Non mi torna…
Eccheccavolo !
Arrivano qui belli pasciuti e dicono che sfuggono dalla miseria e dalla fame
Li vedi subito col cellulare o con il tablet in mano in cerca di un wi-fi gratuito “per mettersi in contatto con la famiglia”.
1 – vieni qui e lasci i tuoi parenti a morir di fame?
2 – i tuoi familiari che stanno in miseria non hanno da mangiare ma possiedono una connessione internet?
Qualcosa non mi torna.
Pioggia
Si pranza in Corso Como, quindi è d’obbligo passare per piazza Gae Aulenti. Hanno aperto una nuova passeggiata in mezzo ad un vastissimo prato dal quale c’è un’ottima visuale dei nuovi grattacieli.
Il tempo soleggiato volge rapidamente al brutto, come è solito nelle città di pianura. Il vento trasporta velocemente grossi cumuli di nubi che diventano subito scure.
Facciamo giusto in tempo a ripararci in un bar prima che inizi a diluviare. Si decide di rientrare e fortunatamente la fermata del tram non è distante.
I finestrini rigati dall’acquazzone fanno intravvedere un cielo scuro, lunghe file di auto con i fari accesi, negozi illuminati quasi fosse già l’imbrunire, mentre sono solo le due del pomeriggio. Le insegne luminose si riflettono sul pavè bagnato, con lunghe scie colorate.
Tutti tacciono, quasi oppressi dal maltempo. Una bimbetta di circa 5 anni si appisola abbracciata alla mamma. Solo il rumore ritmico ed ipnotico del compressore, che induce alla sonnolenza e lo sgocciolio degli ombrelli bagnati sul pavimento.
Ultimo giorno di maggio… e sembra un qualsiasi giorno di novembre.
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Inviato dal Veloce promemoria
Dedicato Sara ed a tante come lei…
Per tutte le violenze consumate su di lei,
per tutte le umiliazioni che ha subito,
per il suo corpo che avete sfruttato,
per la sua intelligenza che avete calpestato,
per l’ignoranza in cui l’avete lasciata,
per la libertà che le avete negato,
per la bocca che le avete tappato,
per le sue ali che avete tarpato,
per tutto questo:
in piedi, signori, davanti ad una donna“.
[Attribuita a William Shakespeare, ma con tutta probabilità è di un autore anonimo di inizio 1800]
L’avevo già scritto: la legge sul femminicidio è un’enorme cavolata che non avrebbe certo fermato le violenze sulle donne.
E mi immagino questa giovane Sara, bruciata viva, con tutti i suoi sogni, le sue speranze, i suoi propositi per il futuro, scomparsi in una fiammata e tramutati letteralmente in cenere.
Nessuno a darle aiuto.
Nessuno ha visto.
Nessuno ha sentito.
E mi domando quale sorta di madri abbiano avuto stupratori ed assassini di una donna, cosa li spinga ad un’azione tanto distruttiva.
Parabola
Immagino un bicchiere, contenente del vino per 3/4.
Poi ci aggiungiamo dell’acqua.
Prima qualche goccia, poi qualche cucchiaino da caffè, poi cucchiai da minestra.
Il vino si diluisce ed il bicchiere va pian piano colmandosi.
Ad un certo punto il liquido inizierà a tracimare.
C’è un limite infatti al liquido che il bicchiere può contenere.
C’è anche un limite oltre il quale il vino, troppo diluito, perde il suo sapore.
L’Italia è come quel bicchiere.
C’è un limite all’accoglienza dei “profughi”, considerando che molti, troppi, non lo sono?
C’è un limite all’integrazione di altre etnie senza che le nostre peculiarità vengano cancellate?
Ecco, io ho fatto una domanda, ma so che non otterrò risposta.
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Inviato dal Veloce promemoria
Oggi cinema!
Bel pomeriggio, anche se piovoso, al “Fermo immagine – Museo del manifesto cinematografico ” di via Gluck.
Proiezione del film “Demoni” di Lamberto Bava, che è poi intervenuto in una sala adiacente per intrattenersi con i suoi estimatori.
Ho apprezzato la gentilezza e disponibilità del regista, persona squisita che, con infinita pazienza, ha firmato biglietti, locandine e copertine dei dvd dei suoi film, sottoponendosi a tantissimi selfie, sempre sorridente e con battutine simpatiche con ciascuno.
