La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

Archivio per ottobre, 2015

Finalmente

Finalmente è finito.
Parlo di Expo 2015 che, nato per un nobile scopo, “Nutrire il pianeta”, si è  trasformato in una manifestazione più folkloristica che altro, oppure di promozione turistica dei vari paesi partecipanti, ed è per questo motivo che mi sono rifiutata di visitarla.
C’è da dire che Milano ha beneficiato da questa esposizione: per anni è stata un enorme cantiere, trasformando l’area incolta e disastrata delle ex Varesine  in una sfilata di grattacieli scintillanti che ho praticamente visto nascere.
Ne ha beneficiato la Darsena, davvero rinata a nuova vita, ora un vero gioiellino.
Ne hanno beneficiato i trasporti,  con le nuove, bellissime carrozze, anche se delle due nuove linee previste ne è stata messa in funzione, e pure parzialmente,  solo una (la Lilla, totalmente automatizzata senza conducente… straordinario salirci sopra). Pure i tram: molti binari sostituiti con l’eliminazione,  purtroppo, del classico pavè, sostituito dall’asfalto ma con il riammodernamento di varie carrozze. E non parliamo della Zona City Life con piazza Giulio Cesare tornata ancora più bella di prima.
Però molto resta ancora da fare, specie nelle periferie.  Se le cose belle sono merito della precedente amministrazione che ha combattuto per poter ospitare l’Expo, questo attuale governo cittadino si è fatto bello del lavoro e sudore altrui, con un sindaco che girava sorridente e tronfio  ad inaugurare le opere volute e create da altri. E per le periferie ha solo peggiorato la situazione, permettendo nuovamente  l’insediamento di campi nomadi. Inoltre, a parte poche parole di ringraziamento,  Letizia Moratti non è nemmeno stata invitata.
Non parliamo poi del maggiore sponsor di questa manifestazione, grande amico dell’attuale premier .
Mi sarebbe rimasto solo un rimpianto per non aver visitato la mostra: non aver visto l’Albero della vita, ed ero rimasta dispiaciuta alla notizia che sarebbe stato smantellato in quanto costava troppo mantenere  il software , e credevo che sarebbe andato a finire in Cina o in qualche Emirato (in effetti mi sono sbagliata di poco, in quanto questi paesi hanno richiesto delle copie ). Poi si era fatta avanti Roma… con tutti i guai finanziari che ha? Sarebbe stato come se la Torre Eiffel, anch’essa eretta in occasione di un’Expo,   fosse stata smontata a Parigi e rimontata  a Lione o Marsiglia!
Invece la bella notizia: Padiglione Italia e Albero restano dove sono  e saranno nuovamente agibili e visibili in primavera… Basta solo aspettare  qualche mese.

 


Tecnologia ed anziani

Sul tram osservo spesso le persone. Avevo già scritto come i ragazzi siano quasi  sempre attaccati al cellulare,  più che altro per chattare su whattsapp o collegarsi a Facebook, oppure giocare con le varie applicazioni scaricate.
Ma quelli che mi fanno più  tenerezza sono gli anziani. 

Per lo più si dividono in due categorie : quelli con i telefonini di primissima generazione – schermo piccolissimo e monocromatico e tastiera tipo T9 – che usano il cellulare per lo scopo per il quale è stato creato, ossia telefonare. 

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Solo che quando  comunicano con qualcuno è difficile non ascoltare la conversazione perché quasi tutti parlano  a voce altissima. (“Sai, ho appena incontrato il Franco… poverino, quanti problemi.  È appena uscito dall’ospedale,  ha il colesterolo alle stelle, problemi alla prostata… – e via per un bel po’ di tempo col racconto delle disgrazie del povero Franco… -Ti racconto tutto dopo”. Ma cosa racconti “dopo”, quando ormai tutti i passeggeri conoscono “il” Franco quasi fosse un parente 🙂 ).
L’altra categoria è già più “tecnologica”: ha lo smartphone con lo schermo touchscreen e se ne serve anche per consultare internet o per inviare messaggi. Li vedi allora inforcare gli occhialetti o allontanare lo schermo il più possibile per via della presbiopia, e poi digitare lentamente le parole, lettera per lettera, sbuffando ed  incavolandosi con il correttore automatico.

