Clandestini
Abolire il reato di clandestinità.
Andare a prendere profughi e presunti tali fino a casa o quasi.
Tenerli per qualche tempo nei centri appositi per verificarne l’identità.
In ogni caso, prima o poi regolari ed irregolari, vengono lasciati liberi.
E poi?
Che si arrangino. Che rubino, che stuprino, che riducano le nostre città come letamai.
È come acquistare un cane e lasciarlo libero sulla strada non appena ci si rende conto che dà fastidio o che non si è in grado di mantenerlo.
Ma qualcuno continua a parlare di accoglienza.
Ad un certo punto dobbiamo avere il coraggio di dire “basta”.
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Inviato dal Veloce promemoria
Son piu’ dell’idea di mettermi a cantare aggiungi un posto a tavola . E per dirla tutta saprei anche dove poterli ospitare …………….. villa Macherio e dimore simili…………………….va che ce ne son parecchie di simili casucce poco utilizzate in giro . corry ciao Lore bp
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14 gennaio 2014 alle 17:19
Se è per quello ci sono anche tutte le casucce di Lusi e Penati nonché le villette di Grillo… 🙂
Magari Emiliano potrebbe ospitarli ad ostriche e champagne. .. Qualcuno poi potrebbe dar loro anche le casucce dei terremotati de l’Aquila. .. ce ne sono di posti…
Buon pomeriggio Mario 🙂
Lore
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14 gennaio 2014 alle 17:30
Chissà. E’ il concetto di “reato” che mi ripugna, quando ad esserne colpiti sono neonati, bambini, donne incinte, vecchi in fuga da morte e fame. Poi si può essere anche d’accordo sul resto….
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14 gennaio 2014 alle 21:33
Inutile fare del falso perbenismo. Se non c’è lavoro per i nostri, se non ci sono alloggi a che serve farli arrivare (anzi andarli addirittura a prenderli)? Tanto vale rimandarli indietro. E costringere inoltre gli altri stati membri della comunità europea a farsi carico di parte dei veri profughi.
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15 gennaio 2014 alle 00:14
“E allora quando emigravamo noi?” Ogni tanto qualcuno rantola!
Ma noi emigravamo “regolarmente” e venivamo trattati anche peggio dei clandestini di oggi, da parte di quel gran popolo degli americani.
Non so darti torto Loredana.
Qui il problema è l’alibi della richiesta d’asilo, incontrollata e incontrollabile scappatoia per ogni genere di individui, onesti o meno, che intendano cambiare aria per qualsiasi motivo.
E’ vero che non possiamo fare di ogni erba un fascio, ma allora non facciamolo. Allora distinguiamo, selezioniamo, e reimpatriamo, rapidamente!
Allora trattiamo seriamente questo sconcio dell’immigrazione clandestina, senza ipocrisie e senza tacciare di razzismo nessuno, quando si vuole mettere in evidenza l’imposizione che il nostro Paese sta subendo da parte dell’Europa e delle nazioni del Mediterraneo che lasciano riversare maree di gente sul nostro territorio.
E questo riconduce a un discorso annoso: non contiamo niente a livello internazionale!
A parte come secchio della monnezza per scorie radiottive e rifiuti tossici.
Un abbraccio!
Giancarlo
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17 gennaio 2014 alle 11:01