Peccato non aver potuto assistere alla seconda proiezione in programma (Demoni 2) per via di un precedente impegno.
Grazie a Bloodbuster per l’organizzazione.
Oggi, 28 maggio
Volevo scrivere oggi di questa Milano un po’ madrilena, con tifosi che girano per tutta la città, riconoscibili per i colori di sciarpe e magliette: bianche quelli del Real, a righe bianche e rosse (e per questo soprannominati “materassai”) quelli dell’Atletico.
Pure i tram hanno vestito la livrea di questo avvenimento, ed anche sui tabelloni degli orari le scritte sono state tradotte in spagnolo.
Invece mi trovo a commemorare la scomparsa di un altro grandissimo attore teatrale, Giorgio Albertazzi.
La sua perdita era forse nell’aria, in quanto aveva già 92 anni, ma fino allo scorso anno aveva calcato le scene con “Memorie di Adriano”.
Ed è ascoltando questa voce limpida e chiara che viene spontaneo paragonarlo a tanti “mestieranti” che salgono sì sul palcoscenico, ma non sanno minimamente cosa significhi recitare. È sufficiente ascoltarlo nel monologo de “L’idiota” per apprezzarne in pieno la grandezza…una voce davvero straordinaria, un viso che esprime tanto…
Non racconto qui la sua biografia, è facilmente reperibile su molti siti internet. Basta ascoltare per comprenderne l’arte.
Purtroppo non ho potuto mai ascoltarlo in teatro, ma solo in televisione, negli sceneggiati (quando la televisione di stato forniva davvero un servizio pubblico in fatto di cultura), ma anche in cose più “leggere”, come “Philo Vance” (e di questo ho tutti i dvd 🙂 ).
E quindi uscimmo…
No, non “a riveder le stelle”, ma il sole, anche perché oggi si sono registrati 27 gradi :).
Oggi, per compensare la “reclusione” di ieri siamo usciti prestissimo e dalla zona viale Monza siamo arrivati fino alla Mac Mahon a piedi. Un tragitto lunghetto, ma solitamente ne facciamo anche di più lunghi.
Pranzato in un altro bel ristorantino in una trasversale (via Principe Eugenio) poi, sempre a piedi, siamo passati per il centro. Impossibile muoversi: i primi spagnoli sono già calati per la partita di domani con sciarpe e bandiere. Un pullman carico di tifosi girava strombazzando, ma era solo gente piena di allegria, come dovrebbe essere una simile occasione.
Per fortuna avevo già scattato qualche foto nei giorni scorsi, sia in piazza Duomo, completamente transennata,
che alla Darsena, dove è stata esposta una copia gigante della coppa.
E anche alla Darsena c’era un altro suonatore, stavolta con la chitarra.
Ho capito che in questi giorni è meglio evitare il centro e le zone limitrofe. La partita la seguiremo comunque, comodamente seduti sul divano, come fa ogni “sportivo” che si rispetti :).
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Inviato dal Veloce promemoria
Arresti domiciliari :)
Oggi, sempre per fare un favore alla nostra amica, abbiamo dovuto restare tutto il giorno reclusi in casa in quanto in tutto il condominio dovevano sostituire le valvole dei caloriferi e collegarli ai nuovi misuratori di consumo.
Tutto un viavai di gente tra tecnici ed idraulici, solo che alla fine non hanno potuto fare il collaudo finale (e chissà quando lo potranno fare) per via di un tubo dell’acqua che si è rotto n un appartamento ad un piano inferiore al nostro.
Restare sempre in casa per noi abituati a muoverci…che tortura.
Praticamente ci hanno lasciati liberi dopo le 20.30, e a quell’ora c’era ancora da sistemare tutta la casa, pulire e riposizionare i copricaloriferi. Stanca morta peggio che se avessi camminato tutto il giorno. 😯
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Inviato dal Veloce promemoria
Offertissima
Vendiamo buchi da 5 – 7 – 9 – 12 – 15 euro a seconda della grandezza.
Se ne acquistate almeno 3, i jeans ve li regaliamo noi.
