Fürth
Siamo a Firenze?
Sbagliato, siamo a Fürth, sempre in Franconia.
Il Municipio (Rathaus) è infatti una copia del Palazzo Vecchio di Firenze, eretta tra il 1840 ed il 1850 dall’architetto Friedrich Bürklein, con una torre alta 55 metri.
La città è graziosa, anche se non presenta bellezze particolari. Uniche cose degne di nota, alcune statue e fontane dedicate ad animali, come nei pressi della stazione,
oppure agli artisti di strada, come am Grünen Markt, il Mercato verde dove, ad un cantone, è possibile anche ammirare una vecchia insegna, quella del Cigno d’Oro
Ci sono poi alcuni personaggi legati alla città: il più importante è senza dubbio Henry Kissinger,consigliere di Richard Nixon e Gerald Ford e segretario di Stato, premio Nobel per la pace nel 1973, qui nato il 27 maggio del 1923,

WASHINGTON, D.C. – AUGUST 25: SIXTY MINUTES episode with Henry Kissinger (seated at right) and the President of the United States of America, Richard M. Nixon. Image. dated August 25, 1970. (Photo by CBS via Getty Images)
ma assai curioso è sapere che pure Sandra Bullock è in un certo modo legata alla città tedesca. L’attrice infatti è figlia di padre americano, ma la madre era un’insegnante di canto lirico tedesca. Pur essendo nata in Virginia, Sandra ha vissuto a Fürth fino all’età di 12 anni, dove cantava nel coro della chiesa.
Naturalmente, come è tipico di questa città, ci sono anche le solite case a graticcio.
Ma una cosa mi ha colpito: ci sono tantissimi bambini, e le Tagesmutter che li accompagnano in giro per la città utilizzano dei carrettini solitamente a sei posti, come quelli illustrati nelle immagini.
Dieselgate
Mentre per talune cose apprezzo gli americani, per altre li ritengo grossissime teste di cavolo. Dare una multa per 18 miliardi di dollari alla Volkswagen per aver “taroccato” i test antismog la ritengo una colossale cretineria, specie se rapportiamo l’entità della sanzione a quelle comminate a General Motors (900 milioni) per auto difettose che avrebbero potuto provocare centinaia di vittime o alla Toyota (1,2 miliardi) sempre per problemi legati alla sicurezza.
Tempo addietro Volkswagen aveva denunciato all’Unione Europea che i criteri per diminuire i livelli di inquinamento delle auto per passare a categorie euro sempre superiori costavano all’industria automobilistica fior di miliardi in progettazione, costi che si ripercuotevano naturalmente sugli acquirenti, senza per altro raggiungere obiettivi che valessero detti investimenti. Le riduzioni di elementi tossici, già ottime con gli euro 4, erano ininfluenti a livello ambientale.
La scorrettezza della Volkswagen, ammessa, è sì da condannare, ma l’entità della sanzione è certamente in relazione al fastidio che questa marca dà all’industria automobilistica americana. (In America vendono tante marche europee, ma le auto del gruppo Volkswagen Audi vendono più di tutte, e se riescono a vendere in quel paese è segno che i loro prodotti sono buoni). Ma la fobia tutta americana per gli NOx, ossia gli ossidi di azoto è anche spropositata, in quanto detti composti sono anche una conseguenza dei fulmini che si scaricano al suolo e, guarda guarda, rendono il terreno più fertile. (Ed in quanto ad uso di fertilizzanti chimici, gli statunitensi non sono secondi a nessuno).In poche parole, quello che più rode agli americani è stato il fatto di essere stati presi per i fondelli.
“Per abbattere gli NOx negli Usa è stato introdotto un dispositivo in più, obbligatorio, l’SCR (Selective Catalyst Reduction): un catalizzatore che riduce gli ossidi di azoto prodotti dai gas di scarico trasformandoli in vapore acqueo e azoto. «Questo sistema – spiega De Vita – non è ancora obbligatorio in Europa, dove è presente solo su alcuni modelli anche perché l’ossido di azoto è un gas sostanzialmente innocuo per l’uomo. E non dimentichiamo che l’SCR per funzionare consuma gasolio, quindi l’obiettivo delle minori emissioni si raggiunge negli Usa aumentando i consumi». (da un’intervista all’ing. Enrico De Vita, editorialista di Automoto ed esperto di sicurezza stradale, inquinamento e problemi legislativi e fiscali relativi al mondo dei motori).
