La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

Archivio per luglio, 2016

Giornata nera

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Mi si è rovinata la scheda SD dello smartphone, così ho perso un sacco di fotografie, anche se molte e avevo già scaricate sul PC, quelle dei viaggi, degli amici, della famiglia, della mia città, di Milano (sia scattate da me che scaricate dal web). Altre le ho sulla cloud di Drive.

Però sono andate a farsi friggere tutte quelle dei prodotti che compero (avevo fatto una cartella apposita, lista della spesa). Poi altre che ritenevo belle ed interessanti.

Però quel che più mi dispiace, sono degli appunti (pochi per fortuna).

Ho cercato di recuperare qualcosa con dei software scaricati da internet, ma niente da fare, perché la scheda non viene neppure rilevata.

Domani vedrò se Andrea riuscirà a fare qualcosa, ma ne dubito.

E dire che avevo acquistato pure una SD originale da 32 GB della Samsung, non fidandomi di prodotti di concorrenza e, naturalmente, non ho neppure più lo scontrino, anche se l’avevo acquistata non più di due mesi orsono.


Due donne

Due donne straordinarie ci hanno recentemente lasciato.

Marta-Marzotto-fonte-il-giornoitSembravano diversissime tra loro, però avevano in comune l’intelligenza e l’ironia.

La prima ha vissuto una vita “a modo suo”, espressa nel piccolo estratto qui sotto allegato.20160730_180619-1

Marta Marzotto, nata Vacondìo, estrosa nel comportamento, nel vestire e nell’adornarsi con cose che portava con eleganza e disinvoltura, con una risata contagiosa, amante della vita, dai grandi e passionali amori, dal carattere forte e determinato, di umili natali, ma assurta a nobile lignaggio per il suo matrimonio con il conte Marzotto.

La seconda, attrice di prosa, prima nel celebre Trio con Lopez e Solenghi, poi da sola, ha ideato ed interpretato moltissimi personaggi, che proponeva con graffiante ironia.

Anna Marchesini in una foto d'archivio. CLAUDIO ONORATI/ANSA/JI

Anna Marchesini in una foto d’archivio. CLAUDIO ONORATI/ANSA/JI

Pur conscia della gravità della sua malattia, ha lavorato fino a poco prima della sua morte, ironizzandoci sopra e parlando del “posticino” in cui vorrebbe fossero conservate le sue ceneri, presso l’Accademia d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, in cui insegnava fin dal 2007.


Papa Francesco

 

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Decisamente questo papa non mi piace.

Aspetto bonario, che hanno definito “da parroco”, parole semplici, fin troppo.

D’accordo, sono agnostica, però la mia educazione e la mia formazione sono di stampo cattolico e le parole di Francesco mi sembrano sempre più slogan che espressioni dottrinali.

Cosa vuol dire che “Il mondo è in guerra perché abbiamo perso la pace”?

È un’espressione talmente lapalissiana che nemmeno vale la pena di commentarla; quasi come dire “Oggi sto male perché non mi sento bene” o qualcosa del genere.

Ed enunciare che “Tutte le fedi ricercano la pace”?

Pure questa affermazione è banale. A parte che da che mondo e mondo le guerre per motivi religiosi ci sono sempre state (anche tra le varie confessioni di stampo cristiano), ma il pontefice i giornali non li legge? Non si rende conto che gli islamici hanno il solo scopo di eliminate gli infedeli? Perché allora urlerebbero Allahu Akbar? Solo per esercitare le corde vocali?

Se la cecità viene dall’alto, credo che ormai abbiamo ben poche speranze di riprenderci il nostro mondo, la nostra civiltà, e sempre più va avvicinandosi lo spettro dell’Eurabia che Oriana Fallaci temeva ed aveva preconizzato anni fa.

Accettare passivamente quest’ondata di violenza significa sottometterci agli invasori, alle loro usanze che nulla hanno a che fare con la cultura.

