La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

Archivio per giugno, 2012

anche questa volta… (chi ha paura dell’uomo nero?)

Ieri sera…

Troppi i fattori contrari per essere ottimista per la dura partita che ci aspettava.

La stanchezza, un giorno in meno di riposo, 30 minuti massacranti di supplementari contro l’Inghilterra, lo stress da rigori, l’età media notevolmente più alta (28 anni dei nostri contro i 24 tedeschi), i tanti acciaccati eppure in campo (Chiellini, Cassano, De Rossi), Balotelli che fino a questo momento non aveva convinto, la serie positiva dei tedeschi che non perdevano da ben 15 partite consecutive…e pure i bookmaker ci erano contrari.

Per non parlate poi della stampa tedesca che ha espresso giudizi poco lusinghieri sui nostri giocatori: Cassano un “mandrillo”, Pirlo con quel nome da donna, De Rossi un fascista implicato con la mafia, gli altri, chi più chi meno, degli effeminati. E la pizza che era arrivata alla fine!

Eppure ce l’abbiamo fatta, per l’ennesima volta, a battere i panzer.

Certo, per quanto buoni possano essere i wuerstel, non possono certo competere contro la pizza: sopra ci metti ogni tipo di ingredienti ed è sempre buona; è sempre diversa eppure è sempre la stessa…

Certo la birra è fresca e spumeggiante, ma una varietà di vini come abbiamo ni in Italia, loro se la sognano…

Il trionfo della fantasia sulla pragmaticità!

Non definisco i nostri degli eroi, come ha fatto, esagerando, una certa stampa, ma ho visto in campo gente determinata, tosta, (altro che effeminata) ma soprattutto intelligente, nei passaggi e nel giostrare il pallone, soprattutto negli ultimi arrembanti minuti in cui anche il portiere avversario si è spinto fino alla nostra rete alla ricerca di un pareggio che li avrebbe portato ai supplementari.

Posso dirlo? TIE’…

anche se la mia amica Birgit (germanica) ed il suo compagno (austriaco) ci hanno fatto i complimenti…e si sono mangiati una buona pizza con noi, nonostante il sogno interrotto!


senza commenti


la classica Italia Germania

Italia Germania…no, non mi riferisco all’Azteca del 1970 (la partita del secolo)

e nemmeno ai mondiali del 1982. Mi ricordo invece, ma solo per averne letto, la vittoria di Bartali al Tour de France del 14 luglio 1948, che servì a stemperare gli animi dopo l’attentato a Togliatti. Le cronache di allora riportano di telefonate di De Gasperi al corridore e della benedizione del Papa al perfetto atleta cristiano…

Panem et circenses… Ed i guai passano in seconda fila. Allora fu la paura di una esplosione rabbiosa che poteva sfociare in una rivoluzione e che si trasformò in tripudio collettivo. Stavolta i “nostri” sono chiamati a farci dimenticare la guerra dello spread e l’arroganza teutonica, però non sono ottimista…


che afa fa

Caron dimonio, con occhi di bragia, sta arrivando, se non è già qui, seguendo a ruota Scipione l’Africano.

Ce ne siamo accorti scendendo dalla montagna: 35,5 gradi verso le ore 18…e tutti si premuniscono.

Nelle vetrine dei negozi di elettrodomestici sono esposti condizionatori e deumidificatori per abbassare l’afa (i gà sugà el canal),


oppure, simili a grandi corolle su alti steli, fioriscono i ventilatori.

E nella mia borsa non manca mai il vecchio, caro, utilissimo ventaglio…


nuovi indirizzi

E’ arrivato il rottamatore….


Così è la vita…riflessione su Kurt Vonnegut e il suo libro

 

Sono curiosa, specie di carta stampata. Per farla breve, se qualcuno seduto accanto a me, in tram, sulla metro o dal dentista, legge qualcosa, non ho pace fino a quando non mi rendo conto di cosa stia leggendo. Così ho raccolto l’invito del Masticone, ho comprato Mattatoio N.5 ed ho iniziato a leggerlo anche se con un po’ di sospetto.

Avevo già letto Ghiaccio 9 e non mi era piaciuto. Diverso dal solito lo stile, diversa l’impostazione, non da romanzo tradizionale. Sapevo quindi quello che mi aspettava. Però ho deciso di sgombrare la mente dai pregiudizi ed ho iniziato.

Libro strano, e questo l’avevo messo in conto, destrutturato, scandito dai passaggi spazio-temporali del protagonista, un succedersi di eventi apparentemente senza alcun nesso logico.

Non è una denuncia contro la guerra in se stessa, ma contro l’assurdità della guerra. E’ anche una visione particolare dello spazio e del tempo, ridotti a meri concetti. Ciò che è ora, è stato e sarà sempre, la vita è un cerchio infinito, non ha inizio, non ha fine. Anche chi muore, non è morto, perché vive altrove, in un’altra dimensione. E’ anche una riflessione sulla nostra capacità di scelta, che non esiste, non può esistere perché tutto è già preordinato, ed è inutile cercare di cambiare quello che è e che sarà, siamo solo spettatori e non fautori degli eventi che si succedono.

