Riposa in pace
Dignità
È morta per dignità.
Le sarebbe bastato negare il tentativo di stupro per aver salva la vita, grazie al perdono che, solo in quel caso, le avrebbe concesso la famiglia dell’ucciso.
E poi?
Il carcere?
Le frustate?
Cos’altro?
La “vita” nelle prigioni iraniane non è certo tenera con i reclusi, figuriamoci poi se donne. Avrebbe allora dovuto subire lo stupro per poi essere “solo” lapidata per aver avuto rapporti sessuali al di fuori del matrimonio come prescrive la sharia? Allora penso solo ad una vendetta: quella di una moglie “quasi” tradita nei confronti di una rivale giovane e bella ed a quella di un figlio (non so che età abbia) che si appresta a diventare come suo padre, arrogante, prevaricatore, irrispettoso.
La voce è stata pubblicata il 26 ottobre 2014 da loredana. Archiviata in Senza categoria con tag Reyhaneh Jabbari.
Profondo rispetto…
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29 ottobre 2014 alle 11:00