Ecco perché le emissioni per la stessa auto in Europa e negli Stati Uniti sono diverse in quanto riferite a test differenti, con un limite di 31 mg per l’EPA contro gli 80 mg nella Ue. Nessuna discussione, dunque, sul futuro dei motori a gasolio e sulle ulteriori possibilità di un loro sviluppo, ma molte perplessità invece sui rapporti Usa-Europa in tema di emissioni, di rispetto ambientale e di politiche per il raggiungimento dei risultati. «Forse una spiegazione dell’attacco talebano dell’americana EPA agli ossidi di azoto – conclude De Vita – è dato dal fatto che gli NOx rappresentano oggi l’unico punto debole dei motori diesel. Visto che col FAP il particolato è sparito e i vantaggi nelle emissioni di CO2 diventano incolmabili rispetto ai motori a benzina, sorge spontaneo il dubbio che il target nascosto dell’EPA non fossero gli NOx ma l’industria motoristica europea dei diesel».”
(da un’intervista all’ing. Enrico De Vita, editorialista di Automoto, esperto di sicurezza stradale, inquinamento, problemi legislativi e fiscali relativi al mondo dei motori).
Ma il punto principale è un altro: un tracollo della Volkswagen significherebbe un collasso europeo. Il gruppo VW produce ben 5,5 milioni di auto , includendo anche Audi e Skoda, e di queste ben oltre il 70% è destinato al mercato estero. Il PIL tedesco, che traina tutta l’Europa, è circa il 30% del PIL europeo. Quindi la caduta della Germania trascinerebbe dietro di sé il resto dell’Eurozona. Bisogna considerare poi l’indotto, tutte le fabbriche che forniscono componentistica, e tra queste ce ne sono moltissime italiane: per noi significherebbe un’ulteriore perdita di posti di lavoro, che andrebbero a sommarsi ai posti persi per il ridimensionamento o addirittura la chiusura di molte concessionarie. Per non parlare delle azioni, presenti in vari pacchetti, che in nquesti giorni hanno subito pesanti deprezzamenti.
Altri parlano addirittura di un problema politico, ossia una ritorsione per le aperture della Germania nei confronti della Russia e della sua politica estera nei confronti dell’ISIS. Se così fosse, la demenza americana sarebbe assoluta.
Inferno
L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà;
se ce n’è uno
è quello che è già qui,
l’inferno che abitiamo tutti i giorni,
che formiamo stando insieme.
Due modi ci sono per non soffrire.
Il primo riesce facile a molti:
accettare l’inferno e diventarne parte
fino al punto di non vederlo più.
Il secondo è rischioso
ed esige attenzione e approfondimento continui:
cercare e saper riconoscere chi e che cosa,
in mezzo all’inferno,
non è inferno,
e farlo durare, e dargli spazio.
(Italo Calvino, Le città invisibili)
Forchheim
Forchheim è una piccola cittadina di circa trentamila abitanti e da Erlangen la si raggiunge in circa 15 minuti di treno.
Non è quasi citata su internet, ed è ricordata solamente per la festa di sant’Anna che si tiene per una decina di giorni verso la fine di luglio ed al cui allestimento partecipa tutto il paese. Ma è comunque una cittadina che vanta una storia piuttosto antica, in quanto la sua fondazione risale a prima dell’800. A ricordo della sua storia, sulla strada principale del paese, interamente pedonale, è stata eretta una scultura a forma di porta, con le date salienti della sua storia.
Si trova nella Fränkische Schweiz, (Svizzera Francone) ossia quella parte della Franconia delimitata dai fumi Regnitz e Pegnitz, zona in cui si trova anche Bamberg, caratterizzata da rocce di tipo calcareo dall’origine pressoché identica a quella delle Dolomiti, dovute all’abbassamento della crosta terrestre che prima era sede di un fondo marino, ed è quindi molto ricca di fossili, in particolar modo di ammoniti.
Forchheim è situata al limite occidentale di questa zona: una cittadina davvero graziosa. La piazza principale è quella dove di trova il Municipio (Rathaus) adornato da una bella fontana con busti di donne che versano dell’acqua da alcune brocche.
In questa zona un piatto tipico è la carpa fritta, ed ecco allora che sulle rive del fiume a questo pesce è stato dedicato un simpatico monumento.
Quasi tutte le abitazioni sono le tipiche “case a graticcio”, e spesso sulla facciata o sui cantoni si trovano statue di santi e Madonne.
Una delle tante chiese ha anche varie immagini della Passione, con personaggi in dimensione originale.
C’è anche un museo, dove le mura sono decorate da antichi stemmi gentilizi.
Altra bella costruzione è la Scuola superiore di Musica.