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Ma oggi la signora seduta accanto a me, più vicina ai 90 che agli 80 anni, chioma candida e vestito elegante, li ha battuti tutti: ha estratto dalla borsetta un mini tablet e, come se niente fosse,  ha iniziato a giocare a Candy Crush!

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Di certo, non sente l’età che avanza !


Domanda

Ma se acquisto un paio di jeans senza sfilacciature, strappi, tagli e buchi…

mi fanno lo sconto?


Echi del mare

S’ODE ANCORA IL MARE

mare tempestoso_12119193_10153714443738130_1692722027521010091_nGià da più notti s’ode ancora il mare,
lieve, su e giù, lungo le sabbie lisce.
Eco d’una voce chiusa nella mente
che risale dal tempo; ed anche questo
lamento assiduo di gabbiani: forse
d’uccelli delle torri, che l’aprile
sospinge verso la pianura. Già
m’eri vicina tu con quella voce;
ed io vorrei che pure a te venisse,
ora, di me un’eco di memoria,
come quel buio murmure di mare.

ECHOES  Pink Floyd

In alto l’albatro sta immobile sospeso nell’aria

e giù nel profondo dei flutti

in labirinti di caverne coralline

l’eco di un tempo remoto giunge

tremante attraverso le sabbie

ed ogni cosa è verde e sott’acqua

E nessuno ci mostra alla terra

e nessuno sa i dove o i perché

ma qualcosa è all’erta, qualcosa si muove

e comincia a salire verso terra

Stranieri passano in strada

per caso due sguardi diversi si incontrano

ed io sono te e ciò che vedo sono io

e ti prenderò per mano per guidarti nel paese

ed aiutami a capire meglio che posso

E nessuno ci chiama a vedere l’alba

e nessuno ci fa abbassare gli occhi

e nessuno parla, nessuno cerca

nessuno vola intorno al sole

Serena ogni giorno ti mostri

ai miei occhi che si destano

m’inviti guardandomi ad alzarmi

e dal muro attraverso la finestra

arrivano ondeggiando su ali di raggi di sole

un milione di ambasciatori splendenti del mattino

E nessuno mi canta ninne nanne

e nessuno mi fa chiudere gli occhi

così spalanco le finestre

e nuoto fino a te attraverso il cielo.


Immagine

delusione

Ho sempre difeso Allegri, rimproverandogli solo una certa esitazione nei cambi, spesso tardivi.
Questa volta però contro il Sassuolo posso dire solo che ha peccato di presunzione.
Si sa che il Sassuolo è una bella squadra, provinciale quanto si vuole ma bella, veloce e ben disposta. E Allegri che fa? Ha recuperato gli infortunati, ha a disposizione Marchisio (forse febbricitante ), Khedira, Pereyra, Evra, Asamoah, Caceres, Hernanes, Zaza…l’unica assenza importante è quella di Lichsteiner, e il mister mette Lemina, Sturaro che gioca poco, Alex Sandro che è un’incognita, Mandzukic che è mobile quanto una quercia e segna con il contagocce, ma insiste sempre con lui. Mettiamoci Pogba intermittente e Chiellini che ha fatto la solita cappellata.
Eh no, mister, questa volta c’è anche la responsabilità da parte tua.


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Torino – Museo Egizio -seconda parte – Sarcofagi

Terminata la complessa operazione dell’imbalsamazione, il corpo veniva posto nel sarcofago. Come ho scritto la volta precedente, inizialmente i corpi venivano posti in grossi recipienti di argilla oppure in ceste di fibre vegetali intrecciate. Anche la posizione dei corpi doveva seguire un determinato rituale: le salme in posizione fetale, ricoperte da pelli o stuoie di fibra intrecciata, posavano il capo su un cuscino di paglia con il viso rivolto ad ovest.

