Ius soli
Giovanni Sartori se la prende con il Corriere della Sera. Tutto questo perché il suo articolo, critico nei confronti della ministra Kyenge, non è stato messo in prima pagina a sinistra, come editoriale, bensì di spalla, cioè a destra. Questione di posizione, dunque, non critica per una diversa visione del giornale sull’argomento trattato. Sartori infatti ha solo espresso il convincimento che la Kyenge in quanto oculista non sia la persona più adatta ad occuparsi di integrazione e tanto meno di ius soli. Ne fa pure una questione linguistica riferendosi all’espressione “paese meticcio” pronunciata dalla ministra, in quanto meticcio significa nato da due razze diverse.
Sartori scrive poi quanto segue “La nostra presunta esperta di integrazione dà per scontato che i ragazzini arabi ed africani nati in Italia siano ipso facto cittadini integrati. Questa è da premio Nobel. Non ha mai sentito parlare del sultanato di Dehli, che durò dal XIII al XVI secolo, e poi dell’impero Moghul che controllò il continente indiano fino all’arrivo della compagnia delle Indie? Eppure indù e mussulmani non si sono mai integrati. La prova sta nel fatto che quando gli inglesi se ne andarono furono costretti a creare uno stato islamico che da allora è costantemente sul piede di guerra con l’India”.
In effetti sullo ius soli ci sarebbe da scrivere un trattato intero. Di integrazione qui in Italia se ne vede ben poca, e non perché manchino le strutture per attuarle (scuole ed altro), ma proprio per la resistenza della maggior parte degli stranieri a volersi integrare nel tessuto della nostra società, preferendo “autoghettizzarsi”, con scuole proprie (tipo le madrasse) e quartieri propri. La cittadinanza infatti, più che un fatto “territoriale” è una condizione dovuta alle proprie radici, comprendenti le usanze e le tradizioni proprie dei componenti la famiglia. Difficilmente un immigrato rinuncerà a queste sue “radici”, e la riprova risiede anche nel fatto della forte coesione che esiste negli italiani emigrati all’estero, dove hanno formato comunità ristrette. Ci sono volute generazioni ( non solo due o tre) perché questo legame si spezzasse. Per coerenza allora dovremmo togliere la cittadinanza anche a quegli italiani nati all’estero.
C’è inoltre la forte componente religiosa degli islamici, che privilegiano lo ius sanguinis per cui tutti gli “altri” sono infedeli, e proibiscono ad esempio il matrimonio tra persone di un credo diverso pena la sharia.
Come si può pretendere che queste persone, anche a fronte di un giuramento di fedeltà alla Costituzione, si possano definire integrate se molte delle loro credenze sono in palese disaccordo con le nostre usanze, prima fra tutte sul ruolo della donna, considerata da loro un essere inferiore?
Il giuramento di fedeltà richiede infatti un pieno adattamento alle nostre leggi, la conoscenza della nostra lingua, cultura, storia… Chi verifica che tutto questo verrà fatto osservare ed attuato?
Diventare cittadini solo per effetto dello ius soli in sostanza significa acquisire tutta una serie di imprinting che contrasteranno con l’imprinting che verrà loro trasmesso dalla famiglia e si giungerà al paradosso che si sentiranno estranei sia in famiglia che in società.
E chi ci garantirà che, nati italiani per forza, fuorviati e indottrinati da altri, non compiano atti terroristici? Gli atti di violenza recentemente verificatisi specie in Gran Bretagna sono stati compiuti da giovani di seconda se non addirittura di terza generazione.