E nella Marktplatz c’è un bel gruppo di statue rappresentanti la Madonna affiancata da sue angeli (purtroppo, non vedendo bene lo schermo a causa di un riflesso, la testa di Maria è parzialmente tagliata).
Naturalmente si pasteggia bevendo birra, anche perché qui costa meno dell’acqua minerale 🙂 : ed ecco quindi due bei boccali ed una simpatica pubblicità.
Di ritorno
Il viaggio questa volta è stato molto meno stressante; comunque al confine tra Germania ed Austria sulla corsia opposta c’erano 8 o 9 chilometri di coda.
Siamo stati fortunati anche con il tempo: anche se è rinfrescato parecchio non ci sono stati problemi perché siamo partiti ben attrezzati, anche se pure il giorno dopo essere arrivati avevo ancora qualche linea di febbre ed una tossetta fastidiosa. Purtroppo abbiamo dovuto rinunciare a vistare Wűrzburg, ma in compenso ci siamo ritrovati con una coppia di amici che sta a Bad Windsheim e con i quali ci eravamo incontrato sia a Merano che a Fiè.
Però c’erano altre città da visitare, questa è stata la volta di Fűrth e Forchheim, e la stessa Erlangen è una cittadina molto vivibile. Un poco alla volta posterò le foto (sempre fatte con il cellulare, quindi di qualità non eccelsa 😦 ), ma come ricordo sono più che valide. In albergo ormaici trattano come fossimo di famiglia: non so quante volte abbiamo soggiornato là, anche perché abbiamo fatto tappa sia all’andata che al ritorno quando ci siamo recati in Belgio a Bruges.
Adesso vado a caricare la lavatrice 🙂
Un saluto a tutti.
Riflessione
Finché ci crogioleremo nella nostra provinciale presunzione di essere i migliori del mondo, accampando ragioni come le passate glorie, difficilmente potremo migliorare.
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Inviato dal Veloce promemoria
Gasthof
Mentre noi mangiamo Ofenkartoffel mit Kräuterquark con l’immancabile mezzo litro di birra Tucher Weizen scura, mi diverto a guardare il teutonico del tavolo accanto alle prese con un piatto di linguine.
Quasi quasi resto in Germania ed apro una scuola di “avvolgimento spaghetti “.
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Inviato dal Veloce promemoria
Erlangen
Cena alla solita Brasserie che, nonostante il nome francese ha cucina tedesca e serve anche un’ottima birra, la Tucher, dunkel Weizen.
Poi un giro per la città : numero di abitanti all’incirca come Bolzano, ma che differenza.
Per le strade, anche a sera inoltrata, girano coppiette, genitori con bimbi in carrozzina, ragazzine di 13/14 anni che camminano tranquillamente da sole senza che nessuno le importuni.
Nelle birrerie e nei ristoranti ci sono ancora molti avventori che si divertono, tante risate, ma nessuno schiamazzo. Gli autobus, puliti come da noi ormai non se ne vedono quasi più, girano fino a tarda sera. L’autista funge anche da bigliettaio , ma nessuno si sogna di salire sul mezzo senza pagare o, peggio, di minacciare come succede spesso a Milano.
Case ordinate, villette anche di stampo popolare, con giardinetti curati, isole ecologiche con bidoni nascosti da reticolato ricoperti da rampicanti. Sui muri, nemmeno un graffito o una semplice scritta.
Un senso di sicurezza girare per le strade anche a tarda sera e pure in periferia. La stazione? Un’oasi… pensiamo alle nostre che sono ormai solo ricettacolo di sbandati.
Bisogna essere imbevuti di pregiudizi per non notare le differenze tra questo ed il nostro paese, e la prima differenza è la questione dell’educazione, della civiltà. Sia chiaro, sono contenta di essere italiana ma, come cantava Gaber, per fortuna o disgrazia lo sono, ed ogni giorno che passa debbo dire “per disgrazia”.
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Inviato dal Veloce promemoria
Muri
Un muro serve per non fare uscire le persone ( come la ex cortina di ferro ) ed è quindi una prigione. Oppure serve per non fare entrare degli estranei, ed è quindi una protezione. Chi non capisce questa distinzione o è tonto o è in malafede. (e allora lasci sempre aperte le porte di casa sua )
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Inviato dal Veloce promemoria
Gli opposti si attraggono
Questa mattina all’ora di partenza avevo 38 di febbre e mal di gola. Alla guida si è messo allora mio marito.
Per intenderci, e per riferirmi al titolo del post, io sono una tipa calma, abbastanza silenziosa, non mi lagno quasi mai. Lui è nervoso, ciarliero, anzi direi proprio logorroico (ma è un difetto sopportabile ).
