Animal farm
Premesso che non mi importa un accidente di quello che si sono detti al telefono Napolitano e Mancino, e pure se fosse vero quanto certa stampa ha riportato, alzi la mano chi non ha mai sparlato al telefono di qualche conoscente o collega.
Premesso altresì che gli atti depositati presso certe procure diventano subito di pubblico dominio, e che mai si scopre il colpevole di queste mancanze, forse perché cane non mangia cane..
Dal sito de “il Jester” un’avvertenza: la polizia postale sbircia sui siti internet, blog, forum e su Facebook per valutare eventuali offese al capo dello Stato in merito alla questione delle intercettazioni telefoniche. Dato che le offese non vanno MAI bene, spero che sia consentito almeno il diritto di critica e di libera espressione delle proprie opinioni (art.21) e che si possa dire che le intercettazioni, tranne in casi di gravi delitti, non vadano MAI effettuate, e che se non vanno bene per Napolitano non avrebbero dovuto andare bene nemmeno nei confronti di Berlusconi, tanto più che riguardavano faccende private, a meno che non si voglia trasformare la democrazia con i metodi della Stasi (Le vite degli altri).
Però, assunto che tutti gli animali sono uguali, è pur vero che alcuni sono più uguali degli altri… basta che siano del colore giusto.
– Gli animali sono tutti uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri (Animal farm – George – Orwell) –
Il malato immaginario
Ebbene sì, sono sposata con un ipocondriaco. I primi anni di matrimonio, essendomene accorta, avevo fatto sparire l’utilissima enciclopedia medica che consultavo solo di nascosto.
Infatti, ogni volta che mio marito la sfogliava, avvertiva sempre sintomi diversi delle più strane malattie. Per qualche anno è andata bene poi, purtroppo, è arrivata internet.
Adesso invece succede il contrario.
Un leggero mal di gola? L’inevitabile reumatismo? Una contrattura muscolare? Niente paura: ci sono un sacco di siti che parlano delle malattie più svariate, dal semplice raffreddore al virus Ebola (spero che non lo legga, se no chi vive più?) e dei rimedi da prendere. Inoltre ci si mettono pure un paio di amici che lo bombardano di email relative all’alimentazione (uno addirittura è strettamente vegano) ed all’erboristeria, per cui curarsi con le erbe sarebbe la panacea di tutti i mali. Ho poco da obiettare che gran parte dei medicinali derivano dalle piante (vedi il comune acido acetilsalicilico), e che non tutte le erbe facciano bene (qualcuno gradisce una tisana di cicuta?), e pure che tutte le erbe del mondo non basterebbero a produrre tutti i medicinali di cui necessitiamo. Ho poco da obiettare che, senza i progressi della medicina, la nostra vita non sarebbe così longeva…
Ovvio che una sana alimentazione faccia bene, altrettanto ovvio cercare alimenti possibilmente integrali e biologici, ma nemmeno esagerare.
Il bello è che lui SEMBRA tanto integralista, ma se gli porpongono qualcosa di cui è assolutamente goloso, tipo paste con creme o panna (dolci che io invece detesto), allora è uno strappo consentito.
Boh, aspetto con panico il giorno in cui, avvertendo un po’ di nausea, percepirà tutti i sintomi di una gravidanza!
fascista sarà lei…
Grillo non è che mi sia simpatico,anzi! Lo considero un istrione che predica e fomenta, senza alcuna competenza economica e finanziaria (vedi il pressappochismo con il quale Pizzarotti sta “governando” (?) Parma), ma da qui ad etichettarlo come fascista, anzi “fassista” all’emiliana, ce ne corre.
Ribaltiamo la situazione e chiamiamo Bersani ed i suoi amici comunisti, anche se tutti i “sinistri” hanno ormai abiurato le loro origini (Uolter Veltroni addirittura ha dichiarato di non esserlo mai stato), ma l’idea di intitolare la festa del PD a Palmiro Togliatti mi fa sospettare del contrario.
Quel “Migliore”, quel compagno “Ercoli” che rinunciò ,con parole indegne, alla cittadinanza italiana
“È motivo di particolare orgoglio per me l’aver abbandonato la cittadinanza italiana per quella sovietica.
Io non mi sento legato all’Italia come alla mia Patria, mi considero cittadino del mondo, di quel mondo che noi vogliamo vedere unito attorno a Mosca agli ordini del compagno Stalin.