Un protagonista che più antieroe non si può, partendo dall’aspetto fisico, alto, gracile, goffo, vestito – durante la prigionia – in maniera perfino pagliaccesca, concludendo con la sua vita piatta ed uniforme, senza emozioni, apatico nei confronti di quanto gli succede intorno, per quanto strano possa essere (o apparire), perché consapevole dell’ineluttabilità del destino e dell’impossibilità di cambiare quello che sarà anche se ne è preventivamente informato, grazie ai suoi “salti” temporali nel futuro (sempre che questi “viaggi” non siano frutto di allucinazioni conseguenti all’incidente di cui è rimasto vittima). Vita piatta, monotona, dunque, tranne per il periodo trascorso durante la guerra. Quei personaggi di contorno, i compagni di prigionia, i familiari… Tutti piatti, tutti assurdi nella loro normalità. Quell’accenno fantascientifico ad un altro mondo, con altre dimensioni, che noi non siamo in grado di percepire e l’invito degli alieni a ricordare solo le cose belle dell’esistenza, tralasciando il resto. Quei paradossali viaggi nel tempo che alternano episodi importanti, la guerra, il matrimonio, l’incidente in cui resta ferito, il bombardamento, con altri episodi insignificanti, senza nessuna valenza.

E la distruzione di Dresda.

Nel febbraio del 1945, la notte tra il 13 ed il 14, inglesi ed americani effettuarono congiuntamente un bombardamento a tappeto della città con bombe sia tradizionali che incendiarie, causando un numero altissimo di vittime tra i civili. Venticinquemila case distrutte su un’area di 15 chilometri quadrati. Per lungo tempo non si poté accertare l’esatto numero dei morti, (Vonnegut ne accredita 135mila, ma successive indagini ridussero la cifra a 22/25mila) molti dei quali arsi vivi dalla cosiddetta “tempesta di fuoco”, fenomeno causato dallo scontrarsi dell’aria fredda con quella calda. Molte immagini infatti riportano corpi anneriti dalle fiamme e carbonizzati, più simili a tronchi che ad esseri una volta umani.Un massacro oltretutto inutile, perché la città, a differenza di Amburgo e Duesseldorf non ospitava fabbriche ed opifici, ma anzi era stata dichiarata “città aperta” per il suo alto valore artistico. 

La città l’ho visitata nel maggio 2009, scrivendone anche sul blog (categoria Viaggi – vari interventi), ho visto le chiese e i palazzi ricostruiti, utilizzando in parte i ruderi anneriti, con uno strano effetto a scacchiera. Ancora oggi è un immenso cantiere, (dopo anni di inerzia sotto il regime comunista) con scavi profondi, impalcature, operai. Lavori eterni per farla ritornare la “Firenze sull’Elba”. E questo nulla toglie non solo all’atrocità ma anche all’inutilità della guerra, allo sterminio di civili, ma anche di militari che combattono in nome di cosa? E noi, che a conflitto terminato, come pazienti formiche, riprendiamo a costruire un qualcosa che, in un altro tempo, verrà nuovamente distrutto senza accorgersi che siamo solo “insetti intrappolati nell’ambra”.

Nota al filmato da You tube”… Vonnegut trovò nella casa degli ospiti un’atmosfera meno accogliente del previsto. La moglie dell’amico non sembrava affatto entusiasta del suo progetto di scrivere un libro sul bombardamento di Dresda e sulla guerra. ” Fingerà che eravate degli uomini “, disse,” anziché dei bambini, e poi ne tireranno fuori un film recitato da Frank Sinatra e da John Wayne o da qualcun altro di quegli sporchi vecchioni che vanno pazzi per la guerra. E la guerra sembrerà qualcosa di meraviglioso, e così ne avremo ancora un bel po’. E a combatterle saranno dei bambini”” Dall’introduzione di Vincenzo Mantovani del romanzo Mattatoio n. 5 o La crociata dei Bambini (Slaughterhouse-Five; or, The Children’s Crusade: A Duty-Dance With Death) di Kurt Vonnegut del 1969.
Nel 1972 è stato fatto un adattamento cinematografico del libro, il film Mattatoio 5 per la regia di George Roy Hill, ricordato anche per la colonna sonora d’eccezione: Glenn Gould che esegue musiche di Johann Sebastian Bach. In questo spezzone Glenn Gould suona al piano forte, il 3. movimento del Concerto per clavicembalo no. 3 in Re maggiore, BWV 1054.


mai dire mai…

…tanto parte dodicesimo…che lo guardiamo a fare…

Così mio marito se ne è rimasto tranquillamente a dormicchiare in montagna sotto i pini al fresco, invece di seguire dal televisorino portatile il Gran Premio di Spagna, in cui Alonso ha fatto una grandissima rimonta e vincendo la gara…


l’esodato ‘nnammurato…

Ridiamoci su…per non piangere


per una lira…

Euro? Lira?

Questo è il dilemma!

L’introduzione dell’ euro è stata una solenne fregatura grazie ad un cambio falsato voluto dalla Germania ed accettato supinamente da Prodi. Però un ritorno alla lira sarebbe davvero una tragedia per noi. Innanzitutto ce lo sogniamo un cambio ” di ritorno” al valore di 1936,27… Poi la svalutazione, alla quale molti si aggrappano, non sarebbe di certo una soluzione. L’inflazione schizzerebbe alle stelle, vanificando ancora quel poco risparmio che ci resta. L’unica via percorribile rimane quella di stringere i denti, resistere, resistere e resistere, ma nel contempo diminuire drasticamente la spesa pubblica, cosa che col ritorno alla lira nessuno si bisognerebbe di fare (anzi verrebbe coniata nuova moneta alimentando sempre più l’inflazione), ma accompagnandola alla richiesta di dilazionare il raggiungimento del pareggio di bilancio in un periodo leggermente più lungo, per non strozzare del tutto l’economia.

