via Carlo Farini
Dal ponte che sorpassa lo scalo Farini della stazione di porta Garibaldi si possono ammirare tutti i nuovi grattacieli di Porta Nuova, tra i quali la guglia snella del palazzo Unicredit che ormai è diventata un ponti di riferimento per orientarsi in città, essendo visibile da lontano; poi però si arriva nella via Carlo Farini, piuttosto squallida, fiancheggiata da case con intonaci anneriti dallo smog, qualche volta sbrecciati, senza ombra di verde. Ci siamo arrivati per caso, attirati da una pubblicità di un fast food e ristorantino vegano. Siamo rimasti contenti della scelta. Pur essendo un franchising, il locale è molto grazioso, si mangia bene ed il personale è cortese e disponibile. Inoltre è dotato di wi-fi, e molti giovani avventori ne approfittano. Inoltre c’è un piccolo spazio dedicato ai più piccini, con tavolini, colori e lavagnetta.
Uscendo poi ci siamo imbattuti in un bar molto particolare gestito, tanto per cambiare, da cinesi, ma con il piano superiore dedicato a quattro gatti, ansiosi di farsi fare le coccole (almeno quelli che non dormivano).
Più avanti, il 7s giò (per i non milanesi, dico subito che è un gioco di parole: sètes giò, ossia siediti giù), dove siamo stati attratti dai panettoni artigianali, ottimi per un pensierino (caruccio 🙂 ) per Natale. “L’è propi bûn, l’è propi bèl el panetûn in del sidèl”, ossia “è proprio buono, è proprio bello il panettone nel secchiello”. Il tipico dolce natalizio è infatti confezionato in un secchiello di latta (anche se arricchito da un fiocco natalizio), tanto che a trasportare i due panettoni acquistati sembravamo una coppia di imbianchini dal ritorno dal lavoro. :-).
Il bello di quel negozio (che funge anche da gastronomia, oltre che bar e pasticceria) è che vi si respira aria meneghina,in quanto molte scritte sono in milanese.
Quindi, anche se la strada non è quel granché, i localini belli ci sono comunque.
Le renne di Babbo Natale
Oltre ai santi, ci sono anche i “personaggi” tipici di questo periodo, ad esempio le renne di Babbo Natale. Ciascuna di loro ha un nome ed una storia.
Babbo Natale un giorno vide spuntare da un cumulo di neve tre codine dorate: credette di essersi imbattuto in tre renne, ma dal mucchio uscirono solamente due renne,
Vixen e Blitzen (chiamate in italiano Freccia e Donato) in quanto la prima aveva una curiosa coda doppia. Dixen invece è sempre raffreddata,e le goccioline che escono dal suo naso, appena toccano terra si trasformano in fiori. La terza renna che si aggregò al gruppo fu Dasher (Fulmine), caratterizzata da lunghi denti e che si ciba solo di carote.
Poi arrivò Dancer (Ballerina),che al posto degli zoccoletti ha delle scarpine da ballo color rosa. Donner (Salterello) è la renna che canta, ed a lei sono affidate le melodie natalizie. Cupid (Cupido) deve il suo nome alla macchia a forma di cuore che ha sul petto ed alla sua capacità di fare innamorare grandi e piccini,e riesce sempre ad scoprire nel mucchio delle letterine di Natale quelle dei bambini più buoni. Prancer (Donnola) invece è molto timida, e ci volle tutta l’arte di Cupid per convincerla ad aggregarsi alle altre. La più veloce è Comet (Cometa), talmente lesta da lasciare in cielo una scia luminosa.
L’ultima ad unirsi al tiro di Babbo Natale è stata Rudolph. Secondo la leggenda, Babbo Natale la trovò in un giorno di fitta nebbia. Disperato perché non vedeva la strada per poter distribuire i regali ai bimbi, vide ad un tratto una luce rossa: si trattava del naso di Rudolph, che da quel giorno si posiziona sempre alla testa delle altre renne per far vedere meglio il tragitto.
http://www.rivelazioni.com/natale/cartoline_natale/cartolina_di_natale24.shtml
(cliccate sul link, aprite l’audio e cliccate su ogni renna…e buon divertimento 🙂 )
Cosa ne pensate?