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Inviato dal Veloce promemoria
A Milano
E da ieri, per fare un favore alla nostra amica, siamo nuovamente a Milano. Quest’anno, tra una cosa e l’altra, a casa nostra ci siamo stati ben poco.
Siamo partiti subito dopo aver votato per il ballottaggio (e come era prevedibile ha vinto il solito piddino – anche se ufficialmente indipendente -appoggiato dalla SVP) e ci ha accolto una magnifica giornata, praticamente estiva.
Oggi piccolo nubifragio mattutino con brusco calo della temperatura, un accenno di grandine, poi dopo pranzo un alternarsi di sole e pioggia. In zona Mac Mahon, dove abitavano i miei suoceri, una gradita sorpresa: il tram 12 ha ripreso a percorrere il solito itinerario e anche la linea è completamente cambiata : sono stati sostituiti i binari, che ora viaggiano immersi in un bel tappeto erboso, e sono state cambiate le pensiline. Davvero un bel lavoro.:).
In centro, si preparano per la finale della Coppa di Champions League : stanno installando transenne e dappertutto spuntano le pubblicità degli sponsor.
Credo che in questi giorni in città ci sarà un’atmosfera molto spagnoleggiante. 🙂
Sempre per la serie “uomini che dimenticano tutto”, cosa poteva lasciare a Bolzano mio marito?
La giacca impermeabile appena comperata a Zagabria!
Alla disperata ricerca di un K-Way, non lo abbiamo trovato e così, nonostante l’ombrello, si è preso una bella lavata!
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Inviato dal Veloce promemoria
Bellezza
Girano da qualche giorno su internet le foto di quella tal modella che ha sfilato sul Red carpet di Cannes con il solo vestito (?) abbondantemente fornito di spacchi strategici e senza biancheria intima, nemmeno un filino di tanga per celare almeno un pochino i punti strategici che nemmeno Belen al Festival di Sanremo, con annessa farfallina, si era permessa.
Già i commenti maschili si sprecavano definendola – con la “parte per il tutto” – FIGA IMPERIALE.
Mi chiedo quanti di questi miei “amici virtuali” (tra i quali molte persone di cultura) vorrebbero vedere la propria figlia, sorella o nipote, per quanto bella, sfilare conciata in tal guisa.
Ammetto che prima di quel giorno non sapevo neppure chi fosse questa ragazza: Bella (Hadid) di nome e di fatto, nessuno lo può negare: alta, statuaria, conscia del proprio fascino ma…
Già, a mio parere c’è anche un ma.
C’è bellezza e bellezza.
La sua è una bellezza che “riceve”: sguardi di ammirazione e/o di invidia, complimenti ed altro.
Per mio conto però la bellezza deve anche “trasmettere”: positività, apprezzamento, ma scevro di invidia, luminosità, piacere… da farti dire che oggi è una splendida giornata perché si è potuto godere di un simile spettacolo (che sia una persona, un panorama, un’opera d’arte non fa differenza).
La bellezza esiste anche in una persona non bella secondo i canoni classici: sta in un sorriso spontaneo, in uno sguardo intrigante, in un modo affascinante di proporsi agli altri, non solo nell’esposizione in modo algido all’ammirazione altrui.
A mio modesto parere, la modella in questione, ha pure una certa dose di volgarità gratuita, che non è sufficiente a compensare tanta bellezza; pecca insomma di ineleganza, ed è palese che ha avuto tutta questa rinomanza esclusivamente per questa “mise” e per il suo atteggiamento (sempre attenta ad aprire il più possibile lo spacco della veste, specie quello inguinale). Il viso poi è assolutamente inespressivo, non trasmette emozioni, nulla (ma ovviamente tutti erano intenti a guardare qualcosa d’altro 🙂 ). Se non fosse stata così (s)vestita, non avrebbe ottenuto il medesimo risultato, perché nei vari avvenimenti mondani (che sia Cannes od Hollywood ha poca importanza), le belle ragazze si sprecano, e quindi c’è la ricerca al modo più originale per attirare l’attenzione, ma questo francamente è stato eccessivo.
La bellezza va coniugata anche a finezza ed eleganza, ci vuole classe anche per essere sexy, per rendere una donna davvero oggetto di desiderio, darle un tocco di mistero e di irraggiungibilità, e non con il “tutto” esposto come ad un mercato.