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Sogni

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I sogni sono fatti di tanta fatica.
Forse, se cerchiamo di prendere delle scorciatoie,
perdiamo di vista la ragione
per cui abbiamo cominciato a sognare
e alla fine scopriamo
che il sogno non ci appartiene più.
Se ascoltiamo la saggezza del cuore
il tempo infallibile ci farà incontrare il
nostro destino.
Ricorda:
“Quando stai per rinunciare,
quando senti che la vita è stata
troppo dura con te,
ricordati chi sei.
Ricorda il tuo sogno”.

Sergio Bambarén, dal libro “Il delfino”

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pioggia – Pessoa

Non tutto è giorni di sole,
e la pioggia, quando manca da molto, la si invoca.
Per questo prendo la felicità e l’infelicità naturalmente,
come chi non trova strano che esistano montagne e pianure,
che esistano rocce ed erba …

Fernando Pessoa

 

 

 


Marilena

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Io sono una persona che si affeziona.

Che siano amicizie reali o virtuali, per me non fa differenza.

Ci sono alcuni contatti di Facebook e di altri network che ho conosciuto personalmente dei quali sono diventata amica e che ho avuto modo di apprezzare, specie della zona di Milano. Con alcuni addirittura ho rapporti da anni e ci si sente abbastanza regolarmente.

Poi ci sono quelle persone con le quali ogni tanto scambio qualche veloce whattsapp, qualche telefonata, qualche comunicazionesul messenger, qualche mail, ma la maggior parte li conosco solo per i loro scritti: blog vari (di qualsiasi argomento trattino) o post su Facebook, persone che stimo molto e che mi piacerebbe molto frequentare.

Tra queste c’era Marilena.

L’apprezzavo anche se non la seguivo con continuità, in quanto scriveva su un’altra piattaforma (blogger). Poi per un certo periodo non l’ho più vista: aveva scritto di avere dei problemi, ma non immaginavo quali. Si sa che molti blogger a volte si stancano e lasciano il proprio sito inattivo per un tempo più o meno lungo, quando addirittura non lo abbandonano del tutto, e questo mi dispiace molto.

Qualche giorno fa, dopo moltissimo tempo, sono rientrata in Blogger e subito l’ho cercata, ma con enorme dispiacere ho letto un post del figlio che rievocava in maniera dolce e commovente la sua mamma, scomparsa, aggiungendo anche un breve filmato con loro due. È stato bello vedere Marilena sorridente…Ha smorzato un poco il dispiacere di sapere che non l’avrei più letta, un dispiacere come quando ho saputo,anni fa, che anche Carlo se n’era andato…

E fino a quando ci si ricorda delle persone, è come se queste non ci avessero mai abbandonato.


Sunset Boulevard


È una delle prime regie di Billy Wilder, quando si dedicava ancora al genere drammatico e noir.
Girato nel 1950, è una pietra miliare della storia del cinema.

All’inizio, l’inquadratura dall’alto (che tecnicamente si chiama plongée) ci mostra la strada quasi fosse un lungo nastro sul quale vengono iscritti i titoli di testa, e delinea già l’impronta della vicenda, che si preannuncia altamente drammatica. Poi inizia la narrazione, con un lunghissimo flashback, da parte del protagonista. Lo si vede galleggiare, riverso a testa in giù, nell’acqua di una piscina mentre racconta come si è giunti all’epilogo della storia.

Sei mesi prima Joe Gillis, il protagonista impersonato da William Holden, fuggendo dai creditori che volevano sequestrargli l’auto, si trova casualmente in Sunset Boulevard nella villa di Norma Desmond, una diva ormai dimenticata del cinema muto. Scambiato per l’impresario delle pompe funebri incaricato di seppellire la scimmietta dell’attrice, Gillis si palesa per quello che è: uno sceneggiatore, anche se di poco successo. La Desmond, che vive praticamente reclusa nella villa con la sola compagnia di Max, un autista-cameriere-factotum, sogna il ritorno alla celebrità, e lo incarica quindi di valutare un copione da lei scritto, ed a questo scopo lo ospita nella sua villa. Il rapporto tra i due però si complica, in quanto l’anziana diva si invaghisce di Gillis. Rifiutata da lui, una sera lo colpisce, costringendolo a riparare presso un amico. Là conosce Betty, già incontrata negli studios di una casa cinematografica.

