mongolfiera
Ho sempre sognato di fare un giro in mongolfiera, e domenica, vedendone una che volava in cielo, mi sono ritrovata a pensare quanto sarebbe bello poter vedere il mondo dall’alto. Chissà che un giorno non possa farlo.
Lasciano tracce impercettibili
le traiettorie delle mongolfiere
e l’uomo che sorveglia il cielo
non scioglie la matassa del volo
e non distingue più l’inizio
di quando sono partite
sopra gli ormeggi e la zavorra sono partite
tolti gli ormeggi e la zavorra
sono partite
a guardarle sono quasi immobili
lune piene contro il cielo chiaro
e l’uomo che le sorveglia
adesso non é più sicuro
se veramente sono mai partite
oppure sono sempre state lì
senza legami, colorate e immobili
così
anche noi, anche noi
con gli occhi controvento al cielo
abbiamo cercato e perso
le tracce del loro volo
dentro le nuvole del pomeriggio
nei pomeriggi delle città
ma chissà dove è incominciato tutto
chissà
anche noi, anche noi
con le mani puntate al cielo
abbiamo inseguito e perso
le tracce del loro volo
anche noi, anche noi
nelle nuvole del pomeriggio
nei pomeriggi delle città
ma chissà dove è incominciato tutto
chissà.
cellulari
Mio marito, sarcasticamente, lo chiama il “cimitero”. È il cassettino della cucina dove conservo tutti i miei vecchi cellulari, perché faccio fatica a liberarmene.
Premetto che sono stata l’ultima in famiglia a possederne uno: perfino i due ragazzi lo hanno comperato assai prima di me, mio marito addirittura lo aveva dai tempi del sistema Etac, un vecchissimo Nokia, mi sembra che la sigla fosse 101, comunque molto simile all’immagine qui riprodotta: praticamente inesistente lo schermo e tastiera ridotta al minimo.
Non volevo assolutamente diventare schiava di quella nuova diavoleria, solo che in ufficio un bel giorno, per la reperibilità, mi consegnarono il dannato aggeggio. Se ben ricordo, allora fu pagato £ 259.000.
Un Nokia (allora andavano per la maggiore, assieme ai Motorola), il 7260, piccolo, maneggevole, elegantino nella sua veste rossa e nera,con una tastiera molto particolare, quasi spiraliforme. Oltre alle telefonate, potevo anche controllare la posta, quindi non avevo scuse: anche in ferie, pure se all’estero, ero sempre raggiungibile. C’era anche la possibilità di scattare fotografie, per quanto di qualità non eccelsa, aveva qualche giochino, una rubrica di circa 250 contatti, il minimo indispensabile -generalità e numero telefonico -, una memoria risibile, che consentiva la memorizzazione di non più di 20 SMS, senza la possibilità di espanderla. In più aveva la radio, la calcolatrice, la sveglia, una piccola agenda per gli impegni, la possibilità di scrivere con il famoso T9, una novità per l’epoca ed i trasferimento dati -foto, rubrica etc – a mezzo infrarossi.
Con queste dotazioni ridotte ai minimi termini, in standbay la carica durava giorni e giorni, nonostante la batteria fosse di soli 760 mAh…Comodissimo da portare in tasca, viste le dimensioni piccolissime ed il peso ridottissimo. Inoltre, robustissimo: mi sarà caduto un sacco di volte, ma non ha nemmeno una scalfittura.
E da quel momento è iniziata la mia dipendenza…
Etichette
La riflessione oggi su “il Giornale” da parte di Alessandro Sallusti riprende quella sciagurata frase dello “Spiegel” tedesco che, in occasione del disastro della Concordia, scrisse che “Uno come Schettino non può che essere italiano”, e che la tragedia era prevedibile in quanto un comandante tedesco o britannico non avrebbe mai abbandonato la nave ed i suoi passeggeri.
Italiani “maschi bravi, capaci di parlare con le dita e con le mani, in principio gente incapace di fare del male, ma bisognerebbe tenerli lontani da macchinari pesanti e sensibili, come si vede”.
Ora, vedendo il sistema scelto da Lubitz per suicidarsi, bisognerebbe pensare altrettanto dei tedeschi?