All’inizio il viaggio è andato bene: giornata bella fino al Brennero, una di quelle meravigliose giornate autunnali soleggiate ma non troppo calde; la strada pure bella, che scorreva tra vigneti, radure, boschi. Ogni tanto un maso solitario con i suoi balconi fioriti o una manciata di case intorno alla solita chiesetta dal campanile appuntito.
Pure in Austria tutto è andato bene. La febbre era un po’ calata, il tempo era nuvoloso, ogni tanto qualche rara goccia di pioggia. Poco prima di Kufstein è iniziato l’incubo. Code infinite di auto e non sapevamo perchè. A passo d’uomo fino al confine germanico dove le auto venivano incanalate su un’unica corsia per procedere ad un rapido controllo. Già mio marito si stava innervosendo perchè per via della coda avevamo perso un’ora. Poi il patatrac.
Altre 3 code per colpa di un incidente e per lavori in corso. Ore ed ore trascorse ascoltando lui che sacramentava lamentando il fatto di non aver a suo tempo optato per il cambio automatico, che gli faceva male la gamba per via della frizione etc etc.
E mi sono ricordata di un paio di anni fa quando mi sono dovuta sorbire tutto il viaggio di ritorno da Bispingen, nelle vicinanze di Amburgo, pure quella volta con un paio di ore di coda perchè lui non si sentiva bene. Comunque siamo arrivati, più tardi del previsto ma siamo arrivati. E mentre a me è sparito il mal di gola, in compenso lui era senza voce a forza di continuare a bofonchiare :).
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Inviato dal Veloce promemoria
Perina
Quando una giornalista già parlamentare di destra (non rieletta) e direttrice di AD Kronos pronuncia una simile frase, inorridisco.
Innanzitutto parla di Rom. Tra le minoranze in Ungheria solo l’1,9 è zingara. Quindi su circa 10 milioni di abitanti solo 190 mila risiedono in Ungheria e non vengono certo a rompere le scatole a noi. I Rom che si trovano in Italia provengono dalla Romania.
“Non hanno aderito all’euro “: chiamali stupidi. Loro hanno fatto un referendum (cosa a noi negata), ma lo stesso hanno fatto ad esempio Gran Bretagna e Danimarca.
Le nostre imprese delocalizzano là e tolgono lavoro ai nostri. Quando ci libereremo dalle pastoie imposte dai sindacati e da una tassazione esosa ,forse diventeremo competitivi pure noi (ma noi delocalizziamo anche in altre parti del mondo).
Poi “non producono nulla”. Basta interrogare Wikipedia per vedere che hanno un’agricoltura fiorente che occupa il 4% della popolazione, mentre il 32% è occupato nell’industria e ben il 64% nel terziario, prima fra tutte il turismo.
L’Ungheria è un paese dalle grandi tradizioni, e la sua popolazione ne va giustamente fiera.
Inoltre è un paese estremamente liberale: in esso convivono cattolici, luterani, calvinisti, ebrei, ortodossi.
Se la Perina avesse fatto un viaggio in quel paese, avrebbe notato le differenze tra un paese appena uscito dal regime comunista e quello di un paese che piano piano si è liberato da quel giogo. Quindi è perfettamente legittimo che gli ungheresi si sentano minacciati da una massiccia invasione, per non perdere quel minimo di benessere che si sono conquistati in questi anni.
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Inviato dal Veloce promemoria
The Dead Zone
C’è un nome più comune di Johnny Smith? Certamente no, ma il personaggio invece è straordinario.
Un mite ed educato professore di lettere che, dopo un terribile incidente, si risveglia in una clinica dove è rimasto in coma per 5 anni. Assistito dal suo medico, un irriconoscibile Herberl Lom (per intenderci, il superiore di Peter Sellers ne “La pantera rosa”), riacquista piano piano le capacità motorie, anche se gli rimarrà comunque una lieve zoppia, ma si rende conto che l’incidente ha cambiato profondamente la sua psiche consentendogli, semplicemente afferrando la mano del suo interlocutore, di vedere il futuro di questa persona. Riesce così a scoprire un serial killer che imperversa nella zona dove abita, collaborando alle indagini con lo sceriffo del posto. Sempre sotto l’occhio dei riflettori, infastidito dalla stampa e conscio che Sara, la ragazza con la quale era fidanzato, si è sposata con un altro ed ha avuto un figlio, non tornerà mai da lui, decide di trasferirsi in un’altra cittadina dove vive dando lezioni private.
