Douce France
A Milano utilizziamo un televisore che, per i nostri standard, è “piccolo”, solo 30 pollici. Non essendo avvezzi a guardare i programmi fornitici da mamma RAI e dalla concorrente Mediaset e non avendo orari prestabiliti in cui tornare a casa, ci portiamo dietro quindi alcuni DVD, solitamente film italiani “vecchiotti” anni ’50/60 tipo Totò o similari o noirs anni ’40/50, tutti in formato 4/3 ed in bianconero. Stavolta però avevamo optato per una serie di telefilm, sempre in bianconero, che a me piacciono moltissimo per l’atmosfera che è stata ricreata, le inchieste del commissario Maigret. Li gradisco tantissimo perché oltre a Gino Cervi ed Andreina Pagnani c’è modo di vedere ( e sentir recitare, cosa che gli attori dei telefilms odierni raramente sanno fare) degli ottimi attori provenienti dal teatro, con un’ottima dizione priva di qualsiasi accento dialettale. Uno straordinario Sergio Tofano, ad esempio, in due diverse inchieste, un anziano Cesco Baseggio, poi Arnoldo Foà, Paolo Carlini, Leopoldo Trieste, Corrado Gaipa, Antonio Battistella, Marisa Merlini , Oreste Lionello, Didi Perego e tanti altri ancora…Le atmosfere di una “vecchia” Parigi sono stare ricreate accuratamente, anche nelle parti ricostruite in studio, il bianconero crea un clima di altri tempi, suggerisce altre dimensioni…
Ed appropriate sono anche le sigle, specie quelle di Luigi Tenco e Toni Renis.
Versione francese
Le temps file ses jours
l’eau coule sous les ponts,
sur les bords de la Seine
des ombres s’en vont.
Le temps file ses jours,
rien n’a changé ici,
Montmartre et sa bohéme
dorment sous la pluie.
À chaque jour sa sans qu’on y pense,
la vie s’en va emportant nos souvenirs.
Le temps file ses jours
à Paris comme ailleurs
et passent les semaines
et l’espoir se meurt.
À chaque jour sa change
et tous ses pleurs qu’on ne peut pas retenir,
et puis, sans qu’on y pense,
on s’habitue à vivre sans avenir.
Le temps file ses jour,
l’eau coule sous les ponts,
sur les bords de la Seine
des ombres s’en vont.
Versione italiana
Un giorno dopo l’altro
il tempo se ne va:
le strade sempre uguali,
le stesse case.
Un giorno dopo l’altro
e tutto è come prima;
un passo dopo l’altro
la stessa vita.
E gli occhi intorno cercano
quell avvenire che avevano sognato,
ma i sogni sono ancora sogni
e l’avvenire è ormai quasi passato.
Un giorno dopo l’altro
la vita se ne va:
domani sarà un giorno
uguale a ieri.
La nave ha già lasciato il porto
e dalla riva sembra un punto lontano;
qualcuno anche questa sera
torna deluso a casa piano piano.
Un giorno dopo l’altro
la vita se ne va,
e la speranza, ormai, è un’abitudine.
– – – –
Comincio’ col suo
frin frin
e la nostra canzone
suono’
era il solito
frin frin
ma ogni nota
parlava di te
Me ne andai
da quel caffe’
giurai di non
tornarci piu’
invece
la sera
se passi
mi trovi li’
Come e’ triste
quel frin frin
ora che tu
non sei piu’ con me
ma quel triste
frin frin frin
e’ il piu’ dolce
ricordo di te
ma quel triste
frin frin frin
e’ il piu’ dolce
ricordo di te
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23 giugno 2012 alle 00:18
Ciao loredana anche a me piacciono questi generi ultimamente li guardo poco in generale accendo poco la tv solo per cercare qualche buon film preferisco leggere un buon libro mi rilassa di più un abbraccio e buonfine settimana
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23 giugno 2012 alle 08:47
Concordo con te…una buona lettura è quanti di meglio ci possa essere 🙂
Un caro abbraccio, Nazz, e buon fine settimana anche a te.
Loredana
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23 giugno 2012 alle 16:22
Oh che bello, mi hai fatto passare un’ora e più veramente in altra dimensione: il film l’ho messo in pausa, riprenderò la visione dopo. Il “frin frin” me lo sono sentito 4 volte mentre giravo in autobus per Parigi passando davanti al Pantheon e guardando le vetrine e la canzone di Tenco non me la ricordavo in francese. Bello, bello! Di Simenon ho diversi libri e Maigret per me è sinonimo di Gino Cervi: solo lui poteva impersonare quel commissario!
Grazie Loredana, buona notte e buona domenica.
Un abbraccio, Serena
P.S. – Avrai notato che mi sono iscritta a wordpress … l’intenzione era quella di aprire un altro blog di “solo haiku” (non l’ho ancora fatto) ed anche per avere una identità per cliccare “mi piace” quando non c’è tempo per commentare o è superfluo il commento lasciando un segno del passaggio.
Ciao
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23 giugno 2012 alle 22:49
ti aspetto su wordpress per leggere i tuoi haiku 🙂
tu hai ascoltato frin frin frin…io invece continuo a riascoltarmi Tenco, anche per i suoi versi…vere poesie 🙂
Un caro abbraccio
Loredana
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24 giugno 2012 alle 16:13