Giustamente Sallusti commenta che a fronte di un incosciente come Schettino c’era un altro comandante italiano che gli intimava di tornare a bordo, così come a fronte di un lucido suicida cone Lubitz c’era un altro pilota tedesco che ha tentato di tutto per riprendere in mano la situazione, ed è l’unica cosa sulla quale concordo con il direttore de “il Giornale”.
Nei titoli e negli articoli giornalistici trapela purtroppo una certa soddisfazione: soddisfazione allora che il comandante della nave fosse italiano, soddisfazione oggi che il copilota fosse tedesco, ma è fuori di luogo e molto amaro parlare di soddisfazione quando di mezzo ci sono tante vittime innocenti.
Inoltre il paragone tra i due avvenimenti è poco consono: l’unico appunto forse lo si può fare alle due compagnie (Costa e Germanwings) per aver messo ai comandi la prima un irresponsabile, la seconda un uomo quasi certamente malato psichico senza aver prima eseguito i necessari controlli attitudinali e medici. Mi sta bene però che Sallusti abbia risposto per le rime allo Spiegel che già a suo tempo ci aveva etichettati TUTTI, come mangiaspaghetti mafiosi e pure razza inferiore.
Nel dubbio, cari amici tedeschi, meglio evitare di dare lezioni ed etichette agli altri.
Disgrazia, incidente o che?
Non riesco a concepire che un giovane di soli 28 anni, il co-pilota dell’Airbus della Germanwings Andreas Lubitz, decida di togliersi volontariamente la vita trascinando con sé nel disastro altre 150 persone, tra le quali numerosi ragazzi e bambini. È assurdo che ai checkpoint aeroportuali si facciano controlli minuziosi ai passeggeri e non si provveda invece a sottoporre i piloti a visite periodiche per verificarne la sanità non solo fisica ma anche psichica. Non è possibile che una persona che parlava normalmente con il collega mentre ambedue erano in cabina di pilotaggio impazzisca di colpo decidendo di suicidarsi e compiendo nel contempo una strage: qualche avvisaglia doveva esserci stata indubbiamente, uno stato di esaurimento, una depressione, qualsiasi cosa che non doveva sfuggire ad una visita accurata. Ed a forza di pensare a probabili attentati terroristici, ci sfuggono davanti agli occhi le situazioni più ovvie.
Angelina Jolie
Su Facebook sto leggendo commenti malevoli sulla decisione di Angelina Jolie di farsi asportare le ovaie dopo essersi già sottoposta a un intervento di doppia mastectomia.
L’accusano di aver poco cervello, di essere troppo ansiosa, di mania di protagonismo se non addirittura di farsi pubblicità con una notizia che avrebbe potuto tenere per sé, senza sbandierarla ai quattro venti.
Io invece sto dalla sua parte.
Ho letto del gene difettoso, presente nel suo organismo, che le avrebbe causato la probabilità dell’87% di sviluppare un cancro al seno e del 50% di un tumore alle ovaie, quel gene (BRCA1, BReast CAncer)), che aveva già causato il decesso per cancro sia della madre che della zia. Con le operazione che ha dovuto affrontare le probabilità non si annullano, però si riducono sensibilmente. La mammografia infatti non è sufficiente a diagnosticare precocemente l’insorgenza di cancri di origine genetica ed anche un sano tenore di vita e di alimentazione non è sufficiente a prevenire l’insorgenza del male, che si presenta in maniera molto veloce ed aggressiva ed in età ancora giovanile. In quanto all’accusa di protagonismo, anche qui mi trovo in accordo con l’attrice statunitense: certamente non è un piacere sottoporsi a simili operazioni, invalidanti sia dal punto di vista fisico che psichico, ma lei ha preferito rendere noti questi fatti anche per rendere edotte le donne sui pericoli che corrono se non si sottopongono a determinati esami. D’accordo, il suo è un episodio fortunatamente non frequente nella casistica dei tumori, ma avere una maggior informazione a volte può davvero salvare una vita. Inutile dire che, al suo posto, avrei fatto altrettanto.
Mina
Mina compie oggi 75 anni. Mia madre mi rallegrava cantando “Le mille bolle blu”,
canzone che mi faceva sempre tanto ridere assieme a “Tintarella di luna”…poi Mina è maturata come interprete, diventando in assoluto la migliore nel panorama italiano. Qui una delle canzoni che più apprezzo (ma le sue sono TUTTE belle, grazie alla sua voce inconfondibile).