Solamente la Germania vuole un euro forte rispetto al dollaro, ma in questo modo vengono penalizzate le esportazioni, avvantaggiando i paesi emergenti che possono contare su costi di lavoro notevolmente inferiori. Come svincolarsi dall’abbraccio mortale della Frau? Monti sembra intenzionato a richiedere l’introduzione degli Eurobond, ma da quell’orecchio la “dolce” (?) Angela non ci sente. Allora o si impuntano i piedi, magari con l’appoggio non solo dei paesi più deboli, ma anche con l’aiuto della Francia nella persona di Hollande o davvero per l’euro sembra suonare l’ultima campana…


Ma chi glie lo fa fare…

… A Marchionne:

1 – di continuare ad investire in Italia, visto che lo strapotere dei giudici, a fronte di soli 19 ricorsi, vorrebbe obbligarlo ad assumere 145 iscritti alla FIOM, sindacato che a suo tempo non aveva nemmeno sottoscritto il contratto;

2 – di dover pagare le  innumerevoli ed esose tasse di Monti;

3 – di avere una legge sul lavoro alquanto sfavorevole rispetto all’Europa ed un costo del lavoro alquanto più alto.

… A Pizzarotti:

nell’insistere a governare Parma, visto che in oltre un mese non è ancora riuscito a formare una giunta, nominando solo 3 assessori, uno dei quali è dovuto dimettersi perché alle spalle ha dei precedenti per fallimento… Slow politics o immobilismo? Quando anche il web serve a poco per SAPER governare una città…

… A Berlusconi:

nel voler rientrare in politica attiva, quando è chiaro che anche nel suo schieramento che una sua eventuale rentrée è malvista anche dai suoi sostenitori.


Douce France

A Milano utilizziamo un televisore che, per i nostri standard, è “piccolo”, solo 30 pollici. Non essendo avvezzi a guardare i programmi fornitici da mamma RAI e dalla concorrente Mediaset e non avendo orari prestabiliti in cui tornare a casa, ci portiamo dietro quindi alcuni DVD, solitamente film italiani “vecchiotti” anni ’50/60 tipo Totò o similari o noirs anni ’40/50, tutti in formato 4/3 ed in bianconero. Stavolta però avevamo optato per una serie di telefilm, sempre in bianconero, che a me piacciono moltissimo per l’atmosfera che è stata ricreata, le inchieste del commissario Maigret. Li gradisco tantissimo perché oltre a Gino Cervi ed Andreina Pagnani c’è modo di vedere ( e sentir recitare, cosa che gli attori dei telefilms odierni raramente sanno fare) degli ottimi attori provenienti dal teatro, con un’ottima dizione priva di qualsiasi accento dialettale. Uno straordinario Sergio Tofano, ad esempio, in due diverse inchieste, un anziano Cesco Baseggio, poi Arnoldo Foà, Paolo Carlini, Leopoldo Trieste, Corrado Gaipa, Antonio Battistella, Marisa Merlini , Oreste Lionello, Didi Perego e tanti altri ancora…Le atmosfere di una “vecchia” Parigi sono stare ricreate accuratamente, anche nelle parti ricostruite in studio, il bianconero crea un clima di altri tempi, suggerisce altre dimensioni…

Ed appropriate sono anche le sigle, specie quelle di Luigi Tenco e Toni Renis.

Versione francese

Le temps file ses jours

l’eau coule sous les ponts,

sur les bords de la Seine

des ombres s’en vont.

Le temps file ses jours,

rien n’a changé ici,

Montmartre et sa bohéme

dorment sous la pluie.

À chaque jour sa sans qu’on y pense,

la vie s’en va emportant nos souvenirs.

Le temps file ses jours

à Paris comme ailleurs

et passent les semaines

et l’espoir se meurt.

À chaque jour sa change

et tous ses pleurs qu’on ne peut pas retenir,

et puis, sans qu’on y pense,

on s’habitue à vivre sans avenir.

Le temps file ses jour,

l’eau coule sous les ponts,

sur les bords de la Seine

des ombres s’en vont.

Versione italiana

Un giorno dopo l’altro

il tempo se ne va:

le strade sempre uguali,

le stesse case.

 

Un giorno dopo l’altro

e tutto è come prima;

un passo dopo l’altro

la stessa vita.

 

E gli occhi intorno cercano

quell avvenire che avevano sognato,

ma i sogni sono ancora  sogni

e l’avvenire è ormai quasi passato.

Un giorno dopo l’altro

la vita se ne va:

domani sarà un giorno

uguale a ieri.

 

La nave ha già lasciato il porto

e dalla riva sembra un punto lontano;

qualcuno anche questa sera

torna deluso a casa piano piano.

 

Un giorno dopo l’altro

la vita se ne va,

e la speranza, ormai, è un’abitudine.

– – – –


Comincio’ col suo
frin frin
e la nostra canzone
suono’
era il solito
frin frin
ma ogni nota
parlava di te

Me ne andai
da quel caffe’
giurai di non
tornarci piu’
invece
la sera
se passi
mi trovi li’

Come e’ triste
quel frin frin
ora che tu
non sei piu’ con me
ma quel triste
frin frin frin
e’ il piu’ dolce
ricordo di te 

ma quel triste
frin frin frin
e’ il piu’ dolce
ricordo di te



ridiamoci sopra


Una curiosa teoria economica è stata annunciata negli Stati Uniti.

All’inizio di quest’anno, tra i vari progetti dell’amministrazione Obama
per rilanciare l’economia americana, vi era anche quello di dare ad ogni
cittadino americano la somma di 600 dollari in modo da far riprendere i
consumi.