Volendo rientrare in possesso dei propri effetti personali rimasti nella villa. Gillis telefona a Max e da questi viene a sapere che Norma ha tentato di uccidersi. Turbato, ritorna alla villa e promette alla donna di non lasciarla, almeno per il momento. Inizia così a condurre una doppia vita: di giorno alla villa, rivedendo il copione della Desmond, alla sera invece in compagnia di Betty, scrivendo la sceneggiatura di un film. Betty ad un certo momento gli chiede di sposarla: Gillis non risponde. Però la Desmond, scoperta la natura delle uscite serali di Gillis, invita la giovane a recarsi alla villa. Là, viene a conoscenza della vita agiata che lo scrittore conduce per merito dell’anziana donna, costringendo la ragazza a fuggire per la delusione. Gillis si decide allora a fare i bagagli per lasciare definitivamente Norma Desmond, ma questa lo scopre, lo insegue e gli spara, facendolo cadere esanime nella piscina.

Qui termina il lunghissimo flashback, e si giunge al termine della vicenda: arrivata la polizia, Norma appare completamente avulsa dalla realtà. Max, che si scopre essere stato anche il suo primo marito ed anche regista, le fa credere che siano arrivati gli operatori del cinegiornale per testimoniare il suo rientro nel mondo del cinema. Norma, convinta che a filmarla ci sia Cecil B.De Mille,scende maestosamente lo scalone, si rivolge alla macchina da presa con la battuta : “Eccomi, De Mille. Sono pronta per il mio primo piano”.

Il film non è solo la storia di un delitto, ma anche la testimonianza di un cinema che non esiste più: il cinema muto ed in bianconero, (soppiantato dal sonoro e dal technicolor, tanto aborriti dalla protagonista); è anche la storia della follia di una donna, non solo per la passione per il giovane sceneggiatore, ma anche per quell’attaccamento al passato, quando guarda e riguarda le vecchie pellicole da lei interpretate, ed infine è la storia della devozione di un uomo che resta accanto all’anziana diva, assecondandone ogni volere fino alla tragica fine, pur di concederle qualche attimo di felicità.

È uno dei miei film preferiti, anche per via del cast di attori: William Holden (che era stata una scelta di ripiego, in quanto altri avevano rifiutato la parte o erano sotto contratto con altre case, Gloria Swanson, anche lei scelta dopo che altre del calibro di Greta Garbo,Pola Negri e Mary Pickford avevano rifiutato,ed Erich von Stroheim.


Immaginario

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Mi indoro di tramonti supposti, ma il supposto è vivo nell’immaginazione.
Mi rallegro di brezze immaginarie, ma l’immaginario vive quando si immagina.
Ho anima per varie ipotesi, ma tali ipotesi hanno anima propria, e pertanto mi danno quella che hanno.

Fernando Pessoa

 

Veent de segunda risma,

svolza la föja ferma…

veent a cavàll de l’unda

ogni pees lassa che’l funda…

 sbroja tüta la matassa,

quajcoss ciàpa quajcoss làssa…

tira tira drizz el fiil

e pö làssa che’l se rillàssa…

 ventu, veent cunt’el pàss balòss

quell che vöri mea tirum via de dòss

slàrga el fiaa e bùfa in giir i stell,

lassa el to’ disegn in sö la mia pell…

 tirum via la smàgia

della mia pagüüra

e scancela el pass

de quaand che gira l’ura…

 porta via i suspiir

e dàmm indree i suriis

basa la muntagna

cunt i cavej griis….

 néta la mia fàcia

néta la mia umbrìa

fàmm una carèzza

prèma de nà via….