C’è che stasera non mi va
di fingere con te
stavolta parlo e non mi pento
è inevitabile tra noi
chiarire prima o poi
rischiando tutto in un momento
credimi, non so più vivere così
non so dove ho sbagliato
so di averti dato
tutto il bello che ho di me
la cena è pronta già da un po’
sai che t’aspetterò
leggendo sul divano bianco
è un abitudine oramai
tra poco arriverai
portando il tuo sorriso stanco
guardati, va tutto bene tra di noi
ma ti si legge in faccia
che per altre braccia
tu dimentichi chi sei
che male che mi fa
mi fai sentire stupida
per me amore è solo verità
sempre, sempre
no, bugiardo no
piuttosto ti combatterò
basta favole
ed io che ascolto con amore
ore…ore…e ore
non ci pensi mai
che forse mi rimpiangerai
tu rispettami
oppure perdimi se vuoi….vuoi…
c’è che stasera non m i va
di piangere per te
ti guardo e non ti riconosco
chissà che qualche volta anch’io
non faccia a modo tuo
e poi magari ti ferisco
odiami, almeno sento che ci sei
io te lo leggo in faccia
che tra le mie braccia
tu col cuore te ne vai
che rabbia che mi fa
sentirmi così stupida
per me è amore se c’è verità
sempre, sempre
no, bugiardo no
non dirmi ancora cambierò
basta favole
ed io che aspetto con amore
ore…ore…e ore
non ti accorgi mai
di tutto il male che mi fai
tu rispettami
oppure perdimi se vuoi…….vuoi…
vuoi?! ……se … vuoi
Dalle spine a volte nascono bellissimi fiori.
Made in Italy
Così anche un pezzo di Pirelli passa ai cinesi.
Un poco alla volta i nostri migliori brand passano, in parte o totalmente, in mani straniere. Non è del tutto un male, perché l’afflusso di capitali esteri ha fatto crescere il fatturato, quindi anche l’occupazione ne ha tratto benefici, e pur appartenendo a grandi compagnie straniere i prodotti vengono comunque identificati come Made in Italy.
Ma l’elenco delle ditte non più nostre si allunga sempre di più, e Purelli, per ora è solo l’ultima.
Nel settore alimentare le dismissioni sono state molto numerose: Algida,Antica Gelateria del Corso, Bertolli, Buitoni, Cademartori, Carapelli, Cova (storico marchio milanese), Del Verde, Eridania, Fini, Fiorucci, Gancia, Santa Rosa, Fiorucci, Fini, Riso Flora, Galbani, Invernizzi, Locatelli, Motta, OrzoBimbo, Parmalat, Plasmon, Pernigotti, Perugina, Saiwa, San Pellegrino, Sasso, Scaldasole, Stock, Peroni, Caffè Splendid, Star, La valle degli orti,Vismara , ,, perfino una marca di Chianti, oltre a varie ditte minori: acquistate chi da Nestlè, chi da Lactalis, da Campofrio, Galina Blanca, Toksoz, Gruppo SOS, Russki Standard.
Altre dismissioni importanti sono state fatte nel mondo del fashion:
Acqua di Parma, Bulgari, Bottega Veneta, Dodo, Fendi, Gucci, Krizia, Loro Piana, Pomellato, Pucci, Safilo, Sergio Rossi, Valentino, comperate dalla Lvhm (di Luis Vuitton), Kering, dalla cinese Shenzhen Marisfrolg Fashion o da Mayhoola for Investments degli emiri del Qatar.
Poi ci sono altre attività produttive: l’Alitalia, diventata Etihad, Avio Aereo, Benelli, BNL, Ducati, Edison, Enel, Fastweb, Fiat Avio, Fiat Ferroviaria, Poltrona Frau, Acciaierie Lucchini, Marelli, Omnitel, Wind, passate chi agli Emirati Arabi, chi ai soliti cinesi, altri a francesi o tedeschi.
Ed infine, le squadre di calcio: la Roma in mano all’italo-americano Pallotta, l’Inter all’indonesiano Thohir, tra poco sembra che pure il Milan cederà parte delle proprie quote.
Made in Italy di nome,certo,ma di fatto?
