inusuale e quasi estivo, ecco un brusco calo delle temperature ed iniziano le geremiadi.
“Non ci sono più le stagioni di una volta”
“Con questo clima non si capisce più niente”
“Tutta colpa dell’inquinamento”
e via dicendo.
Eh no.
È pur vero che qui a Bolzano nella stagione fredda non ci sono più le nevicate di quando ero bambina, però ricordo molto bene le sirene che in questo periodo – quello della fioritura dei meli – avvisavano delle gelate, invitando in piena notte i contadini ad irrorare d’acqua le piante proteggendo così i boccioli in uno scrigno di ghiaccio mantenendoli alla temperatura di 0 gradi evitando l’inaridimento dovuto alle temperature gelide.
Ed anche gli sbalzi ci sono sempre stati.
Frequentavo le superiori quando una domenica delle Palme caddero 40 centimetri di neve che fecero spezzare vari rami degli alberi, mentre la successiva Pasqua si verificarono casi di insolazione con temperature oltre i 30 gradi.
È da anni che ci stressano con la faccenda dell’inquinamento che provoca i cambiamenti climatici. Ricordo l’allarme per il buco nell’ozono: bene, si sta riducendo da anni, tranne l’aumento registrato nel 2015 a causa dell’eruzione del vulcano Calbuco, e un’eruzione non è certamente causata dall’inquinamento, semmai il contrario.
Poi a scuola non ci facevano studiare le varie ere della terra, in cui a periodi caldi (valutati in millenni) si alternavano le glaciazioni, anche queste di lunghissima durata?
Quindi basta blaterare sugli scompensi climatici e su AGW: questi cambiamenti sono assolutamente naturali e dobbiamo semplicemente adattarci.
Nuvole
Giornata di vento.
Mi soffermo a guardare le nuvole, che viaggiano veloci nel cielo.
Alcune bianchissime, altre color piombo, a volte con riflessi argento o dorati.
Anche le forme, diversissime: a cumulo o sfrangiate, libere nell’aria o appoggiate su cocuzzoli come bianchi cappelli di neve.
Osservo il loro girovagare, sembrano leggerissime…poi mi chiedo “ma quanto pesano”?
Sembrano così lievi, invece trasportano tonnellate di acqua che prima o poi riverseranno sulla terra in forma di pioggia.
Perché allora non cadono?
Si fa fatica a capire che, così pesanti, restino sospese nell’aria senza cadere… dire che sono formate da goccioline di pioggia di misura infinitesimale che si addensano attorno ai “nuclei di condensazione” – piccolissime particelle presenti nell’atmosfera – è togliere loro la poesia… Lo stesso se si considera la colorazione che assumono: solitamente sono chiare le nuvole che stanno più in alto in quanto spesso contengono microscopici cristalli di ghiaccio che riflettono al massimo la luce; solo quando le goccioline si aggregano formando gocce più grandi e pesanti, il loro colore diventa grigio ed il pericolo di pioggia diventa più sicuro.
Allora preferisco tralasciare quello che dice la scienza, godermi le nuvole per quello che sono, sognare sui posti che sorvolano, immaginare che siano davvero grossi cumuli di bambagia o veli leggeri.
Al diavolo la scienza…evviva l’immaginazione.
Di schiena andando via di scena
Senza dire una parola
Come quando il tempo passa
E non aspetta più per noi
Non aspetta più per noi
Mi dici che quel sogno più non ha
Da dormire su un cuscino arreso
Alla mia infedeltà
E più mi dici e parli e a me non va
Io voglio stare ancora appesa al filo
Tagliare il cielo a metà
E non mi importa più di resistere
E di quello che mi dai
Io non so che farmene
Sono solo nuvole tra noi
E si dileguano
Di schiena andando via di scena
Senza dire una parola
Come quando il tempo passa
E non aspetta più per noi
Non c’è pioggia tra noi
Le tue parole
Sono solo nuvole tra noi
E si dileguano
Di schiena andando via di scena
Senza dire una parola
Come quando il tempo passa
E non aspetta più per noi
Che non vediamo altro
Che le nostre spalle al muro
Sai quello che penso adesso
Sono sazia già
Sospesa a metà
Io resto e dormo qua
E tutto in tasca va
Mamma li turchi
Il dittatore democraticamente eletto.