L’uguaglianza è una bella cosa, ma bisogna anche considerare fino a che punto sia fattibile e pure la disponibilità, anche economica, dell’Italia ad “assorbire” una massa sempre crescente di stranieri.
lana caprina. succede che cose impensabili qua’ siano normali la’. Sartori ha portato in esempio l’India. con ogni probabilita’ gli veniva comodo in quel momento non pensare agli U.S.A. .ad allargar lo sguardo ci son altri paesi dove non conta lo jus soli , bensi’ lo jus pecunia (suiza monaco’) .tralasciando atolli e rocce oceaniche. si lamenta pure per la posizionatura a ds… magari son stanchi di tenerlo a sn… o al piu’ manco ci pensano…. spesso per riempir carta bastan fregnacce. altri paesi ,coi quali ambiamo abbraccettarci nei vari G3_4_5_8_10 etc etc (ma quante G…..),regolan la materia chi in un modo chi in un altro. (ma la regolano…..) magari male non farebbe,dopo tanto cianciare,pure da queste parti qualcosa fosse fatto.ciao Lore bs
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19 giugno 2013 alle 21:09
Acci…le capre tibetane danno il mohair, molto più pregiato delle lane nostrane 🙂
Certo che lo “ius pecunia” oggi governa il mondo e pure per l’interesse di pochi, ma dare indiscriminatamente la cittadinanza a qualcuno per il sol fatto di essere nato qui mi sembra demenziale. Teniamoci la legge che c’è, al massimo ammorbidiamola un pochino, riducendo il periodo necessario per ottenerla. Già c’era stato il giro di vite sui vecchietti che per qualche soldo sposavano giovani extracomunitarie per garantir loro non solo la cittadinanza, ma anche la reversibilità della pensione. Mi aspetto solo che chi si dichiara italiano si SENTA anche italiano, e quindi accetti anche i doveri e non accampi solo diritti. Che pensi degli immigrati di Lucca(centro di san Concordio) che PRETENDONO 1500 euro mensili senza fare nulla, al posto dei 500 euro concordati? Noi lavoriamo o abbiamo lavorato per mantenere loro? eh no…adesso basta, non è questione di razzismo (lo direi anche nei confronti degli svizzeri se necessario), ma di equità nei confronti di chi si è fatto un mazzo per una vita per prendere una pensione minima.
Buon pomeriggio…caldo ed afoso
Lore
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20 giugno 2013 alle 17:23
che ti vien voglia di sferruzzar mohair per tener al caldo il tuo amato ? s a p senza arrivar a 50 sfumature ,quando le norme latitano,una qualche ritoccatina servirebbe .ci son tanti , direi molti , casi di ventenni nati e cresciuti fra noi. hanno frequentato asili, scquole , campetti di calcio. parlano la nostra lingua e conoscon la storia italica come e meglio di tantissimi siddetti nostrani….. o che ce vo’ pe’ cambia’ norme vetuste ?suvvia o per caso si stanno adoperando di faccende si’ tanto problematiche e non han tempo pe’ fa altro . che si diano na mossa e comincino a fa’ qualcosa di utile .anche per arrossir di meno quando si intascano li soldini .porcaccia la miseriaccia cane. sai Lore legger ogni giorno di diarie. giudici avversi ,tenute dell’esecutivo oltre che stancare innervosisce . ciao bs
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20 giugno 2013 alle 18:52
Non sferruzzo per la nipotina, figurati per l’amato bene…al massimo poi saprei fare solo una sciarpa…tutta diritta e via!
Se è per quello in Sarpi a Milano ho sentito cinesi parlare in meneghino stretto e lo scorso anno proprio a Bolzano una cinesina ha ottenuto il massimo alla maturità con tanto di lode ma ti assicuro che non è la maggioranza… anche qui ci sono casi di ghettizzazione dovuti proprio a loro, specie se di religione islamica, e potrei farti l’esempio lampante di un medico che abita proprio nel mio condominio che schiva tutti e tutte, per non parlare poi di quella poveretta che ha sposato che vive come una reclusa. Ed è un medico, quindi acculturato. Se proprio vogliono starsene da soli e mantenere tutte le loro usanze pretendendo che noi mutiamo le nostre, che se ne restino a casa loro. In questo caso divento un pochino nervosa io….
Le norme non latitano: ci sono tutte le normative per acquisire la cittadinanza, e mia nuora ne è la riprova.
Per il resto, giudici, esecutivo etc…ladrerie varie, escort di destra ed ora anche di sinistra, soldi destinati dall’Europa per creare occupazione e spesi in donnine di facili costumi…meglio non esprimermi, se no scado in volgarità.
Buon serata a te 🙂
Lore
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20 giugno 2013 alle 19:54