La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

Archivio per 1 luglio 2014

Tre ragazzi

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L’ immagine dell’odio
Commento di Deborah Fait

 

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Quando ho visto questa foto mi si è gelato il  sangue nelle vene, non potevo credere, pensavo di avere le traveggole perché non è umana una cosa simile, non è possibile che un essere pensante arrivi ad essere tanto malvagio.
Ho pensato  ai nazisti, quelli che si facevano fotografare ridendo mentre tiravano dei vecchi ebrei per la barba o mentre li bastonavano o mentre, sghignazzando soddisfatti, tenevano aperti i portelli dei  forni crematori e si mettevano in posa davanti alla macchina fotografica.
La donna nella foto, quella che fa il tre e che unisce come a dire OK le due dita che le rimangono, e fa questo gesto osceno davanti a un forno acceso si chiama Samantha Comizzoli, una sconosciuta che sta diventando famosa per il suo amore per il terrorismo palestinese e il suo odio per gli ebrei, un odio viscerale, un odio profondo, radicato come un cancro maligno dentro di lei. Quale marciume deve avere nel cervello una donna simile? Una putrefazione di sentimenti, una cancrena al posto del cuore.
Questa donna, sul suo blog, scrive che “tre coloni soldati”  sono stati rapiti 10 giorni fa, significa che  nel momento in cui scriveva queste parole sapeva che i tre rapiti erano  ragazzini,  non  soldati, erano dei ragazzini ebrei non dei coloni, ragazzini ebrei cui lei augura di finire in un forno crematorio.

http://samanthacomizzoli.blogspot.co.il/

Nelle sue pagine di FB pubblica, oltre a se stessa davanti al forno,  la foto della bambina araba di Gaza, di tre anni, uccisa da un missile di Hamas che doveva finire in Israele e che invece ha sbagliato traiettoria  andando a colpire una casa palestinese. La Comizzoli  maledice i sionisti per averla ammazzata. Persino Rosa Schiano  la contraddice ricordando che si è trattato di un incidente “interno”, e alle sue proteste aggiunge “fai schifo”

https://www.facebook.com/samantha.comizzoli

Rosa Schiano non è certamente un’ amica di Israele, è quella che ha preso, a Gaza, il posto che fu di Vittorio Arrigoni , ammazzato dai suoi adorati  palestinesi perchè gay. La Schiano odia Israele ma persino lei, di fronte alle  menzogne troppo smaccate della  collega, si arrabbia, forse perchè teme di perdere credibilità nel suo lavoro di propaganda antiisraeliana. E’ una lotta tra primedonne odiatrici che si affrontano sul web per guadagnarsi il titolo di leader filoterrorista . Infatti al “fai schifo” della Schiano  lei reagisce  bannandola dal suo FB.

http://www.left.it/2014/04/10/arrigoni-hanno-ucciso-vik-per-colpire-la-speranza-intervista-a-rosa-schiano/15829/

Lotte interne: persino condividendo l’odio per Israele  non sanno andare d’accordo. Esattamente come i  palestinisti che, appena possono, si scannano tra loro.
Ecco cosa dice della Comizzoli Paolo Barnard, sapete, quella specie di ex giornalista

http://paolobarnard.info/chi.php

che scriveva contro Israele cose inenarrabili  e che ha detto delle donne (cito perciò chiedo scusa) “Le donne sono tutte troie, inclusa mia madre, mia moglie e la mia fidanzata, e le altre 16 che mi scopo”.    Un Signore, insomma!

http://www.tvblog.it/post/527731/paolo-barnard-cacciato-da-la-gabbia-per-offese-alle-donne-e-insulta-paragone-affogati-sei-uno-zero

Costui che odia le donne, persino sua madre,  pare  adori quelle platealmente antisemite e dall’ animo nazista.

http://paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=791

Al di là di ogni ragionamento che a me non riesce di fare freddamente, mi chiedo come sia possibile che una donna apparentemente normale arrivi a riempirsi di un odio così irragionevole e feroce al punto di augurare a tre ragazzini ebrei di finire in un forno come i 6 milioni della Shoà e come lei, alla luce di quanto esprime sul web,  spera accada a tutti gli ebrei che ancora esistono nel mondo.

Una persona  posseduta dall’odio antisemita.

Deborah Fait

da “L’informazione corretta”

 

invece su “Il fatto quotidiano”

Commento di tal Nicola Morella sul FQ.
“Nessun dubbio. A Israele non importa sapere chi sia stato, magari sono stati loro stessi. L’importante è distruggere la Palestina.”

 

 

La chiusa è mia:

I soliti stronzi che blaterano tanto contro Israele per ora stanno zitti, salvo riprendere a puntare il dito in caso di GIUSTA rappresaglia.

Certa gentaglia come quel tale Morella  nella scatola cranica al posto del cervello ha solo segatura. Se avesse il vuoto farebbe meno danni.


Inno

 

 

Ieri sera alle 22, partita di calcio della Germania.

Ogni volta che sento l’inno tedesco, ripenso a quando Schumacher correva per la Ferrari ed alla fine della corsa venivano suonati sia l’inno tedesco in onore del pilota che quello italiano per celebrare la casa costruttrice, ed ovviamente il nostro inno ne usciva perdente. Il primo solenne e coinvolgente, l’altro tutto sembra meno che un inno: è piuttosto una marcetta da banda di paese.

E dire che abbiamo avuto i migliori musicisti del mondo… Verdi, Puccini, Rossini, Donizetti, Leoncavallo, Scarlatti, Pergolesi, Paisiello, Giordano e tanti altri.

Non me ne vogliate, però il nostro inno non mi emoziona.

Mi hanno contestato che bisogna amare il nostro inno ed essere nazionalisti: quello che certe persone non hanno capito è che io non contesto l’inno in sé, per quello che rappresenta, ma lo giudico solo dal punto musicale: è brutto.

Stop.

Non che non ci siano “marce” belle: moltissime marce militari sono davvero emozionanti, ma questa, ribadisco, non lo è.

Mi hanno contestato anche il fatto per cui bisogna collocarlo nell’epoca in cui è stato scritto e collegarlo al testo: ebbene, la musica dell’Inno di Mameli, diventato poi chissà perché “Il canto degli Italiani”, fu composta nel 1875 (il testo invece è del 1824), proprio nel periodo di maggior splendore dell’operistica italiana. Penso ad un inno con musiche di Verdi, simile alla Marcia trionfale dell’Aida, o da Puccini, come “All’alba vincerò”… sarebbe tutt’altra cosa.

Non parliamo del testo: pura retorica, ma questo è logico: analizzando anche i testi degli altri inni esteri la retorica abbonda pure lì, anche perché risalgono tutti ad epoche passate, quando le parolone abbondavano e proliferavano. In questo caso, il più bello e poetico è forse Say Can You See, l’inno statunitense.

E che il nostro inno sia brutto, lo dimostra forse anche il fatto che è rimasto “provvisorio” dal 1946, quando sostituì la Marcia Reale (quella sì, bella), fino alla definitiva consacrazione e legittimazione nel 2012.