Marc Faber, analista in borsa e uomo d’affari, imprenditore di successo, ha scritto nel suo bollettino mensile un commento con molto umorismo:

“Miei cari connazionali americani, il governo federale sta valutando di dare a ciascuno di noi una somma di 600 dollari:

Se noi spendiamo quei soldi al Walt-Mart-Supermarket, il denaro va in Cina.
Se noi spendiamo i soldi per la benzina, va agli arabi.
Se acquistiamo un computer, il denaro va in l’India.·
Se acquistiamo frutta, i soldi vanno in Messico, Honduras e Guatemala, Italia,Spagna.
Se compriamo una buona macchina, i soldi andranno a finire in Germania, in Giappone o in Corea.
Se compriamo regalini, vanno a Taiwan, e nessun centesimo di questo denaro aiuterà l’economia americana.

L’unico modo per mantenere quel denaro negli Stati Uniti è di spenderlo con puttane o birra, già che sono gli unici due beni che producono ancora qui.”

Risposta di un economista italiano, anche lui di buon umore:

“Carissimo Marc, la situazione degli americani diventa realmente sempre peggiore.
Inoltre mi dispiace informarla, che la fabbrica di birra USA Budweiser è stata acquistata recentemente dalla multinazionale brasiliana AmBev.
Pertanto Vi restano solo le puttane.
Ora, se queste decidessero di inviare i loro guadagni ai loro figli, questi soldi arriverebbero direttamente ai DEPUTATI ITALIANI qui a Roma!!!”Saluti.


ferie

A tratti…chiuso per caldo


Piccola cattiveria…

Quando Polillo ha detto che gli italiani, per aumentare il PIL, dovrebbero rin unciare ad una settimana di ferie, certamente non si riferiva ai parlamentari…loro dovrebbero lavorare ALMENO una settimana all’anno!


Variazioni sul tema

The Beatles….Abbey road


The Beagles… Abbai road


Il miracolo

Adesso che la gente acquista meno benzina, il prezzo della stessa inizia a scendere. Varie compagnie, Agip, Esso, Q8, hanno lanciato le iniziative “weekend”, diminuendo in maniera sostanziosa (una ventina di centesimi circa) il prezzo alla pompa nonostante il costo del barile sia rimasto invariato e le accise siano aumentate. Ovvio che il consumatore accorto farà il pieno in quei giorni e cercherà di farlo durare almeno per tutta la settimana. È accaduto allora il miracolo che tutti aspettavano. I signori petrolieri per anni ci avevano turlupinato dicendo che non era assolutamente possibile calare il prezzo anche quando il petrolio ribassava, tirando in ballo i cambi, la rete di distribuzione troppo capillare e quant’altro c’era, ma erano immediatamente pronti a rialzarlo con l’aumento del costo al barile. Alla faccia della concorrenza, agivano tutti unidirezionalmente, quasi un trust mascherato, ma ora le leggi di mercato hanno finalmente risvegliato la concorrenza tra di loro. Meglio vendere maggior quantità di carburante ad un prezzo lievemente inferiore (e qui scatta la guerra sui centesimi fra le varie compagnie) o lasciare il prezzo invariato e vendere meno, molto meno carburante?  


un nodo al fazzoletto

Su proposta di Carlo…un nodo al fazzoletto…dall0 scorso anno , post del 12 giugno….


12 giugno

Parco Sempione è un altro dei polmoni verdi della città. Da un lato è delimitato dall’Arco della Pace, anch’esso opera di Luigi Cagnola, e sormontato da una quadriga bronzea.

Come l’arco di porta Ticinese, pure questo fu costruito per celebrare i trionfi di Napoleone; poi sopravvenne Francesco I d’Austria, ma nel 1859 subito dopo la vittoria di Magenta, venne definitivamente dedicato a Vittorio Emanuele II ed a Napoleone III.

Su un altro versante si trova invece l’Arena, ideata da Luigi Canonica nel 1806, entro la quale venivano svolte perfino delle battaglie navali, riempiendo l’invaso con le acque del Naviglio. Dal 2002 è stata intitolata al popolare e famoso giornalista sportivo Gianni Brera.

Contrapposto all’Arena, c’è invece il Palazzo dell’Arte progettato da Giovanni Muzio, edificato nello stile pulito e razionale dei primi anni ’30, e che ospita la Triennale e nel quale vengono tenute varie mostre di arte moderna e di architettura,

mentre all’ultimo lato del parco c’è il delizioso palazzetto liberty che ospita l’acquario Civico, uno dei più antichi al mondo, le cui facciate sono decorate da mosaici policromi rappresentanti varie forme di fauna acquatica (tartarughe, pesci, molluschi, crostacei).

All’interno sono ospitate una quarantina di vasche contenenti vari habitat fedelmente ricostruiti, da quelli di acqua marina a quelli di acqua dolce dei torrenti, laghi e perfino dei fiumi amazzonici.

Una sezione ospita un terrario ricco di anfibi.

Dal centro del parco svetta la torre Branca, (inizialmente torre Littoria, in seguito semplicemente Torre del parco), alta m.108,6, opera di Giò Ponti, dalla quale, ancora nel 1939, vennero diffuse in via sperimentale le prime trasmissioni televisive che venivano ricevute dagli apparecchi posti nella Galleria Vittorio Emanuele. Ora la televisione, almeno quella non ancora fagocitata da Roma, viene irradiato da poca distanza, in Corso Sempione.