Ma l’essere in grado di prevedere il futuro, lo mette anche in condizione di cambiarlo. Riesce così a salvare dalla morte per annegamento un suo piccolo allievo, dissuadendolo dal partecipare ad una partita di hockey su ghiaccio sulla superficie di un lago ghiacciato, dove invece sprofonderanno due suoi giovani amici. A casa del padre di questo ragazzino ha però avuto modo di conoscere e quindi di stringere la mano a Greg Stillson (Martin Sheen), candidato senatore e, in un lampo,vede che questi diventerà presidente degli Stati Uniti e scatenerà una guerra nucleare. Cosa fare? Si consiglia con il medico, chiedendogli se, conoscendo il futuro di Hitler, lo avrebbe eliminato, salvando così la vita a milioni di persone. Il medico (vittima delle persecuzioni ebraiche), pur con qualche reticenza, conferma che avrebbe ucciso il dittatore. Johnny allora, venuto a conoscenza di una conferenza cui il politico avrebbe dovuto presenziare, si arma di fucile.
Le cose non andranno esattamente come previsto: mentre Johnny lo sta prendendo di mira, Stillson lo vede e si fa scudo con il figlio di Sara. Il tirapiedi del politico spara a Johnny il quale però, mentre sta morendo, ha la visione del senatore che si suicida dopo che Newsweek ha pubblicato in prima pagina la sua foto mentre si ripara con il bambino. Quindi muore con un sorriso, conscio che ha salvato il paese da una guerra nucleare.
Un film davvero molto bello, interpretato da un giovane Christopher Walken (la pellicola è del 1983, successiva quindi a “Il cacciatore”), la trama è tratta da Stephen King, la regia di David Cronenberg. Molto belle, anche se evocano un’atmosfera cupa, le musiche di Michael Kamen. Mi ero sempre rifiutata di guardarlo:Stephen King non riscuote le mie simpatie, ma questo film davvero l’ho ritenuto ottimo.
Pessoa – Cuore
Sì, un momento
passi ancora
per il mio vago pensiero
e ricordarti sarebbe tormento
se immaginare fosse disgrazia.
Sì, in quell’ora
in cui parlammo più guardando
che parlando,
derivò questa cronica esitazione
che ora ho nel ricordarti.
Apparisti
nella mia vita
come una cosa che era alla porta.
Sparisti.
Più tardi seppi del tuo eclissarti.
Tuttavia, tuttavia,
riuscisti
a prendermi un po’ il cuore.
È un cuore triste
e non
si intende con tutto
né ha modi
per farsi amare
o per immaginarlo.
Salvo quando
il tuo sguardo
ostinatamente dolce
mi faceva saltare
il cuore in petto.
Ove andavo io?
Già lo scordavo.
Sì, il mio cuore fu tuo
in quel giorno o in un altro …
Neanche vi fosse altra terra o cielo
qualcosa sarebbe accaduto.
Fernando Pessoa
Il primo passo…
Qualche giorno fa, a commento di un mio post, avevo inserito la canzone “Blue Moon”.
Scopro adesso che è anche l’inno del Manchester City, squadra che mi impensieriva moltissimo anche per via della campagna acquisti che aveva fatto grazie ai soldini portati dallo sceicco Mansur bin Zayd Al Nahyan.
Sono stata in apprensione durante tutta la partita, mi sono innervosita all’autogol (pure irregolare) di Chiellini, per poi letteralmente saltare su dal divano (da vera sportiva 🙂 ) al pareggio di Mario Mandzukic (gli ho ridato il suo vero nome, dopo che l’avevo ribattezzato Manzotin) e il bell’Alvaro Morata. Il primo passo è stato fatto…speriamo che sia vero quanto dice il proverbio “Chi ben comincia è alla metà dell’opera”.
E che quanto mi piace la maglia nera con le cifre dorate: bella ed elegante.
Emozioni – 2
Diffido di chi non prova emozioni.
Non parlo di chi per pudore o riservatezza non le esterna, ma si tradisce con un gesto, un accenno di sorriso, uno sguardo, una mezza parola.
Parlo di chi è arido nell’intimo, secco come un ramo morto che non dà foglie e men che meno frutti; di quelle persone chiuse nel proprio egoismo, paghe del proprio egocentrismo, pregne solo della loro presuntuosa arroganza.
Emozioni…
Un modo di comunicare con le persone: che siano espressioni di gioia o di indignazione, di rabbia o di commozione, è un modo di far partecipi gli altri del nostro animo.
