Tempo perso
Non soffro per aver perso determinate persone, ma per aver perso il mio tempo con loro.
Perché le persone non mi appartenevano, il tempo sì.
(Carl Gustav Jung)
Sei il posto più remoto in cui saprei nascondermi
Sei il taglio più profondo di un diamante puro
libero come un viaggiatore stanco
Il primo freddo dell’autunno
Del tempo perso a darci il tempo di rifarci
ne è pieno il mondo
Sei quel ricordo che riscrivo giorno dopo giorno
Sei l’emozione in cui mi perdo
un’onda che arriva a riva e sa come tornare
alle correnti a cui appartiene
Del tempo perso a darci il tempo di rifarci
ne è pieno il mondo
lasciarsi gli occhi addosso per dimenticarli lì
se avrò bisogno
Del tempo perso a darci il tempo di rifarci
ne è pieno il mondo
lasciarsi gli occhi addosso per dimenticarli lì
ne avrò bisogno
Arrendersi è come dire accontentarsi
Ostentazione
C’è chi ostenta ricchezza, solitamente in modo sfacciato, volgare, pacchiano, se ne fa vanto e chi invece ostenta una FINTA povertà. Finta, perché il vero povero la sua miseria la vive di persona e cerca anzi di mascherarla con dignità. Glielo si vede in faccia e nel corpo la fame che ha; lo leggiamo nei suoi stracci e nei cartoni in cui dorme, il freddo che prova nelle gelide giornate invernali; lo dimostra con il suo camminare schivo, quale a volersi rendere invisibile, il pudore con il quale cerca di celare il suo stato.
Certo non dipende da lui, però mi sto stancando di leggere su vari post sulla “povertà del papa”, perché in pratica è uno che, pur disponendo di rendite,capitali e patrimoni ingenti decide di non usufruirne.
Invece orde di gente che tifa per il papa e ne spia ogni movimento: perché si porta la valigia da solo (con breviario e rasoio), perché accarezza un bambino (ma lo hanno fatto tutti), perché legge il quotidiano, perché ha scambiato il suo cappellino, perché… perché… perché…
Lui un tetto sicuro sulla testa ce l’ha, – anche se non è un attico di 700 metri quadri – dotato di luce e gas, senza preoccupazione di canoni da pagare; ha i pasti, frugali quanto si vuole, però regolari. Ha calzature, vestiti, cure mediche, usufruisce di viaggi a spese altrui, inclusi vitto e alloggio nelle sue trasferte, ha telefono ed internet, ha pure l’auto per i suoi spostamenti (utilitaria, certo, ma pur sempre un’auto). Il vero povero tutto questo non ce l’ha.
Spogliarsi del crocefisso d’oro per metterne al collo uno di ferro, non fa di lui un “povero”, andare nelle bidonville e baraccopoli in mezzo ai poveri, nemmeno. Quel recarsi, tempo fa, da un ottico richiedendo una montatura poco costosa, neanche, perché ci sono persone che non posseggono nemmeno il necessario per vivere, figuriamoci un paio di occhiali, per quanto economici.
Quindi piantiamola di esaltare la “povertà” di questo papa che certo povero non è, anche se vive con meno sfarzo dei suoi predecessori. L’immagine di papa “povero” in pratica gli è stata cucita addosso, dalla gente, dai mass media…e chissà che, sotto sotto, magari un poco non se ne compiaccia.
Cosa ne pensate?