Con le tecniche di imbalsamazione e l’eviscerazione si rese necessario usare la posizione distesa. Si usarono quindi le casse di legno, rozze e squadrate e solo più tardi assunsero la forma tuttora conosciuta di tipo antropoide. Sembra strano, ma all’inizio i sarcofagi più pregiati erano quelli di legno, in quanto questo materiale era di difficile reperibilità. I legni più usati erano il sicomoro, l’acacia ed il tronco di palma, e col proseguire del tempo si iniziò ad importare l’ebano dai paesi del sud oppure abete rosso e cedro dal Libano. (nb: nella seconda fotografia in basso a destra un paio di sandali praticamente identici alle infradito che si usano ancora oggi)

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smart_20151018_164250Molto più avanti si incominciò ad usare la pietra (granito, basalto, calcare, scisto od alabastro). Infine, col decadere della civiltà egizia, i sarcofagi ritornarono ad essere plasmati in materiali meno nobili, quali il “cartonnage”, ossia una miscela di stucco e papiro.

Il termine greco sarcofago significa letteralmente “mangiatore di carne”, in quanto il corpo veniva trasformato dalla mummificazione, ma gli Egizi lo chiamavano invece “il signore della vita” in quanto lo consideravano come la “casa” del defunto che gli consentiva il passaggio nell’Aldilà. Ecco perché all’interno della sepoltura venivano posti anche oggetti di uso quotidiano, come vasellame contenente cibarie, bevande, cosmetici.

Le prime casse erano grezze, poi all’altezza della testa vennero disegnati degli occhi che dovevano consentire al morto di guardare al di fuori mantenendo il contatto con l’esterno; successivamente arrivarono le decorazioni che divennero sempre più complesse e colorate, raffiguranti non solo le fattezze del defunto, ma anche animali deificati, la barca di Anubi che trasportava il defunto ed altri riti sacri.

Dapprima i sarcofagi vennero decorati solo esternamente: quelli femminili riportavano volti con voluminose parrucche, quelli maschili le barbe, che in un certo qual modo “deificavano” il defunto, e lo identificavano con Osiride, indicando che era stato imbalsamato secondo tutte le regole ed era pronto per l’ultimo passaggio.

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Più alto era il rango del defunto, migliori erano le decorazioni, spesso color oro, particolarmente ricercato.

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All’interno poi si trovavano scritte che ricordavano offerte di cibo e bevande ed altre formule sempre riferite al culto dei morti. 

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Buon giorno Italia!

Ma ci prendono tutti per dei deficienti? (volevo usare un altro termine ma…).
In poche parole l’Europa ci permette di derogare al patto di stabilità purché ci accolliamo i costi dell’accoglienza. Ossia ci prendono per i fondelli, sì,  ma con flessibilità.
E il resto dell’Europa ci ha preso “ben” 9o immigrati in un mese quando avrebbero dovuto essere 80 al giorno.
Questo il peso internazionale del nostro paese, che non viene nemmeno invitato ai summit per il problema migranti, mentre il nostro premier telefona a Valentino e cazzeggia su Twitter che siamo una nazione dal segno “più “.
Certo… più debiti, più disoccupati, più alta età pensionabile, più tasse (inutile prenderci per i fondelli con la storia del l’abolizione dell’IMU: quel che dai con una mano, la togli con gli interessi con l’altra).
Buon giorno, Italia!


Inviato dal Veloce promemoria


Torino – Museo Egizio- prima parte – le mummie

Naturalmente non siamo andati a Torino solo per vedere il museo della Juventus.

La cosa più importante, che desideravo visitare da tempo, era il Museo Egizio, universalmente riconosciuto come il migliore al mondo dopo quello del Cairo e che è stato recentemente riaperto dopo oltre tre anni di lavori per riorganizzare tutti i reperti (circa 30mila) in esso contenuti.

Non seguirò qui l’ordine delle sale che abbiamo visitato, ma un altro criterio, mio personale.