Ma quando non si riesce a comunicare ad altri la bellezza e l’unicità di un momento, della luminosità algida di certe albe, della placidità di alcuni tramonti, della frizzantezza di una pungente brezza notturna, della visione di quei quadri che “parlano” al cuore ed alla mente, della dolcezza di una musica, della malinconia di una giornata di pioggia o velata dalla nebbia… ecco, se non si riesce ad esternare quelle sensazioni, se quelle impressioni restano racchiuse in noi perché le parole non sono sufficienti a descriverle allora, e solo allora, quelle emozioni sono davvero nostre, ci appartengono interamente.
Roghi
Per la terza volta in tre mesi è scoppiato un incendio nell’ex centro di accoglienza della Coop “Un sorriso”, di salvatore Buzzi, la cui struttura era stata sequestrata nell’ambito dell’inchiesta su Mafia Capitale.
I documenti sono tanto scottanti che stanno causando incendi a ripetizione.
Che si tratti quindi di autocombustione?
Il matrimonio delle volpi.
Ecco… uno di quei momenti in cui piove e contemporaneamente splende il sole.
Allora le gocce di pioggia sui rami d’abete, sulle siepi di tasso e su fiori e foglie brillano come perle argentate.
Allora mi viene in mente un detto popolare : “Piove con il sole, si sposa la volpe”.
Ho fatto una piccola ricerca su questo antico modo di dire: deriva dalla mitologia giapponese, e viene ricordato anche nel film “Sogni” di Akira Kurosawa, e precisamente le primo episodio che si intitola appunto “Raggi di sole nella pioggia”.
Secondo una leggenda è appunto quando piove e contemporaneamente splende il sole che arriva il momento in cui le kitsune (sorta di demoni dall’aspetto di volpi) preferiscono celebrare il loro matrimonio (kitsune no yomeiri), formando lunghe processioni e portando delle lanterne per illuminare il cammino. Essendo molto raro assistere a questo evento, è altrettanto raro che il sole splenda mentre sta piovendo…da qui il motto.
Ancora oggi in Giappone si ricorda questa leggenda con processioni di persone mascherate da volpi.
La luna di settembre
La luna di settembre su la buia
valle addormenta ai contadini il canto.
Una cadenza insiste: quasi lento
respiro di animale, nel silenzio,
salpa la valle se la luna sale.
Altro respira qui, dolce animale
anch’egli silenzioso. Ma un tumulto
di vita in me ripete antica vita.
Più vivo di così non sarò mai.
(Sandro Penna, Poesie, Garzanti, 1957)
Luna blu,
sapevi per cosa ero (venuto) lì
mi hai sentito pregare per
qualcuno di cui avere cura
E all’improvviso, apparve davanti a me
L’unica che le mie braccia potrebbero mai stringere
Ho sentito qualcuno sussurrare “ti prego amami”
E quando ho guardato, la luna era diventata d’oro.
Luna blu,
Adesso non sono più solo
senza un sogno nel cuore
senza un amore tutto per me
due donne con le palle :-)
Chi mi conosce sa quanto poco io stimi Matteo Renzi, ma oggi stanno esagerando. Intendo con il fatto che non sarà all’inaugurazione della Fiera del Levante a Bari perché è volato negli Stati Uniti per presenziare alla finale degli US Open tra Flavia Pennetta e Roberta Vinci, quest’ultima che ha addirittura battuto il “mostro ” Serena Williams. Del resto è un’occasione unica: quando mai è successo che due italiane si disputassero la finale del grande Slam? E qualcuno ben doveva rappresentare il nostro paese.
Sono sincera: il tennis non mi ha mai appassionato, ma questo fatto mi inorgoglisce. Peccato che la RAI non trasmetta l’incontro, visibile solo su Sky. L’avrei visto volentieri, lasciando mio marito a godersi il derby di calcio delle milanesi.
E poi, questo è stato un anno favoloso per le nostre sportive italiane : Tania Cagnotto (scusate, la metto per prima perché è bolzanina 🙂 ), Federica Pellegrini, le ragazze della scherma Rossella Fiamingo (spada), Valentina Vezzali, Elisa di Francisca, Arianna Errigo e Martina Batini (fioretto a squadre) ed ora queste ultime due fantastiche ragazze.. E all’appello manca, per via di una stupida squalifica, Caroline Kostner,
Economia sommersa
I nostri governanti non fanno altro che cercare di indottrinarci con la storiella pro-immigrati, addomesticando l’informazione per spingerci ad accettare passivamente questa massiccia invasione che con l’elevato costo del welfare (a nostro carico) sta sconvolgendo di fatto tutta la nostra economia e, con lo squilibrio provocato dall’innesto di tante etnie, mina anche la sicurezza sociale.
