La grande magia
Quante volte preferiamo fuggire da una realtà che temiamo trovando invece rifugio nelle illusioni?
Questo è il tema del pezzo teatrale “La grande magia”, di Eduardo De Filippo, un DVD acquistato qualche tempo fa a Milano e che ho guardato di recente.
“La grande magia”, scritta nel 1948, non è propriamente una commedia, forse è meglio definirla una commedia “amara” e per questa ragione, a suo tempo, non fu particolarmente apprezzata dal pubblico, abituato a spettacoli più divertenti, con una vena di comicità e di umorismo. Enorme successo riscosse invece, molti anni più tardi, lo spettacolo la cui regia fu curata da Giorgio Strehler.
L’allestimento in mio possesso è quello trasmesso nel 1964 dalla Televisione Italiana dove Eduardo interpreta il protagonista Otto Marvuglia, un illusionista fallito che, unitamente a sua moglie Zaira, campa fortunosamente allestendo spettacoli di prestigio presso gli alberghi contando, per i suoi trucchi, sulla collaborazione di un paio di ospiti.
Tra i villeggianti c’è il coprotagonista, Calogero Di Spelta, – uno straordinario Giancarlo Sbragia – gelosissimo della moglie Marta e per questa ragione oggetto di derisione da parte degli ospiti dell’albergo. Marta, propostasi durante lo spettacolo per uno dei soliti trucchi, improvvisamente scompare, apparentemente per magia, dentro un sarcofago egiziano. Quando la donna alla fine dell’esperimento di magia non ricompare in quanto, esasperata dalle continue scenate di gelosia del marito, è fuggita con l’amante, il prestigiatore convince Calogero che Marta è rinchiusa in una scatola che, se dovesse essere aperta, la farebbe scomparire definitivamente in quanto Calogero avrebbe dubitato della sua fedeltà.
Calogero allora, pur di non ammettere di essere stato abbandonato da Marta e conseguentemente di essere stato da lei tradito, passa quattro anni tenendosi stretto a quella scatola, tanto che, al riapparire di lei, abbandonata dall’amante e desiderosa di tornare, pentita, dal marito, non la riconosce , continuando a stringere al petto la scatola nella quale ormai è convinto che sia rinchiusa la donna amata che gli è sempre rimasta fedele.
E’ una serie di considerazioni amare che ci fanno capire come a volte le persone, di fronte alla realtà, la rifiutino, preferendo cullarsi nell’illusione che tutto vada secondo i propri desideri,ma è anche un grande esercizio di teatro da parte di Eduardo, esercizio nel quale molti hanno riconosciuto una vena “pirandelliana”.
Il pezzo fa parte della “Cantata dei giorni dispari”, i giorni in cui tutto va a rovescio, ossia quel periodo della vita, che volge al termine, in cui si palesano tutte le amarezze e le disillusioni dell’esistenza, una raccolta che, tra l’altro, comprende opere come “Napoli milionaria”, “Filumena Marturano”, “Le voci di dentro”, “Gli esami non finiscono mai”.
LA GRANDE MAGIA (commedia in tre atti di Eduardo De Filippo, 1948)
Regia: Eduardo De Filippo Regista collaboratore: Stefano De Stefani Scenografia: Maurizio Mammì Arredamento: Alberico Badaloni Costumi: Maria Teresa Stella Musica: Romolo Grano Fotografia: Salvatore Occhipinti Segretaria di produzione: Rossana Mattioli Produzione: RAI Luogo delle riprese: Centro di produzione RAI di Roma Modalità di trasmissione: Differita da studio Data di trasmissione: 19 febbraio 1964 (R2) Replica: 18 novembre 1969 Registrazione videomagnetica B/N Durata: 113′ Personaggi ed interpreti: la signora Locascio (Luisa Conte); la signora Zampa (Nina De Padova); la signora Marino (Maria Hilde Renzi); la signorina Zampa (Elena Tilena); Calogero Di Spelta (Giancarlo Sbragia); Maria Di Spelta (Luisa Rossi); Mariano D’Albino (Antonio Casagrande); Gervasio Penna (Pietro Carloni); Arturo Recchia (Ugo D’Alessio); Amelia (Carla Comaschi); il cameriere (Gennarino Palumbo); Otto Marvuglia (Eduardo); Zaira (Lina Mattera); il brigadiere (Lando Buzzanca); Roberto Magliano (Rino Genovese); Gennarino Fucecchia (Enzo Cannavale); Gregorio Di Spelta (Carlo Lima); Matilde (Evole Gargano); Oreste Intrugli (Salvatore Gioielli); Rosa Intrugli (Maria Teresa Lauri); i clienti (Liù Bosisio, Franco Castellani, Alfredo Dari, Laura Faina, Lucia Guzzardi, Alina Moradei, Pietro Recanatesi, Giacomo Ricci).