La pioggia di marzo
Oggi piove,e non è la solita pioggerellina di marzo che picchia argentina, ma una pioggia uggiosa quasi autunnale…
E mah è forse è quando tu voli rimbalzo dell’eco è stare da soli
è conchiglia di vetro, è la luna e il falò
è il sonno e la morte è credere no
margherita di campo è la riva lontana
è la riva lontana è, ahi! è la fata Morgana
è folata di vento onda dell’altalena un mistero profondo
una piccola pena
tramontana dai monti domenica sera è il contro è il pro
è voglia di primavera
è la pioggia che scende è vigilia di fiera è l’acqua di marzo
che c’era o non c’era
è si è no è il mondo com’era è Madamadorè burrasca passeggera
è una rondine al nord la cicogna e la gru, un torrente una fonte
una briciola in più
è il fondo del pozzo è la nave che parte un viso col broncio
perché stava in disparte
è spero è credo è una conta è un racconto una goccia che stilla
un incanto un incontro
è l’ombra di un gesto, è qualcosa che brilla il mattino che è qui
la sveglia che trilla
è la legna sul fuoco, il pane, la biada, la caraffa di vino
il viavai della strada
è un progetto di casa è lo scialle di lana, un incanto cantato
è un’andana è un’altana
è la pioggia di marzo, è quello che è
la speranza di vita che porti con te
è la pioggia di marzo, è quello che è
la speranza di vita che porti con te
Primo giorno di primavera
Anche se ci hanno detto che la primavera è iniziata ancora ieri, io seguo la vecchia scuola, e per mio conto la primavera inizia il 21 di marzo :-). Ed è anche l’occasione di riascoltare Dalida in una sua interpretazione.
Tranquillità
Inizia l’operazione “Mare sicuro”, come annunciato dalla ministra Roberta Pinotti, che contrasterà il terrorismo jihadista tramite incrociatori, fregate, cacciatorpedinieri sui quali saranno impiegati gli incursori della San Marco, elicotteri, aerei Predator senza piloti. Questo per salvaguardare i nostri connazionali in pericolo e per la sicurezza delle infrastrutture, quali le piattaforme petrolifere, situate nelle aree a rischio.
Nel frattempo continueremo a “salvare” migranti senza verificare a fondo e subito la loro identità, i quali continueranno a scappare dai centri di accoglienza sotto lo sguardo vigile ma non troppo di chi è preposto a sorvegliarli.
Ah,inoltre l’alto commissario per la politica estera e per la sicurezza, Federica lady Pesc Mogherini è stata incaricata di trovare le soluzioni per cercare di risolvere la crisi libica, e questa soluzione si chiama dialogo ed è pure convinta di quello che dice.
Non c’è che dire: posso dormire sonni tranquilli, tutto va bene perché c’è chi veglia su di noi!
A mio padre
Papà, radice e luce, portami ancora per mano
nell’ottobre dorato del primo giorno di scuola.
Le rondini partivano, strillavano:
fra cinquant’anni ci ricorderai.
Maria Luisa Spaziani
Bestie fameliche
Prima c’è stato “Il giorno della locusta “, poi “Il giorno dello sciacallo “.
Adesso c’è “Il giorno dei Lupi”, solo che non è un film.
Figli
È più aberrante fare figli in modo “sintetico ” come ha detto Dolce – che accetta serenamente la propria condizione di omosessuale non in grado di riprodursi – oppure, potendo concepire in modo naturale, rifiutarsi di metterne al mondo?
Penso a quanti, sposati o conviventi, non vogliono figli, un po’ per esimersi da molte responsabilità, un po’ perché ritengono che il mondo vada peggiorando e non sia opportuno far nascere bambini che cresceranno in un ambiente non appropriato.
Penso a quante/i si rinchiudono in convento e scelgono una vita di castità…ma non sono poi tanto sicura che Dio – se esiste – avrebbe voluto questo.
Penso a mia madre che dopo due gravidanze finite male si era rassegnata a non aver più figli, ma dopo 15 anni si ritrovò nuovamente incinta e passò 8 mesi senza mai alzarsi dal letto, e a 36 anni si riteneva già anziana per mettermi al mondo, mentre oggi si trovano donne ultrasessantenni che si fanno ingravidare artificialmente ma che con questo gesto trasformano la voglia di maternità in un atto di puro egoismo.
Poi c’è il caso inverso, genitori naturali – anche se sono ricorsi alla fecondazione eterologa -ai quali viene sottratta la figlia perché anziani, (57 anni lei, 70lui) ma che, non essendo supportati dal ginecologo di fama internazionale e quindi senza santi in paradiso, non possono esercitare legittimamente questo loro diritto.