Il primo passo è quello delle sepolture e quindi delle mummie.

Gli Egizi avevano il culto della morte: ritenevano infatti che il defunto si riunisse al proprio Ka (doppio) e per questo doveva giungere integro nei campi di Osiride. Quindi, dopo le prime sepolture piuttosto grossolane (in recipienti di maiolica o in semplici contenitori di legno)

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si iniziò a cercare il miglior modo per conservare le salme. In questa fotografia si nota come nella gamba del defunto, coricato in posizione fetale, ci siano resti simili all’impagliatura.

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Con il passare del tempo, il processo di conservazione si perfezionò sempre di più, fino ad arrivare all’imbalsamazione con un processo che, nel caso dei faraoni e dei dignitari di rango più elevato, poteva arrivare anche a 70 giorni. Il corpo veniva dapprima lavato con acqua e natron (carbonato di sodio) quindi dall’occipite o dal naso veniva asportato il cervello, dall’addome il fegato, i polmoni e lo stomaco, tranne cuore e reni. Tutte le viscere estratte venivano conservate nei quattro vasi canopi, spesso decorati con figure di dei dalle sembianze animali.

Si procedeva poi a”salare” il corpo, per eliminare interamente l’umidità che provocava la decomposizione, lasciandolo così per una quarantina di giorni. Solo dopo questo periodo iniziava la vera e propria imbalsamazione, inserendo nella salma svuotata erbe aromatiche, mirra, incenso resina e cera d’api. Dalla parola “cera” che in persiano si dice “mumia” deriva il termine mummia. In alcuni casi, si aggiungeva anche del catrame sia per la conservazione che per dare volume, il che conferiva un colorito scuro alle fattezze del morto.

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Inoltre, le dita di mani e piedi dei faraoni e dei loro parenti, venivano ricoperte con lamine d’oro. Finito il processo di imbalsamazione, il cadavere veniva avvolto in lunghe bende di lino, pure impregnate di balsami profumati. Nei primi tempi, la testa della mummia veniva ricoperta con una tavoletta piatta decorata con un disegno del viso dell’estinto, piuttosto approssimativo.

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Solo in seguito si perfezionò l’arte della maschera funeraria in stucco e gesso colorato con le fattezze del defunto .

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La mummificazione riguardava anche bambini (qui c’è la salma di un piccolo di circa 5 anni),

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ma anche animali ritenuti sacri, come i falchi,

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i coccodrilli,

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i gatti.

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Finita l’imbalsamazione, la mummia del defunto ed i vasi canopi venivano trasportati nella necropoli, accompagnati dal corteo dei parenti.

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Carlotta

1445783484-guareschiCome ho scritto spesso, sono cresciuta leggendo Giovannino Guareschi, tanto da considerarlo “di famiglia” pur non conoscendolo. Ho avuto modo di incontrare il figlio Alberto nella casa – museo di Roncole Busseto, ma lei, Carlotta, la “Pasionaria”, quel giorno non c’era.
Stamane leggo che se ne è andata, a 72 anni.
Ciao, Pasionaria : ora ti immagino seduta sulle sponde del grande fiume in compagnia del tuo papà.


Inviato dal Veloce promemoria

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Palazzo

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Entrammo. Un’unica enorme sala,
Silenziosa e vuota, dal pavimento
Come ghiaccio per pattinare. Abbandonato.
Tutte le porte chiuse. L’aria grigia.

Alle pareti dai quadri si affollavano
Immagini senza vita: scudi,
Bilance, pesci e figure di combattenti
In un mondo sordomuto sull’altro lato.

Una scultura era esposta nel vuoto:
Da solo in mezzo alla sala un cavallo.
Dapprima non lo notammo
Presi da tutto quel vuoto.

Più debole di un sospiro in una conchiglia
Era il suono, e le voci dalla città
Salivano in quella stanza deserta,
Mormorando e cercando un potere.

