Nel lager
Quelli che vagano qui non sono che corpi
e anima più non hanno,
non sono che nomi nel libro degli scrivani,
prigionieri: uomini. Fanciulli. Donne.
E vuoti i loro occhi stanno a fissare
con sguardi che si sgretolano, che crollano dai volti
per ore, qui, dentro una lugubre buca
strangolati, calpestati, resi ciechi dalle percosse,
il loro gemere fra i tormenti, la loro spaventosa follia,
bestie che vanno strisciando sulle mani e sui piedi…
Gertrud Kolmar
da “Metamorfosi e altre liriche” ed. Via del vento
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