I ricconi e famosi di turno, di qualsiasi età e di qualsiasi tendenza sessuale infatti non vengono minimamente toccati da divieti e proibizioni: solo i poveri cristi.
E allora penso ai secoli di lotta delle donne per essere considerate quali persone e non fattrici, ossia “bestie da riproduzione” ma che, per soldi, decidono di affittare il proprio utero.
E queste nuove famiglie, allargate ed oltre: mamma, papà, il nuovo marito di mamma e la nuova fidanzata di papà, o due papà, o due mamme e così via.
Sono confusa, lo ammetto.
Comincio a non comprendere più questo mondo o probabilmente sto davvero invecchiando.
—
Primavera
Forse la primavera è davvero arrivata anche quassù.
Anche se le mattine sono ancora piuttosto fredde e di notte si scende ancora sotto lo zero, nel giardinetto condominiale, tra i ciuffi di erba ingialliti dal gelo invernale, sono fiorite le viole e le primule, mentre sui rami del calicantus un cardellino cinguetta a gola spiegata.
Era ora…
Dolce e Gabbana
«Non abbiamo inventato mica noi la famiglia. L’ha resa icona la Sacra famiglia, ma non c’è religione, non c’è stato sociale che tenga: tu nasci e hai un padre e una madre. O almeno dovrebbe essere così, per questo non mi convincono quelli che io chiamo i figli della chimica, i bambini sintetici. Uteri in affitto, semi scelti da un catalogo. E poi vai a spiegare a questi bambini chi è la madre. Procreare deve essere un atto d’amore, oggi neanche gli psichiatri sono pronti ad affrontare gli effetti di queste sperimentazioni. Sono gay, non posso avere un figlio. Credo che non si possa avere tutto dalla vita, se non c’è vuol dire che non ci deve essere. È anche bello privarsi di qualcosa. La vita ha un suo percorso naturale, ci sono cose che non vanno modificate. E una di queste è la famiglia»
Domenico Dolce
Questa la lettera scritta dallo stilista Domenico Dolce, condivisa nel pensiero da Stefano Gabbana, che ha destato l’ira di Elton John e di altri artisti più o meno noti, sia omo che eterosessuali.
Dolce si è espresso in modo garbato, esponendo con calma le sue ragioni. Una persona che ha vissuto la propria sessualità con discrezione, senza rompere le scatole a nessuno e senza destare scalpore – regola che ora è poco rispettata anche dalle coppie etero – contrariamente a EJ che sembra sempre vestito per recarsi al gay pride. Una persona, insomma, che non pretende che la minoranza omosessuale egemonizzi l’intero universo con il suo modo di vivere e pensare.
Quel che è peggio è l’invito lanciato dal rocker inglese a non acquistare i capi che sforna la sartoria milanese (anche se lo stilista è siculo).
Un boicottaggio in vero stile angloamericano, solo che quando alcuni invitano le masse a non acquistare determinati prodotti perché dissentono dalla linea del boss, non si rendono conto che danneggiano anche i dipendenti dello stesso, i quali senza alcuna colpa, rischiano di finire disoccupati sulla strada.
Atteggiamento, quello di Elton John, appoggiato anche dalle leghe LGBT.
Concludendo:
D&G, coppia gay, viene additata come “omofoba” per il solo fatto di aver espresso il proprio pensiero sui figli e sulla famiglia. Per questo motivo i LGBT decretano il boicottaggio della coppia.
Per astratto, io che sono d’accordo con la coppia gay D&G, sarei omofoba pure io?
E per questo motivo che dovrei fare?
Andare di corsa a rifornirmi di capi di vestiario presso i negozi dei due stilisti per dimostrare loro la mia solidarietà?
Siamo arrivati alla follia pura.
Cuore di legno
Il mio vicino di casa è robusto.
È un ippocastano di Corso Re Umberto;
ha la mia età ma non la dimostra.
Alberga passeri e merli, e non ha vergogna,
in aprile, di spingere gemme e foglie,
fiori fragili a maggio;
a settembre ricci dalle spine innocue
con dentro lucide castagne tanniche.
È un impostore, ma ingenuo: vuole farsi credere
emulo del suo bravo fratello di montagna
signore di frutti dolci e di funghi preziosi.
Non vive bene.