Monaco di Baviera – 2

monaco_850838Mi domando perché i mass – media e le varie nazioni  abbiano tanta paura di pronunciare le parole “attentati terroristici di matrice islamica”.
Ricordo il 2004,quando ci fu una serie di  sanguinosi attentati a Madrid, dove quattro esplosioni quasi contemporanee sui treni, affollati di pendolari, uccisero 192 persone, ferendo migliaia. E Aznar, che per questo fatto perse pure le elezioni,  si ostinò contro ogni evidenza a cercare gli ideatori della strage negli ambienti dell’ETA. Così pure negli attentati seguenti avvenuti in altre parti d’Europa: si cercavano capri espiatori quando li avevano sotto gli occhi.
Adesso  i mass media ricadono nello stesso errore, o sono indottrinati a farlo, contro ogni evidenza.
Un ragazzo iraniano “integrato” ma vittima di bullismo, in cura per disturbi psichici (come l’attentatore di Nizza? ), che non passa l’esame finale a scuola  riesce a procurarsi una Glock Cal. 9 con 300 (trecento!) proiettili per “vendicarsi” di queste presunte angherie? Non mi sembra credibile che abbia fatto tutto da solo, non mi sembra credibile che sia riuscito a procurarsi una simile arma con un così consistente numero di proiettili, come non sembra credibile il filmato su You tube che inquadra l’entrata del Mc Donald’s proprio un istante prima della sparatoria.
Che rilevanza può avere l’entrata di un fast food? Non è  un monumento o un luogo di particolare interesse. Eppure qualcuno era là al momento giusto, e quando il “depresso” inizia a sparare, stringe l’inquadratura su di lui. Consideriamo poi che il filmato è stato postato su Youtube quasi in tempo reale.

E non mi sembra credibile l’ipotesi della coincidenza con la strage di Utoya del quale ricorreva in quel giorno il quinto anniversario. Breivick compì quel massacro in quanto era contro l’immigrazione incontrollata, a differenza degli studenti di fede politica laburista che tenevano il seminario sull’isola. Quindi anche l’ipotesi che sia un attentato di matrice “nazifascista” cade completamente, ed è certamente un mezzo per arginare l’ascesa di AFD (Alternative fuer Deutschand) in Germania e di altri movimenti di tipo lepenista nel resto d’Europa.
Piuttosto è interessante il fatto che il ragazzo abbia agito di venerdì, giorno sacro ai musulmani, che il luogo sia adiacente all’Olympiastadium dove vennero massacrati nel 1972 gli atleti israeliani e che, secondo una testimone, pure lei musulmana, abbia gridato “Allah akbar” mentre sparava….
Già quando si verificarono gli stupri di Capodanno a Colonia impiegarono giorni prima di pronunciare la parola “islamico”, dicono per non alimentare episodi di xenofobia. Ma adesso, anche se gli stupri sono gravi, si tratta di assassinii e la verità non deve essere nascosta alla gente.

Ora si fa strada “solo” che non era affiliato all’ISIS.

ISIS o meno, le motivazioni erano religiose, di odio verso gli altri,e tanto mi sembra sufficiente.

Però quello che si propinano non è informazione,  ma distorsione della realtà.

Comunque non ci facciamo trovare impreparati: abbiamo le bandiere della pace, fiori, gessetti colorati, fiaccole, il tutto con il sottofondo di “Imagine”.


Monaco di Baviera

Avevo appena postato il precedente articolo, ed ecco che l’Ansa mi segnala una sparatoria a Monaco di Baviera, in un centro commerciale nei pressi dell’Olympia Park. So solo che ci sono ancora morti, non si conosce ancora quanti. Sento dal sito tedesco che segue la diretta, il  suono delle sirene delle ambulanze e delle auto della polizia…

Spero che non vogliano farci ancora credere che sia un episodio isolato, di uno magari “depresso” come ci avevano detto di Nizza…

 

Quando finirà questa carneficina? quando ci decideremo a eseguire controlli efficaci su chi ci entra in casa?