Ma anche altro, qualcosa di oscuro
Si installò sulla soglia dei nostri sensi
Senza oltrepassarla.
Scorreva la sabbia nelle clessidre mute.

Era ora di muoversi.
Ci avvicinammo al cavallo. Era gigantesco,
Nero come un ferro. Un’immagine del potere stesso
Rimasta dopo che i principi se ne erano andati.

Il cavallo parlò: “Io sono l’Unico.
Ho disarcionato il vuoto che mi cavalcava.
Questa è la mia stalla. Cresco lentamente.
E mangio il silenzio che regna qui dentro”.

Tomas Tranströmer

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Eroe o vittima?

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No, il pensionato che ha ucciso di notte uno dei tre rapinatori entrati in casa sua per effettuare una rapina non è un eroe, ma certamente non è neppure un delinquente.
Come ha espresso Nordio, l’inadempienza è colpa principalmente dello stato: a lui, noi cittadini, demandiamo la nostra sicurezza e la nostra tutela, (e paghiamo pure per questi servizi), quindi se queste condizioni non vengono rispettate, il cittadino ha il sacrosanto diritto di difendere la sua vita e le sue proprietà. Inoltre quante azioni intraprese da molti PM sono state poi ridimensionate se non addirittura derubricate dai giudici?
In questo poi caso è palese l’inutilità del decreto di espulsione. In pratica è un pezzo di carta con il quale si intima allo straniero indesiderato di lasciare il territorio italiano, intimazione disattesa nella stragrande maggioranza dei casi. Che ci faceva ancora in Italia l’albanese rimasto ucciso? L’avessimo accompagnato a calci alla frontiera sarebbe ancora vivo (forse… a meno che non fosse già morto per mano di qualche suo connazionale ).


Inviato dal Veloce promemoria


Torino…

Due giornate intense a Torino.
Sabato, il primo giro allo stadio ed al museo della Juventus. Dopo l’arrivo e la registrazione in albergo ci era rimasto solo il pomeriggio a disposizione, quindi abbiamo optato per la  visita allo stadio ed al museo della Juventus….

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Beh, è  stato  entusiasmante vedere l’ambiente dove giocano i “miei” calciatori ed il museo, con tutti i cimeli della mia squadra, le foto dei campioni di oggi e del passato, le frasi che hanno detto riportate sulle pareti. 

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L’impianto sorge dove prima c’era il vecchio Stadio delle Alpi, costruito per i mondiali di Italia 90. Le misure del campo di gioco sono le stesse del precedente  (105× 68), però  la struttura è  notevolmente più piccola in quanto è stata eliminata la pista di atletica.  I posti (circa 41000 contro i 69000 del Delle Alpi) affacciano perciò direttamente sul campo, nello stile inglese. 

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Le “panchine” (in realtà comode poltroncine), sono inglobate  direttamente nella tribuna e separate da essa da paratie trasparenti.

PanchinaJuventusStadiumIl campo è ricoperto di zolle di  erba vera che vengono illuminate, in caso di persistente brutto tempo,  da apposite lampade.

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Sui cornicioni,  tutti gli anni in cui la squadra ha vinto dei trofei, (coppe o scudetti).


La particolarità di questo stadio è che è stato costruito interamente riciclando i materiali dell’impianto preesistente,  del quale rimangono “per memoria” solo i blocchi di cemento del perimetro esterno.
Ogni ingresso è studiato per accedere senza barriere architettoniche ed è  quindi all’avanguardia in Europa. Assieme all’Olimpico del Torino ed all’Olimpico della Roma è uno dei tre stadi italiani che soddisfano tutti i requisiti richiesti dall’UEFA in quanto è molto innovativo a livello tecnico, e per queste caratteristiche è stato premiato nel 2012 con lo Stadium Innovation Trophy.
All’interno, ristoranti e sale bar, un’attrezzatissima sala stampa e sala conferenze. All’esterno, il cosiddetto “Cammino delle Stelle”, in cui il perimetro esterno è stato suddiviso in 50 settori, ognuno dedicato ad un giocatore, il cui nome è riportato su una grossa stella dorata,  che ha avuto particolare importanza per la squadra. Ci sono poi 39 stelle argentate, poste accanto alla stella dedicata al grande Gaetano Scirea, dedicate alle vittime della tragedia dell’Heysel, inoltre ci sono  molte altre stelline, ciascuna contenente l’incisione del nome di tifosi che hanno partecipato alla campagna “Accendi una stella”, acquistando una piccola porzione della pavimentazione.