Ah, parere personale finale: per essere solo diciannovenne, il seno dovrebbe essere un pochino più sostenuto.
Nel bene e nel male
Qualche giorno fa è ricorso il 28 anniversario della morte di Enzo Tortora. Lo hanno commemorato in tanti, radio, giornali e televisioni, molti sui vari blog e siti facebook o di altri social network. Ebbene, al momento del suo arresto tantissimi giornalisti asserviti al regime si scagliarono contro quel galantuomo, ed uno dei pochi a prenderne pubblicamente le difese, mettendosi al suo fianco e sposando la sua causa fu proprio Marco Pannella. Questo perché allora si andava in carcere come presunti colpevoli senza che ancora fosse imbastita una parvenza di processo, e questo modo di agire non è certamente da paese civile. Non siamo certo ai livelli dell’habeas corpus tipico dei paesi anglosassoni, ma in materia di detenzione preventiva (oggi chiamata custodia cautelare) sono stati fatti notevoli passi avanti. E di questo bisogna essergliene grati, come per l’istituzione del divorzio. Certo, all’inizio ci volevano ben 7 anni di separazione legale per arrivare a spezzare il vincolo matrimoniale, poi piano piano questo termine temporale si è accorciato. Ma anche in questo caso ci è voluto lui, Marco Pannella per scuotere questa Italia ipocrita e bigotta, dove molti dei politici che erano per il NO al divorzio avevano di fatto una seconda famiglia.
L’aborto? Personalmente sono contraria ed ancora oggi mi sconvolgono le fotografie della Bonino che pratica l’interruzione di gravidanza con metodi rudimentali e non so quanto igienici. Però bisogna anche contestualizzare il periodo. Di mezzo c’è sempre questa doppia faccia dell’Italia, che da una parte proibiva gli anticoncezionali e dall’altra puniva severamente l’aborto. Oggi però l’aborto continua ad essere praticato, nonostante i mezzi per evitare le gravidanze ci siano, e pure numerosi e differenti: qualcosa non mi torna… L’aborto dovrebbe essere solo una soluzione estrema da valutare caso per caso; forse nelle scuole sarebbe più opportuno insegnare una sana educazione sessuale invece di far lezione sui transgender e cose simili.
Questa è una delle sue “rivoluzioni” del leader radicale riuscita male.
Poi non ho affatto apprezzato la candidatura e l’elezione sia di Ilona Staller che di Toni Negri al Parlamento; non mi è piaciuta la sua campagna contro il nucleare, che ci avrebbe risolto molti problemi energetici che ci costa ancora oggi fior di quattrini; non mi è piaciuta la sua presa di posizione sull’amnistia: le carceri saranno anche brutte, ma molti amnistiati hanno reiterato i delitti per i quali erano stati condannati.
Non mi è piaciuto quel suo barcamenarsi appoggiandosi a volte alla destra, altre alla sinistra, non tanto per un senso di “indipendenza” quanto di visibilità, anche se tempo prima si scagliava cntro la partitocrazia, probabilmente perché escluso da questo sistema.
Ed infine non mi è piaciuto il suo continuo ricorso all’istituto del referendum, per ogni questione (anche la più complicata, della quale la gente comune non capiva assolutamente nulla, tanto che il quorum via via si è abbassato nel corso degli anni e spesso neppure raggiunto), talvolta sotto il “ricatto” dei suoi scioperi della fame e della sete che ormai infastidivano più che interessare. Anche perché molti risultati raggiunti (ad esempio finanziamento pubblico ai partiti – responsabilità civile dei magistrati – abolizione di alcuni ministeri) sono stati disattesi oppure si è verificato il solito doppiogiochismo all’italiana, cambiando magari qualche termine ma lasciando invariata la sostanza.
Bisogna comunque riconoscere a Pannella che, pur con un partitino dalle percentuali a volte risibili, è riuscito ad influenzare la politica italiana dagli anni ’70 fino ad oggi e che ha ispirato, e non poco, le maggioranze governative con le sue battaglie.
Pensierino
È forse colpa del riscaldamento globale che oggi, 20 maggio, sto girando per casa intabarrata in una felpa di pile?