La torre prende il nome dalla famosa distilleria che ne ha curato il restauro, in quanto per ragioni di sicurezza la costruzione era rimasta chiusa al pubblico dal 1972 per 25 anni. All’interno dell’intelaiatura in tubi Dalmine è situato un ascensore che permette di ascendere al terrazzino panoramico in poco più di un minuto. Purtroppo, sempre per ragioni di sicurezza, non è più agibile il ristorante che esisteva sulla sommità.

Per finire, poco distante dal corso Sempione, c’è uno degli impianti sportivi più noti, il velodromo Vigorelli, intitolato ad Antonio Maspes. La struttura fu costruita in Milano perché da anni qui esistevano varie fabbriche di biciclette, la più famosa delle quali era la Bianchi. C’erano un altro velodromo, sempre in zona, ma il crescente interesse per il ciclismo ravvisò la necessità di un impianto migliore e di maggiori dimensioni, cosicché nel 1935 venne inaugurato l’attuale Vigorelli, dal nome di un industriale, assessore in giunta ed ex corridore su pista. Semidistrutto durante i bombardamenti del 1944, fu ricostruito l’anno seguente e divenne sede di scontri famosi su pista, ma non solo, in quanto i Beatles vi tennero il loro unico concerto italiano il 24 giugno 1965. Ora giace in stato di abbandono, specie dopo il crollo del tetto sovrastante le tribune a seguito di una forte nevicata,nonostante varie volte si sia parlato di ripristinarlo…


Pensierini del giorno

1 – Parla come mangi

Cassano parla come mangia, in maniera istintiva, si capiva benissimo che non intendeva offendere nessuno e inoltre non pretende certo che tutti la pensino come lui… Lo accusano di razzismo ed omofobia, anche se il giocatore non ha fatto nomi, ma che dire allora di Vendola, che invece ha offeso Antonio dandogli dell’ignorante e dicendo che con tutti i soldi che ha potrebbe leggere qualche libro in più . Questo sì che è razzismo, una carognata, come quella di certi giornalisti. Alessandro Cecchi (Checca) Paone in primis, dicendo che è stato a letto con un “nazionale” (libero lui di fare outing, ma non di coinvolgere altri che magari non ne hanno piacere), e poi l’intervistatore che, sapendo di avere davanti Cassano, la cui colpa è unicamente quella di non essere istruito, ha tirato pure fuori il termine metrosexual, che fino a ieri ignoravo pure io. Già, perché metrosexual non necessariamente è un gay, ma solo un uomo che cura molto il proprio aspetto fisico, andando in palestra, sottoponendosi a massaggi, vestendo in modo elegante, frequentando istituti di bellezza. Beh, tra un troglodita barbuto e puzzolente ed un metrosexual, la scelta non si pone neppure. Ma adesso uno non è nemmeno libero di dire quello che pensa (giocatori gay? spero di no). Bisogna pensare e parlare politicamente corretto, anche se non corrisponde al proprio modo di pensare. Meglio mentire spudoratamente? Meglio magari dire “mi auguro che tutti i nazionali siano gay – o froci, come si è espresso lui-” per accontentare l’intervistatore ed il suo civilissimo ed istruitissimo conterraneo Vendola? Vogliamo smetterla con tutte queste false moralità? Quanti genitori sarebbero felici di avere un figlio omosessuale? Se te lo ritrovi, ovvio che lo accetti, ma esserne felice, se non addirittura orgoglioso, non credo proprio. Ma in nome di una falsa morale, guai a dirlo. Ormai impera il fariseismo dei sepolcri imbiancati, l’omosex fa tendenza, e per loro tutti i diritti, mentre i normalissimi eterosessuali vengono etichettati come persone anormali e di poca fantasia.

2 – Burocrazia

La burocrazia è la cosa più ottusa che ci sia. Pensavamo di aver espletato tutte le incombenze per l’esumazione, invece ci telefona l’agenzia dicendo che la pratica non era stata accettata in quanto la patente di mio marito risultava scaduta. Ebbene, la visita medica per il rinnovo era stata eseguita ancora due mesi orsono, ma la Motorizzazione a tutt’oggi non ha ancora inviato il bollino che riconferma la validità del documento. Quindi abbiamo allegato la copia del certificato medico che attesta la cosa… Però mi chiedo: il documento serve solo a comprovare l’identità di una persona, anche se scaduto da poco tempo non è che qualcuno cambia nome o data o luogo di nascita. Serviva solo per certificare che mio marito, in quanto unico figlio del defunto era titolato per eseguire le operazioni di esumazione, cremazione e successiva tumulazione dei resti…mica doveva prelevare soldi, anzi, doveva pagarne…

3 – Parole e fatti

Il PdL e la Lega sono stati condannati per aver detto che Milano con Pisapia sarebbe diventata una Zingaropoli, e con questo termine avrebbero offeso le etnie Rom e Sinti. L’ottusità di una certa magistratura che si attacca alle parole e non ai fatti. In effetti con la nuova giunta I Rom sono più che raddoppiati, gli insediamenti abusivi sono ripresi e nessuno fa nulla. Allora è più grave un termine oppure lasciare che questa gente viva in condizioni a dir poco indecenti, e che le persone che se li ritrovano come indesiderabili vicini di casa subiscano ancora vessazioni e furti?


11 giugno

La zona che più caratterizza Milano credo che sia Porta Ticinese. Mi ero sempre chiesta perché la chiamassero anche Porta Cicca, finché da qualche parte ho finalmente letto, risolvendo l’arcano, che deriva dallo spagnolo “Puerta Chica”, ossia Porta piccola, e dire che una persona “ è milanès de porta Cicca” equivale a dire che è davvero milanese autoctono, da generazioni.