È motivo di particolare orgoglio aver rinunciato alla cittadinanza italiana perché come italiano mi sentivo un miserabile mandolinista e nulla più. Come cittadino sovietico sento di valere diecimila volte più del migliore cittadino italiano ”.
Beh, perché non ci è rimasto nell’URSS? O aveva paura di essere epurato, prima o poi, dal compagno Stalin come successe a tanti bravi comunisti, o come lui stesso fece con tanti comunisti italiani che furono giustiziati con un colpo alla nuca nelle segrete della Lubianka? E ricordiamoci pure che fu uno degli artefici della repressione ungherese del 1956: lo stesso Kruscev non voleva intervenire, ma il Migliore (quanto è indecente questa definizione) e Mao Tse Tung prevalsero, fino a far stritolare gli insorti con i carri armati, imprigionando gli studenti che, se minorenni, venivano tenuti in cella fino alla maggiore età e quindi giustiziati.
Certo è che al giorno d’oggi nel mondo fascisti non ne vedo più in giro, mentre comunisti ce ne sono ancora tanti, se non addirittura troppi. E comunisti che tutto fanno meno che salvaguardare la classe operaia, tutti tesi solo a conquistarsi il loro posto (comodo, molto comodo) al sole.
E per contrastare Grillo che fanno? Chiamano quell’altro istrione di Benigni che meglio farebbe a starsene zitto ed aprire bocca solo per recitare Dante, visto che pure i suoi film ultimamente non è che siano granché belli. E dato che Berlusconi non è ancora sceso in campo, ha trovato un altro bersaglio per le sue cavolate condite da quel suo sorrisetto che vorrebbe essere ironico invece è solamente cretino!
Alda Merini – Senza titolo
Solo un mano d’Angelo
intatta di sé, del suo amore per sé,
potrebbe
offrirmi la concavità del suo palmo
perché vi riversi il mio pianto.
…
La mano dell’uomo vivente
è troppo impigliata nei fili dell’oggi e dell’ieri,
è troppo ricolma di vita e di plasma di vita!
Non potrà mai la mano dell’uomo mondarsi
per il tranquillo pianto del proprio fratello!
E dunque, soltanto una mano di Angelo bianco
dalle lontane radici nutrite d’eterno e d’immenso
potrebbe filtrare serena le confessioni dell’uomo
senza vibrarne sul fondo in un cenno di vita ripulsa.
Alda Merini (1931 – 2009)
Cattivella…
SENZA PAROLE
(ma è sicuro che l’Italia gli richieda questo compito,
anche se lui lo assolve MOLTO bene?)
Tanto gentile e tanto onesta PARE…
Tutti attendono Beatrice ed il fresco che dovrebbe condurre con sé… Io invece, pur desiderando che cessi questa immonda calura, l’aspetto con il timore che porti alluvioni, frane e catastrofi simili….
Diamanti e ruggine
In questi giorni in cui a causa del caldo e delle notti in bianco tutto sembra andare al rallentatore, l’unica alternativa è rifugiarsi in montagna. Niente camminate, solo riposo all’ombra dei pini, con le bevande, rigorosamente analcoliche (acqua, chinotto e gazosa), al fresco nel torrente. E là , seduta su una sdraio, l’immancabile libro sotto mano, nessun campo per il cellulare, resta solo il tempo per poltrire e pensare. Accomuno alcune cose: un post di Giaros con la mia relativa replica sul tempo che fugge e la prevalenza dei ricordi sui sogni e la risposta che Mario ha dato al mio post “San Francisco”, perché collegate tra loro all’aforisma di Jim Morrison: non è importante raggiungere le stelle, ma è importante avere stelle da raggiungere. (importante, Mario, non utile…). L’epoca beat non l’ho vissuta se non di riflesso, è a quel periodo che si deve l’esplosione del colore, l’uscita da tanti beceri conformismi, la speranza di un mondo migliore, con più pace e con una maggior attenzione alla natura. E’ in quel periodo che nasce “Give Peace a Chance”, di John Lennon, colonna sonora di un vecchio film del 1970, mai più rivisto, come ” Fragole e sangue”, simboleggiante la resa dei giovani di fronte al potere, niente di particolare come canzone, assai diversa da “Imagine”… Era il periodo in cui ero di sinistra pure io, trascinata da tanti ideali, miseramente caduti come birilli.