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Inviato dal Veloce promemoria
Marco Pannella
La notizia di oggi è ovviamente la morte di Marco Pannella. Era nell’aria da giorni, da quando cioè le sue condizioni si erano aggravate. L’ultima sua apparizione sugli schermi, il 2 maggio scorso, in occasione del suo ottantaseiesimo compleanno: il viso scavato, i lunghi capelli bianchi lo facevano rassomigliare ad un vecchio indiano delle riserve.
Ammalato di tumore ai polmoni, ma sempre con il sigaro tra le labbra.
Personaggio contraddittorio, egocentrico, libertario ed allo stesso tempo statalista, cui dobbiamo comunque molto.
Ho apprezzato molte sue battaglie, come quella sul divorzio, altre invece non le ho condivise, come quella sulla depenalizzazione dell’uso delle droghe. Bisogna però considerare anche il contesto in cui le sue battaglie sono nate. L’Italia, da sempre, era uno stato “confessionale”, soggetto, anche se velatamente, più alle leggi ecclesiastiche che a quelle civili; parlare di divorzio, aborto, omosessualità, droghe in quel periodo era ritenuto indecoroso e blasfemo. Lui ha avuto il coraggio di mettersi in gioco, mettendoci anche la faccia, per affermare le sue idee, giuste o sbagliate che fossero, mentre tanti altri baciapile nostrani, frequentatori di chiese e monsignori, predicavano bene ma razzolavano molto male. Nel bene o nel male, anzi, nel meglio e nel peggio è stato un personaggio del nostro tempo: ha portato la laicità in questa nostra nazione, cambiando il modo di vedere e di pensare di quanti sono della mia generazione, ci ha fatto riflettere sui diritti civili, ci ha smarcati in un certo senso dal Vaticano, da una certa morale ipocrita: molti lo giudicavano un folle. Prima lo ho definito libertario e statalista. Libertario per le campagne da lui lanciate, “abituandoci” all’istituto del referendum, anche se poi, abusandone troppo, la gente si è disamorata di questo istituto. Statalista, perché per lui ad ogni DIRITTO deve corrispondere una LEGGE che lo istituisca e lo regolamenti: secondo il mio modo di pensare, la libertà è garantita abrogando le leggi che la ostacolano, e non mediante la creazione di nuove, secondo l’assunto “tutto ciò che non è esplicitamente proibito, è concesso”.
Se ne va un protagonista degli ultimi 50 anni della nostra politica. E qui, la canzone che Francesco De Gregori gli aveva dedicato.
77° posto
Parlo della libertà di stampa in Italia.
E quello che è successo ieri notte ne è la riprova.
Rimosso Maurizio Belpietro dalla direzione di Libero. Come mai?
A causa del suo appoggio al NO per la campagna per il prossimo referendum.
Il fatto è che la proprietà del quotidiano è del gruppo Angeletti; gli Angeletti sono vicini a Dennis Verdini e quest’ultimo sostiene chi? LUI, certo, il piccolo parolaio fiorentino.
A pensare male si fa peccato ma ci si azzecca, diceva quella grande mente della buonanima di Andreotti.
Quindi NON deve passare la linea contraria a quella del premier in merito al referendum sulla costituzione, tanto più che pure Vittorio Feltri si è dichiarato per il SÌ (strano, ma vero).
Libero di nome, ma non di fatto.
Ora dal 77° posto saremo scesi ancora di qualche posizione.
Poi parlavano del MinCulPop!
Ma mi faccia il piacere!
http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/11909965/editoriale-maurizio-belpietro-libero-.html
Zagabria 12 maggio
La permanenza a Zagabria ormai volge al termine.
Oltre ai palazzi purtroppo rovinati che ho postato l’ultima volta, ci sono anche palazzi nuovissimi, tra i quali l’hotel Dubrovnic.
Ma anche altri, uno ad esempio nella trg Mažuranića è molto interessante,
come la scultura che gli sta davanti.
Sempre là vicino, il teatro dell’Opera (che in cartellone ha pure Puccini)
e nel giardino antistante una singolarissima fontana
e, poco distante, una statua di San Giorgio.
Poi nei pressi della cattedrale, c’è pure questo originalissimo edificio, ma non so esattamente cosa sia.
Ah, c’è pure un angolo d’Italia: una serie di bancarelle che vendono prodotti alimentari tipici italiani, sardi, siciliani, emiliani e piemontesi..Noi in questo campo non abbiamo certo rivali :-).