Ma sull’origine del termine Cicca ci sono anche altre divertenti versioni: una la fa derivare dal termine “ciucco”, ossia ubriaco, in quanto nella zona vi erano varie osterie (trani), e l’altra da una vecchia canzone il cui testo ad un certo punto diceva “E’ mezzanotte in punto/gh’è scur, gh’è scur/ gh’è quell che cerca i moeucc” (E’ mezzanotte in punto, è scuro, c’è quello che cerca i mozziconi – le cicche -), ma sono solo versioni fantasiose.

Il Ticinese è il quartiere dei Navigli,- il Pavese ed il Grande – che qui si incontrano. Tempo addietro erano ancora percorsi da chiatte e barconi, che trasportavano varie mercanzie per lo più materiali per l’edilizia, legname e carbone, ma anche derrate alimentari. E proprio per trasportare i blocchi di marmo rosa di Candoglia necessari alla costruzione del Duomo che venne costruito il Naviglio Grande, quei blocchi con incisa la scritta “ad U.F.”, ossia ad usum fabricae, consentendo l’esenzione da dazi e balzelli, dalla quale deriva la nostra espressione “ad ufo”.

La parte più bella dei Navigli è il vicolo Lavandai, con le pietre piatte (brellin) sulle quali le lavandaie si inginocchiavano per lavare i panni. Dei Navigli, ed è la zona dove visse ed abito, fino alla morte, la poetessa Alda Merini. Di lei e della Darsena ho già parlato in altro periodo.

C’è poi la piazza XXIV maggio, con il suo arco imponente, opera di Luigi Cagnola, com’era allora nello stile, che sul fronte reca la scritta “Paci populorum sopitae”, (alla pace liberatrice dei popoli),

ma il momento in cui venne incisa, 1801, anno della pace di Marengo, contrasta con l’anno riportato sul fronte opposto, MDCCCXV, ossia l’anno relativo al congresso di Vienna, quando Milano passò dalla dominazione francese a quella austriaca. Poco distante c’è invece l’omonima porta medioevale, in mattoni con inserti di marmo bianco, e dove si trovava anche  il casello del dazio. Già distrutta da Federico Barbarossa nel 1162, fu ricostruita da Azzone Visconti.

Subito dietro alla porta, le sedici colonne marmoree di San Lorenzo, dell’epoca romana, la stessa della primitiva porta distrutta dal Barbarossa, che fronteggiano l’omonima Basilica.

E sui navigli oggi pioviggina… le case ai lati del canale (Alzaia Naviglio Grande),  sfumano in lontananza in una foschia grigia, perdendo i colori e rassomigliano ad una vecchia cartolina in bianconero… Ed il cielo grigio si riflette sull’asfalto e sul pavé bagnati.  


Fantaeconomia…ma non troppo

Da tempo cercavo tra gli Urania di mio marito un racconto che avevo letto molti anni fa…ed ora me ne ritrovo un estratto sul blog di Nicola Porro, riportato su “il Giornale”.

E’ un racconto carino, che bene si addice a questi tempi 🙂 e che avevo spesso citato agli amici per illustrare simpaticamente l’effetto recessione.

E’ tutta colpa di quel dannato congelatore beige. A Phoebe piace da impazzire.

Niente da fare. Marvin è davvero di cattivo umore. Ha fatto i conti e la piccola economia domestica della sua famiglia non gira. Marvin non perde tempo e annulla l’acquisto. È Jim, il superboss della catena di elettrodomestici, a ricevere la disdetta. Si chiude nel suo ufficetto, ci pensa su e chiama il suo distributore a Phoenix: «Ti ricordi il mio ordine del mese scorso? Bene, riducilo del 10 per cento; ho troppa merce in negozio». Rialza il telefono e, senza colpo ferire, annulla anche l’acquisto della nuovissima Buick a cuscino d’aria che aveva opzionato da Bill Waters.

«Prendiamo tempo» dice tra sé e sé in una giornata di cattiva forma. La storia continua in una spirale micidiale. Anche Waters viene infettato dal virus depressivo: riduce il suo magazzino di auto a Detroit. E alla segretaria che, stupita, lo interpella risponde seccato: «Sento che c’è una tendenza». E annulla il rogito per una nuova casa.


Il romanzo continua. In una gigantesca serie di cause ed effetti. Il ridicolo presidente degli Stati Uniti si chiede perplesso: «Ma cosa sta succedendo in America?». Semplice, gli rispondono. Una famiglia di Tucson ha rinunciato a comprare un frigorifero beige e da lì è scattata una reazione a catena. Sembra la storia delle banane di Johnny Stecchino. È invece un romanzo di fantascienza degli anni ’70 Scritto da Mack Reynolds. Effetto Valanga, si intitola.
Consigliamo vivamente la lettura a chi ci governa. Ieri, per l’ennesima volta, hanno preso tempo sulla cosiddetta Fase due, insomma sul decreto Sviluppo, a cui Corrado Passera, isolato, sembra tenere molto. Nel romanzo di Reynolds la cosa si risolve in modo grottesco: si pensa cioè di inviare due agenti segreti dotati di un po’ di contanti per permettere a Phoebe di comprare il suo amato frigider beige. E rompere così la catena di depressione.

