Escher
“Coloro che tentano di raggiungere l’assurdo otterranno l’impossibile”
(M.C. Escher)
Nei giorni trascorsi a Milano siamo finalmente riusciti a visitare, presso il Palazzo Reale, la mostra dedicata ad Escher, che era stata prorogata fino al 29 gennaio, con l’esposizione di circa 200 opere dell’artista. Avremmo dovuto visitarla ancora a novembre, ma ne eravamo stati impediti da vari impegni.
Fin da ragazza ero rimasta impressionata dalle litografie di questo artista, che denotano una specie di “horror vacui” in quanto ogni spazio del quadro è riempito meticolosamente da segni, disegni, sfumature, tratteggi. Quell’amore per le figure geometriche che si ripetono all’infinito, per le immagini degli animali e delle persone che si intersecano, da destra a sinistra, a volte tramutando forma: uccelli che diventano pesci, cavalli e cavalieri, mondi spaziali visti da varie dimensioni…e poi quell’amore per i paradossi, figure pressoché impossibili o improbabili, come il cubo di Necker, il nastro di Moebius (mi aveva affascinato fin dalle scuole medie durante una lezione di geometria), il triangolo (e la scala) di Pernrose, il disco di Poincaré, l’effetto Droste, il concavo ed il convesso, le ombre dei vasi, il moto perpetuo.
Una sua compagna di scuola racconta che fin da piccolo il giovane Maurits disponeva il formaggio a piccoli pezzetti sulla fetta di pane senza lasciare alcuno spazio libero, denotando quindo già una predisposizione per i puzzle. 🙂
Ma Escher, oltre ad essere stato un grande grafico ed incisore, ebbe anche la passione per la cristallografia e per la biologia. Nelle sue opere sono raffigurati fiori, animali, anche di rango inferiore, come i platelminti.
Una breve biografia
Maurits Cornelius Escher nacque nel 1898 a Leuwarden, nell’Olanda settentrionale. Nel 1922 iniziò a viaggiare per l’Europa, come ad esempio la Spagna, Toledo ma soprattutto Granada, le cui architetture moresche dell’Alhambra influenzarono la sua arte, restando impressionato dalle figure geometriche (ai musulmani è proibito raffigurare immagini umane) e soprattutto dalle simmetrie delle piastrelle che ripetono all’infinito le loro combinazioni. Escher in seguito migliorò la tassellatura (il nome esatto sarebbe “isometrie periodiche del piani”) utilizzando il sistema di Poincarè, che gli permise di abbandonare la simmetria perfetta e di sfruttare la tassellatura alternando spazi positivi a quelli negativi. L’esempio più completo lo si può vedere nelle “metamorfosi”, pannelli lunghi fino ad otto metri anche se alti solo una ventina di centimetri.
Si stabilì poi in Italia, visitando la Toscana (Firenze, Siena, San Giminiano, Volterra). A Ravello conobbe e sposò una giovane svizzera, Utta Umiker e da lì, pur risiedendo a Roma, visitò molti paesi e città italiane, ritraendoli con il suo stile inconfondibile. Tra il 1926 ed il 1935 visitò la Sicilia, l’Abruzzo, la Calabria, la costiera amalfitana. Escher definì il periodo in cui visse in Italia il più bello della sua vità però, nel 1935, quando uno dei figlioletti rientrò a casa vestito da Balilla, decise di lasciare il nostro paese, trasferendosi prima in Svizzera per due anni, poi in Belgio, tornando quindi in Olanda nel 1941, dove visse in varie città , fino alla morte, avvenuta a Laren nel 1972.
La mostra si articolava in sei sezioni.
La prima riguardava gli inizi, con le illustrazioni Liberty e dei luoghi da lui visitati in Italia
Ci sono varie opere che ritraggono Roma, il Colosseo, dei colonnati, l’interno di san Pietro, ma anche immagini di insetti ed incisioni diverse.
È una Roma diversa, quella da lui illustrata, più che altro notturna, con sfumature e tratteggi, dove le forme vengono messe in risalto dall’illuminazione artificiale o, in alcuni casi, addirittura a lume di candela.
vaso di fiori 1932
farfalle 1935
incudine 1931
Soffione 1934
liuto 1931
palma 1932
Scarabei 1935
Cavalletta 1935
Interno di San Pietro 1935
Basilica di Costantino 1934
colonnato di san Pietro 1934
Rocca Imperiale (Calabria)1930 Monastero dei francescani
disegno preparatorio
Santa Severina (Calabria)1931
Castrovalva (Abruzzo) 1930
Tropea 1931
Il ponte 1930
In viaggio
Tutte le immagini e immagini sono tratte da internet
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