La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

Archivio per 20 gennaio 2017

Maturità

Da sempre sono convinta che la maturità di un ragazzo non si possa certo valutare tramite un esame, valutazione per lo più affidata a personale esterno che nulla conosce dell’esaminando.
Però se esame ci deve essere, che sia almeno serio.
Invece si sta svalutando sempre più quello che una volta era l’esame di stato (incubo di gran parte degli studenti con la verifica in tutte le materie di studio) introducendo criteri sempre meno selettivi a discapito del merito.
Adesso per essere ammessi basta essere in possesso della media del sei, incluso quello di condotta e
non è dato sapere se in questa media siano inclusi anche i voti di religione ed educazione fisica.
Il test Invalsi non verrà più eseguito all’esame, però sarà obbligatorio sostenerlo durante l’anno scolastico, quindi le prove scritte scenderanno da 3 a 2.
Un esame così semplificato sembra fatto apposta per appiattire verso il basso il livello degli studenti, abolendo la meritocrazia.
Il degrado è iniziato con l’istituzione della “media unificata”, abbassando la qualità dell’insegnamento e con il famoso 18 politico. Uno studente mefiocre infatti si chiedeva giustamente perché penare tanto sui libri se poteva raggiungere il medesimo risultato senza molta fatica.
La “Buona scuola” (?) mortifica quanti, oltre all’impegno posto nell’apprendimento, sono dotati anche d’ingegno superiore alla media.
Ovviamente tutti hanno diritto allo studio, ma altrettanto vero è che non tutti possiedono la medesima intelligenza.
Quindi le menti più brillanti non vengono valorizzate al meglio, cosa che invece potrebbe accadere se ci fossero dei corsi e dei percorsi seri studiati appositamente per loro utilizzando criteri davvero selettivi.
Oggi molti accedono all’università però non sono in grado di scrivere e parlare correttamente: almeno questo dovrebbe essere garantito, ma si vedono certi laureati commettere errori non solo di sintassi, ma anche di semplice ortografia, e questo non è ammissibile, anche perché molti di questi diventeranno i futuri insegnanti, con quale esito è facile immaginare.


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Gli italiani lo fanno meglio.

…o quantomeno per primi.
Disoccupati negli Stati Uniti pagati 15 dollari per manifestare contro Donald Trump? (Là il costo della vita è più alto).
Beh, qui ci sono i viaggi ed i cestini con bevanda e panino pagati da un sindacato per le manifestazioni a Roma.
Per non parlare del rimborso dato a coloro che si recavano a votare alle primarie del PD: monetine, certo, ma tutto fa brodo.
Ma già in tempi remoti un certo Lauro regalava la scarpa destra e, ad elezione avvenuta, consegnava la sinistra.
Non c’è che dire: siamo anche più fantasiosi 🙂


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Intervista 

Questa mattina mi limito a proporre un’intervista trovata sul web che illustra bene il peso della burocrazia anche nei casi di emergenza.
Sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi 

Qua ci vuole un cambio di rotta serio. C’è un momento in cui bisogna dire “basta!”, e quel momento signori miei è arrivato. Dal 24 agosto ad oggi una sciagura dietro l’altra ha segnato la mia gente e la mia terra, e se contro Madre Natura possiamo ben poco, contro la burocrazia possiamo eccome, e dunque basta, ma basta davvero. Ho la responsabilità di guidare una comunità verso la resurrezione e la guiderò, come faccio da quando ho indossato per la prima volta quella fascia tricolore. L’ho fatto sempre nel rispetto delle Istituzioni, ho sempre messo il “noi” davanti all’ “io”, la mia comunità l’ho guidata così, invocando sempre il rispetto di tutti, il coraggio nonostante tutto, la speranza, e anche nei momenti più bui la mia gente ha dato prova immensa di fierezza, ha combattuto contro tutto e contro tutti, lo ha fatto dal primo momento, quando ancora piangevamo i nostri morti, le nostre case distrutte, le nostre Chiese crollate, il nostro mondo che cadeva a pezzi. Non ci siamo arresi nemmeno per un istante, e non ci arrenderemo mai. Però basta! Basta burocrazia, basta parole, basta carte bollate, basta riunioni fiume, basta basta basta. Adesso quassù si pretende la massima operatività, adesso quassù si pretende di fare le cose con urgenza, con somma urgenza, il che significa interventi immediati, in tutto, per tutto, su tutto.
E comincio dalla neve: è un segreto che a 1000 metri di altitudine nevica, e di brutto? È un segreto, forse, che in una terra massacrata dalle calamità naturali, dove si sa che l’inverno è duro, dove ci sono strade che sono state abbandonate dalle Istituzioni per tre decenni, la situazione diventi ingestibile? No, non è un segreto, si sa. E lo dico da mesi. Che ci vogliono le turbine mi sembra chiaro come il sole, ho fatto mille appelli, che deve fare la mia gente?
Il problema delle stalle risale a soli pochi giorni fa, anche in quel caso ho dovuto alzare la voce, invocare rapidità, perché qua ci sono gli allevatori, gli animali, questa terra ha delle peculiarità che vanno conosciute, tutelate, e che non aspettano i tempi maledetti delle scartoffie all’italiana, dei mille passaggi di scrivanie, di mille firme e mille timbri.
La neve. Il Pass della Protezione Civile è crollato la scorsa notte, sotto il peso della neve: tra la gente si è diffuso il panico, complici la paura, lo sconcerto, i disagi quotidiani, il dolore. La neve pesa sulle case e sui monumenti già duramente provati, il danno che era già immenso ora è diventato incalcolabile.
Le macerie ancora invadono il territorio, da mesi si attende che i nostri monumenti vengano messi in sicurezza: adesso è crollata anche la Torre di Sant’Agostino, un simbolo per la mia terra e per il mio popolo, e chissà quanti altri tesori sono andati perduti. Altri, perché tantissimi li avevamo persi dopo il 24 agosto, tanti altri dopo la tragedia del 30 ottobre. Si doveva attendere anche questa del 18 gennaio? Bisogna attendere ancora? Lo diciamo da mesi, mesi!
Questa burocrazia sta uccidendo l’Italia, non solo Amatrice, non solo questo cratere. Da mesi chiediamo la messa in sicurezza di una serie di edifici, settimana dopo settimana si rimanda, si attende l’ennesimo timbro, l’ennesima firma, l’ennesimo dannatissimo parere, mille giri di carte e di autorizzazioni, e intanto la nostra terra continua a subire una devastazione senza precedenti.
Qualcuno dovrà assumersi la responsabilità per le nostre Chiese crollate, per i nostri campanili caduti, per le nostre persone che soffrono ancora, e da oggi si deve cambiare musica.
Ecco perché ora basta. Basta con le carte, basta con la burocrazia, questo evento catastrofico deve segnare un cambio di passo per tutto il Paese, ora, subito, non domani o dopodomani, o la settimana prossima, o fra un mese. Ora. Adesso.
Ho invitato ad Amatrice i Parlamentari, sono venuti, si sono resi conto della situazione. Vanno approntati gli strumenti normativi idonei a fronteggiare tutto con celerità, ogni giorno che passa è uno scivolare sempre più giù. Questa tragedia deve essere il punto di non ritorno, i libri di storia dovranno raccontare ai posteri come l’Italia sarà cambiata completamente dopo tutto questo, l’Italia deve essere in grado di mostrare al mondo come si fanno le cose, una volta per tutte. Da adesso. Se vogliamo siamo una grande Nazione e un grande popolo.
(Il Tempo 19 gennaio 2017)


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