D’accordo, con una maggioranza risicata, grazie a presunti brogli a causa di milioni di schede non timbrate, senza il voto degli oppositori preventivamente incarcerati, con il voto contrario delle grandi città (Istanbul, Ankara, Smirne) dove la gente è più acculturata, e quello invece favorevole delle campagne in cui la gente è più legata all’Islam radicale che Ataturk aveva sradicato, ma anche dei turchi emigrati all’estero, dove il SÌ ha raggiunto percentuali vicino al 60%, forse in contrapposizione alle politiche dei paesi europei che vedono nell’Islam un grave pericolo.
Però è stato eletto DEMOCRATICAMENTE!
Del resto questo ricorda le elezioni DEMOCRATICHE vinte da Hitler… E fa specie che proprio Erdogan abbia dato dei nazisti a tedeschi ed olandesi!
Il programma del resto era già noto: la religione sarà alla base delle leggi, gli oppositori – studenti, professori, giornalisti, semplici blogger ed altri – continueranno a finire in galera, cristiani e curdi potranno continuare ad essere bombardati e seguiranno molte altre misure costrittive: Erdogan infatti, una volta rieletto alla presidenza nella tornata elettorale del 2019, potrà governare da solo, essendo abolita la carica di primo ministro, e potrà farlo per decreto; potrà nominare e revocare a piacimento i ministri; spetterà a lui, direttamente o indirettamente, la nomina della maggioranza dei membri della Corte costituzionale e del Csm; i rettori delle principali università saranno cosa sua, e via dicendo.
Erdogan è ambiguo, con i suoi atteggiamenti volutamente ondivaghi: oggi chiude le frontiere ai profughi siriani, l’indomani chiede soldi all’Europa per non far passare i rifugiati; dice di essere contro l’ISIS ma dai suoi confini fa passare migliaia di foreign fighters; un giorno sta con la Russia, poi le si rivolta contro. Incita gli immigrati turchi in Europa a sfornare almeno cinque figli a coppia per dominare un giorno le nostre nazioni e sopraffarle culturalmente; chiede arrogantemente di poter entrare a far parte dell’Europa, ma si appresta ad indire un altro referendum sulla pena di morte. E per la sua vittoria nel referendum ha appena ottenuto i complimenti da parte di Al Qaeda.
Quello che più fa paura è che non è un semplice nazionalista che vuol rendere grande il suo paese: è un islamista radicale che si alleerà con altri poteri islamici anche peggiori di lui.
Ed ora, con i poteri sempre più ampi di cui gode e godrà, avrà in mano l’esercito più forte e meglio armato di tutta l’area mediterranea, e grazie all’appartenenza alla NATO, molti paesi europei potrebbero venir chiamati a difendere la Turchia qualora dovesse, per ipotesi, entrare in guerra contro la Russia di Putin.
Per anni Erdogan sognava di superare in importanza e gloria Ataturk e con queste manovre ci è finalmente riuscito.
Chi ne esce male è la Turchia stessa, che arretra ad un’era medievale, mentre molti stati occidentali impregnati di teorie marxiste ed ideologie che gli stessi suoi abitanti iniziano ad aborrire non solo stanno a guardare, ma addirittura foraggiano finanziariamente il dittatore.