I nuovi delinquenti
Lo ribloggo da Facebook, dal sito di Minzolini fanclub…si commenta da solo
“Le persone che frugano nei cassonetti commettono un reato e rappresentano una forma di degrado inaccettabile”.
Queste sono parole del Codacons, l’associazione a difesa dei consumatori ! Il Codacons ha addirittura presentato un esposto alla Procura di Roma e una diffida al Comune per mancato controllo. “Una città civile e attenta ai bisogni di tutti, specie dei più poveri, non può permettere che nel 2013 si assista ancora a tali scene, che potrebbero oltretutto configurare veri e propri reati, sul fronte della violazione della privacy e della sottrazione di beni altrui. Senza contare i rischi sul piano sanitario”, afferma il presidente Carlo Rienzi. Ma il signor Rienzi penserà personalmente a procurare cibo ai poveracci che non sanno come sopravvivere ? Pensa che siano contenti di frugare nei cassonetti ? Non pensa che preferirebbero sedersi ad una bella tavola imbandita e consu…mare cibo di prima qualità invece di poveri avanzi ? Questa l’inverosimile spiegazione: tutto quello che viene gettato nei cassonetti diventa proprietà del Comune e della società che poi si occuperà della raccolta dei rifiuti. “Oltre a questo, la violazione della privacy potrebbe rappresentare un ulteriore danno ai cittadini che ignari gettono materiali che potrebbero contenere dati personali”. “Per ora nessuno è stato denunciato. Le forze dell’ordine dovrebbero vigilare. Per questo abbiamo presentato l’esposto”. “Ormai a Roma sempre più spesso si vedono uomini, donne e bambini intenti a rovistare nei rifiuti, nella speranza di trovare avanzi di cibo, indumenti dismessi o altri oggetti utili a combattere la povertà dilagante”, riferisce il presidente del Codacons Rienzi, definendolo uno spettacolo “triste, incivile e indecoroso. Il Comune di Roma deve fornire assistenza alle persone bisognose, aiutando i più poveri a vivere degnamente e a non ricorrere alla spazzatura altrui per sopravvivere”. Colpa della crisi economica che colpisce tutti e non fa distinzione tra italiani e stranieri, ma anche dei vigili urbani e delle forze dell’ordine che, secondo il Codacons, “assistono a tali episodi ma non intervengono, anche quando avvengono sotto i loro occhi”. Il dato allarmante per l’associazione dei consumatori è che a rovistare nei cassonetti ora sono anche le persone che fino a qualche tempo fa appartenevano al ceto medio e non avevano particolari problemi economici. “Non abbiamo dati certi su quanti rubano i rifiuti. E’ un fenomeno sommerso, difficile da monitorare, ma sospettiamo che negli ultimi quattro anni il loro numero si sia quintuplicato”, ci riferisce il Codacons. Purtroppo quando non si ha niente anche l’immondizia diventa un bene prezioso e mentre un tempo erano solo i rom che rovistavano fra la spazzatura ora ci sono tante persone, soprattutto anziane che lo fanno: le arrestiamo tutte?
Cosa ne pensate?