E fa parte della colonna sonora di quel film anche “The circle game”, di Joni Mitchell
Quell’epoca ha portato molti sogni, molte illusioni che si potesse davvero cambiare qualcosa, ma nulla resta di quel movimento, tanto che, invecchiando, anche gli ex “ragazzi dei fiori” si sono adeguati al sistema, nel senso che i giovani di allora non hanno messo a frutto i loro sogni, hanno preferito una vita agiata e monotona alla rivoluzione che sognavano. Ed anche i cantori di quella libertà tanto teorizzata, hanno fatto soldi a palate! Dov’é il Bob Dylan di Blowing in the wind?
o la Joan Baez di “Diamonds and Rust”… diamanti e ruggine, questo è quanto ci lascia il passato, ricordi belli e ricordi brutti.
Ma il sessantotto ha portato anche una certa disgregazione sociale, con l’uso di sostanze stupefacenti (Marcuse, con la sua celebre frase “l’immaginazione al potere” teorizzò l’uso di LSD e marijuana, seguendo Burroghs) ed una esagerata promiscuità sessuale, passando da un puritanesimo bacchettone all’esatto opposto. Ed altri semi velenosi furono quelli che, da una ribellione per certi versi legittima, portarono ad un periodo di violenza e quindi al terrorismo. Sia Mario che Giaros parlano di disillusione e sogni traditi. Ho detto che, passata la boa di una certa età, è naturale avere più ricordi che sogni, e che i ricordi sono ciò che costituisce il nostro passato, quindi la nostra esperienza. Anche se tutti noi, per un verso o per l’altro, di sogni traditi ne abbiamo cassetti se non addirittura valige piene ognuno DEVE conservare almeno un sogno, deve credere che qualcosa possa davvero cambiare o per lo meno migliorare, davanti a noi, anche se l’età avanza, c’è sempre un futuro, se non per noi, per chi ci segue.
tristi prospettive
A scuola ci parlavano di Cincinnnato che, dopo aver salvato la Patria dagli Equi, tornò a coltivare il suo orticello. Non sembra voler fare altrettanto Monti. Il suo governo ha marciato fino ad ora a colpi di fiducia, (34 fino ad ora, un bel record in pochi mesi), lui si propone come l’uomo dellla provvidenza, il salvatore dell’Italia che stava sprofondando nel baratro (oggi invece naviga a gonfie vele, tra fallimenti, disoccupazione, calo della produzione industriale, PIL ridotto sotto zero, entrate fiscali in calo nonostante – o forse a causa – dell’aumento delle tasse, blocco di pensioni e retribuzioni, spread sempre alto anche se la BCE ha acquistato forti quantitativi di titoli, suicidi di imprenditori ed ora anche di lavoratori disoccupati, aumento dei reati legati al patrimonio). Si sussurra che, con l’appoggio del PD, voglia puntare alla Presidenza della Repubblica con un governo a guida PD…
Non è un buon risultato per il “sobrio” professore, che non ha implicazioni di sorta nei bunga bunga, ma che trova comunque le scuse per addossare ad altri alcuni suoi mancati successi. Se lo spread è alto, è colpa delle 3 del rating, (anche se oggi Moody’s ha parzialmente rivalutato l’operato dell’Italia), gli altri interpretano sempre male le sue parole, adesso al meeting di CL, unitamente a Passera, dice che siamo fuori dal tunnel (ma non l’avevo già sentita questa frase? Mah).
Casini, che forse sa qualcosa che è negato a noi comuni mortali, è (peri)patetico nel cercare sempre l’approvazione del premier e nel dargli sempre ragione; lo stesso nel non voler dichiarare anticipatamente le alleanze in caso di elezioni. È palese che cerca di volersi proporre come ago della bilancia e di cercare poltrone ottenendo il massimo dei vantaggi dalla sua modesta percentuale. E Fini che addirittura osa presentarsi a Pieve Tesino quasi a volersi “incoronare” a successore di Alcide De Gasperi, senza averne la statura morale ( ricordiamo che lo statista trentino si presentò alla conferenza per la pace con un cappotto rivoltato, l’altro al massimo può voltare gabbana, perché spesso si è contraddetto ed ha cambiato casacca). La differenza è che De Gasperi era uno statista, Fini nemmeno un politico, ma un politicante, che per puro rancore si è dato la zappa sui piedi senza saper proporre nulla di innovativo.
