Morti più o meno buoni
Ieri era la giornata buonista, dedicata ai migranti (termine bruttissimo che non significa assolutamente nulla, o sei immigrato o sei emigrante), in concomitanza con l’anniversario del naufragio al largo di Lampedusa in cui annegarono 366 persone.
Mielismo sulle reti pubbliche (e non solo ), con la messa in onda su RAI3 di Fuocoammare (pure candidato italiano all’Oscar come miglior film straniero) e vari servizi sui poveracci affogati durante le traversate. Già poco tempo fa era andata in onda una fiction in due puntate dedicata appunto a Lampedusa, trasmissione però con pochissimo share.
Oltre a quello, ci fu poi un altro tremendo naufragio, nell’aprile del 2015.
Ricordiamo il recupero delle salme effettuate quest’estate per essere restituite ai parenti? Già molte delle vittime non hanno potuto essere recuperate: il numero di quanti si erano imbarcati infatti non è affatto certo, chi parla di 700 persone, chi di 900.
Quelle recuperate sono ancora nelle celle frigorifere, per varie ragioni. Innanzitutto sono finiti i fondi per eseguire gli esami del DNA. Poi hai voglia di ritrovarne i familiari dato che i morti erano senza documenti e non si sa neppure da che paese provenissero: il classico ago nel pagliaio! (E la solita operazione mediatica, aggiungo io).
Ma a fronte delle circa 300 vittime per recuperare le quali sono stati spesi ingenti fondi, ce ne sono varie migliaia, morte tra il 2002 e quest’anno, come si evince dallo specchietto allegato.
16.828 persone, cui si devono aggiungere i circa 3.000 annegati quest’anno.
Quello che invece nessuno ricorda e piange, è il numero di morti italiani per mano di coloro che abbiamo recuperato ed accolto.
Per loro, niente commemorazioni, nessuna trasmissione mielosa, nessun docufilm da far concorrere agli Oscar.
Vittime dimenticate e basta.
Le reazioni di Bruxelles
“Il referendum è un gioco pericoloso”
Già, ascoltare la gente che VI ha eletto è deleterio.
Prima vi ha fatto comodo, ma quando si accorge di quanto gli eletti siano avidi ed attaccati ai privilegi, la gente diventa pericolosa e non va più ascoltata.
Non capisco certa “informazione”.
Il referendum in Ungheria è andato come sappiamo, e molti in Europa (non in Ungheria, si badi) chiedono che Orban se ne vada.
Mi viene in mente il precedente referendum ungherese, quando alla gente fu chiesto di votare se entrare o meno in Europa. La percentuale dei votanti fu più o meno la stessa, la percentuale dei favorevoli all’entrata fu un pochino più bassa, e l’annessione passò comunque e tutti esultarono perché un nuovo membro si era aggiunto all’Unione Europea.
Perché questa disparità di vedute?
Forse perché il primo referendum era stato indetto dall’allora governo a guida socialista?
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Inviato dal Veloce promemoria
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