Siamo quindi passati alla seconda fase della visita, ossia quella al Museo. La cosa più importante è senza dubbio la sala dei trofei, però c’è un piccolo appunto da fare: le coppe sono illuminate a tratti da luci stroboscopiche, quindi la vista fatalmente ne risente. Pure fotografare è difficile,e per questo ho preferito postare un piccolo video trovato su YouTube.  Seguono quindi le sale dedicate ai vari campioni con le maglie, sempre a mio parere, disposte in maniera errata: comunque sono riuscita a riprendere  almeno le più importanti: quelle di due grandi Numeri 1 (Zoff e Buffon)

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smart_20151017_190005e quelle di tre grandi Numeri 8 (Tardelli, Conte e Marchisio),

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smart_20151017_185820nonché la maglia di Chiellini con la dedica dopo la vittoria sulla Roma 🙂 . smart_20151017_185912Forse mi sono dilungata un po’ troppo, ma si sa…al cuore del tifoso non si comanda 🙂 .

 

 

 


Bellezza

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Splendida e radiosa,
dal cuore degli oceani
Tu sorgerai,
spargendo sul vasto universo
l’ amore infinito
con un infinito sorriso.
Il mondo vibrerà come un’ immensa lira
nel fremito di un bacio.
Il mondo ha sete d’ amore:
Tu verrai a placarla!

Arthur Rimbaud

da “Sole e carne”


Strade…

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Sono un idealista.
Non so dove sto andando,
ma sono sulla mia strada.

Carl Sandburg

Se non qui, in altro luogo che ancora non so.
Niente ho perduto.
Tutto sarò.

Fernando Pessoa


Cambiamenti

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Non frequento molto l’UPIM, ma a Milano è ormai un punto fermo. Prima aveva chiuso quella in piazza san Babila, sostituita da un Temporary store, poi quella di via Torino, diventata OVIESSE. Ma quando lo scorso anno aveva abbassato le serrande anche quella di piazzale Loreto, dove ogni tanto mi servivo (perché qualche volta dimenticavo di mettere in valigia un pettine oppure le ciabattine o qualche altra cosa) ero rimasta sconcertata. Poi all’inizio di quest’anno la sorpresa: il punto vendita italiano era stato sostituito da una grande catena cinese, l’AUMAI.

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Allora ho pensato a quanti cambiamenti sono avvenuti in un tempo relativamente breve da quando ci rechiamo in via Rovereto.

Hanno chiuso una merceria, il negozio della Vodafone, una gelateria artigianale, un paio di pasticcerie e panetterie, altre piccole botteghe artigianali come la sartoria, il calzolaio, il macellaio, il lavaggio a secco, sostituiti da negozi di accessori per computer, gestiti da cinesi, macellerie halal, kebabberie, rivendite oro, sala giochi, distributore automatico di bevande e tramezzini, parrucchieri cinesi e nordafricani… Lo stesso per il mercatino rionale: gli stand, una volta occupati da italiani, sono quasi tutti in mano a stranieri, forse l’unica eccezione è quella del banco del fruttivendolo.

Tutto un mondo che cambia.

L’ultimo a chiudere (sulla vetrina c’è il cartello “affittasi”) è un negozio di scarpe e borse…chissà la prossima volta chi troveremo al suo posto.


Obbedisco!