Che ci vogliamo fare…questa, purtroppo, è l’Italia, la nazione dei battibecchi, dei piccoli interessi personali, delle clientele, dei mugugni, delle piccinerie e via dicendo…..
Mentalità…
Mattinata fresca, grazie all’acquazzone di ieri, e come al solito la città si è riempita di turisti che calano dalla montagna per visitare i portici con le loro vetrine (anche se, purtroppo, I negozi tipici sono sempre di meno), il Duomo ma soprattutto il museo dove è conservato Oetzi, ossia la nostra celebre mummia ritrovata in montagna.
Noi dovevamo, per forza di cose, recarci in centro per ritirare un acquisto piuttosto ingombrante e pesante, quindi è stato giocoforza usare l’auto e recarci al parcheggio. E qui la sorpresa: una coda infinita di auto incolonnate per entrare nel garage. Già, perché, pur ammirando i turisti di una determinata nazione (non dico quale, anche se tra loro ho varie amicizie) devo anche dire che in certi casi mancano di elasticità mentale. Ci sono due entrate affiancate, con relative sbarre dove ritirare il ticket, con tanto di cartello indicatore…
e loro che fanno? Si incolonnano disciplinatamente su un’unica fila…Oltretutto cercano tutti posto nei primi due piani, girando come anime in pena alla ricerca di un posto libero, mentre noi del posto saliamo direttamente all’ultimo, quasi sempre vuoto…tanto poi c’è l’ascensore!
risparmi
Ma porco mondo… siamo in piena crisi…si parla di spending review, e allora iniziamo ad eliminare gli sprechi.
Abbiamo una rete idrica che fa semplicemente schifo: si può dire davvero che fa acqua da tutte le parti, con il risultato che un paio di mesi senza pioggia significano emergenza e che qualche acquazzone abbastanza violento causa allagamenti e frane.
Non si potrebbe iniziare da qui, riparando le tubature che perdono e costruendo dei bacini per la raccolta delle acque piovane per utilizzarle nei periodi di magra? Un bel risparmio di acqua, coltivazioni con l’irrigazione assicurata, difesa del territorio e anche un bel numero di posti di lavoro assicurati….
E’ così difficile?
Altro che l’Autan
Contro le zanzare il miglior rimedio e’ mio marito …pungono lui…
Agosto in città
Da anni agosto lo passiamo in città. Una volta, quando i figli erano piccoli, lo si trascorreva in baita, in montagna(quelle baite rustiche in legno e pietra, non certo tipo gli chalets), poi l’incontro con uno scorpione nella vasca da bagno e il ritrovamento di una vipera tra la legna che serviva ad alimentare lo scaldabagno ci hanno fatto cambiare idea, e così per un paio di anni siamo andati al mare, riviera adriatica sì, ma coste venete, perché i fondali erano bassi, quindi adatti ai piccoli, ed i dintorni da vedere molti e belli.
Anche se meno frequentate delle romagnole c’era però sempre troppa gente, ed io non sono affatto amante del caos. Infine, stanchi di dover fare la fila per mangiare una pizza o gustare un gelato, tra gente che ti spintona e che schiamazza, disturbati dalla musica ad alto volume ed amenità del genere, abbiamo preferito cambiare periodo, scegliendo settembre, molto più vivibile ed anche parecchio meno caro, il che non guasta. Poi, col crescere dei figli, le esigenze si sono fatte diverse, la voglia di viaggiare e vedere città e paesi nuovi è prevalsa sul concetto di ferie comunemente dette, e così abbiamo iniziato a girovagare, scartando, per ovvi motivi, i mesi più caldi, quali luglio ed agosto. Per questioni di lavoro poi i periodi si sono ridotti a maggio e fine ottobre/novembre, ma ci è sempre andata bene così.