Sto leggendo un sacco di inesattezze relativamente ai lavori svolti dagli immigrati, tipo “fanno i lavori che gli italiani non vogliono più fare”, quali badanti, magazzinieri, camerieri, addetti alle pulizie, colf, autisti di corrieri. In realtà questi lavori, che fino ad una ventina di anni fa venivano svolti regolarmente dai nostri connazionali, sono stati affidati un poco alla volta agli extracomunitari arrivati con le prime ondate migratorie perché spesso questi ultimi venivano assunti in nero, senza pagamento dei contributi e con compensi notevolmente inferiori a quelli stabiliti dai contratti di lavoro, originando così una concorrenza sleale nei confronti dei cosiddetti “lavoratori regolari”. Piano piano quindi gli italiani sono stati letteralmente estromessi da talune mansioni . Col passare del tempo, gli stranieri si sono “impossessati” anche di quelle piccole attività dove maggiore è la probabilità di evadere il fisco: parlo della vendita di piccolo abbigliamento nei mercatini rionali, dei banchi di frutta e verdura, dei chioschi di fiori (gestiti spesso da pachistani), dei parrucchieri e saloni massaggio (questi ultimi monopolio dei cinesi), ora anche negozietti per la riparazione di PC e cellulari e vendita di accessori e ricambi, per non parlare delle kebabberie. Tutta una piccola economia, per lo più sommersa, che non so quanto venga controllata dalla Finanza a differenza delle attività gestite da nostri connazionali che vengono invece sottoposti a accertamenti severissimi. Qui a Bolzano ormai la metà dei bar sono in mano ai cinesi,mentre nella centralissima piazza delle Erbe buona parte dei classici banchi di frutta e verdura ora accanto alla solita frutta vendono spezie e frutta esotica in quanto gestite da pachistani. Non parliamo poi dei venditori ambulanti, specializzati nel vendere merce dal marchio contraffatto.
Gli extracomunitari inoltre effettuano cospicue rimesse di denaro verso i loro paesi di origine, (aggirando sovente le norme antiriciclaggio tramite le agenzie di trasferimento valuta) e assumono per lo più personale della loro nazionalità (avete mai visto un cameriere italiano in un ristorante cinese?) e spesso anche si approvvigionano di materie prime sempre dai loro paesi di origine; inoltre sfruttano al massimo e gratuitamente i nostri servizi sociali, (asili, ospedali, trasporti, assegni familiari) depauperando di fatto la nostra economia. Gli italiani al contrario reimmettono i loro guadagni nel circolo economico e produttivo italiano, acquistando le nostre materie prime e reivestendo in beni mobili ed immobili nel nostro paese.
Ben pochi invece sono gli investitori esteri che apportano sia capitali che le necessarie competenze specialistiche: questi sono quelli che dovrebbero trovare maggiore accoglienza nel nostro paese. Non per altro la Germania attualmente dà via libera solamente ai profughi siriani, più acculturati e con migliori capacità della manovalanza che invece approda sulle nostre spiagge, in cerca solamente di un ritorno economica. Mi viene quindi spontaneo pensare come mai molti “migranti” di religione islamica cerchino asilo (leggi “sistemazione”) in Italia anziché recarsi nei ricchi emirati o in Arabia Saudita. E non mi si venga nemmeno a parlare di arricchimento culturale. Certo, apprendere nuove culture mi sta bene, purché si tratti appunto di “culture”. Ma quando vedo ad esempio come sono considerate le donne presso altre etnie…
Pillole
Non c’è più religione
Lo stato favorisce le unioni civili…opps, le “formazioni sociali” (nuova formula : Vuoi tu XY formarti socialmente con KZ?)
La chiesa intanto snellisce lo scioglimento dei matrimoni.
Carità islamica
L’Arabia Saudita finanzierà la costruzione di 200 moschee in Germania per quanti verranno ospitati in questo paese.
Prendersi una parte di correligionari? Quello no, hanno abitudini troppo differenti dalle loro!!!
” non possiamo accogliere i rifugiati siriani, dal momento che provengono da un altro ambiente ed hanno una cultura diversa. Hanno problemi psicologici e nervosi. Non possiamo integrarli nella nostra società”
E mi manchi
Succede che una mattina ti svegli e vedi che fuori non piove più e allora ti chiedi – beh? Che è successo?