Anche se sono passati decenni, i “trinariciuti” esistono ancora.
Ne è la prova l’intervista a Paolo Corsini che, pur a malincuore, ha votato a favore del ddl Boschi. Il parlamentare riconosce che il testo è lacunoso e di difficile interpretazione
Addirittura paventa il fatto che il potere esecutivo si sovrapponga al legislativo (come di fatto è già accaduto). Resta il fatto che l’ha votato perchè altrimenti con il Consultellum Renzi non avrebbe mai potuto avere una maggioranza.
Compagni una volta… compagni per sempre!

http://www.bsnews.it/notizia.php?id=43401


Inviato dal Veloce promemoria


Meglio l’Aventino.

E con ieri il M5S mi è  definitivamente finito del tutto sotto i piedi. Già a suo tempo aveva votato per abolire il reato di clandestinità.  Adesso,  con l’astensione, ha fatto il gioco del PD per quanto concerne lo Ius soli.
Poco da dire. Solo parolacce.

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Oggi

Una di quelle giornate in cui i vetri appannati tengono fuori il grigiore di un autunno piovoso.

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Segreti e silenzi

silenzio_119_parte_lago_teatrosilenzio4Quando una persona mi piace moltissimo
non ne dico mai il nome a nessuno :
è come rinunciare a una parte di lei.
Ho imparato ad amare il segreto :
mi sembra l’ unica cosa che può
rendere misteriosa – o splendida –
la vita moderna.

Oscar Wilde


12 ottobre 1492

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Quarta elementare.
Non so se altri abbiano studiato questa filastrocca.

Sul mare azzurro ­ tre caravelle
filano lente ­ sotto le stelle.
Vengon da un porto ­ molto lontano:
le guida intrepido ­ un italiano.
Cercano terra ­ di là dal mare
da tanto tempo ­ e non appare.
Nulla si vede ­ la ciurma è stanca.
Nulla si vede ­ la lena manca.
Sopra la tolda ­ sol l’italiano,
solo Colombo ­ guarda lontano
e spera, e prega ­ con tanto ardore
che l’esaudisca ­ buono, il Signore.
“Terra!” si grida. Eccola, appare
sul far del giorno ­ bruna sul mare.
Quel dì la terra ­ nuova toccò
Colombo, e a Dio la consacrò.

Solo che poi quella terra venne dedicata ad Amerigo Vespucci.


Motivo medievale

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Sotto le nostre espressioni stupefatte
C’è sempre il cranio, il vuoto impenetrabile. Mentre
Il sole lento ruota nel cielo.
…………………………………….La partita a scacchi prosegue.

Un rumore di forbici da parrucchiere nei cespugli.
Il sole ruota lento nel cielo.
La partita a scacchi si interrompe sul pari.
…………………………………….Nel silenzio di un arcobaleno.

Tomas Tranströmer

 

 


Luna…

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Luna, la celeste lampada,

A cui un tempo consacrammo

Passeggiate al buio, e lacrime,

Di segrete pene balsamo…

E oggi in lei vediamo solo

Un rimpiazzo dei lampioni.


(Aleksandr Sergeevič Puškin, Eugenio Onegin, II, XXII, 1833)


In partenza

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Appena il tempo di disfare la valigia dopo i giorni passati in Germania ad Erlangen, ed è già ora di rifarla per andare a Milano (con il solito passaggio al lago Maggiore e forse anche con una puntatina di un paio di giorni a Torino…). Il dubbio, quando si va in questa stagione, è quali vestiti portare. In tre settimane ( e se ci riesce, quattro 🙂 ) il tempo varia molto, e mica posso portarmi dietro un baule, considerato che ci si sposta con la mia Smart…

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Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perché. I loro desideri hanno le forme delle nuvole.

Charles Baudelaire


Cene e contorni

marino

Ieri

Ah, aspettano “sviluppi politici”!

“Se ti dimetti, smetto di indagare, ma se resti, vado avanti!”

Come si può avere fiducia in una simile magistratura?

 

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/marino-procura-aspetta-sviluppi-politici-solo-cdx-indagini-o-1180544.html?mobile_detect=false

E, per riderci su, i PM indagano sulle “cene congelate”…quelle precotte non contano!

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