Gli calpestano le radici
i tram numero otto e diciannove
ogni cinque minuti; ne rimane intronato
e cresce storto, come se volesse andarsene.
Anno per anno, succhia lenti veleni
dal sottosuolo saturo di metano,
è abbeverato d’orina di cani.
Le rughe del suo sughero sono intasate
dalla polvere settica dei viali;
sotto la scorza pendono crisalidi
morte, che non diventeranno mai farfalle.
Eppure, nel suo torpido cuore di legno
sente e gode il tornare delle stagioni.
Primo Levi
Che sia vero per davvero?
Ieri sera, poco prima di andare a letto verso le 23.30, ultima occhiata al cellulare e c’era un messaggio di un’amica su whattsapp. Stavo rispondendole e lo smartphone si è bloccato. Tolgo e rimetto più volte la batteria, nulla: rifiutava di accendersi. Già, era venerdì 13…non è vero ma ci credo, adesso ne ho la prova :-).
Naturalmente oggi, sabato, l’assistenza è chiusa, e mi tocca usare un vecchio cellulare recuperato in un cassetto…
Inoltre oggi era anche il giorno in cui volevo istallare whattsapp anche sul pc, ma non funzionando lo smartphone non posso farlo. Pazienza! (Intanto è l’occasione buona per pensare di comperare un telefono nuovo 🙂 ).
Amo il mare
Amo il mare, il rumore delle onde, la spiaggia.
Detesto i quasi, i forse, i monosillabi.
Do peso alle parole.
Piango per un film, per un finale di un libro, per le persone che vanno via.
Ho l’incazzatura abbastanza facile, ma mi basta un piccola parola per farmela passare; non riesco a tenere il muso alle persone a cui tengo.
Credo sempre che l’ultimo tentativo sia il penultimo, e credo che le cose belle non si ottengono se non si lotta.
Sono per le cose complicate, ma non resisto a lungo.
Non so dire addio.
So solo che resto, resto se credo in qualcosa.
Elizabeth Julie Shanti
Informazione
Mattina…rassegna stampa dei giornali: una rapida occhiata dal cellulare.
Sulle prime pagine di quasi tutti i quotidiani, tutto regolare: l’assoluzione dell’ex premier, con la sua promessa (o minaccia) di tornare in campo.
Ma alcune notizie all’interno sono di altro genere, specialmente della cosiddetta “stampa nemica” (la stampa è o faziosa oppure ostile, non c’è nessuno che sia davvero imparziale).
Innanzitutto, quasi ogni testata punta il dito su un probabile sfascio di Forza Italia, mentre per l’assoluzione di Berlusconi ci sono varie versioni, ma tutte ovviamente di parte.
Per il Corriere, è esplicita la difesa dei PM milanesi.
Il Fatto rispolvera la vecchia dicitura del Caimano e Travaglio dice che è stato assolto “col trucco”, grazie alla legge Severino. A tal proposito, la legge Severino va bene se serve a far decadere Berlusconi da parlamentare, ma è un’iniquità se dovesse invece toccare De Luca, che corre regolarmente per la poltrona in Campania…Ah già, lui è del PD.
La Repubblica parla di “colpevole salvato”e di “amnesia e amnistia personale” (e con questo, Ezio mauro finisce nella black list all’ultimo posto, perfino sotto Travaglio)enega che ci sia una giustizia ad orologeria…
Allora spiegatemi una cosa: la frase “ Le sentenze non si discutono, ma si rispettano”, vale solo quando Berlusconi è giudicato colpevole?
Vale più un castello accusatorio montato dalla rossa Boccassini, o il giudizio di un collegio giudicante di ultimo grado, per giunta in gran parte appartenente a magistratura
democratica?
Con questo, sono nove le assoluzioni collezionate da Berlusconi. Sei processi estinti per avvenuta prescrizione (e la causa a chi sarebbe da imputare?). Restano in piedi altri tre processi, e solo una condanna (questa sì alquanto dubbia) per il processo Mediaset.
Molto rumore…
Molto rumore per cosa? Molto rumore per nulla, assolutamente nilla.
