Stress
Ed oggi siamo ritornati.
Viaggiare a fianco di un guidatore nervoso è stressante. Avrei voluto godermi il viaggio tranquillamente, ma la prima parte è stata un incubo.
Fino ad oltre Brescia è stato un continuo sbuffare di mio marito per il traffico intenso.
Molti si recavano infatti al lago d’Iseo per ammirare l’opera di Christo (ne parlo più sotto).
Poi mi ha chiesto se era meglio tagliare per la solita bretella Peschiera – Affi o proseguire sull’autostrada. Non vedendo code, gli ho consigliato la bretella.
Non l’avessi mai fatto!!!
Ha iniziato a brontolare perché un caravan procedeva troppo lentamente e non c’era spazio per sorpassare, inoltre era iniziato pure a piovere. Poi alla fine della bretella, essendoci comunque traffico, si era creato un imbuto quando, dalle due corsie si è passato alla corsia unica.
Rientrati in autostrada altra brontolata per l’alto numero di tedeschi. Grazie al cielo poi per incanto è tornato a splendere il sole , le corsie si sono liberate e così è tornato il sereno anche nell’abitacolo. 🙂
Scrivevo prima dell’opera di Christo.
Già dopo Bergamo le segnalazioni luminose in autostrada indicavano l’uscita a Palazzolo per i “Floating piers”
Certo, è una cosa originale, questo non si può negare, però definirla “arte” a mio parere è eccessivo. Duecentomila cubi di polietilene (e qui c’è un poco d’Italia, in quanto scoperta del nostro premio Nobel Giulio Natta) galleggianti sull’acqua e ricoperti di un telo arancione, come molte stradine del paese di Sulzano.
Tre chilometri di passeggiata larga sedici metri sul lago. Mi hanno obiettato che l’opera è stata finanziata interamente dall’artista (?), anche se su un sito ho letto che ha contribuito anche la Beretta di Brescia.
Meritevole quindi che, a fronte di un’indubbia pubblicità al Lago d’Iseo ed al ritorno economico provocato dalle innumerevoli presenze di turisti da ieri – giorno dell’inaugurazione – al 3 luglio – quando l’opera verrà smantellata – non ci sia stato esborso di denaro pubblico. Ricordo però che i veri artisti si sono avvalsi molto spesso dei contributi di mecenati che commissionavano loro le opere.
Del resto,a pensare che sia solo “un’opera” e non “un’opera d’arte” non sono solo io.
E mi ha ricordato tanto la “Merda d’artista ” di Piero Manzoni (ma c’è stato davvero qualcuno che ha comprato una simile schifezza?) o le tele tagliate di Lucio Fontana. L’arte deve trasmettere qualcosa, queste opere non mi dicono nulla, ma forse sono dalla parte del torto e di arte non capisco assolutamente nulla.
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Inviato dal Veloce promemoria
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