Del resto, finché lavoravo, passare il mese di agosto in ufficio mica pesava, anzi: il lavoro era ridotto al minimo, c’era l’aria condizionata (e nel 2003 fu davvero una pacchia), potevo gestirmi l’orario riservandomi i pomeriggi liberi… Del resto quanti agosti ho trascorso anche a Milano, una Milano addirittura suggestiva, senza il solito traffico caotico… Forse addirittura era il periodo migliore per gustarsi appieno la città, nonostante il caldo e l’afa…
Ed ora l’abitudine di passare le ferie in un periodo che non sia quello estivo è diventata una regola fissa. Tanto, qui è sufficiente un breve tragitto per trovarsi subito al fresco. Tra montagne, laghi e innumerevoli piscine, la scelta è ampia, gli orari sono abbastanza “scombinati”, perché le serate le passiamo spesso fuori fino a tardi, per goderci il fresco, e alla mattina ci si alza comunque di buon’ora, riservandoci però un riposino dopo pranzo, all’ombra degli alberi…
la sfortuna
È come vedere il film francese “La capra”, o il suo remake americano “È tutta fortuna”… Sono scalognata, lo so. Sono quella che finisce la bombola del gas alle 19.30 del sabato, o alla quale si guasta lo scaldabagno alla vigilia di Natale o che deve essere ricoverata per un’otite il giorno di ferragosto o che si frattura la caviglia mentre è in ferie (naturalmente in Ungheria) o l’unica del condominio cui si danneggia il televisore per la scarica di un fulmine … Per non parlare se compro qualche cosa da montare a casa: alla sedia del PC ad esempio mancava una rotella ed alla cyclette non funzionava il display elettronico, per non parlare di altre cose, per sentirsi spesso dire dai fornitori “E’ il primo caso che sento”, già, e capita proprio a me. Tutte cose alle quali ormai ho fatto il callo. Ed ora, nuovamente sotto ferragosto, improvvisamente il cellulare non si collega più ad internet e l’assistenza, naturalmente, è chiusa per ferie.
A me toglietemi tutto, ma non internet… senza Google sono persa…anche se non lo consulto, deve però essere sempre ed immediatamente disponibile: per la posta, per l’informazione, per il meteo, per il blog, per semplice curiosità…Ma la necessità aguzza l’ingegno, e così , dopo aver ripristinato un vecchio cellulare, mi sono messa sotto i pini al fresco a trappolare con il cinese finché ho risolto il problema… certo che la semplicità del Nokia non ce l’ha nessuno, ma a cellulare donato non si guarda in bocca.
Genitori
Ascolto le parole di papà Josef Schwazer, che si assume le colpe per non aver notato le difficoltà del figlio, e ricordo quanto sia difficile il compito dei genitori: quel difficile equilibrio tra indulgenza e severità , quel desiderio di proteggere i figli dai pericoli e la necessità di lasciarli liberi di fare le proprie esperienze, anche se negative, quel volerli controllare con discrezione, senza però sembrare invadenti.
Nessuno può insegnarci ad essere genitori, i manuali sono superflui se non addirittura dannosi, possiamo solo attingere alle nostre personali esperienze, ricordando come si comportavano con noi i nostri genitori comprendendo, a distanza di anni, le ragioni di tanti divieti.
Ciononostante si sbaglia, perché ogni figlio è un caso a sé, si sbaglia per la nostra inesperienza, si sbaglia per un “no” di troppo che scatena a volte la ribellione o un “sì” detto per quieto vivere e far cessare i malumori.
E spesso si sbaglia perché sui figli, a volte, si fanno pesare i nostri stati d’animo, la mancanza di pazienza dovuta a stress o il nervosismo per particolari situazioni… Certo, non è una scusante, però succede, perché anche i padri e le madri sono esseri umani e non santi. Ed adesso vedo che pure mio figlio ricade negli stessi errori… Il cerchio si ripete.
Il paese di Pulcinella
Certo è che siamo messi bene…
Vabbè che ci sono varie ondate di caldo ed è facile “sbroccare”, ma a tutto c’è un limite.
Nell’intervista a “der Spiegel” Monti dice che i governi hanno il compito di “educare” i parlamenti, e qui viene fuori il bocconiano che ci deve spiegare tutto, come appunto è nella sua natura di professore che tiene la lezioncina.
Gli stessi tedeschi, che lo consideravano uno dei loro (addirittura il “genero ideale”…sigh), hanno parlato di attacco alla democrazia, tanto che SuperMario ha dovuto poi ritrattare dicendo che è stato frainteso e che anzi il controllo parlamentare sui governi vada rafforzato….tutto ed il contrario di tutto, ed il nostro premier deve porgere tante scuse.