Ennesima assoluzione per Berlusconi dopo un processo che non avrebbe nemmeno dovuto iniziare. Spese a carico dello Stato (ossia soldi che escono dalle nostre tasche) per ribadire quanto era palese da tempo. L’avevo già scritto tempo addietro, prendendomi pure della berlusconiana.
https://ombradiunsorriso.wordpress.com/2012/07/05/lamica/
Come si fa innanzitutto a giudicare colpevole una persona, se sia lei che la presunta vittima negano il reato? (Il reato comunque dicono che ci sia stato, ma che Berlusconi non era a conoscenza della minore età della ragazza…mah, forse avevano messo telecamere e cimici nella camera da letto). Come si fa ad impedire ad una parte dei testimoni della difesa di affermare e di considerare falsi tutti quelli ammessi alle testimonianze? Come si fa a sostenere che un pubblico ufficiale fu vittima di minaccia ed intimidazione, se lo stesso lo nega ed è assodato che non avrebbe tratto nessun beneficio da ciò?
Quasi quattro anni di processi ed intercettazioni sempre ad opera della procura di Milano che sono costati un sacco di denaro che avrebbe potuto essere meglio utilizzato; un linciaggio mediatico che è costato pure il posto da premier, in quanto furono queste le pressioni che indussero Berlusconi a dimettersi, senza contare quanto è costato in spese di avvocati, tra Ghedini inizialmente e Coppi ed il suo staff in seguito.
Adesso bisognerebbe presentare il conto ad una certa magistratura. E qualcuna da ieri notte non sarà solo rossa di capelli, ma anche di rabbia (di vergogna no di certo, perché non ne è il tipo). E così pure certi altri soggetti che un anno fa si esprimevano a favore della “rossa”.
Michele Emiliano del PD, già Pubblico Ministero, pur ammettendo di essere avversario politico di Berlusconi, ha affermato che i magistrati dovrebbero chiedere scusa all’imputato per tutto quello che gli hanno fatto passare. (video breve ma davvero interessante).
http://www.ilgiornale.it/video/politica/emiliano-i-pm-milano-devono-scusarsi-berlusconi-1103897.html
Certo,non è ancora finita: c’è ancora il processo Ruby-ter relativo alla corruzione di testi, Ruby inclusa. Vedremo se anche questo finirà in una bolla di sapone.
Cornuti e mazziati
Leggo che l’altra sera a “Piazza pulita” molti concordavano sul fatto che destituire Gheddafi sia stato un grosso errore, ma che solo la Meloni ha ricordato che Berlusconi aveva osteggiato questo intervento, e fu poi costretto poi ad appoggiarlo da Napolitano che “voleva importare la democrazia in quel paese”.
Una grossa corbelleria, quell’intervento “umanitario”, (lo stesso Formigli, certamente non di destra, l’ha definito “una cazzata”) che continueremo a pagare per gli anni a venire, in termini di sicurezza e di minori rifornimenti di petrolio ed altri prodotti derivati. Ecco cosa succede a voler imporre la democrazia nei Paesi che sono stabili solo sotto una dittatura. Esimie teste di cavolo che non sanno valutare le conseguenze delle proprie azioni.
L’importare la democrazia in Libia fu opera principalmente di Obama cui si accodarono, per questioni economiche, i francesi si Sarcozy. Il contratto tra i francesi e la Libia stava cambiando a favore dell’Italia grazie a Maroni che, in cambio del blocco dei clandestini da parte del governo libico, aveva presentato un progetto di grandi opere in Libia che coinvolgeva lavoratori italiani e libici. Maroni consegnò ai libici anche sei motovedette affinché potessero meglio pattugliare le loro acque per contrastare le partenze dei clandestini. Così, finché Maroni fu ministro, e cioè per un altro anno, a Lampedusa non sbarcò quasi più nessuno.
Adesso però arrivano le “supposte”, e se di riflesso le prendono francesi ed americani, le più grosse spettano a noi, che dobbiamo far fronte ad una massiccia invasione, mentre alcuni dei nostri politici – due nomi a caso: Alfano e Gentiloni – ci dicono che l’unico pericolo è rappresentato dai foreign fighters.
Kafkiano
Solo in Italia può succedere una simile situazione.
Il TAR del Lazio ha decretato che “al momento non è consentito celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso e, conseguentemente, matrimoni del genere non sono trascrivibili nei registri di stato civile”.
E poi che fa?
ANNULLA L’ANNULLAMENTO effettuato dal prefetto perché l”unico deputato a farlo è il procuratore della Repubblica”.
Quando la “forma” prevale..
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Inviato dal Veloce promemoria
Cosa ne pensate?