« Per quasi cinquecento anni, queste regole e teorie di un vecchio arabo e le interpretazioni di generazioni di religiosi pigri e buoni a nulla hanno deciso il diritto civile e penale della Turchia. Loro hanno deciso quale forma dovesse avere la Costituzione, i dettagli della vita di ciascun turco, cosa dovesse mangiare, l’ora della sveglia e del riposo, la forma dei suoi vestiti, la routine della moglie che ha partorito i suoi figli, cosa ha imparato a scuola, i suoi costumi, i suoi pensieri e anche le sue abitudini più intime. L’Islam, questa teologia di un arabo immorale, è una cosa morta. Forse poteva andare bene alle tribù del deserto, ma non è adatto a uno Stato moderno e progressista. La rivelazione di Dio! Non c’è alcun Dio! Ci sono solo le catene con cui preti e cattivi governanti inchiodano al suolo le persone. Un governante che abbisogna della religione è un debole. E nessun debole dovrebbe mai governare. »
(Mustafa Kemal Atatürk.1930)
Buona Pasqua
A tutti un augurio di Pasqua un po’ speciale, con una filastrocca che ci facevano cantare alle elementari.
Tanta serenità da
Loredana
Eutanasia
Così un’altra persona è andata in Svizzera per cessare le sue sofferenze, esprimendo il desiderio che anche l’Italia diventi un paese civile e che permetta a chi soffre troppo di lasciare dignitosamente questa terra. Inutile poi equiparare l’eutanasia al testamento biologico: sono cose assolutamente differenti ed il problema si ripresenterebbe comunque.
Molti hanno ricordato quanti hanno preceduto Davide Trentini in questa sua decisione, ma qualcuno ha toppato accostando la fine di Eluana Englaro a quella di coloro che hanno scelto l’eutanasia. La ragazza purtroppo non ha avuto di certo una buona morte, privata sia del cibo che dell’acqua.
Io non sono credente, ma a quanti deplorano questa decisione estrema, certamente sofferta in quanto la speranza è l’ultima a morire, a chi crede vorrei ricordare oggi, venerdì Santo, che pure il centurione abbreviò le sofferenze di Cristo sulla croce, immergendogli una lancia nel costato.
Il violinista pazzo
Non fluì dalla strada del nord
né dalla via del sud
la sua musica selvaggia per la prima volta
nel villaggio quel giorno.
Egli apparve all’ improvviso nel sentiero,
tutti uscirono ad ascoltarlo,
all’ improvviso se ne andò, e invano
sperarono di rivederlo.
La sua strana musica infuse
in ogni cuore un desiderio di libertà.
Non era una melodia,
e neppure una non melodia.
In un luogo molto lontano,
in un luogo assai remoto,
costretti a vivere, essi
sentirono una risposta a questo suono.
Risposta a quel desiderio
che ognuno ha nel proprio seno,
il senso perduto che appartiene
alla ricerca dimenticata.
La sposa felice capì
d’ essere malmaritata,
L’ appassionato e contento amante
si stancò di amare ancora,
la fanciulla e il ragazzo furono felici
d’ aver solo sognato,
i cuori solitari che erano tristi
si sentirono meno soli in qualche luogo.
In ogni anima sbocciava il fiore
che al tatto lascia polvere senza terra,
la prima ora dell’ anima gemella,
quella parte che ci completa,
l’ ombra che viene a benedire
dalle inespresse profondità lambite
la luminosa inquietudine
migliore del riposo.
Così come venne andò via.
Lo sentirono come un mezzo-essere.
Poi, dolcemente, si confuse
con il silenzio e il ricordo.
Il sonno lasciò di nuovo il loro riso,
morì la loro estatica speranza,
e poco dopo dimenticarono
che era passato.
Tuttavia, quando la tristezza di vivere,
poiché la vita non è voluta,
ritorna nell’ ora dei sogni,
col senso della sua freddezza,
improvvisamente ciascuno ricorda –
risplendente come la luna nuova
dove il sogno-vita diventa cenere –
la melodia del violinista pazzo.
(Fernando Pessoa)
Cosa ne pensate?