Da noi, forse, basterebbe lasciare in tasca qualche tassa.
Il punto è che oggi ci troviamo in una spirale depressiva molto simile a quella descritta da Reynolds. Certo, la crisi c’è. Le nostre finanze pubbliche sono a pezzi. E la competitività delle imprese non è da favola. Ma c’è un elemento in più che ci frena. È la mancanza di fiducia. Il diffuso umor nero di consumatori e imprese. Il governo (compreso quello precedente con le pazze manovre estive) ci ha messo del suo: svuotando ancor di più le tasche dei consumatori. L’Imu è una tassa il cui effetto depressivo va al di là dei suoi risvolti espropriativi. Non vogliamo certo dire che si debbano scavare buche e poi riempirle così tanto per creare qualche inutile posto di lavoro. Ma ci vuole un salto. Un’idea. La creazione di un ambiente favorevole al consumo e all’investimento. Non sempre e non solo le variabili economiche sono governate dal vincolo di bilancio. Nel lungo periodo certamente è ciò che conta. Ma nel breve ci sono elementi psicologici che rendono la situazione anche peggiore rispetto a quello che la realtà descriverebbe.
Siamo in una trappola di fiducia: se fino a ieri si sottovalutava la crisi, oggi stiamo alimentandola descrivendola peggio di quanto sia.
Quello che insegna la storia economica è piuttosto banale. Le crisi, periodicamente, ci sono. Ma la loro ampiezza dipende dagli errori della politica. Milton Friedman ha spiegato perfettamente nella sua opera monumentale sulla politica monetaria come la Grande Depressione sia stata alimentata proprio da folli decisioni pubbliche.
Non siamo in grado di dire quanto le misure di Passera possano servire alla nostra ripresa. Ma siamo certi che alimentare una speranza e poi frustrarla, o più semplicemente mostrare una certa lunghezza nel trovare la soluzione ad un problema, renda il contesto ancora più deprimente.


8 e 9 giugno

8 giugno

Portare l’ombrello oppure no? Il cielo è nuvoloso ma non troppo e nel dubbio, dovendo stare fuori casa per parecchie ore, optiamo per portare gli ombrelli. Per fortuna, perché è una di quelle giornate in cui i goccioloni si alternano a periodi di stasi, costringendoci ad aprire e chiudere varie volte i parapioggia. All’inizio è perfino divertente, in quanto la pioggia cade mentre il sole splende…effetto strano. Poi però comincia a seccare un pochino. Siamo riusciti ad andare dall’”Anema e cozze” che avevano saltato ieri, per gustare i famosi paccheri.

Successivamente una capatina in via Paolo Sarpi.

Pomeriggio di jazz, nella strada.

Riparati dalla pioggia sotto gazebo verdi, si esibiscono vari trii e quartetti prevalentemente di ragazzi giovani, con sassofoni e contrabbassi…sembra una piccola New Orleans.

Ci sediamo in un bar, ed ascoltiamo musica per un’oretta circa. Da quando la via è diventata completamente pedonale, è un piacere passarci.

In seguito altra passeggiata lunghissima, fino ad arrivare ai Giardini pubblici. Un salutino ad Indro Montanelli, con la sua immancabile e fedele “Lettera 22”,

che splende dorato tra il verde dei tigli che iniziano a fiorire, rilasciando nell’aria il loro caratteristico profumo, fino ad uscire sui bastioni.

9 giugno

Un giro da piazza Oberdan lungo viale Piave, Premuda e Montenero ed i successivi, fino ad arrivare da Willy in via Bergamo per il classico risottino (uno dei più buoni, a mio parere).

Poi a porta Genova, oltrepassando il ponte di ferro della ferrovia,

arrivando infine, sempre camminando, in via Valparaiso dove, all’angolo con la via Montevideo, una targa mi incuriosisce. “Qui nel periodo dal 1906 al 1942 aveva sede la famosa Officina Castagna, detta “La fabbrica dei sogni” ( motto creato da Gabriele D’Annunzio), dove lavoravano oltre 600 dei migliori artigiani di Milano”. Il tutto mi spinge a documentarmi.

L’officina, sorta nel 1849, elaborava all’inizio carrozze a cavalli, e divenne fornitrice di molte famiglie nobili dell’epoca. A lei si deve anche la costruzione di una carrozza leggera (spider) filettata di rosso, ordinata da Alessandro Manzoni. Verso la fine del secolo iniziò la collaborazone con Ottolini e Ricordi, che importavano in Italia i quadricicli Benz, tanto che perfino la regina Margherita gli commissionò un’automobile per disputare una delle prime competizioni automobilistiche ed il conte Ricotti una vettura simile nella forma ad un dirigibile,

che è conservata presso il Museo Storico dell’Alfa di Arese. Seguono infine le collaborazioni con la Lancia, l’Alfa Romeo la Daimler Benz ,a soprattutto l’Isotta Fraschini,

le cui Prince of Wales e Commodore vennero esposte nel 1915 a New York, lanciando la ditta anche negli Stati Uniti.Ma la carrozzeria non si occupò solo di automobili perché collaborò anche alla costruzione di vetture ferroviarie di lusso, tra le quali il celeberrimo Orient Express. Ma col passare del tempo, specialmente con la chiusura dell’Isotta Fraschini, la ditta iniziò a declinare, rimanendo come clienti solamente l’Alfa Romeo e la Bianchi, fino a cessare l’attività nel 1954. Ora si occupa solamente di elaborare concept car e della costruzione di fuoriserie per conto di Maserati, Ferrari, Alfa Romeo, ma anche Mini Minor e Fiat. A lei si deve infatti la costruzione della famosa Fiat 500 di Gheddafi, modello fuoriserie elettrico, color verde ed oro (i colori della Libia), pesante oltre una tonnellata, con gli interni color panna, motore che eroga 34 kW costruito appositamente dall’Ansaldo di Genova, che le fa raggiungere la velocità di 160 km/h per un’autonomia di 260 km circa, il tutto per un costo di circa 100mila euro!

