la solita storia
Cosa dire, se non parole già dette (e lette) mille altre volte?
La pena per questo paese abbandonato a se stesso, ormai alla deriva, è sconvolgente.
Tutti ripetono sempre le medesime frasi e intanto?
Le persone soffrono la fame, perdono il lavoro, molti si uccidono per lo sconforto . . .Tutto cade a pezzi, tutto si sfalda . . .L’unica certezza è quella di una discesa verso l’inferno, di un declino che ormai appare sempre più inarrestabile.
Ci si guarda intorno e non si vede alcuna speranza di ricostruzione, di rinascita, molto peggio del dopoguerra quando la speranza e la voglia di ricominciare ha tenuto in vita i superstiti. Ma allora c’erano altre persone alla guida, che tenevano all’Italia ed ai suoi abitanti.
Adesso invece…
I nostri politici, ipocritamente sorridenti, annunciano da anni su giornali e televisioni che tutto va bene, basta avere pazienza, si registrano miglioramenti, piccoli, ma ci sono. Per loro l’importante è APPARIRE e mantenere i propri privilegi, nient’altro.
Uno spettacolo vomitevole.
Referendum
Giusto sessant’anni fa gli Ungheresi affrontarono una dura battaglia per liberarsi dal giogo comunista, battaglia purtroppo persa, costata tante vite umane ed altri decenni di dittatura.
Ieri erano chiamati alle urne per “mitigare” la dittatura europea in materia di accoglienza dei “profughi” e delle relative quote imposte.
Speravo che in molti raccogliessero l’invito di Orban e andassero a votare. Il quorum non è stato raggiunto per poco, ed i NO alle quote imposte dall’UE è stato del 98% dei votanti, che corrisponde comunque ad un buon
42% dell’intero corpo elettorale.
La questione comunque è che la maggioranza non si è espressa, e questo mi dispiace molto.
Chi se la ride sotto i baffi, adesso come 60 anni fa, è solo un figuro che ancora oggi muove i fili della nostra politica.
—
Inviato dal Veloce promemoria
Cosa ne pensate?