Altri monumenti si trovano un po’ dovunque: la statua nella trg Jelačiča dedicata al conte Jelačič,
quella dell’ingegnere Tesla,
poi una che ritrae un certo monaco Orgo Martic,
un altra dedicata a non so chi sia, ma aveva l’aspetto di una persona amante della della vita,
ma ce ne sono altre molto originali, come il mezzobusto all’entrata di un ristorante,
un tizio simile a Freud appoggiato ad una colonna,
la targa dedicata ad un cane (troppo difficile da tradurre la scritta 🙂 )
e la mia preferita, un lettore appoggiato al muro mentre consulta un libro.
Poi ci sono i locali dove abbiamo mangiato o ci siamo fermati per una sosta: il ristorantino romantico, con lampadari a forma di carrozza,
una pasticceria molto elegante
un bistrò dove ci hanno offerto un liquore buonissimo a base di grappa in cui vengono macerate arance, ananas ed altra frutta il tutto aromatizzato con la vaniglia.
Seguire la nostra dieta è stato difficile, in quanto là mangiano prevalentemente carne (il pesce più che altro sulla costa dalmata), ma qualcosa abbiamo sempre trovato. L’ultimo saluto dalla finestra del nostro hotel…
e si ritorna, lievemente incavolati per il confronto tra il prezzo della benzina tra noi e la Croazia (NB: un Euro equivale circa a 7,5 Kune).
Zagabria 11 maggio
C’è una parola che ricorre spesso a Zagabria, come in tutta la Croazia : pekarna, ossia panetteria. Ne trovi tantissime, in ogni luogo. Appena si arriva nella galleria (che ospita anche un grande centro commerciale ) che collega il terminal degli autobus alla stazione ferroviaria, si viene accolto dal profumo di pane appena sfornato. Ci sono tre grandi panifici: Pan Pek, Mlinar e Dubravica, con forme di pane di tutti i tipi, da quelli piccoli come pasticcini alle pezze enormi (credo di 2 chili circa). Gente che acquista non solo pane, ma anche tranci di pizza (diffusissima qui) e la mangia, avvolta in sacchetti di carta.
Quelle menzionate sopra sono le panetterie più commercializzate, ma esistono anche tantissimi piccoli forni artigianali. (le tre foto seguenti le ho prese da internet)
Ci siamo spostati con vari tram, spingendoci fino in periferia. Se in centro ci sono begli edifici moderni e ben tenuti, è triste vedere che mano a mano che ci si allontana le case sono molto più degradate. Passi per quelle in stile “sovietico”, grossi prefabbricati in cemento armato, spesso nascosti dagli alberi.
Là ci sono anche begli edifici fine 1800 inizio 1900 con i muri letteralmente corrosi: intonaci che si sgretolano, pareti imbrattate dai soliti graffiti senza senso, per il solo (cattivo) gusto di danneggiare.
Ma in centro si trovano anche dipinti davvero deliziosi, come questa signora in costume ottocentesco,
o il bel graffito che decora la caserma dei vigili del fuoco.
Poi ci sono i musei: partendo dalla solita Stazione, la prima che si incontra è la Galleria Strossmeyer,
imponente con la sua cupola grigia,che contiene numerose opere del Rinascimento italiano: interamente circondata da giardini e fontane, e prospiciente al parco dove, all’arrivo, avevamo notato una grande festa con bimbi e mamme, nonostante l’inclemenza del tempo. Vicino alla stazione c’è il palazzo davvero imponente del Ministero delle Ferrovie.
Zagabria 10 maggio
Stoicamente mio marito, nonostante la pioggerella e la temperatura fresca, è voluto uscire indossando solo una camicia jeans a maniche lunghe ed un gilet di pelle, col risultato che abbiamo dovuto comperare di corsa una giacca impermeabile. Per fortuna ne abbiamo trovata una davvero bella e ben rifinita, interamente foderata di cotone : prezzo ? Al cambio nemmeno 40 euro!
Qui è la stagione delle fragole, e dappertutto ci sono banchetti che vendono a buon prezzo cestini di questi profumatissimi frutti.
Non solo, ma ovunque si trovano fiori e piante, sia davanti alla stazione che in vari punti della città.