Ovvio che i tedeschi non siano disposti a finanziare il debito italiano, e nessuno lo pretende, ma Monti avrebbe dovuto ribadire con maggiore incisività che fino ad ora, in termini di PIL, abbiamo versato molto più della Crante Cermania e che ci siamo impegnati a versare ancora fior di soldoni per il fondo salva stati. Non solo, ma senza tutti questi esborsi, il nostro debito sarebbe inferiore e di molto.
Monti parla di un certo risentimento antitedesco in Italia, ma non si accorge, oppure fa finta di non accorgersi, che in realtà è esattamente l’opposto.
Spera poi di essere ricordato come colui che ha salvato il paese dalla rovina. Mah, leggendo i dati l’altro giorno sulla disoccupazione, ed oggi sulla recessione e del calo della produzione industriale, mi viene da pensare che forse ci sta rovinando lui.
Oggi esce un’altra intervista, questa volta al Wall Street Journal, in cui il premier dice che con Berlusconi lo spread sarebbe a 1200 (cavolo, nemmeno la Grecia è a tanto!). Un colpo basso che lo ha costretto a telefonare al suo predecessore per porgere le immancabili scuse e dire, come al solito, che era stato frainteso, e che i calcoli si basavano su ipotetiche proiezioni. Poi, come i bambini che reagiscono con i dispettucci, il PDL fa mancare il numero legale in aula per ben quattro volte: un comportamento davvero infantile, quello delle ripicche.
Infine ieri l’attacco di Di Pietro a Napolitano. Non mi sono particolarmente simpatici, né l’uno né l’altro, ma che a distanza di circa venti anni Di Pietro se ne venga fuori con la faccenda che Napolitano era legato ai poteri forti dell’URSS e di ricevere finanziamenti dai russi suona un po’ sospetto. Ma allora, se già in quel periodo il finanziamento ai partiti era illecito, perché lo stesso Di Pietro incriminò solo alcuni e non anche gli altri? Mistero….
Le medaglie non prese
Se si vogliono raggiungere risultati, lo sport è dedizione, lo sport è sacrificio, lo sport è allenamento costante. Se posso capire Federica Pellegrini, tentata dal gossip e dal presenzialismo costante nelle cronache mondane e che ha deciso di prendersi un anno sabbatico per godersi la vita come tutte le ragazze della sua età (ma tornerà poi quella di prima?), non posso nascondere la mia delusione per la positività al doping di Alex Schwazer, dall’aspetto pulito e dall’immagine di bravo ragazzo.
Anche il desiderio di una nuova medaglia non giustifica assolutamente quanto ha fatto. Doparsi significa barare, non con gli altri, ma soprattutto con se stessi. Alle Olimpiadi ci si gioca tutto in una sola gara, non si sa se tra quattro anni si avranno le medesime possibilità e capacità , ma questo non è il modo giusto di cercare la vittoria. Ho sofferto per la mia concittadina, Tania Cagnotto, già scippata in Cina della medaglia (ma là c’entrarono i giudici di gara che favorirono la tuffatrice che gareggiava in casa), ma ad onta del quarto posto, la ritengo comunque una grandissima atleta. Quei venti centesimi di punteggio pesano tanto, ma lei può comunque andare orgogliosa di se stessa, ha dato tutto e non ha barato.
E questo in una disciplina che non “rende” in termini economici, come, ad esempio, calcio, tennis, basket… Quella gara l’aspetti per anni, quattro lunghissimi anni per poi veder vanificati tutti i sacrifici… Si perde, però a testa alta, consci di aver dato veramente tutto quello che si poteva dare, e soprattutto con la coscienza pulita.
bandiere e medaglie
Ricordate quando Federica Pellegrini disse che non poteva fare la portabandiera perché in tal modo avrebbe pregiudicato le sue prestazioni?
Bene, l’incarico è stato affidato a Valentina Vezzali…ed i risultati si sono visti. Fede senza alcun risultato, Valentina con altre due medaglie (bronzo individuale e oro a squadre)…
baratro e tunnel
Monti l’altro giorno ci ha detto che si comincia a intravvedere un po’ di luce alla fine del tunnel. Sicuro? Il giorno seguente, leggendo i dati sull’occupazione, io ci vedo invece un baratro nel quale stiamo sprofondando.