I mostri

Non so più cosa pensare.
Non credevo che certi mostri potessero arrivare a tanto,  decapitando un ragazzino dodicenne con una gamba ingessata dopo averlo preso a bastonate.
E le immagini sono davvero strazianti. Si vede il piccolo, terreo in viso, con la paura negli occhi e poi un “eroico (?) ” combattente in piedi su un pick-up che ne mostra la testa mozzata. (ed evito apposta di mettere le fotografie, troppo cruente).
Non mi piace questo mondo, aborro questa pseudo – religione che è  solo una scusante per dare sfogo agli istinti peggiori di questi esseri che non posso chiamare persone ma solo mostri.
Non mi si venga a dire di pregare, perdonare, porgere l’altra guancia come ci esorta a fare l’uomo biancovestito.

A queste azioni si può reagire solo con la forza perché il fanatismo non accetta il dialogo. Solo mostrandoci più forti e determinati di “loro” possiamo sperare – se non è ormai troppo tardi – di arginare la loro violenza. Non voglio che il nostro futuro prossimo venturo assomigli al passato, quando le armate ottomane di Maometto II nel 1453 cannoneggiarono le mura teodosiane a Costantinopoli,

Dardanelles_Gun_Turkish_Bronze_15cmentre i suoi abitanti chiusi nella cattedrale di Santa Sofia pregavano e intanto il patriarca li consolava, dicendo loro che a fine giornata li aspettava il regno dei Cieli. Infatti furono tutti massacrati, inclusi i neonati,con le stesse modalità che usano ancora oggi.

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È arrivato il momento di prendere posizione, ormai non si tratta di intolleranza, razzismo o altro, ma solo di odio, ed usare una simile parola per me è davvero inusuale, anzi, deve essere senza dubbio la prima volta che la uso.

Non mi vengano neppure a parlare di Islam moderato, perché nessun islamico cosiddetto moderato, che dicono siano in maggioranza, è sceso a dimostrare contro i propri “fratelli assassini”.

Non mi si venga a parlare di nostri presunti torti dovuti alle Crociate, perché le razzie saracene, specie nelle nostre regioni meridionali ma anche in Liguria e Sardegna, si sono verificate molto prima che nascesse Maometto, e con la sua venuta sono aumentate: le Crociate furono solo un mezzo per difendere i pellegrini che si recavano in Terrasanta dalle rapine e dalle uccisioni che si verificavano non appena arrivati sui suoli mediorientali.

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Solo che i nostri beneamati parlamentari e governanti da quell’orecchio non ci sentono, intenti solo (almeno una parte) ad ascoltare il fruscio delle banconote dovute all’immigrazione selvaggia.


Silenzio

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Se per dirlo bastano tre righe, bisogna limitarsi a quelle tre righe.
Se per dirlo bastano tre parole, bisogna limitarsi a quelle tre parole.
Se per dirlo basta una strizzata d’occhio, bisogna limitarsi a quella strizzata d’occhio.
Se per dirlo basta una ruga, bisogna limitarsi a quella ruga.
Se per dirlo basta il silenzio, bisogna limitarsi a quel silenzio.
Non aggiungere.
Togli.

David Thomas, Non ho ancora finito di guardare il mondo


Cattedrale

Quando la notte definitiva cadrà su di noi

ci ritireremo nella nostra casa modesta,

certi di aver fatto il nostro dovere

per il nostro popolo,

e di aver raccolto senza paura

la sfida della storia.

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21 settembre 2013, attacco dei miliziani somali jihadisti in un centro commerciale di Nairobi.

Tra le 63 vittime, un grande poeta africano, Kofi Awoonor, nato in Ghana il 13 marzo 1935 a Wheta.

