Oggi cinema
LA MIGLIORE OFFERTA
Nonostante due attori straordinari come Geoffrey Rush (“Il sarto di Panama” e il logopedista ne “Il discorso del re”) e Donald Sutherland,
nonostante sia stato girato in parte nel Palazzo Mercantile della mia città (anche se difficilmente riconoscibile) ed in altri luoghi della mia provincia, era uno di quei DVD da tempo in attesa di essere guardato.
Finalmente ho deciso di vederlo ieri sera, e mi ha affascinato.
Rush interpreta magnificamente il personaggio di Virgil Oldman, un affermato antiquario sulla soglia della vecchiaia che cerca di mascherare tingendosi i capelli. Misantropo (ha pochissimi contatti con persone estranee al suo lavoro), misogino (ammira e teme le donne allo stesso tempo), fobico (rifugge ogni contatto fisico anche con gli oggetti munendosi sempre di guanti), esteta (ama indistintamente la bellezza), competentissimo nel suo campo, esercita anche la professione di battitore d’asta in cui è molto quotato. Per soddisfare la sua esigenza di bellezza, ha allestito allo scopo una camera della sua casa tappezzandola di ritratti esclusivamente di donne che ha acquistato sempre all’asta servendosi dell’amico Billy quale prestanome.
Sempre grazie alla sua competenza – acquisita durante la giovinezza trascorsa in orfanotrofio dove le suore lo obbligavano per punizione a restaurare gli arredi sacri – viene interpellato anche per effettuare perizie ed eseguire le relative valutazioni. A questo scopo viene contattato telefonicamente da una donna, Claire, che lo prega di valutare gli arredi della villa che lei abita, ereditata dai suoi genitori.
La prima impressione è pessima: Oldman resta lungo tempo fuori dal cancello della villa lungo, sotto una pioggia battente. Irritato da questo comportamento, Virgil decide di non voler più avere contatti con la donna però, informato che è stata vittima di un incidente, si spaccia per un assistente e si reca alla villa. Lì ad attenderlo non c’è la giovane, ma il custode. Dopo vari battibecchi sempre per telefono, finalmente i due stabiliscono un contatto.
Nonostante i vari litigi ed incomprensioni tra Virgil e Claire si crea un legame. Lei non si fa mai vedere, sempre chiusa nella sua stanza in quanto affetta da agorafobia. Virgil chiede aiuto allora a Robert, un giovane pieno di talento che ripara di tutto, cui lo stesso Virgil si è rivolto per assemblare degli strani pezzi di un meccanismo rinvenuti negli scantinati della villa, che si rivelano essere parti di un automa costruito da Jacques de Vaucanson, un inventore del 1700.
Robert è letteralmente assediato dalle donne, quindi l’antiquario gli racconta le proprie esperienze spacciandole per quelle di un amico. Con i suoi consigli, riesce pian piano a far uscire Claire dalla propria stanza, resta affascinato dalla sua gioventù e bellezza ed inizia a corteggiarla.
La ragazza gli confida il motivo della propria agorafobia che dura da quando era adolescente: a Praga, uscendo da un locale, il “Night and day”, quando era solo quindicenne, il ragazzo del quale era innamorata era stato falciato da un’auto ed era morto. Da allora non era più uscita di casa.
Manca solo l’ultimo tassello: convincere Claire ad uscire dalla villa ed a vivere un’esistenza normale.
L’occasione si presenta: Virgil sta recandosi a trovare Claire quando rimane vittima di una violenta rapina con pestaggio: la ragazza è così costretta ad uscire dal l’isolamento e ad accompagnare l’uomo all’ospedale.
Quando si riprende, Virgil invita lei, Robert e la sua ragazza ad una cena, con grande stupore dei camerieri che l’avevano sempre visto solo, ed alla fine invita Claire a vivere con lui, mostrandole la sua camera segreta, con tutti i ritratti delle donne “che aveva amato e dalle quali era stato amato, e che gli avevano insegnato ad attendere lei”.
Virgil, ormai appagato dall’amore, decide quindi di partecipare all’ultima asta all’estero per poi smettere e vivere la sua vita con Claire.
SE NON AVETE VISTO IL FILM E NON VOLETE SAPERE COME FINISCE, FERMATEVI QUI, ALTRIMENTI PROSEGUITE DOPO L’IMMAGINE.
Tornato a casa, Virgil ha un’amara sorpresa: la sua stanza segreta è stata completamente svaligiata da Claire, Robert e l’amico Billy, che hanno lasciato sul posto solo l’automa quasi interamente ricostruito che ripete incessantemente una frase “In ogni falso c’è qualcosa di vero”.
Anche la villa di lei è completamente disabitata e si rivela essere di proprietà di una nana, una “idiot savant” convinta di aver affittato la villa per delle riprese cinematografiche, che gli sa dire con precisione quante volte lui si sia recato alla villa.
Dopo un periodo di degenza in una clinica, dove viene ricoverato quasi in stato catatonico, Virgil si riprende e si reca a Praga, nel locale in cui Claire aveva detto di aver passato momenti felici, certo che prima o poi la ragazza si sarebbe ripresentata perché “in ogni falso si nasconde un elemento di verità”.
L’unica pecca del film è forse l’eccessivo numero di dipinti presenti nella stanza di Virgil, alcuni dei quali perfino troppo noti e situati in celebri musei, però il film si riela davvero godibile ed interessante.
Cosa ne pensate?