Un sacco di aziende chiudono o delocalizzano. Calzedonia ed Omsa si sono trasferite in Bulgaria e Serbia, Benetton e Stefanel in Croazia, Dainese è fuggita in Tunisia, Rossignol in Romania, la Geox si sdoppia tra Brasile e Vietnam, Acrimo e Bialetti producono ora in Cina, Ducati energia ha scelto l’India e la Croazia.
Senza contare le aziende che hanno dovuto chiudere i battenti, come Italcementi e Alcoa. L’ultima della serie è la Richard Ginori, cui si aggiungerà per questioni di sicurezza l’ILVA (*) di Taranto e, di conseguenza, anche l’indotto e l’ILVA di Genova. Anche la FIAT fa assemblare all’estero le sue 500L tra pochi giorni in vendita, ma questo solo perché i dipendenti torinesi si sono rifiutati di firmare l’accordo per le ore straordinarie relative al solo assemblaggio (erroneamente, molti giornali hanno parlato di “produzione”, che resta invece a Mirafiori).
Pure il settore dell’edilizia registra un calo di manodopera stimato in 25 mila unità.
L’unica che va controcorrente sembra essere la comasca Saati che, a fronte di nuove commesse pervenute dall’estero, non ha cercato lavoratori precari, ma ha preferito assumere operai ultracinquantenni disoccupati ma con la voglia di rimettersi in gioco e con grande professionalità ed esperienza.
E intanto Monti, con il cappello in mano, gira come un commesso viaggiatore, cercando sponsor cinesi o americani che vogliano investire nel nostro paese. Ma fino a che la legge sul lavoro non verrà cambiata e la tassazione resterà così alta, saremo sempre poco credibili.
E i posti di lavoro persi diventano sempre di più, 70 mila posti di lavoro spariti dall’inizio del suo mandato, 29mila nei soli mesi di maggio e giugno, donne e giovani soprattutto, fino a raggiungere il 10,8% di disoccupati, il numero massimo dal 2004, senza contare poi gli “inattivi”, che nemmeno si mettono più alla ricerca di lavoro perché ritengono che non riuscirebbero a trovarlo. Tutti costi, di cassa integrazione, di disoccupazione e di indennità varie, che vanno a gravare sempre più sulla collettività ancora attiva.
(*) Lavoro o salute? Non vorrei dovermi trovare a scegliere. Di primo acchito viene senza dubbio di scegliere la salute, poi però penso ai 12mila operai dell’ILVA ed agli altri 8mila dell’indotto, 2012 mila persone, anzi famiglie, che all’improvviso si trovano senza lavoro, in un Sud già così carente di posti…
Lettera a un amico
Dopo parecchio tempo ti ritrovo sul blog e subito leggo una frase che mi preoccupa.
Ho letto e riletto quelle poche parole che hai scritto, ho appoggiato più volte le dita sulla tastiera per risponderti, per poi ritrarle altrettante volte.
Ho avvertito tanto disincanto, in quella frase, tanta delusione per ideali traditi, più che per il tempo che passa.
E’ un problema comune, appena si passa la boa di una certa età. Ci si guarda allo specchio ed oltre a vedere i tangibili segni del tempo che passa, si avvertono anche i fumi impercettibili che sono i nostri ricordi. Ma non è un aspetto negativo: noi SIAMO il nostro passato, noi SIAMO i nostri ricordi, quell’insieme di avvenimenti che chiamiamo “esperienza”.
Il presente non esiste, nel momento stesso in cui ti sto scrivendo, un attimo dopo è già il passato…
Ci sono i ricordi belli, magari con il rimpianto di non averli saputi apprezzare a tempo debito, ma che ora ci addolciscono il cuore, e ci sono quelli meno belli o dolorosi, ai quali spesso ci si rassegna, ma che a volte lasciano tracce profonde nella nostra anima.
E se guardandoci allo specchio scorgiamo qualche rughetta nuova, qualche capello bianco in più, se i ricordi diventano più pressanti, non dobbiamo per questo perdere i nostri sogni.
Non amo particolarmente gli aforismi, ma uno mi è sempre stato molto caro “Non è importante raggiungere le stelle, ma avere delle stelle da raggiungere”. Ed anche nel firmamento più nero, per quanto piccola, per quanto fioca, per quanto lontana, deve sempre esserci una stella che ci mostra la strada. Con un forte abbraccio.
Loredana
Cosa ne pensate?