Laureatosi nella sua patria, si trasferì dapprima a Londra e poi a New York, dove completò i suoi studi. Tornò in Ghana nel 1975, dove insegnò all’Università di Cape Coast finché venne imprigionato senza processo perché sospettato di essere coinvolto in un colpo di stato, Liberato cinque anni dopo, divenne ambasciatore in Brasile ed a Cuba, quindi alle Nazioni Unite.

Le sue prime liriche sono ispirate alla tradizione orale dei paesi africani ed in particolar modo ai canti funebri che le donne improvvisavano durante le esequie in onore dei defunti. Nelle poesie successive invece cerca una mediazione tra il passato e le tradizioni del suo paese e la modernizzazione che avanza.

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Su questo spiazzale sporco

un tempo sorgeva un albero 

che diffondeva incenso sul granturco appena nato:

i suoi rami si estendevano attraverso un paradiso

rischiarato dagli ultimi fuochi di una tribù.

Poi mandarono geometri e costruttori

a tagliare l’albero

e piantare al suo posto

un’insensata gigantesca cattedrale di sventura.


Biblioteca

metro_paris-253922_1920-1024x683“Se perdessi la mia biblioteca, avrei comunque la metropolitana
e l’autobus. Un biglietto al mattino, uno alla sera, e leggerei i volti.”
(Marcel Jouhandeau)

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varie…

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I politici europei mi fanno sempre più schifo, specie quando si rallegrano con Erdogan per la “vittoria della democrazia”.

Democrazia?

Certo, pure Hitler fu eletto democraticamente, poi sappiamo come è andata a finire.

Intanto il democraticamente eletto Erdogan sta facendo un bel repulisti: 2745 giudici, che seguono i dettami di Fethullah Gulen, che se ne resta in esilio negli Stati Uniti e delquale Erdogan ha chiesto l’estradizione, sono stati rimossi, 426 addirittura arrestati assieme a 2839 militari, tra i quali 34 generali. E questi vanno ad aggiungersi ai 35 giornalisti ed ai vari oppositori che già marciscono in galera. Ed i seguaci del “Sultano” torturano e sgozzano per le strade i golpisti.

 

Fino ad oggi non ho sentito la voce di Amnesty International, ma forse mi è sfuggita, come quella della Commissione per i Diritti Umani dell’ONU (ah, è appannaggio dell’Arabia Saudita!)

Intanto, comunicato di oggi, di viene a sapere che le autorità francesi avevano impedito ai media di diffondere la notizia delle sevizie inflitte alle vittime del Bataclan (testicoli tagliati agli uomini ed infilati loro in bocca, donne stuprate con vari oggetti, occhi divelti,sventramenti,sgozzamenti, decapitazioni), non se ne conosce esattamente la motivazione.

http://www.liberoquotidiano.it/news/esteri/11930262/bataclan-ostaggi-torturati-jihadisti-strazio-occhi-strappati-sventramenti-castrazioni-.html

Tutto questo, dopo che qualche giorno fa è stato comunicato alla stampa che il ritardo nell’intervento delle forze d’assalto è stato dovuto all’esitazione di un colonnello… I francesi ne hanno ancora tanta di strada da fare…


Considerazione personale

I musulmani DEVONO avere qualcuno che li comanda. Inutile cercare di occidentalizzarli promettendo loro la libertà : non la vogliono e non saprebbero cosa farsene. Per questo la maggioranza dei paesi islamici ha o un dittatore o un sovrano assoluto; in alternativa, un capo “spirituale ” che detta le regole di condotta.
Inutile fomentare “primavere arabe” perché quello che succede dopo è spesso peggio di quanto c’era prima. (Pegio el tacon del buso, come dicono i veneti).
Quindi ora purtroppo c’è da sperare che Erdogan resti in sella altrimenti ci troviamo un’altra Libia alle porte di casa (intendendo per casa l’Europa) con tutte le incertezze del caso.
Dispiace per quella minoranza che davvero aveva creduto di poter ottenere più democrazia, ma che si ritroverà sempre più imbrigliata nelle spire delle leggi assolutiste islamiche.