Qui ad esempio siamo nei pressi della cattedrale, dove assieme ai fiori vendono anche vari prodotti ortofrutticoli.
Il simbolo di questo posto è la statua di una vecchia contadina che si trova in un angolo della piazza.
Da un lato, spunta anche il campanile del palazzo arcivescovile.
La vitalità di Zagabria la si nota proprio nel tratto che va dalla Glavni Kolovdor (Stazione principale) alla trg Bana Jelačiča ed alla trg Mazuranića, (trg sta per Piazza) e sono le strade maggiormente interessate dalle linee tramviarie (in città autobus non ce ne sono, servono solamente l’esterno) : numerosi e molto puntuali, i tram sono pulitissimi, dai più recenti a quelli “vecchiotti”, addirittura con due carrozze separate, e sono molto adoperati dalla gente.
Come avevo scritto l’altro giorno, noi abbiamo acquistato la Zagreb Card che, per il costo di 90 Kune (circa 12 euro) consente di viaggiare per 72 ore su tutti i mezzi in città, oltre agli sconti nei vari musei.
Nei pressi dei luoghi che ho nominato prima si trovano i maggiori musei e, nelle vicinanze della trg Bana Jelačiča, la Cattedrale. Quest’ultima è dedicata alla Madonna, della quale c’è anche una statua proprio sul piazzale antistante la chiesa,
è stata costruita tra il 1093 ed il 1217. Distrutta dai mongoli nel 1242, venne ricostruita su iniziativa del vescovo Timoteo sulle rovine di quella preesistente e dedicata a santo Stefano, re di Ungheria (István Király, o Szent István).
Nel 1880 però un violento terremoto fece crollare sia la torre che la navata centrale:venne quindi ricostruita in stile neogotico con due grandi guglie ai lati della facciata principale, alte 108 metri, una delle quali attualmente in ristrutturazione.
Ho provato a fare delle foto all’interno, ma la grande presenza di giapponesi ha reso l’impresa pressoché impossibile. Le tre immagini che seguono sono quindi prese da internet. (Wikipedia – Diego Delso), mentre gli esterni (facciata) sono opera mia, con il cellularino.
(Navata principale)
(sarcofago beato Alojzije Stepinac)
(vestibolo)
Firenze
Entro dei ponti tuoi multicolori
L’Arno presago quietamente arena
E in riflessi tranquilli frange appena
Archi severi tra sfiorir di fiori
Azzurro l’arco dell’intercolonno
trema rigato tra i palazzi eccelsi:
Candide righe nell’azzurro: persi
Voli: su bianca gioventù in colonne.
Dino Campana-Canti Orfici, 1914
Dighe
So che l’amore è come le dighe:
se lasci una breccia dove possa infiltrarsi un filo d’acqua,
a poco a poco questo fa saltare le barriere.
E arriva un momento in cui nessuno riesce più a controllare
la forza delle barriere.
Se le barriere crollano, l’amore si impossessa di tutto.
E non importa più ciò che è possibile o impossibile,
non importa se possiamo continuare ad avere la persona amata accanto a noi:
amare significa perdere il controllo.
-Paulo Coelho-
Per strada
Anche guardare per terra può riservare delle sorprese.
Impronte (no, non è Hollywood, ma è sempre Zagabria)
E poi, anche se lontana dalla madrepatria, una vecchia conoscenza che indica una pista ciclabile 🙂
Tienimi per mano
Tienimi per mano al tramonto,
quando la luce del giorno si spegne
e l’oscurità fa scivolare il suo drappo di stelle…
Tienila stretta quando non riesco a viverlo
questo mondo imperfetto…
Tienimi per mano…
portami dove il tempo non esiste…
Tienila stretta nel difficile vivere.
Tienimi per mano…
nei giorni in cui mi sento disorientata…
cantami la canzone delle stelle dolce cantilena di voci respirate…
Tienimi la mano, e stringila forte
prima che l’insolente fato possa portarmi via da te…
Tienimi per mano e
non lasciarmi andare… mai…
(Herman Hesse)
Mare e muri
E qui, su pareti a volte diroccate spunta quel che non ti aspetti.
Una balenottera azzurra sui tetti
o due enormi conchiglie
Cosa ne pensate?