Lo spione
Mi sento suddita e non cittadina.
Ho letto, in parte, il “redditometro” tramite il quale saremo spiati in ogni nostra mossa.
Io sono di quelle persone che usano pochissimo contante, in pratica solo per acquistare i quotidiani, un caffè al bar e qualche spesuccia di basso costo – sempre più rare -; per ogni acquisto utilizzo bancomat e carte di credito, per altri pagamenti il RID o i bonifici, quindi ogni mia transazione, da anni, è costantemente monitorata. Ma il pensiero che Befera e la sua squadra possano invadere la mia privacy, vedendo quanto spendo per vestiario, mobili, spese mediche, meccanico, consumi elettrici e telefonici, eccetera eccetera, mi fa letteralmente imbestialire. Non mi vengano a dire che non avendo nulla da nascondere non ho neppure nulla da temere: è l’invadenza di questo stato che si arroga il diritto di stabilire quali spese siano congrue o meno con il mio reddito, stabilendo perfino quale esistenza sono autorizzata a vivere, che mi fa incavolare di brutto.
Da liberale quale sono, l’invasione nella mia sfera privata mi disturba assai e mi chiedo a che diavolo serva il garante della privacy se poi questa viene costantemente violata. E mi imbufalisco sempre più al pensiero che queste misure miserabili non servono assolutamente a nulla, perché chi delinque e chi evade continuerà tranquillamente a farlo.
Cosa ne pensate?