Inviato dal Veloce promemoria


Sarebbe bello…

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Sarebbe bello avere una bacchetta magica  e fermare il tempo, adagiando la clessidra che non fa più scorrere la sabbia, o  riportare indietro i giorni, come riavvolgendo una vecchia cassetta VHS.

Sarebbe bello poter fermare le immagini un attimo prima…

 

–  Un attimo prima che degli assassini entrino in quel ristorante a Dacca, e i commensali possano continuare tranquillamente a mangiare, tra risate ed allegria.

 

– Un attimo prima che due treni si scontrino su un binario maledetto nei pressi di Andria, e tutti possano far ritorno felicemente a casa.

 

– Un attimo prima che un fanatico islamico falci gente festante a Nizza, con i bimbi nei passeggini o sulle spalle dei genitori che guardano con occhi sgranati dalla meraviglia i fuochi artificiali.

 

Sarebbe bello avere solo immagini di gioia, e non di chiazze di sangue, di corpi smembrati, di coperte che celano quelle salme agli sguardi di chi è sopravvissuto.

Sarebbe bello, ma non si può tornare indietro.

Quindi non parlatemi più di dialogo, integrazione, pace e tanto meno di perdono.

Non sono nello spirito adatto, ho perso ogni speranza, specie adesso che la Turchia con il fallimento del golpe è avviata verso in futuro di integralismo islamico e che quindi abbiamo il nemico alle porte.


La morte

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La morte è la curva della strada,
morire è solo non essere visto.
Se ascolto, sento i tuoi passi
esistere come io esisto.
La terra è fatta di cielo.
Non ha nido la menzogna.
Mai nessuno s’è smarrito.
Tutto è verità e passaggio.

Fernando Pessoa

 


Ipocrisia

I soliti mass media che fanno fatica a pronunciare le parole “terrorismo islamico”.
Ed allora ci dicono che il poveretto era depresso perché in fase di separazione, aveva difficoltà economiche e addirittura non era particolarmente religioso.
Un bravo padre di famiglia con tre figli, le cui foto erano sulla sua copertina di Facebook.
Peccato che le fotografie siano un tantino inquietanti, come le parole che accompagnano la sua foto profilo.
Sempre più schifata dalle fonti di informazioni che metto quasi alla pari di questi infami terroristi.


Inviato dal Veloce promemoria


oggi

… il mio pensiero va ad Isabella ed alla Francia da lei tanto amata. ❤


ecco…

Solo ieri pomeriggio avevo scritto “speriamo basta morti” ed ora ci troviamo a piangere altre vittime a Nizza.


Morti

Si è parlato molto di morti in questi giorni, troppi morti.

Innanzitutto quelli recuperati dal fondo del mare, annegati nell’aprile dello scorso anno. Operazione voluta dal nostro premier per uno scopo puramente mediatico, di facciata, non certamente umanitario, che ci è costata 20 milioni di euro e che sarà praticamente inutile, in quanto non ci sono i fondi per effettuare il DNA delle salme che rimarranno chissà quanto tempo nelle celle frigorifere. Un mio contatto ha opinato che in seguito bisognerà effettuare detti esami perché ci sono dei parenti che piangono quelle vittime, al che ho ribattuto che non conoscendo la provenienza degli annegati cosa dovremmo fare? Analizzare le centinaia di milioni di persone che risiedono in Africa per stabilire una relazione di parentela con i morti?

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Avevo anche scritto che quei soldi sarebbe stato meglio utilizzarli per i vivi, magari dotando la linea pugliese a binario unico di sistemi di sicurezza più moderni anziché ricorrere all’anacronistico metodo della “telefonata di autorizzazione”, per la quale stanno pagando le ultime ruote del carro ( i due capistazione ed un altro addetto) anziché ricercare le responsabilità più in alto. Tutti sanno quanto poco mi siano simpatici i pentastellati, ma oggi ho avuto modo di ascoltare Giuseppe D’Ambrosio, parlamentare del M5S proveniente da Andria che ha detto parole sacrosante: come nel 2007 sia stato presentato il progetto del raddoppio della linea; come sia stato finanziato ancora nel 2012 con 180 milioni di euro tramite fondi europei; come i lavori che dovevano partire il 1° gennaio 2013 e finire al 30 giugno dello scorso anno siano ancora fermi per “motivi burocratici” tanto che la presentazione delle domande per accedere all’appalto sia stato spostato al 19 luglio prossimo.