Beh, anche questa piccola storia è terminata… e l’ora di tornare a casa si avvicina anche perché, pur essendoci tempo abbastanza bello, c’è un’afa tremenda…





I grandi amori

A volte anche i grandi amori finiscono. Qui a Milano tanti che avevano sostenuto e votato Pisapia cominciano a mugugnare. Causa principale la congestion charge, ossia la tassa d’ingresso entro la cerchia dei bastioni che colpisce con l’importo di 5 euro a botta ogni passaggio entro questi limiti, incluso le associazioni di volontariato e, anche se in misura minore, pure chi abita entro la cerchia. In poche parole, se uno usa la propria auto per uscire da Milano, al ritorno, per rientrare, deve pagare. E fin qui ci si sta, male, ma ci si sta. La porcata è stata quella di aumentare il prezzo del biglietto dei mezzi pubblici del 50% (cinquanta), anche se la durata dello stesso e’ passata da 75 a 90 minuti. In percentuale minore sono aumentati anche gli abbonamenti di qualsiasi genere. Ma come, mi tassi se uso l’auto per costringermi ad usare i mezzi pubblici e mi aumenti pure quelli? E non è il solo motivo di lamentela….pure il guru Celentano si è lamentato dicendo che la situazione non è cambiata dalla precedente amministrazione.

E’ cambiata invece, ma in peggio. In metropolitana sono ripresi i questuanti, per strada, anche in centro, le vendite abusive, ai semafori, pochi, ma in continuo aumento, ci sono, i lavavetri,

i Rom sono raddoppiati e stanno risorgendo gli insediamenti abusivi.

Lo stesso PD ha condannato il mancato rinnovo del contratto a McDonal’s (per far posto a Prada)

perché secondo il sindaco il fast food è la rappresentanza di un modo di mangiare estraneo alla nostra cultura (e il cibo cinese ed i kebab allora?) e simbolo di un fordismo (boh!)…etc etc

Poi la sua posizione “ondivaga” sulle coppie di fatto: dapprima dà il suo appoggio al registro delle unioni, tanto da costringere la sua vice Guida a difendere la famiglia tradizionale, ed il giorno seguente ritira la sua adesione e la sua firma, tanto da far infuriare sia Luxuria che Grillini.

E non parliamo di IMU, che non può essere assolutamente abbassata! C’è poi il malcontento dei negozianti residenti nell’Area C che lamentano un forte calo delle vendite… E la faccenda di un centinaio di ghisa costretti a fare da giuria in un concorso di cucina promosso da Sky, mentre il costo degli straordinari (6000 euro) invece di essere addebitato all’emittente televisiva viene scaricato sui cittadini.

Ed è passato solo un anno!… Se questo è solo l’inizio, chissà in futuro…


6 e 7 giugno

6 giugno

Oggi all’Isola…

Da Tomaso in via De Castilla si gusta ancora una buona cucina milanese con qualche trasgressione lombardo-veneta; è un locale dall’aspetto rustico, ma accogliente, in cui ci si sente quasi come a casa propria.

E l’occasione è buona per vedere come crescono i grattacieli di Expo 2015.

I due costruiti a suo tempo dalla Gae Aulenti sono stati del tutto ristrutturati ed hanno ormai perso la forma originaria.

Ci sono poi i due grattacieli del “bosco verticale di Porta Nuova” di Boeri che, finiti, saranno davvero completamente verdi, con cespugli ed alberi ad ogni piano.

I lavori proseguono a ritmo incessante, i ponteggi brulicano di persone, ma in strada, seduti sull’asfalto, all’ombra di un albero solitario, un paio di muratori si prendono un attimo di sosta mangiando un panino.

Poi sosta al Palazzo Lombardia, ormai definitivamente sede della Provincia. Davanti ad esso sono state messe ben 3 fontane, una serie di collinette bordate da lunghe panchine ed abbellite con varie rocce disposte artisticamente. Nelle vetrate, si rispecchiano le nuvole.

7 giugno

Stamattina abbiamo completato le pratiche per l’esumazione di mio suocero. Sembra strano, ma tra le persone più allegre che ho conosciuto, ci sono appunto due addetti alle pompe funebri, forse per esorcizzare un poco la paura della signora con la falce.

Poi avevamo deciso di mangiare i famosi paccheri da “Anema e cozze” di via Palermo.

Abbiamo quindi fatto una lunga passeggiata da viale Vincenzo Monti (una delle vie dove davvero mi piacerebbe abitare) fino ad arrivare alla nostra destinazione, ma qui abbiamo avuto una sgradita sorpresa. Davanti al locale c’erano infatti una cinquantina di ragazzi (qui a Milano per il concerto di Springsteen di stasera) in attesa dell’apertura, e quindi abbiamo dovuto ripiegare sulla storica pizzeria di Porta Garibaldi in corso Como,

dove, a mio parere, preparano i tranci più buoni in assoluto. All’uscita, un mesto saluto allo Smeraldo… Già , perché a fine mese il teatro chiude definitivamente dopo tante chiusure annunciate e sempre procrastinate. La colpa è del cantiere senza fine per la realizzazione di box interrati che gli sta proprio davanti, e che ha portato ad una diminuzione degli spettatori e quindi degli incassi, senza che il teatro riceva un soldo di finanziamento pubblico.

E ripenso alle belle serate passate qui ad ascoltare i Legnanesi in compagnia di Pierre o di Gibo. Che tristezza…