Ecco, quella mattina successe a me che da tanto tempo non amavo, ma non per chissà quale motivo, non amavo e manco io sapevo il motivo preciso, ma forse sì che lo sapevo: che senso poteva avere per me l’amare se non amare che te?
Quella mattina io avevo una gran voglia di dirti – ti amo -, almeno credo.
Quanto mi manchi amore mio. Certo, io lo sapevo già dentro di me di questa cosa che mi manchi ma l’ho capita bene solo quando fuori ha smesso di piovere e a me mi giocava il cuore.
È che prima avevo la scusa per non vedere il sole, pioveva, mica era colpa mia, ma le nuvole ora sono andate via portandosi dietro tutte le scuse. Ok, tu non ci sei, ok, ma va bene, va bene anche se va male, va bene perché io ti amo lo stesso.
C’è come un diario che ho chiuso nel petto, sento che devo tirarlo fuori e devo farlo senza schemi se non gli schemi che mi porto nel cuore.
Ah! Mannaggia mannaggia, mannaggia al cuore che non sa far calcoli ma che pure spesso sbaglia i conti.
Ma io non ero riuscito a dirti quel ti amo.
Era una primavera quando andasti via, lo ricordi? Io cercavo di farmi forza, la vita andava avanti sentivo dirmi da tutti.
Quando te ne sei andata io mi sono un po’ rincoglionito.
Mi persi, diciamoci la verità, perdendoti io mi persi. E tu? Ah! No scusa, non volevo chiederti se anche tu ci sei rimasta male, era un e tu come stai? Roba del genere insomma, un e tu cosa fai ora? Che stai facendo adesso, adesso è in questo momento, che stai facendo in questo momento? Non mi interessa cosa stai facendo nella vita, io non ci sono più nella tua vita, cosa vuoi che mi importi?
Sicuramente starai facendo tante cose belle, bellissime, ma a me importa adesso, adesso adesso mi importa, adesso in questo momento. Io adesso ti sto pensando facendomi del male. Io vorrei non pensarti ed averti invece qui, qui vicino a me.
Ma non ci sei. Non voglio pensarti ma non lasciarmi solo, non andare via anche dai miei sogni.
Tu dolce ferita mi tagli il cuore, ma io sorrido sai? Non mi fa male questo maledetto male. Sorrido perché dentro ci sei te e ti vedo, almeno posso vederti. Ti vedo pure che dai un bacio a quello lì e questo un pò a dirti il vero mi fa incazzare.
Ma tu non lasciarmi lo stesso, tienimi con te pure se sono incazzato.
Tienimi con te. Non mi fa male la ferita al cuore, no, non mi fa male, sei tu che non ci sei, non andare via oltre.
A volte mi sento tanto forte da poterti dire che non esisti senza di me.
Ma non è vero sai? È che ci provo ad andare avanti, bisogna comunque provarci o almeno provo a convincermi che bisogna provarci.
Fossi riuscito a dirti ti amo oggi me ne fotterei della pioggia che smette o che non smette, facesse cosa cavolo vuole la pioggia, fossi riuscito a dirti ti amo io ora non sarei qui a pensare a dimenticarti senza cancellarti.
Sei incancellabile tu.
Sei come quelle macchie di inchiostro sul taschino della camicia, solo che sulla camicia ci puoi mettere una giacca, un maglioncino, ma su di te cosa ci posso mettere?
Charles Bukowskj
E ritrovare gli amici del posto
l’odore del bosco
quel vento caldo che mi spettina piano
le serate su un divano
a cantare canzoni d’amore
senza sapere le parole,
e poi ridere, scherzare
farsi raccontare
le mille storie del cuore.
Sorseggio un pò il caffé
penso molto a te
il tempo passa in fretta ma
mi manchi,
un’altra sigaretta
ma mi manchi,
tiro il fiato e guardo su,
circondata dal silenzio,
gli amici intorno a me
io parlo e penso a te,
sorrido, abbasso gli occhi e tu
mi manchi,
le carte sopra il tavolo
e mi manchi
gioco il cuore, penso a te,
se tu fossi qui con me
sarebbe un’emozione
un splendida occasione
per ricominciare
ma è solo un’illusione,
soltanto un’illusione
da dimenticare.
Sorseggio un pò il caffé
e penso ancora a te,
la luce che rinasce
tu mi manchi,
tra poco sarà giorno
e tu mi manchi,
vedo il sole andare su
circondato dal silenzio,
gli amici intorno a me,
saluto e sento che
è stato bello ritrovarsi ancora,
la festa ormai è finita già da un’ora,
torno a casa e penso che
ci mancavi solo te.
Cosa ne pensate?