Così la Puglia si trova a piangere 23 vittime, causate non solo dalla fatalità ma anche dalla burocrazia che inquina sempre più il nostro paese.

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C’è poi la morte di Provenzano: su un sito ho scritto che di questo decesso (per quanto annunciato, data l’età avanzata dal soggetto) non mi rammarico per nulla. Altro rimbrotto perché, secondo alcuni, una volta che uno è morto, bisogna solo provare pietà. Lo chiederei allora al piccolo Giuseppe Di Matteo, ucciso dopo due anni di prigionia a soli 15 anni e sciolto nell’acido, la cui unica colpa era quella di essere figlio di un “infame”, ossia un collaboratore di giustizia. Con il metro della pietà allora dovremmo tacere anche nei riguardi della morte, che so, di un Hitler? Di un Amin Dada? Di uno Stalin? Eh, no, carogne erano da vivi e tali restano anche da morti.

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Infine c’è quel povero torero incornato a soli 29 anni. Sono animalista e giudico la corrida come uno spettacolo immondo, però mai mi permetterei di paragonare la vita di un essere umano con quella di un animale. Eppure ho letto commenti a dir poco infami sul decesso di quel povero ragazzo e non capisco come si possa infierire così su un giovane che è morto così tragicamente.

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E la chiudo qui, sperando che il domani ci porti notizie migliori.


Porte e finestre

 

porte e finestre

Alla fine, arrivano sempre i ricordi con le loro nostalgie e la loro speranza, e un sorriso di magia alla finestra del mondo, quello che vorremmo, bussando alla porta di quello che siamo.

 

C’è solo una finestra chiusa e tutto il mondo fuori; e un sogno di ciò che potrebbe essere visto se la finestra si aprisse.

Fernando Pessoa,

 


Impressione

Sarà una mia impressione, però mi sembra che si voglia far passare il messaggio “Bianco cattivo” “Nero SEMPRE buono”.

Amedeo Mancini che ha ucciso Emmanuel a detta dei quotidiani (Fatto quotidiano in primis) non era certo uno stinco di santo, ormai lo sanno tutti: violento, litigioso, una passione per la boxe, aveva già subito il Daspo, la misura con la quale si proibisce ad un tifoso di frequentare lo stadio, del resto già finito di scontare un anno fa. Comunque, tecnicamente era incensurato, non essendoci nessuna condanna passata in giudicato a suo carico. Lo hanno subito etichettato come “ultrà di destra”,quando testimonianze dicono che avesse fatto campagna per il PD e ci sia una foto che lo ritrae con dei militanti del M5S.

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Probabilmente il Mancini di politica non si è mai interessato, ma tant’è, dare del fascista fa sempre notizia.

Ci sono poi i soliti sciacalli che lo associano ad una manifestazione della Lega Nord Marche, dove una persona che SEMBREREBBE molto alla lontana l’indagato è in effetti un militante che si è benissimo riconosciuto nell’immagine.

Tutto questo, per far capire a che livello sia arrivata la (dis)informazione qui in Italia. Si punta sul titolone ad effetto, si dà rilievo al gossip, ai”si dice”, ma senza portare nessuna prova concreta in sostegno delle cavolate che si scrivono. Non si tratta perciò di informazione, ma di sottile propaganda di regime, che trasforma il caso di una tragica lite in un fatto di puro razzismo, trasformando il becero atteggiamento di un bullo di paese in un caso ideologico dove, purtroppo, c’è scappato il morto solo per via di un cazzotto ben assestato.